Uccelli di città: Non avendo una foto dei re magi, vi mando questo simpatico uccello urbanizzato. E' un "joao de barro" (traduzione letterale: Giovanni di fango), così chiamato perchè lavora esclusivamente con terra bagnata. Costruiva sempre la sua casetta di fango sulla "paineira", un enorme albero dai bellissimi fiori rosa, che i contadini piantavano vicino alle loro abitazioni per la lanuggine che produce, ottima per imbottire materassi. I tempi moderni hanno spinto l'uomo dei campi verso la città, e "joao di barro" lo ha seguito. "Se non c'è più la paineira, un palo da luce va benissimo! Gli isolanti di porcellana fanno più resistente la casa della mia signora. La paineira non è poi così lontana: quì siamo in periferia, e un materiale leggero come la lanuggine lo possiamo trasportare facilmente per qualche chilometro". Detto e fatto, la camera è pronta, manca solo la parete di fronte. Si è costruito pure una piattaforma di lancio e atterraggio, per non toccare quell'orribile cavo d'acciaio che, sotto il sole, scotta da morire. "Giovanni" ha la tecnologia nel sangue!
La foto di gruppo dei Re Magi non ce l'ho - ma ce ne sono decine nei dintorni, ad Itaberaì, in periferia e in campagna. Don Maurizio, ieri, è andato a un pranzo di folia. Ogni folia riunisce centinaia di persone. E' un canto infinito, che racconta lentamente la storia di Gesù Bambino e dei Magi con una melodia monotona e ripetitiva, in strofe. Incanta la gente con le straordinarie armonie vocali e il ritmo. Più ancora, attrae il suo stile teatrale e comunitario: la figura del diavolo, il portabandiera, i Santi Re coi loro ampi manti esotici dai colori vivacissimi, i chitarristi, batteristi e danzatori in divisa. Cose che fanno impazzire i ragazzi. Poi i riti di entrata nelle case, il pranzo per tutti preceduto e seguito da una preghiera solenne cantata, il rito del riposo a tarda notte. La folia è una specie di culto presieduto da "sacerdoti popolari", riconosciuti dalla gente. Il capo-folia porta una stola, anche quando è donna. Per almeno tre secoli, nelle campagne del Brasile, la fede cristiana è arrivata assai prima dei preti ed è stata mantenuta in vita da tre cose: le preghiere di mattino e sera che quasi tutti sapevano a memoria, il rosario (spesso cantato e seguito da una festa), e la folia. Ce n'erano per tutte le principali feste dell'anno. I preti passavano soltanto ogni cinque, otto o dieci anni per la "desobriga": battesimi, messa, confessioni e legittimazione dei matrimoni! Quando arrivarono stabilmente i preti nelle parrocchie dell'interno, fecero di tutto per sopprimere o sostituire rosari cantati e folias. Ai loro occhi erano un miscuglio di sacro e profano assai poco ortodosso, ma la gente continuò a praticarle senza dirlo al parroco. Per forza: erano l'espressione di fede più vicina ai loro sentimenti e modo di essere. In tempi più recenti è avvenuta la riconciliazione. Oggi il prete è invitato alla folia, e molta gente partecipa alla messa con gli stessi sentimenti ed entusiasmo della folia. Religione ufficiale e religione popolare si complementano.
Ancora oggi i magi: A Natale abbiamo letto la visita dei pastori a Gesù bambino, narrata da Luca. All'Epifania leggiamo quella dei Magi, raccontata da Matteo. Così nel rito romano. Quello orientale (sia cattolico che ortodosso) mette insieme i due fatti, fissando la data di Natale il sei gennaio. Pastori rozzi e analfabeti - sapienti (o scienziati) di paesi lontani: ecco la strana gente che riconobbe Gesù. I sacerdoti del Tempio e i farisei della Sinagoga stabilivano regole, ma lo Spirito Santo seguiva altri percorsi. I Magi furono da sempre il segno che Gesù Cristo è di tutti i popoli. Lo dichiara anche San Paolo nella lettera che leggiamo domani a messa. Scrive un mio confratello: "L’Epifania è il superamento definitivo dell’identità cristiana con la civiltà occidentale e seppellisce per sempre i tentativi maldestri dei laici devoti o dei religiosi atei che rinchiudono il cristianesimo nella prigione di una cultura o segmento di civiltà, negando così la sua essenza universale e «cattolica». Vi suona chiaro? E' forse un poco pepato...
A proposito di Ecumenismo: nei giorni scorsi è morto il cardinale Aloisio Lorscheider, per tanti anni arcivescovo di Fortaleza (CE), la città amata dai montesini. Negli anni 60 fu presidente della Commissione Nazionale per l'ecumenismo. Fu due volte (dicono...) candidato a Papa: superato da Giovanni Paolo I e, in rapida successione, da Giovanni Paolo II, alla fine degli anni 70. Per molto tempo fu presidente della CNBB, e come tale sostenne, con prudenza e fermezza, la Teologia della Liberazione e le Comunità Ecclesiali di Base. Scrive di lui il monaco Marcelo Barros: "Una volta tutto il Brasile si commosse vedendo in televisione il cardinale dom Aloisio come ostaggio in una ribellione di carcerati nel penitenziario di Fortaleza. Egli vi si era recato per aiutare affinchè i diritti umani dei prigionieri fossero rispettati. Soffrì rimanendo come ostaggio per ore, ma tutte le sue dichiarazioni furono di solidarietà umana e di chiedere che la giustizia cominci a valere anche per i più poveri". (O Popular, giornale di Goiania).
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