27 ottobre 2014

LA VITTORIA DEL PT

Per gli amici: posto alcune informazioni e commenti sulle elezioni di ieri. Le foto sono della nostra calda primavera.
Ieri, 26 ottobre, si é concluso il ballottaggio per la Presidenza del Brasile e per la maggior parte dei Governatori degli Stati brasiliani. Alla Presidenza è stata rieletta Dilma Roussef, con il 53,6% dei voti (quasi 54 milioni), contro Aécio Neves (poco piú di 51 milioni di voti). Quella di Dilma è una vittoria di stretta misura, dopo una campagna elettorale di secondo turno che si è capovolta a suo favore solo nell´ultima settimana. Il finale della campagna ha visto risorgere la militanza politica dei movimenti popolari, che ha operato il ribaltone a favore di Dilma. Dilma ha avuto sicuramente il voto dei poveri. Non degli sprovveduti, come hanno detto alcuni nei loro discorsi elettorali (facendo cosí perdere voti alla propria causa).
La stampa di tiratura nazionale, nettamente all´opposizione del governo Dilma, ora si affretta a commentare che il Paese è spaccato in due e Dilma si scontrerá con molte difficoltá per governare. Penso che ci sia del vero, ma non tutta la veritá. In Brasile ci sono 28 partiti, tutti di carattere nazionale perché non sono previsti, nella Costituzione, partiti a Statuto soltanto regionale. Quindi, dal punto di vista puramente politico, si puó affermare che il Paese non è spaccato in due, ma frammentato. Sará praticamente impossibile, per il Governo Dilma, mettere in atto il progetto di Riforma Politica ritoccando la Costituzione, dovendo trattare con tutti questi partiti (suddivisi in grandi, piccoli e nani). Tale Riforma, che riguarda in primis la legge elettorale e la rappresentativitá del Congresso Nazionale, si fará solo se ci sará una forte mobilitazione dei Movimenti Popolari. E quest´ultima è una possibilitá concreta, poiché giá il mese scorso è avvenuto un sostanzioso referendum di iniziativa popolare promosso da Movimenti e Chiese cattoliche ed evangeliche, che ha espresso una volontá precisa.
La spaccatura del Paese è un´idea, o forse anche una speranza, di certa parte dell´elite e degli impresari, che spesso si rifanno anche a vecchi pregiudizi. Per principio io non partecipo e non faccio propaganda elettorale, né in privato né dal pulpito. Peró mi piace ascoltare le ragioni di una parte e dell´altra, e spesso ho domandato a quelli della nostra classe medio-alta: "Perché sei cosí contrario alla Dilma e al PT? Dicono che Dilma è stata votata dai settori piú poveri e meno istruiti, basandosi sul fatto che la Presidente ha avuto la maggioranza in tutti gli Stati del Nordest. Non é vero. Ha vinto pure in Minas Gerais e a Rio de Janeiro, che sono tra gli Stati piú progrediti anche industrialmente. E Minas Gerais è lo Stato che aveva come Governatore il suo diretto oppositore, Aécio Neves. Il quale, pure perdendo l´elezione a Presidente nello Stato da lui governato, há ottenuto la vittoria nella elezione del suo successore al governo del suo Stato. Anche questo dimostra che non esiste una spaccatura cosí netta, e che gli elettori hanno saputo scegliere coscientemente, approvando il suo candidato a Governatore e rifiutando a lui la Presidenza della Repubblica.
È venuta a galla, durante la campagna elettorale, una notevole dose di rancore dell´elite contro la classe piú povera, beneficiaria di innumerevoli progetti sociali. Mi sono pure divertito ad ascoltare. Alcuni hanno preso l´iniziativa della lotta di classe che di solito accusano di “ideologizzazione” come se loro ne fossero esenti. Dicono che la Dilma ha fatto del paternalismo: "Perché la gente non lavora, invece di usare i finanziamenti del governo per farsi la casa propria, mandare i figli a scuola, entrare all´universitá?" Peró nessuno si lamenta che i governo abbia abbassato le tasse sulle macchine affinché tutti potessero comprarsi la macchina nuova. Si è manifestata pure una parte della Chiesa e delle Chiese evangeliche piú integraliste: ad esempio, tra noi cattolici, alcuni della Renovação Carismatica Católica hanno usato le loro televisioni e i pulpiti per autentici comizi contro Dilma e il PT, accusati di essere antireligiosi, divorzisti, comunisti. In effetti Aécio é piú devoto di Dilma, ma con l´onestá in politica questo c´entra poco, e ormai lo sanno tutti. Ha generato vasta polemica, ad esempio, un intervento molto pesante del famoso Padre Fabio de Mello. Eccessi della passione politica che sarebbe conveniente evitare, almeno perché la tonaca e la religione non dovrebbero essere usate per le campagne elettorali. Tra l´altro, come quasi sempre accade, queste prese di posizione si sono dimostrate controproducenti.
Ma una vera spaccatura del paese è fantasia. Non esiste né tra regione e regione, né tra le classi sociali. I due candidati hanno ricevuto votazioni abbastanza equilibrate in tutte le classi e in ogni singolo Stato. Le votazioni dei Governatori lo dimostrano. Il PMDB, ad esempio, attuale alleato del PT in parlamento, ha guadagnato terreno ottenendo l´elezione del proprio candidato in 12 Stati. Il PT in 5, il PSDB (partito di Aécio Neves) in 5, e altri partiti si sono aggiudicati il resto. La Dilma quindi, che ha il PMDB come alleato, ha rafforzato la propria posizione potendo contare con la maggioranza assoluta dei Governatori. In Parlamento e in Senato ha diminuito la sua maggioranza. Mentre invece il PSDB ha ottenuto alcuni seggi in piú. Sará una legislatura vivace e democratica (salvo le lobby, che non agiscono democraticamente).

18 ottobre 2014

LA CITTÁ E IL MONDO URBANO

Le foto sono della corsista Bernardete Mota di São José dos Campos, che ha un canale you tube in cui pubblica video: bernardete cebs
Sono rientrato ieri sera da Brasilia. La capitale, quest´anno, nonostante i mille metri di quota, è un braciere. Piú o meno come Itaberaí. Abbiamo l´estate (ed è solo primavera) piú calda degli ultimi 70 anni, dicono quelli della televisione. Figuratevi il viaggio di ritorno. In giro si vede solo roba secca. Da Brasilia a Goiania, 3 ore di corriera con aria condizionata. Abbiamo perduto un´altra ora per sostituire il pulmann. Un infelice passeggero, forse colto da disidratazione, ha utilizzato il gabinetto e dopo... non ci si stava piú! Poi, da Goiania ad Itaberaí, altre 3 ore senza aria condizionata.
L´incontro di studio è stato interessante soprattutto per gli incontri. Gente di tutto il Brasile e un gruppo di volontari missionari in arrivo dall´estero, una quarantina. Laici, suore e preti. Anche il volto della missione in Brasile è cambiato radicalmente. Pochi dall´Europa. Da Modena siamo quasi in chiusura. Arrivano a frotte dall´Asia e America Centrale (diversi coreani e indonesiani). Alta percentuale di giovani discendenti italiani provenienti dal Brasile del sud. Tema: “Come evangelizzare la cittá di oggi”. Un giorno di storia delle Comunitá ecclesiali di base” con il professore Sergio Coutinho, assessore della Conferenza dei Vescovi per il laicato. Nota 6: lezioni su cose risapute e interpretate su ordinazione. Il secondo giorno sulla parrocchia urbana, con Padre Manoel de Godoi, direttore dell´Istituto San Tommaso di Aquino dei Gesuiti di Belo Horizonte (ex collega del compianto italiano Padre Alberto Antoniazzi, che ci illuminava negli anni 80). Nota 10 con lode, denso e imperdibile. Alla fine della giornata molti corsisti erano sfiniti! Se avró tempo ve ne tradurró qualche pezzo nei prossimi post. Gli altri conferenzisti? Giovani preti in attivitá pastorale in aree importanti del Brasile. Dotati di entusiasmo ammirevole e progetti di apostolato laboriosissimi.
La parrocchia urbana formata da una rete di comunitá ecclesiali di base, come chiedono i vescovi: grande argomento di studio! Le nostre parrocchie sono territoriali, e il mondo urbano non rispetta confini territoriali. La gente va dove vuole. Una famiglia, attualmente, per battezzare fuori parrocchia deve prendere un lasciapassare del parroco: in tanti anni ho perso tempo e fiato per realizzare questa norma che si dimostra sempre piú ridicola. La parola “parrocchia”, dal greco, significa una casa che ospita quelli che sono per strada, i forestieri senza fissa dimora. Lo spirito evangelico della parrocchia dovrebbe condurci ad accogliere tutti quelli che cercano Dio e il suo Regno. La parrocchia non indica stabilitá e ordine rigido, ma provvisorietá. La “rete” non dovrebbe essere quella del ragno, che tesse per catturare, ma quella delle tessitrici che uniscono tanti ritagli e ne formano un unico tappeto.
Ai nostri giorni, quando si parla di ambiente urbano, si parla di tutto. Anche la campagna, oggi, è urbana, almeno qui da noi: il mondo rurale di un tempo non esiste piú. Io sono fissato, penso che l´unica maniera che rende possibile l´evangelizzazione in questo contesto è aderire sempre piú al Vangelo e a Gesú Cristo, alla speranza viva nel Regno di Dio. I quattro vangeli, le lettere di San Paolo, Pietro, Giovanni e Giacomo, l´Apocalisse, sono libri che rispecchiano le origini dell´evangelizzazione, che avvenne in ambiente urbano: Corinto, Efeso, Filippi, Roma, Antiochia, Gerusalemme… Quindi gli organizzatori di questa settimana di studio hanno lasciato in secondo piano la cosa piú importante: studiare il nesso strettissimo tra i presupposti fondamentali ed essenziali della Parola di Dio e l´azione evangelizzatrice. Si percepisce, nell´episcopato, nel clero e nel laicato piú impegnato, una certa ansietá. Cominciamo a sentirci in minoranza e cerchiamo affannosamente nuove tecniche per riprendere quota. Per i primi cristiani essere in minoranza era la situazione normale. Sceglievano di vivere il Vangelo e formare comunitá cristiane solo perché credevano in Gesú. Era l´unica proposta che dava senso alla loro vita. Non speravano di prevalere e diventare maggioranza o unica religione: anzi, affrontavano la persecuzione e la morte. Del resto noi, in Brasile, siamo eredi di un cristianesimo che era maggioranza solo di battezzati. La pratica di solito non arrivava oltre il dieci per cento. Adesso gli evangelici pentecostali sono quasi il 30 per cento, e in mezzo a loro c´è un pó di tutto. Il loro denominatore comune, che li unisce, è di non essere cattolici. Sta diventando la religione dominante, come il cattolicesimo nel passato. Piú che altro una religione di mercato, poiché oggi il dominio è del mercato. E diversi settori cattolici perseguono lo stesso obiettivo, cercando di entrare in questo mercato.
Gli evangelizzatori di oggi si guardano attorno, e in ogni via di ogni quartiere vedono sorgere nuove chiese evangelico-pentecostali zeppe di fedeli entusiasti. In preda all´ansia, i nostri si lanciano in attivitá frenetiche. Forse lo Spirito Santo li sta animando, come pensano, o forse Lui sta realizzando un progetto tutto suo a nostra insaputa. Le Chiese, anche le nostre, sono zeppe di fedeli, è vero: fedeli, tuttavia, che si commuovono, si divertono, chiedono le loro grazie, poi tornano a casa per i fatti loro senza conservare nessun legame con quella Chiesa. Oggi il Brasile è un paese di cristiani di passaggio: una chiesa vale l´altra. Io cerco di immedesimarmi il piú possibile nel suggerimento di Francesco papa: vivere la gioia del Vangelo: la gioia della povertá, del perdono, della misericordia, di una vita onesta e di amicizie sincere. Con la fiducia in Dio che la mia vita possa trasmettere ció che non si trasmette solo con tecniche e organigrammi.

13 ottobre 2014

FATTI DI QUESTI GIORNI

Vi posto alcune foto della festa dei bambini dell´asilo São Francisco: che quest´anno fará pure la commemorazione ufficiale dei suoi dieci anni di attivitá. E viva quelli che hanno aiutato la Comunitá São Francisco a costruirlo, cioé Modena Terzo Mondo, Arci-Uisp, don Eligio, Maurizio, eccetera.
In questo momento mi trovo a Brasilia. Sono venuto stamattina, in corriera, per una settimana di studio sulla pastorale urbana. Sono dignitosamente ospitato in una cameretta del POM, Pontificie Opere Missionarie. Camera singola, con bagno. Un abbeveratoio di acqua fresca nel corridoio accanto: perché fa caldo pure quí, un caldo secco che puó provocare disidratazione. Il corso si svolge nell´edificio quí accanto, di proprietá del CCM (Centro Culturale Missionario): sono servizi missionari nazionali di responsabilitá della Conferenza dei Vescovi. Abbiamo avuto il primo incontro stasera, i partecipanti sono quasi un centinaio ed è un gruppo vivace e simpatico. Si cercheranno di capire le caratteristiche del mondo urbano moderno e come trasmettere ad esso la gioia del Vangelo. Sono forse un pó vecchiotto per corsi di aggiornamento, ma di fatto sono curioso di sapere cosa si dice su questo mondo moderno cosí cambiato (ORMAI perfino il mondo rurale è diventato urbano). Per esempio ieri, 12 ottobre, era Festa Nazionale della Patrona del Brasile, Nossa Senhora Aparecida, una solennitá sia civile che religiosa a cui è stata aggiunta la “giornata dei bambini”: c´era la tradizione di dedicare, in questa giornata, un incontro speciale coi bimbi. Fino a pochi anni fa si riunivano i bimbi in parrocchia o in piazza. Quando ero parroco di Itapirapuã le catechiste preparavano per loro una bella e grande torta nel salone parrocchiale. Era un´occasione per farsi aiutare anche dai papá e dalle mamme, e passare alcuni giorni insieme per allestire ogni dettaglio. Si faceva un teatrino, i bambini cantavano…. I produttori agricoli arrivavano coi bidoni di latte fresco, i bambini di famiglie povere se lo portavano a casa con le loro bottiglie. Era una festa della comunitá, abbinata alla devozione mariana e al patriottismo della “festa nazionale”. Oggi vediamo che non è piú cosí: la parte che riguarda i bambini è diventata, quasi ovunque, una delle solite feste consumiste pubblicizzate dai commercianti per vendere i regali….
Invece la devozione a Nossa Senhora Aparecida si è conservata intatta e oserei dire che oggi è in piena ripresa. Stranamente il mondo moderno urbano sembra sentire il bisogno di queste cose all´antica. Non sto a spiegare le origini e la portata di questa che è la massima manifestazione della religiositá brasiliana, formatasi intorno a una immagine della Madonna pescata nel fiume nel 1700. Se cercate voi stessi su internet trovate tutto. É un culto favoloso, impressionante, farcito di arte e cultura popolare. Nel santuario maggiore, di Aparecida do Norte, partecipano alla festivitá milioni di persone convenute da tutto il paese. Piú in piccolo, avviene lo stesso nelle centinaia di chiese, cappelle e santuari sparsi per il paese. Nonostante la crescita di tantissime chiese evangeliche e pentecostali che disprezzano la venerazione di madonne, santi e immagini sacre, questa devozione continua a diffondersi e a rafforzarsi. La gente, quando si trova di fronte a una grave difficoltá, fa un voto alla Senhora Aparecida e durante la novena o la festa lo va a pagare… Quí ad Itaberaí ci sono due chiese dedicate a lei, i fedeli vanno a piedi, alcuni camminando in ginocchio. Altri fanno la “carreata”, che consiste nel pellegrinaggio con l´antico carro tirato da alcune paia di buoi: il carro tutto di legno ha le ruote che “suonano”: come un lungo lamento. I compositori improvvisano canzoni struggenti sulla musica del carro di buoi raccontando le storie di come la Madonna li ha salvati dalla malattia o dalla disperazione.
Io ho avuto l´onore di celebrare la prima messa, alle 6 del mattino, nel villaggio di Areias, vicino a Goiás, dove c´è il santuario piú importante di questa regione. Tantissimi sono arrivati a piedi da Itaberaí, camminando tutta la notte per superare i 24 chilometri di strada. Ancora piú numerosi i fedeli della cittá di Goiás, per i quali è quasi un obbligo morale alzarsi all´alba e camminare per 16 chilometri. Durante la messa una giovane mi ha chiesto il microfono per raccontare una breve testimonianza. Ha detto che fa questa camminata fin dall´etá di 13 anni, e l´anno scorso ha avuto un incidente domestico, è caduta da una scala, si è rotta il femore e il medico le ha proibito di camminare. Lei ha tanto pregato, ed è guarita: quest´anno è tornata fin quí a piedi. Alla fine è scoppiata in pianto, e ha fatto piangere l´intera platea, che era di diverse centinaia di persone sotto il telone davanti al santuario (che è troppo piccolo, per cui si celebra all´aperto: per passare dentro al santuario fanno la fila tutto il giorno). Mi sono commosso pure io, perché queste storie rivelano una fede simile a quella di tante pagine dei vangeli. Alla fine della messa mi hanno ordinato di benedite i ricordini che la gente compra, ed io ho passato mezz´ora a spruzzare acqua benedetta sulla gente che passava in processione davanti a me. Quí non si accontentano di due o tre spruzzate a distanza: vogliono sentire e vedere l´acqua cadere sui loro volti, mani e sugli oggetti che porteranno a casa.
Tuttavia, in un paese in cui il popolo sente con tale forza la presenza e la tenerezza di Dio ed esprime tanta riconosenza, talvolta si alimentano pure violenza, ingiustizia, pregiudizi, odio di classe e di razza, noncuranza e disprezzo per le difficoltá dei piú deboli. Come mai? Non é sconertante trovare un grande amore a Dio e cosí poco ai poveri? Il mese scorso, nel nostro ospedale, un bambino di 8 anni è morto di meningite, e la gente racconta che ci sia stata una evidente negligenza del medico... La mamma del bimbo, di una famiglia povera di Fernanda Park, sarebbe corsa in ospedale ripetutamente e insistentemente, tentando di far capire al medico che la situazione era grave. Per ultimo, il medico le avrebbe detto: “Quí il medico sono io!” Lei, non rassegnata, è corsa ad un laboratorio privato, decisa a spendere pur di tentare di tutto. Il laboratorio, raccontano, avrebbe allora diagnosticato la malattia e a questo punto si sarebbe attivata pure l´ambulanza e l´ospedale pubblico. Una medica ha deciso di portarla di corsa a Goiania. Purtroppo il bimbo è morto durante il viaggio. E pare che il virus si sia diffuso nell´ospedale stesso. Infatti nei giorni seguenti una medica si ammalata ed è morta, e ora c´è un´altra medica gravemente ammalata e sotto osservazione. Naturalmente dovranno studiare attentamente per essere sicuri che ci sia un legame tra questi fatti. Ma anche se si dovesse constatare che si tratta di coincidenze casuali, la triste storia di morte é passata pure in televisione e rimarrá nella memoria.
Nella messa di ieri, abbiamo letto il Vangelo delle nozze di Cana, che calza a pennello con queste situazioni. Maria e Gesú erano a una festa di nozze. Mancava il vino. La festa era rovinata e diventava triste. Maria dice a Gesú: “Non hanno piú vino”. E Gesú provvede a trasformare in vino l´acqua delle giare. Il simbolo è chiaro: la festa è quella della vita umana allietata dal vino della fedeltá e dell´amore: “Ama Dio con tutto il cuore, e il prossimo come te stesso”. Il vino era il combustibile dell´allegria: senza vino non c´era festa. Nella societá di oggi, perfino nella religione e nelle chiese, manca il combustibile della gioia: l´amore, l´apertura di ciascuno verso gli altri. Nel mondo questo vino è venuto spesso a mancare, e oggi piú che mai. Siamo pieni di odio, pregiudizi, egoismi, violenze che rattristano la vita. “Fate tutto quello che Lui vi dirá”. Bisogna avvicinarsi alla Parola di Gesú, all´essenziale del Vangelo, per ritrovare di nuovo la gioia di vivere. Non basta la crescita economica…. Il Papa ha detto: “Spesso la ricchezza produce una grande povertá spirituale nella vita delle persone”.

8 ottobre 2014

RIAPERTURA DE BARTIMEO

Foto: la chiesa di Itaberaí ristrutturata (quella di pietre morte, non quella di pietre vive).
Dopo quasi tre mesi riapre Bartimeo: per commentare le elezioni di domenica scorsa. Per la Presidenza della Repubblica Federativa del Brasile. Dilma Roussef, attuale presidente, ha ottenuto il 42% dei voti. Aécio Neves il 34/%. Quindi ci sará il ballottaggio, domenica 26 ottobre prossimo. La terza votata, con il 22% dei voti, Marina Silva, ha dichiarato il sostegno ad Aécio Neves, cosí come altri candidati (ad esempio il pastore Everaldo). Salvo sorprese (che sono sempre possibili, perché non si puó mai essere sicuri che i voti di Marina siano...agli ordini di Marina), Aécio Neves dovrebbe ottenere facilmente la maggioranza nel ballottaggio.
É stata una campagna elettorale con diversi cambiamenti di scena perché Marina Silva, rimasta candidata del suo partito dopo la morte del candidato di cui lei avrebbe dovuto essere vice, a un certo punto aveva aumentato rapidamenti la sua percentuale nei sondaggi, fino a raggiungere Dilma. Non per molto tempo. Infatti ben presto la gente ha capito che stava improvvisando un programma che non aveva! Senza un partito forte e senza programma, é cadu Negli ultimi 10 giorni di campagna ha invece perduto molto terreno, mentre sono saliti i consensi a Dilma e Aécio. Attualmente non ci sono sondaggi, ma dall´aria che tira in giro direi che Aécio Neves é davanti di parecchio: forse sará Aécio 55 Dilma 45? Vedremo. Questo risultato finale, e quello che verrá, sono frutto principalmente di una partecipazione pesantissima dei principali mezzi di comunicazione nella campagna elettorale. La midia ha investito forte per togliere di mezzo Dilma e il PT, e continua a farlo ora, anche a costo di spacciare notizie non vere nei telegiornali (come, ad esempio) l´insinuazione che il Brasile, con la cattiva politica del PT, sarebbe rimasto l´ultimo paese del mondo in crescita del PIL proprio ora che la tendenza di tutti i paesi SAREBBE una ripresa dell´economia).
NB - Al contrario di quanto era stato annunciato in un primo momento, la candidata Marina é stata correttissima nelle sue dichiarazioni!
Che differenza fa se vince Dilma o vince Aécio? Il punto forte di Dilma é il pacchetto consistente di progetti a favore delle famiglie e delle piccole imprese rurali e urbane: sostegni per mandare i figli a scuola, per gli studenti, per ottenere la casa propria, per montare una piccola azienda, eccetera. Quelli che hanno ancora bisogno di aiuto, sicuramente perderanno molto con la sua sconfitta. E quelli che oggi sono usciti dalla situazione di miseria, forse se ne sono giá dimenticati.....A parte questo, forse le grandi decisioni dell´economia saranno piú o meno uguali, perché sono imposte dal mercato e non scelte da chi governa. Certo che nel programma di Aécio ci sono la prioritá alle privatizzazioni e una maggiore indipendenza delle banche riducendo o togliendo i controlli della Banca Centrale: non sembrano proposte di buon auspicio per i cittadini. Speriamo che questi se ne accorgano....
A favore della campagna della Dilma c´é l´appoggio massiccio del Nordest, e quello dei lavoratori in generale. Anche ad Itaberaí é facile notare che i lavoratori sono preoccupati per la probabile sconfitta del PT. Mentre invece i giovani sono radicalmente contro il PT e perfino con odio: e in questo si rivelano in piena sintonia con la midia e con l´elite del paese, a cui sembra non interessare tanti chi vince. L´importante, per loro, é sconfiggere il PT e mandare a casa la Dilma. Mi rattrista che un popolo cosí religioso come questo, che tra l´altro ha fatto la Campagna della fraternitá centrata sulla lotta contro il traffico di persone umane, dimostri poi tanta insensibilitá verso le situazioni disumane che ancora vivono tanti nostri concittadini. Per esempio, i miei compaesani di Itaberaí, cristiani di molteplici confessioni che ogni sera riempiono le loro chiesi di lodi al Signore, hanno eletto senatore a pieni voti il maggiore nemico della Riforma Agraria e il maggior sostenitore della riduzione delle foreste fluviali. Vedi notizia seguente: non i cristiani, ma indú e mussulmani vincono il Premio Nobel per la pace. Impariamo la lezione?
10/10/2014 - Oggi il Comitato del Nobel ha comunicato la attribuzione del premio Nobel per la Pace di quest´anno a Kailash Satyarthi e Malala Yousafzay, per la lotta di entrambi a favore dei diritti fondamentali dei giovani e dei bambini. "I bambini devono frequentare la scuola e non essere sfruttati finanziariamente" - ha detto la presidente del Comitê norvegese del Nobel, Thorbjoern Jagland.