27 gennaio 2012

LA QUIETE DOPO LA FESTA

Nella foto la mia nuova mania: acqua di cocco. Fa bene alla circolazione del sangue, previene i crampi notturni, eccetera. Leggete sul web le indicazioni e controindicazioni. Io leggo solo le prime, perché é buona.C´é pure un altro vantaggio: si impara a usare il macete.
Avviso ai naviganti: al margine del blog, sulla destra, sono indicati tre blog nuovi: mora mora, succede nella quotidianitá e “per strada con”. Sono di tre missionari emiliani in Africa, in tre regioni diverse: due ragazze modenesi e un prete della diocesi di Parma. Non li conosco, ma cercheró di scrivere meno per darvi piú tempo di leggere i loro blog. Chi é appena arrivato scrive con maggiore entusiasmo!
Un settimanale brasiliano informa che le autoritá giapponesi della regione che é stata vittima del recente tsunami hanno restituito allo Stato il denaro che é avanzato dopo la ricostruzione. Vi consta che sia vero? Sicuramente in Italia non accade, e nemmeno in Brasile!
Quí siamo tornati alla routine. La festa del Patrono é finita. La divulgazione della Campagna della fraternitá é stata fatta. I risultati spirituali é difficile misurarli. Si misurano bene quelli economici: poco piú di 50 mila il leilão, poco piú di 20 mila le kermesse, circa 125 mila la lotteria (le cifre sono in reali brasiliani). Kermesse e lotteria sono destinate ai restauri della chiesa, il leilão alle pastorali.
Una signora della Vila Comunitaria (periferia) ha vinto la macchina, una gol rossa. La gente ha approvato solennemente il comportamento della fortuna: con un “oh, bene” generale. Finalmente la sorte ha aiutato una famiglia povera. Corre voce che la signora venderá la macchina per migliorare la sua casetta, e continuerá ad andare a piedi.
I telegiornali nazionali informano che la Dilma, alla fine del primo anno di governo, ha a suo favore il 59% dei consensi, mentre Lula, alla fine del suo primo anno di governo, aveva il 41% di approvazione popolare. La prendiamo per buona?
Opinione di Frei Beto, scrittore: abbiamo sentito poco la crisi finanziaria mondiale, fin´ora, ma é prevedibile che a partire da quest´anno ci presenti il conto. “Se la Cina, gli Stati Uniti e la Ue ridurranno le importanzioni, il Pil brasiliano, che raggiunge giá il piano dei 2 mila miliardi e mezzo di dollari, cadrá insieme alla crescita del paese. Il governo Dilma giocherá per mantenere acceso il mercato interno, frenare l´inflazione e favorire il credito. Speriamo ci riesca. Ma tutto indica che in questo viaggio verso lo sviluppo il Brasile affronterá gravi turbolenze.
Nel sito Adital.com.br la teologa carioca Maria Clara Lucchetti dá notizia del ritorno in Brasile di Padre Vito Miracapillo, della diocesi di Andria. Venuto in Brasile nel 1975 e inserito nella Diocesi di Palmares (PE), fu espulso nel 1980 per “antipatriottismo”. Per essersi rifiutato di celebrare una messa in omaggio all´Indipendenza del Brasile il 7 settembre di quell´anno. Lui rispose: La povera gente non ha ottenuto ancora l´indipendenza. Ora, al suo rientro a Palmares con visto regolare di permanenza in Brasile, un grande numero di persone ha festeggiato il ritorno. Il 2 ottobre scorso ha presieduto una messa di ringraziamento. Presenti: circa 1500 persone tra cui due vescovi, 52 preti, un grande numero di suore, deputati, avvocati, sindacalisti, giornalisti e lavoratori rurali. dia 2 de outubro, vindos de todos os pontos do estado. Don Vito ha dichiarato di non portare rancore verso nessuno e si é detto molto felice, perché ha potuto vedere che i tempi sono cambiati e il paese é davvero assai piú indipendente di 30 anni fa.
Di fatto i tempi sono cambiati. La Chiesa locale si rafforza nelle strutture e il clero, in aumento, ha un´altra mentalitá. Quelli come lui sono trattati come le reliquie: li tirano fuori dalla teca ogni tanto per benedire una festa. Tuttavia tutto ció che abbiamo oggi in Brasile, tutto ció che é cambiato in meglio, é risultato dell´impegno e delle sofferenze di quelli come Padre Miracapillo. I giovani raccolgono e voltano pagina.
Quá e lá c´é ancora chi si espone e lotta al fianco dei piú oppressi. É di oggi questa notizia della CPT: tensione nello Stato della Paraiba (Nordest), in un´area occupata dagli indios Tabajara. L´area in questione é vicino alla Grande Mucatu. Il conflitto é tra un centinaio di famiglie e l´impresa Elizabeth, que ha acquistato lotti illegalmente per installarvi una fabbrica di cemento. Oggi, 27 gennaio, é stato un giorno di molta tensione. Le famiglie degli indios Tabajara e i lavoratori rurali residenti nella regione sono stati bersaglio di violenza e di uno sfratto illegale da parte della Polizia Militare, dopo che ieri avevano realizzato un´occupazione. A seguito di denunce la Polizia é stata ritirata, alle ore 12. In questo momento la PM e gli agenti di custodia privati dell´impresa vegliano a 3 chilometri di distanza dagli indigeni e dai lavoratori rurali. Le famiglie temono nuovi attacchi.
Sono andato a visitare Nello: ha 88 anni compiuti, sta bene, sta piantando palme di gueiroba e filosofando. Padre Luis, il nostro nuovo collega, é arrivato: con tante casse di libri e molto humour...spagnolo.

18 gennaio 2012

DIECI GIORNI DI FESTA

Rinnovo il suggerimento di cliccare sulle foto per ingrandire.
Un telone quasi bianco copre la piazza della Chiesa. Quest´anno, per non interrompere i lavori di restauro e ristrutturazione in corso, la festa del patrono San Sebastiano si svolge tutta lí. Al centro ci sono i banchi della chiesa e l´altare. A sinistra gli stand gastronomici. A destra l´angolo del leilão. Il tendone risulta assai piú ampio della chiesa e rievoca la storia del popolo di Dio in cammino nel deserto. Siamo riuniti sotto una tenda. All´entrata ci sono i banchi dei catechisti che fanno le iscrizioni dei bambini, giovani e adulti che desiderano far parte di un gruppo per il percorso di iniziazione alla fede; e il tavolone dell´equipe di ristrutturazione, che vende biglietti della lotteria di un´automobile e raccoglie offerte (una famiglia ha donato una macchina nuova per una lotteria a sostegno della ristrutturazione della Chiesa).
Il tema della novena é tratto dalla Campagna della Fraternitá 2012: “Salute, dono di Dio e diritto di tutti”. Accorciato per farlo contenere negli striscioni: ma si dovrebbe aggiungere “responsabilitá di tutti”. Salute del corpo, della mente, dell´anima. Salute dono di Dio, bene da condividere, diritto da conquistare, La festa puó diventare alienante se stimola ad adagiarsi, oppure evangelizzante se chiama a raccolta per pensare e agire. La partecipazione é imponente. La gente ascolta con molta attenzione. Apprezzano i canti e i riti. I gruppi corali ce la mettono tutta. Le equipes di pastorale hanno preparato con cura la parte rituale: letture, commenti, gesti simbolici. Una sera a ciascuna. E apprezzano molto pure le omelie. Dopo la messa ci sono i commenti, le felicitazioni. Dicono che ci sia un brusio di chiacchieroni ai bordi del tendone, ma non arriva a disturbare lá dentro.
Il Vaticano II, che quest´anno compirá i 50 anni, insegna: la celebrazione eucaristica appartiene alla comunitá. É lí che Cristo si fa presente e realizza la comunione del suo Corpo intero. La messa non é una devozione privata del prete o di chi paga per avere una messa di suffragio, o in casa sua come parte integrante di un compleanno: come molti in Italia pensano e praticano (devo citare gli autori?). La messa é Assemblea dei fedeli, il prete ha il compito di della Presidenza, tutti sono celebranti. Molti dei nostri parrocchiani lo hanno recepito. Non vengono ad ascoltare il prete: il prete parla per loro, essi vogliono ascoltare la Parola di Dio. Quando le parole toccano le loro corde sono contenti. Ho visto un giovanotto che rideva e quasi saltava di gioia per ció che ascoltava. Quando l´omelia diventa piatta vedo gli occhi che si perdono nel vuoto, le teste penzolano, le palpebre stentano ad alzarsi.
Saltare di gioia: é una delle meraviglie della vita. Vengo da un rito di esequie, é morto un buon ragazzo, un bracciante molto povero e forse sfiduciato di sé. Dicono che lo abbia ucciso l´alcool, ma io credo che sia morto del male di Chagas: il cuore ha ceduto di colpo, ed aveva l´etá in cui il cuore cede a chi ha questo male (tra 50 e 60 anni). Durante tutta la preghiera un piccolissimo grillo si é divertito a saltellare sulla pagina del rituale. Giocava. Era come vedere un gattino o un cagnolino in miniatura. L´entusiasmo di essere vivi é uguale per tutti. Non sapeva di stare giocando con la morte.
Anche gli esseri umani giocano cosí, e a volte lo fanno pure da adulti e a sproposito. Spesso gli itaberini giocano con la macchina o la moto, per strada. Oggi é accaduta un´ennesima tragedia: una coppia che era in viaggio é tornata a casa per essere seppellita. Non so se siano corresponsabili dell´incidente, forse no, ma é quasi certo che c´é di mezzo l´imprudenza di qualcuno. I vivi giocano con la morte, e la morte gioca dei brutti tiri ai vivi. Tra quelli che giocano con la morte ci sono anche gli amministratori che trascurano le strade. Itaberaí sembra una cittá bombardata, e la strada per Goiania é tutta un cratere. In questa regione si viaggia “saltando di buca in buca”: la frase é del predicatore di questa sera, che ha fatto cento chilometri per arrivare da noi.
Salute, sanitá: in portoghese sono la stessa parola, saúde. Stasera é venuto Padre Colombano, parroco di Ceres, dove c´é l´ospedale della diocesi (un ospedale di caritá). Padre Colombano é francescano irlandese, mio coetaneo. Si é fatto accompagnare dall´amministratore dell´ospedale. Questi ha affrontato il tema salute nel suo aspetto piú pratico: quanto spendono il governo federale, quello statale e i comuni. Quanti letti ci sono, quanti ne mancano. Il numero di visite mediche, chirurgie, eccetera. Poi Padre Colombano ha collegato la riflessione alla lettura del Vangelo, che era quella del paralitico che da 38 anni aspettava nella fila della piscina senza che nessuno lo aiutasse. Rispecchia bene la situazione delle nostre unitá sanitarie locali: spesso i raccomandati passano davanti, e quelli senza conoscenze rimangono ad aspettare nelle lunghe file. Gesú fece saltare la fila al paralitico, e i farisei trovarono un altro pretesto per condannarlo.
Non ho seguito ogni sera perché avevo altri impegni. A me é toccata la domenica scorsa. Il tema era: la tenerezza di Dio nelle piante medicinali. Per me hanno letto l´Apocalisse 22, 1-5. É una sogno o visione di un certo Giovanni, che vede come sará il Regno di Dio quando sará finito il tempo di vita del Dragone maledetto. Quando? Non si sa. Perció, nella mia omelia, ho dovuto volare molto alto, tra le nubi. Ma il brano é bellissimo. C´é un altopiano ameno, una spianata che l´autore chiama Gerusalemme, cittá di Dio. Nel mezzo c´é il trono di Dio con l´Agnello ai suoi piedi, e di lí sgorga un fiume di acque che brillano come cristallo. Ai lati del fiume tante piante che fruttificano ogni mese, le loro foglie curano i popoli. Intorno ci sono le moltitudini che hanno seguito l´Agnello: vedono Dio faccia a faccia, non hanno bisogno né di lampade né di sole perché non viene mai notte e Dio illumina tutto. Nessuno piú stramaledice, e finalmente quel loro Regno sará definitivo: per sempre! Davvero un bel quadretto.
Sicuramente questa é la nostra speranza, ma Dio ci ha anticipato parecchie di queste cose. Ci ha dato i fiumi: le acque non sono piú cristalline, perché siamo sporcaccioni. Una volta lo erano. Siamo circondati di alberi e noi li distruggiamo. Bisogna lavorare perché la speranza diventi realtá al piú presto, non solo alla fine. Dio ci ha dato le foreste, il cerrado: una quantitá e varietá di frutti incredibilmente buoni, per tutto l´anno. Tante radici e foglie medicinali. La nostra pastorale della salute fa le medicine con queste piante. I nostri gelatai fanno deliziosi gelati con questa frutta. Noi usiamo i profumi estratti dalle piante: l´incenso per le funzioni é uno dei piú antichi profumi elaborati con essenze di piante.
In Brasile uno dei business del momento é l´eucalipto. É una pianta che viene dall´Australia, ma In Australia, attualmente, la sua coltivazione é proibita. Il ritorno economico dell´investimento avviene in 5 o 6 anni, ma le sorgenti si esauriscono e seccano. Per recuperarle, la natura impiegherebbe 40 anni: se la lasciassero lavorare in pace. Un altro grande affare é la soia. La soia é uno dei principali prodotti che arricchiscono il pil brasiliano e la bilancia commerciale, che quest´anno ha avuto 290 miliardi (circa, spero che sia vero)di attivo. Ma per una tonnellata di soia se ne spendono mille di acqua. Il cerrado viene sistematicamente distrutto per fare posto a queste colture, e alla canna da zucchero, che in pochi anni rende inservibile il terreno.
Ecco la tenerezza di Dio: e la nostra durezza di cuore. Devastiamo il pianeta. La salute non é fatta solo di consultori, ospedali e farmacie: ma anche di prevenzione, pulizia e igiene, fognature, raccolta dei rifiuti, difesa dell´acqua, dell´aria e del suolo, strade senza gli enormi crateri che vediamo, educazione stradale, uguaglianza di diritti, societá giusta, solidarietá, e tante altre cose. Bisogna quindi pensare a cambiare i pensieri, a sviluppare un´economia piú vicina agli esseri umani e a servizio della vita. Poi speriamo di arrivare tutti in quel magnifico posto di cui sopra. Che é fatto per quelli che si sforzano di seguire Gesú, non per gli adoratori del pil e della bilancia commerciale.

10 gennaio 2012

LA PIOGGIA É BENEDIZIONE

Piove da ieri pomeriggio. Le settimane intere di pioggia sono tornate da tre anni a questa parte e, in Goiás, sono caduti in media 20 mm. di pioggia al giorno per tutta la stagione delle piogge (6 mesi all´anno), o forse di piú. Non é cifra ufficiale ma, calcolatrice alla mano, farebbero 3600 mm. all´anno. I metereologi informano che in precedenza abbiamo avuto 7 anni di piogge scarse. É risaputo che nell´interno del nordest, di terra arida e sabbiosa, da sempre si alternano 7 anni di siccitá a 3 anni di piogge: qui da noi la siccitá vera e propria non esiste, essendo una regione che un tempo era coperta di foreste (Mato Grosso Goiano), ma per il resto siamo nella normalitá. Il fenomeno fa pensare. Alcuni anni fa si era messo a piovere poco e con acquazzoni violentissimi. Noi eravamo sicuri di trovarci di fronte alle prove del cambiamento climatico: ora dov´é andato a finire? O sará effetto delle preghiere? Teniamo conto che in ogni paesino del Goiás ci sono squadre di evangelici, carismatici e devoti cattolici che fanno novene e rosari in continuazione. Quasi ogni brasiliano riceve la pioggia come una benedizione e loda il Signore. So che voi non ci credete, ma non si puó mai dire che non abbiano ottenuto una modifica alla programmazione del disastro ambientale. Perfino gli specialisti hanno smesso di parlare del niñho, che tiravano in ballo ogni volta che c´era da spiegare la situazione metereologica. El niñho era una specie di diavoletto....ed é stato scacciato. C´é perfino una Chiesa evangelica registrata col nome: "Giú botte a satana".
A proposito di carismatici ho saputo da pochi giorni che un prete di Goiania, uno di quelli che fanno le "messe di cura" (caratteristica dei carismatici, che imitano i pentecostali evangelici) é stato temporaneamente sospeso. L´arcivescovo ha preso una misura assai impopolare. Alla folla piacciono queste celebrazioni, anche perché solitamente sono molto spettacolari: inni strappalacrime, discorsi infiammati. Non conosco i dettagli di come si sono svolti i fatti, ma conosco il fenomeno e mi auguro che si riesca a porre un freno a queste cose e a convincere i cristiani che la strada per seguire il Vangelo non é questa. Lo spettacolo "liturgico", il successo, i miracoli facili, danno buoni risultati nelle entrate delle parrocchie o delle case religiose, ma tradiscono lo spirito del vangelo. Il fenomeno carismatico é spettacolare, ma non produce solo frutti marci: conosco conversioni autentiche, che poi si avviano sulla strada maestra della partecipazione nella vita di comunitá e si impegnano.
Ho apprezzato molto la Lettera di Natale di dieci preti veneti, tra cui don Albino Bizzotto conosciuto come fondatore di "Beati gli operatori di pace". É abbastanza complessa, ma la condivido dalla prima parola all´ultima. Faccio una piccola riserva sulla richiesta di sacerdozio alle donne. Oh, intendiamoci: per la loro partecipazione consistente nell´evangelizzazione e nella costruzione della Chiesa le donne lo meriterebbero alla grande, ma il problema é un altro. Ed é di ordine pastorale e pratico. Il problema é che il ministero presbiterale non dovrebbe nemmeno essere confuso col sacerdozio. Sono due cose diverse. Il sacerdozio del nuovo testamento é diverso da quello antico, e l´ordine presbiterale é diverso dal sacerdozio descritto nella lettera agli ebrei, che é quello di Cristo. Citando Sant´Agostino: "Quando mi terrorizza ció che sono per voi, mi consola ció che sono insieme a voi. Poiché per voi io sono vescovo, insieme a voi sono cristiano. Quello é il titolo per una funzione che ho ricevuto, questo é il titolo della grazia: quello é del pericolo; questo é della salvezza".
Biblicamente e teologicamente parlando, il sacerdozio é quello comune dei fedeli, che riceviamo dal battesimo e dalla cresima, e che ci accomuna tutti nella partecipazione al sacerdozio di Gesú Cristo. Il ministero presbiterale, come quello episcopale, come sostiene e documenta Francisco Taborda sj. nel libro "Os ministérios da Igreja", é un carisma particolare che la Chiesa riconosce in qualcuno conferendogli l´ordine sacro. Un ordine destinato alla presidenza delle comunitá locali, ma che nel corso dei secoli ha assorbito in sé tutti gli altri carismi e ministeri: perció deve rientrare nei ranghi. É fatto per coordinare e aiutare a crescere la comunitá con tutti i diversi ministeri, non per accentrare. Il buon coordinatore fa crescere e non diminuire gli altri. Dá la parola a tutti e mantiene l´unitá. Il centro é Cristo. Conclusione: se per caso si cominciassero adesso ad ordinare le donne-prete come hanno fatto alcune altre chiese, si perpetuerebbe l´equivoco. Le donne, spesso, sono piú brave degli uomini, ma quando si tratta di accentrare poteri non si tirano indietro nemmeno loro. In ogni caso non accadrá tanto presto, con l´aria che tira! (Donne, reagite!)
Ci sarebbe molto altro da dire sui ministeri nella Chiesa, ma dopo aver lanciato il sasso (la sfida alle donne), non mi resta che invocare Dio con molti salmi e orazioni. Se dipendesse da me, alcuni salmi sarebbero cancellati dall´ufficio canonico, preghiera ufficiale della Chiesa. Fanno fare a Dio una figura piuttosto meschina. Dio é preoccupatissimo di mostrare a tutti il suo potere. É vanitoso, vuole essere glorificato e lodato in continuazione. É genroso ma egoista: usa misericordia e ci salva senza nessun merito da parte nostra, ma lo fa solo per il proprio onore. Con i nemici é spietato, guai a non riconoscerlo e a confonderlo con immagini fatte da mano d´uomo. Li brucia, li sprofonda nel mare e li affoga, li fa morire di peste. Ed é anche piuttosto violento e razzista. Sceglie il suo popolo e gli conferisce tutti i privilegi, sterminando i suoi nemici e togliendo la terra agli altri per darla ai suoi preferiti. Non é di sicuro l´immagine di Dio che ci é stata trasmessa dal Nuovo Testamento e da Gesú. Ma nemmeno di tanti profeti dell´Antico Testamento e di parecchi altri salmi in cui Dio é presentato come Padre sempre pronto al perdono, misericordioso, sempre interessato ad aiutare. Noi leggiamo quei salmi alla luce di questi ultimi, e facciamo pari e patta. Per esempio c´é questo salmo (122) dei vespri di ieri: "Abbi pietá, Signore, abbi pietá: é giá troppo questo disprezzo! Ne abbiamo piene le scatole delle risate dei ricconi e del disprezzo dei superbi!"

2 gennaio 2012

ANNO 2012

Ho cercato una foto da pubblicare come una specie di simbolo per il 2012: ad Itaberaí non ho trovato di meglio di questa (il mio consiglio é di cliccare sulla foto per ampliarla, se no non si vede niente). Una concessionaria locale che vende macchine agricole di un´impresa olandese: New Holland. Gioia e orgoglio dell´agrobusiness itaberino. É a duecento metri da casa mia, ma pioveva forte stamattina. Queste macchine prospettano un altro anno di crescita economica del Brasile. Gloria e risalita della graduatoria delle piú forti economie del mondo. Ma assomigliano pure ai mostri metallici di Transformers, a Megatron per chi ha visto il film di Spielberg (la TV GLOBO non ce lo fa dimenticare). Che cosa ci riservano?
All´inizio di un anno la messa ci ripete la lettura in cui Javhé, attraverso Mosé, insegnava al popolo d´Israele a benedire: "Dí ad Aronne e ai suoi figli: voi benedirete i figli di Israele cosí: Javé ti benedica e ti custodisca! Javé ti mostre il suo volto brillante e abbia misericordia di te! Javé ti mostre il suo volto e ti conceda la pace!" Queste parole, sostanza della nostra fede, suonano come ingenue! Non é cosí che viviamo, non é cosí che ho vissuto. Ho imparato fin da piccolo la canzonatura, la maldicenza, l´ironia e la diffidenza, l´imprecazione, l´ira, la veritá sparata come uno schiaffo, l´ostentazione del malumore: e una vita di doveri e di obblighi sotto minaccia di ritorsioni. I rapporti umani nelle nostre strutture sono improntati piú all´esclusione o inclusione che all´aiuto fraterno e al soccorso delle debolezze. Oggi tutto questo é chiamato con nomi considerati intelligenti e nobili: strategia del fare, retribuzione del merito. La dolcezza sembra bandita dalla faccia della terra e pure io, assai spesso, le stacco la spina dentro di me. Talvolta senza volere o senza accorgermene. Nonostante il vangelo e la pretesa comunione con Gesú Cristo. Noi abbiamo un ordine a cui sottometterci e a cui sottomettere gli altri, per amore o per forza. Raramente benediciamo. Provo a immaginare un mondo in cui tutti benedicono tutti: e si risponde con la benedizione anche a chi ti offende, minaccia, deruba e calpesta i tuoi diritti. Potrebbe essere l´anticamera del Regno di Dio. Forse é proprio questa la "fede" che ci manca per vincere il male. Siamo ancora pagani.
Mi consola che in Brasile é ancora comune benedire e chiedere la benedizione. Lo fanno i ragazzi coi loro genitori e padrini, lo fanno i fedeli cattolici con noi preti e coi fedeli piú anziani e stimati. Ed esiste ancora il rapporto confidenziale oltre le ragioni economiche e politiche. Nei mesi scorsi la Dilma aveva firmato un decreto, approvato in Parlamento, che annullava "Un milione di cisterne per il nordest", che ripassava fondi all´Associazione Semi-Arido (ASA), gestita da agricoltori nordestini, per la costruzione di cisterne per la raccolta di acqua piovana nelle case dei piccoli proprietari di quella regione. Al suo posto, il governo pretendeva di finanziare l´acquisto di cisterne di plastica e ne affidava l´installazione agli amministratori pubblici. Centinaia di lavoratori le hanno scritto: "Dilma, noi ti vogliamo bene, non farci questo dispetto. Il vecchio progetto sta andando bene, migliaia di famiglie hanno giá ricevuto la cisterna e la loro vita é cambiata. Le cisterne di plastica non sono durevoli e affidabili come quelle di cemento. Inoltre, vengono da una grande impresa di chissá dove, mentre le nostre sono fabbricate da ditte locali e danno lavoro a una grande quantitá di piccolissimi imprenditori. Gli amministratori non conoscono la nostra realtá e non la sentono nella pelle. Il fondo lo gestiamo noi, e cosí siamo sicuri che i soldi vanno a destinazione e il lavoro procede rapidamente". La Dilma ha ritirato il decreto e ha ripristinato il finanziamento all´ASA.
Il primo dell´anno la televisione (canale Record, di proprietá della Chiesa Universale del Regno) ha trasmesso un reportage tra la "gente di strada". Il Brasile ha 24 mila ragazzi che vivono in strada. Non é un problema insuperabile per un paese come il Brasile: basterebbe un pó di buona volontá, di mobilitazione delle parrocchie e della gente, di interessamento dei governi federale e statali. Abbiamo visto anche adulti di strada, alcune famiglie che hanno perso la casa nelle alluvioni e smottamenti dello scorso anno e ora vivono sotto i viadotti: pareti di tela, letti, tavolo, sedie, qualche mobile, fornelli, in qualche caso anche il frigo. La crisi economica dei ricchi in che cosa consiste? Potrebbe essere "Parola di Dio", Profezia: fate tutti un passo indietro. Fate spazio a questi vostri fratelli. Fate regnare Dio sull´umanitá. Potrebbe essere questo anche il segreto dell´ecumenismo!
Da fonte Adital: tutti gli sforzi della catena McDonald's per inserirsi nel mercato boliviano sono rimasti infruttiferi. Non é servito a niente avere preparato l´umido Ilajwa, piatto favorito dell´altopiano, né presentare i migliori locali della regione. Dopo 14 anni di presenza nel paese, e nonostante tutte le campagne fatte e programmate, la catena é stata costretta a chiudere gli otto ristoranti aperti nelle tre principali cittá della Bolivia: La Paz, Cochabamba e Santa Cruz de la Sierra. Si tratta del primo paese latino-americano che rimarrá senza McDonald's e il primo paese nel mondo in cui l´impresa chiude per conti in rosso durante piú di una decada. L´impatto, per i chefs del marketing é stato di tale forza da far registrare un documentario col titolo "Perché McDonald's ha fallito in Bolivia" (vedi, in spagnolo, su you tube). Il documentario include interviste con cuochi, sociologi, nutrizionisti, educatori, storici....Tutti coincidono che il rifiuto non é da attribuire agli hamburguer, né ai sapori. Il rifiuto é alla mentalitá dei boliviani. Tutto indica che, letteralmente, il "fast-food” é l´antitesi del concetto boliviano di come si deve preparare un cibo. In Bolivia il cibo, oltre al gusto, richiede attenzione, igiene e un lungo tempo di preparazione. Il cibo rapido non é per quella gente, hanno concluso i nord-americani.