18 gennaio 2012

DIECI GIORNI DI FESTA

Rinnovo il suggerimento di cliccare sulle foto per ingrandire.
Un telone quasi bianco copre la piazza della Chiesa. Quest´anno, per non interrompere i lavori di restauro e ristrutturazione in corso, la festa del patrono San Sebastiano si svolge tutta lí. Al centro ci sono i banchi della chiesa e l´altare. A sinistra gli stand gastronomici. A destra l´angolo del leilão. Il tendone risulta assai piú ampio della chiesa e rievoca la storia del popolo di Dio in cammino nel deserto. Siamo riuniti sotto una tenda. All´entrata ci sono i banchi dei catechisti che fanno le iscrizioni dei bambini, giovani e adulti che desiderano far parte di un gruppo per il percorso di iniziazione alla fede; e il tavolone dell´equipe di ristrutturazione, che vende biglietti della lotteria di un´automobile e raccoglie offerte (una famiglia ha donato una macchina nuova per una lotteria a sostegno della ristrutturazione della Chiesa).
Il tema della novena é tratto dalla Campagna della Fraternitá 2012: “Salute, dono di Dio e diritto di tutti”. Accorciato per farlo contenere negli striscioni: ma si dovrebbe aggiungere “responsabilitá di tutti”. Salute del corpo, della mente, dell´anima. Salute dono di Dio, bene da condividere, diritto da conquistare, La festa puó diventare alienante se stimola ad adagiarsi, oppure evangelizzante se chiama a raccolta per pensare e agire. La partecipazione é imponente. La gente ascolta con molta attenzione. Apprezzano i canti e i riti. I gruppi corali ce la mettono tutta. Le equipes di pastorale hanno preparato con cura la parte rituale: letture, commenti, gesti simbolici. Una sera a ciascuna. E apprezzano molto pure le omelie. Dopo la messa ci sono i commenti, le felicitazioni. Dicono che ci sia un brusio di chiacchieroni ai bordi del tendone, ma non arriva a disturbare lá dentro.
Il Vaticano II, che quest´anno compirá i 50 anni, insegna: la celebrazione eucaristica appartiene alla comunitá. É lí che Cristo si fa presente e realizza la comunione del suo Corpo intero. La messa non é una devozione privata del prete o di chi paga per avere una messa di suffragio, o in casa sua come parte integrante di un compleanno: come molti in Italia pensano e praticano (devo citare gli autori?). La messa é Assemblea dei fedeli, il prete ha il compito di della Presidenza, tutti sono celebranti. Molti dei nostri parrocchiani lo hanno recepito. Non vengono ad ascoltare il prete: il prete parla per loro, essi vogliono ascoltare la Parola di Dio. Quando le parole toccano le loro corde sono contenti. Ho visto un giovanotto che rideva e quasi saltava di gioia per ció che ascoltava. Quando l´omelia diventa piatta vedo gli occhi che si perdono nel vuoto, le teste penzolano, le palpebre stentano ad alzarsi.
Saltare di gioia: é una delle meraviglie della vita. Vengo da un rito di esequie, é morto un buon ragazzo, un bracciante molto povero e forse sfiduciato di sé. Dicono che lo abbia ucciso l´alcool, ma io credo che sia morto del male di Chagas: il cuore ha ceduto di colpo, ed aveva l´etá in cui il cuore cede a chi ha questo male (tra 50 e 60 anni). Durante tutta la preghiera un piccolissimo grillo si é divertito a saltellare sulla pagina del rituale. Giocava. Era come vedere un gattino o un cagnolino in miniatura. L´entusiasmo di essere vivi é uguale per tutti. Non sapeva di stare giocando con la morte.
Anche gli esseri umani giocano cosí, e a volte lo fanno pure da adulti e a sproposito. Spesso gli itaberini giocano con la macchina o la moto, per strada. Oggi é accaduta un´ennesima tragedia: una coppia che era in viaggio é tornata a casa per essere seppellita. Non so se siano corresponsabili dell´incidente, forse no, ma é quasi certo che c´é di mezzo l´imprudenza di qualcuno. I vivi giocano con la morte, e la morte gioca dei brutti tiri ai vivi. Tra quelli che giocano con la morte ci sono anche gli amministratori che trascurano le strade. Itaberaí sembra una cittá bombardata, e la strada per Goiania é tutta un cratere. In questa regione si viaggia “saltando di buca in buca”: la frase é del predicatore di questa sera, che ha fatto cento chilometri per arrivare da noi.
Salute, sanitá: in portoghese sono la stessa parola, saúde. Stasera é venuto Padre Colombano, parroco di Ceres, dove c´é l´ospedale della diocesi (un ospedale di caritá). Padre Colombano é francescano irlandese, mio coetaneo. Si é fatto accompagnare dall´amministratore dell´ospedale. Questi ha affrontato il tema salute nel suo aspetto piú pratico: quanto spendono il governo federale, quello statale e i comuni. Quanti letti ci sono, quanti ne mancano. Il numero di visite mediche, chirurgie, eccetera. Poi Padre Colombano ha collegato la riflessione alla lettura del Vangelo, che era quella del paralitico che da 38 anni aspettava nella fila della piscina senza che nessuno lo aiutasse. Rispecchia bene la situazione delle nostre unitá sanitarie locali: spesso i raccomandati passano davanti, e quelli senza conoscenze rimangono ad aspettare nelle lunghe file. Gesú fece saltare la fila al paralitico, e i farisei trovarono un altro pretesto per condannarlo.
Non ho seguito ogni sera perché avevo altri impegni. A me é toccata la domenica scorsa. Il tema era: la tenerezza di Dio nelle piante medicinali. Per me hanno letto l´Apocalisse 22, 1-5. É una sogno o visione di un certo Giovanni, che vede come sará il Regno di Dio quando sará finito il tempo di vita del Dragone maledetto. Quando? Non si sa. Perció, nella mia omelia, ho dovuto volare molto alto, tra le nubi. Ma il brano é bellissimo. C´é un altopiano ameno, una spianata che l´autore chiama Gerusalemme, cittá di Dio. Nel mezzo c´é il trono di Dio con l´Agnello ai suoi piedi, e di lí sgorga un fiume di acque che brillano come cristallo. Ai lati del fiume tante piante che fruttificano ogni mese, le loro foglie curano i popoli. Intorno ci sono le moltitudini che hanno seguito l´Agnello: vedono Dio faccia a faccia, non hanno bisogno né di lampade né di sole perché non viene mai notte e Dio illumina tutto. Nessuno piú stramaledice, e finalmente quel loro Regno sará definitivo: per sempre! Davvero un bel quadretto.
Sicuramente questa é la nostra speranza, ma Dio ci ha anticipato parecchie di queste cose. Ci ha dato i fiumi: le acque non sono piú cristalline, perché siamo sporcaccioni. Una volta lo erano. Siamo circondati di alberi e noi li distruggiamo. Bisogna lavorare perché la speranza diventi realtá al piú presto, non solo alla fine. Dio ci ha dato le foreste, il cerrado: una quantitá e varietá di frutti incredibilmente buoni, per tutto l´anno. Tante radici e foglie medicinali. La nostra pastorale della salute fa le medicine con queste piante. I nostri gelatai fanno deliziosi gelati con questa frutta. Noi usiamo i profumi estratti dalle piante: l´incenso per le funzioni é uno dei piú antichi profumi elaborati con essenze di piante.
In Brasile uno dei business del momento é l´eucalipto. É una pianta che viene dall´Australia, ma In Australia, attualmente, la sua coltivazione é proibita. Il ritorno economico dell´investimento avviene in 5 o 6 anni, ma le sorgenti si esauriscono e seccano. Per recuperarle, la natura impiegherebbe 40 anni: se la lasciassero lavorare in pace. Un altro grande affare é la soia. La soia é uno dei principali prodotti che arricchiscono il pil brasiliano e la bilancia commerciale, che quest´anno ha avuto 290 miliardi (circa, spero che sia vero)di attivo. Ma per una tonnellata di soia se ne spendono mille di acqua. Il cerrado viene sistematicamente distrutto per fare posto a queste colture, e alla canna da zucchero, che in pochi anni rende inservibile il terreno.
Ecco la tenerezza di Dio: e la nostra durezza di cuore. Devastiamo il pianeta. La salute non é fatta solo di consultori, ospedali e farmacie: ma anche di prevenzione, pulizia e igiene, fognature, raccolta dei rifiuti, difesa dell´acqua, dell´aria e del suolo, strade senza gli enormi crateri che vediamo, educazione stradale, uguaglianza di diritti, societá giusta, solidarietá, e tante altre cose. Bisogna quindi pensare a cambiare i pensieri, a sviluppare un´economia piú vicina agli esseri umani e a servizio della vita. Poi speriamo di arrivare tutti in quel magnifico posto di cui sopra. Che é fatto per quelli che si sforzano di seguire Gesú, non per gli adoratori del pil e della bilancia commerciale.

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