30 giugno 2011

PAUSA ESTIVA

Ferie: inizia la pausa estiva, per voi, per me e per questo blog. Buone vacanze! Passeró il mese di agosto in Italia, e se saró ancora vivo e ben disposto mi faró risentire a settembre.

Usi e costumi: in Brasile la telenovela fa moda da almeno 40 anni e non dá segni di declino. L´ultima nata della Globo racconta una storia di dame e damigelle dell´ottocento, ed ecco che in Chiesa, a messa, giá arrivano delle ragazze a fare la comunione col velo in testa! Esattamente come quarant´anni fa smisero il velo perché nella telenovela le ragazze erano “moderne”. Ma perché meravigliarsi? Le mode cambiano perfino nelle direttive dei liturgisti e dei teologi. Subito dopo l´ordinazione presbiterale, per quindici anni, come minimo, ci hanno imposto lo studio del Vaticano II. E non é che ora perfino a Goiás, dove nemmeno i vescovi sanno il latino, qualcuno comincia a celebrare in latino?

Valori permanenti: L´altalena delle opinioni e tendenze, su questione serie come la liturgia e la pastorale, é fastidioso. Meglio non farne un dramma e conservare la pace dell´anima.

Ponti: domenica prossima, secondo le promesse, dovrebbero aprire il nuovo ponte di Itaberaí. Sono andato a scattare qualche foto. Nell´ultima, quella di stamattina, c´é giá un pezzetto di asfalto. Ma penso che prima di lasciar passare la gente ci vorrá ancora qualche giorno. Si bisbiglia anche che i lavori continueranno per raddoppiarlo: ma chi ci crede? Non c´é nessuna traccia che possa far pensare all´intenzione di raddoppio. Hanno giá fatto una divisoria in ferro nel mezzo! Che servirá a uccidere qualche autista distratto o sonnolento.

Il nostro governatore Marconi Perillo: ama la gente di Itaberaí. Per questo ha fatto il ponte appena in sei mesi. Dicono che sia anche socio dell´impresa Super Frango, che sicuramente é stata molto danneggiata perché la mancanza del ponte allunga di molto i tempi della consegna dei pulcini e dei mangimi agli allevamenti e la ritirata dei polli per l´abbattimento. Sia come sia, ora il ponte é piú alto e piú largo di prima.

I nodi della crisi economica, che in questi ultimi mesi hanno dato una botta forte anche al Brasile con un aumento vertiginoso di tutti i prezzi, sono nodi strutturale del modello di economia e di sviluppo vigenti in tutto il mondo. Cosí dicono gli intellettuali del ramo. Francamente io non so se esista una soluzione indolore: temo di no. La gente ha investito nella propria impresa, commerciale o agricola o industriale, e ha bisogno di farla crescere per non morire. La gente ha bisogno di lavorare in queste imprese perché ha una famiglia da mantenere, la salute e i denti da curare, i vestiti e il cibo da comprare, i figli da mandare a scuola, i propri sogni da realizzare e la vita da vivere, possibilmente con gioia. Perció la macchina dell´economia andrá avanti per la sua strada anche se sta perdendo dei pezzi.

Ma gli intellettuali macinano idee. Dunque leggiamoli, almeno per tentare di scoprire se hanno qualcosa di realizzabile.

NUOVO PARADISO, é il titolo di un articolo pubblicato da Manfredo Araújo de Oliveira, dottore in filosofia e professore dell´UFC – presidente dell´associazione che pubblica il sito Adital.

C´é una buona parte degli interpreti della nostra situazione attuale che é d´accordo con la tesi che dopo un periodo fortemente neoliberale ció che viviamo oggi é una fase di “neo-sviluppismo” che si rifá alle basi di ció che Vargas e Juscelino (due presidenti brasiliani degli anni 50, essendo il secondo il costruttore di Brasilia - ndt) nel loro specifico periodo avevano costruito. L´elemento centrale, ora come nei due modelli anteriori, é il ruolo dello Stato come induttore della crescita economica. Ció che specifica il nostro caso é che si tratta di uno Stato che garantisce l´infrastruttura per il montaggio delle catene produttive del capitale privato.

Il paradigma che é in gioco quí si rivela con molta chiarezza in uno dei suoi momenti privilegiati: la forma aggressiva con cui si avanza nella direzione della conquista per il sistema economico vigente di una delle utlime frontiere del paese, l´Amazzonia legale. Il ciclo “sviluppista” attuale in Amazzonia é segnato da un aumento considerevole di violenza e di impatti ambientali e sociali. Scienziati, ministero pubblico, Ongs nazionali e internazionali, movimenti sociali e chiese hanno sollevato interrogativi su questo progetto come economicamente dispendioso, socialmente disastroso e ambientalmente devastatore.

I grandi progetti che si stabiliscono nella regione sono diretti verso la soddisfazione degli interessi esterni: da un lato, cresce in modo esponenziale l´esportazione di legname, soia, carne, ferro-ghisa e alluminio, in modo speciale verso paesi che non vogliono farsi carico delle pesanti spese socio-ambientali di queste attivitá nei loro territori; d´altro lato, e per rendere possibile questa logica economica, si fa affidamento sulla garanzia di grandi investimenti statali in progetti di infrastruttura energetica – idroelettriche, solo nella regione della Grande Amazzonia, il governo ha 19 progetti di idroelettriche – e di sostegno logistico – strade e idrovie. Queste grandi opere implicano grandi inondazioni di terre, considerevoli spostamenti di popolazione e una enorme devastazione ambientale.

La regione si presenta come la grande opportunitá di espansione dell´agro-business – soia, etanolo e allevamento di bestiame. La foresta é sostituita dai pascoli. Alla radice del costante disboscamento nella regione ci sono specialmente l´allevamento di bestiame e la soia. L´approvazione della MP 458, che favorisce l´accaparramento di terra, e l´approvazione in questo momento della riforma del Codice Forestale, devono essere capite dentro a questo contesto. Esse sono misure che rendono flessibile la legislazione ambientale e amplificano le possibilitá di sfruttamento.

Il risultato di questa grande impresa é che l´Amazzonia legale é stata trasformata in una ampia piattaforma di esportazione di commodities. A questo scopo essa é divenuta prioritá nell´espansione delle fonti energetiche, una cosa che richiede enormi investimenti e impatti ambientali. Ció ha provocato molte decisioni del governo, compresi anche i cambiamenti di leggi. Allarmato dalla situazione e tra l´altro pure dagli omicidi nella regione, il governo é giunto a creare un gabinetto di crisi per affrontare il problema. Sono innumerevoli gli esempi che possono essere presentati: intensificazione dell´allevamento del bestiame con sussidi governativi; approvazione della MP 452 (indebolimento delle regole per le licenze ambientali per fare interventi di riparazione, miglioramento e raddoppiamento delle strade federali); alterazione del Codice Forestale; asfaltamento della BR-319 (Manaus x Porto Velho); indebolimento dell´IBAMA (Istituto per la Difesa ambientale, ndt), etc.
Il paese sta perdendo perché non vuole accorgersi di essere uno dei pochi paesi che potrebbe offrire al mondo un´alternativa alla crisi di civiltá. In questa prospettiva, subordinare la biodiversitá della regione amazzonica al produttivismo senza limiti e alle piattaforme di esportazione di commodities é una scelta che merita al minimo un grande dibattito nazionale.

Crisi Terminale del capitalismo? – é un articolo di Leonardo Boff, Teólogo, filósofo e scrittore (fonte Adital). Traduco solo una parte.

Ho sostenuto che l´attuale crisi del capitalismo é piú che congiunturale e strutturale. É terminale. Si é esaurita l´intelligenza del capitalismo nel sapersi sempre adattare a qualsiasi circostanza. Sono consapevole che pochi abbracciano questa tesi. Tuttavia, due ragioni mi portano a questa interpretazione.
La prima é questa: la crisi é terminale perché tutti noi, ma specialmente il capitalismo, stiamo rasentando i limiti della terra. Abbiamo occupato, depredandolo, tutto il pianeta, distrutto il suo sottile equilibrio ed esaurito in modo eccessivo i suoi beni e servizi a un punto tale che, da solo, non é piú in grado di rinnovare ció che gli é stato sequestrato. Giá alla metá del secolo 19 Carlo Marx scrisse profeticamente che la tendenza del capitale andava nella direzione di distruggere le due fonti della propria ricchezza e riproduzione: la natura e il lavoro. É ció che sta accadendo.

La natura, effettivamente, si trova in uno stato grave di stress, come mai era stata prima, almeno nell´ultimo secolo, astraendo dalle 15 grandi decimazioni che ha conosciuto nella sua storia di piú di 4 miliardi di anni. Gli eventi estremi verificabili in tutte le regioni e i cambiamenti climatici che tendono a una crescita di riscaldamento globale, parlano a favore della tesi di Marx. Come fará il capitalismo a riprodursi senza la natura? Si sta scontrando con un limite intrasponibile.

E il lavoro lo sta facendo diventare precario o prescindibile. C´é un grande sviluppo senza lavoro. L´apparecchio produttivo informatizzato e robotizzato produce di piú e meglio, con quasi nessun lavoro. La conseguenza diretta é la disoccupazione.
Milioni di persone non entreranno mai piú nel mondo del lavoro, nemmeno nella massa di riserva. Il lavoro é passato dalla dipendenza dal capitale alla “prescindenza”. In Spagna la disoccupazione raggiunge il 20% in generale e il 40% tra i giovani. In Portogallo 12% nel paese e 30% tra i giovani. Questo significa grave crisi sociale, che in questo momento sta devastando la Grecia. Si sacrifica tutta una societá in nome di una economia, fatta non per sopperire ai bisogni umani ma per pagare il debito con le banche e il sistema finanziario. Marx aveva ragione: il lavoro sfruttato non é piú fonte di ricchezza. Al suo posto c´é la macchina.

25 giugno 2011

BATTESIMO E BATTESIMI

Le foto: sono della "VII festa da colheita" celebrata ieri, 25 giugno, nell´"Assentamento Mosquito". Siamo andati con due pulmann economici (quelli che il comune usa per il trasporto degli studenti). La festa, in mezzo alla campagna, é stata disertata da parecchie delle nostre parrocchie. Con una presenza forte, invece, di tutti coloro che hanno partecipato fin dall´inizio alla riscossa dei contadini senza terra per la Riforma Agraria. Molti sono venuti anche da lontano, soprattutto dalla capitale. A me é piaciuta particolarmente la presenza di di Ivo Poletto e Dom Tomás, fondatori della Commissione Pastorale della Terra (CPT). Infatti era il 25o anniversario della prima riforma agrária in diocesi di Goiás, con l´assegnamento della terra alle famiglie della Fazenda Mosquito e São João do Bugre.

CPT: In parole povere, gli anziani non demordono. Ma ci sono anche giovani? Sí, parecchi, ma non tanti in proporzione. La gioventú cristiana, cattolica o evangelica, pende verso il lato pentecostale-carismatico. Lodano il Signore con inni e canti. Mi sembra assurdo, ma vedo che sono anche giovani semplici, poveri, e sentono il bisogno di uscire dalla melma a cui il mondo li invita. Col canto salvano sé stessi, piú che con la lotta per la terra. Che altro fare, se non restare anche accanto a loro aspettando la crescita?

L´organizzazione della festa era delle due comunitá protagoniste e della CPT diocesana. Queste feste sono ormai ripetitive. C´é poca fantasia, forse perché dietro c´é poca realtá. Si é fatta una celebrazione della Parola, bella ma in tono dimesso. Poi un pó di folklore e l´assegnazione dei trofei "Dom Tomás Balduino" agli operatori della pastorale della terra. Scambio di onorificenze interne, in famiglia. L´unico che ha detto una cosa nuova (importantissima) é stato Ivo Poletto. Ha lanciato una campagna contro il nuovo Codice Forestale votato dal Parlamento, che premia chi ha distrutto e continua a distruggere foreste, sorgenti e fiumi. Ivo sottolinea l´intenzione della Presidente Dilma di vetarlo, e nel caso che il Parlamento annulli il suo veto suggerisce, alla stessa Dilma e al popolo brasiliano, di raccogliere firme per un referendum popolare sulla questione. Era presente anche la nostra deputata federale di Goiás, Marina, che ha votato contro il codice.

Forse é giusto che siano le organizzazioni dei lavoratori e ambientaliste le protagoniste delle lotte e rivendicazioni specifiche, e che noi, Chiesa, interveniamo solo a sostegno nei momenti e temi piú cruciali. Questo non ci dispensa, tuttavia, da una formazione di base nelle comunitá. Un lavoro che solo noi abbiamo l´opportunitá di fare: siamo fuori dalla lotta per il potere e abbiamo il Vangelo come guida per indicare i valori familiari, ambientali, di vita sociale e di bene comune. Il nostro contatto con la gente é capillare. Adesso lo si fa poco o niente. Si celebrano eventi e memoriali del passato. Ci si adagia. Io mi sono adagiato nel bosco, durante lo spettacolo di folclore, a fare un pisolino.

La Diocesi di Goiás, insignificante come numero di abitanti e importanza nel contesto mondiale, é stata un tempo segno dell´amore di Dio verso le minoranze oppresse e disprezzate: solidale nella lotta coi contadini e lavoratori delle categorie piú umili, con gli esclusi ed emarginati di ogni genere. Per questo, oggi, puó celebrare ancora queste giornate della memoria. Venivano da lontano a vedere e a cercare le tracce della "Chiesa del Vangelo": molti per ravvivare la propria fede e speranza, qualcuno con l´intenzione di distruggerla. Adesso é insignificante. Stiamo preparando l´ennesima Assemblea Diocesana ed io non constato nessuna ripercussione. Nessuno ne parla nemmeno in diocesi, eccetto gli addetti ai lavori. Tuttavia c´é gente che, a modo suo, cerca il Regno. Lo cercano rifugiandosi nei luoghi sacri, attorno agli altari, nelle piu svariate chiese, invece che sulle strade dove ci sono i feriti in attesa di una Chiesa samaritana. I benestanti forse per ringraziare Dio e sentirsi rassicurati, i poveri perché hanno bisogno di un rifugio e di una mano che li sorregga. Non é quello che sognavo, ma vivo qui, perció ritengo che la mia vocazione sia aiutare come posso. Bisogna ammettere che la situazione é diventata molto piú complessa. C´é molta fede. Ho l´impressione che la gente abbia bisogno di un bagno di amore, onestá e gratuitá. Sarebbe una rivoluzione anche questa. Se le lotte non concludono niente vuol dire che bisogna risanare l´essere umano anche dentro,perché non é pronto per vivere nello spirito del Regno.

Cambiamo argomento. Google (il Grande Fratello) ci ha avvertiti: il 21 giugno era il solstizio di sole. Estivo nell´emisfero nord, invernale in quello sud. Non ci si fa nemmeno caso, ma influisce!

Feste giunine: dicono che gli antichi romani celebravano in questo periodo dell´anno feste molto speciali. Noi in Brasile continuiamo. Abbiamo sostituito gli déi coi santi, ma si canta, si balla e si beve. Il ballo tipico delle "feste giunine" é la "quadrilha". Una danza per famiglie, comunitaria, che si fa tutti insieme in circolo. Tutte le feste di Santo Antonio, San Giovanni Battista, San Pietro, terminano con un immenso faló e una ruota di quadrilha attorno. Nelle comunitá piú sofisticate si fa ancora il "matrimonio di campagna", con finte coppie di sposi abbigliati coi costumi antichi, che arrivano su un elegante calesse nero, e sono accolti con applausi e viva ai santi di giugno. Poi tutti a danzare. Per l´occasione gli uomini e i bimbi maschi si dipingono barbe e baffi, le bimbe e le ragazze si fanno le "pintas", macchioline nere su baton rosa nelle gote.

Le feste di giugno hanno anche una parte religiosa. Un misto fino di cristianesimo e paganesimo, direbbe un teologo. Ma é un paganesimo pre-cristiano: c´é un clima di fraternitá. Almeno finché qualche giovanotto non beve troppo e attacca una lite di gelosia perché hanno preso per mano la sua ragazza. In alcune chiese e comunitá si celebra la messa prima della baldoria. Alla fine della messa é d´obbligo gridare viva ai santi e applaudirli uno per uno. Lunedí sera ero in una parrocchia vicina, invitato a celebrare San Giovanni. Nessuno ha gridato. Dopo la messa ho chiesto perché, e mi hanno spiegato che lí é il parroco che grida viva ai santi. É mai possibile? Il prete si é accaparrato anche questo sacro diritto dei laici? E la gente cede....

In Italia c´é qualcosa di simile: non proprio le feste di giugno, ma le feste dei patroni in montagna, nelle chiese parrocchiali e cappelle, hanno diversi ingredienti identici. Messa, crescentine, zampanelle, vino, danze. Poi avete avuto la festa di Pontida, no? Suppongo che quella sia a base di salsicciotti, e l´omelia la fanno i politici. Quelli che guadagnano piú di 20 mila al mese per patrocinare (per finta) la secessione.

In Goiás molte famiglie di campagna celebrano queste feste anche per conto proprio. Invitano amici, vicini e conoscenti. Alcuni (pochi) chiamano anche il prete per la messa: in tal caso, se possibile, noi cerchiamo di trasformarla da "festa privata" in "festa comunitaria" e ci andiamo. Ma é una tradizione di quando in questi posti i preti passavano al massimo una volta all´anno, e la gente si arrangiava. Molti fanno ancora cosí. Chiamano un "rezador" o "rezadora" (che reza, cioé declama la preghiera). Di solito é il rosario, qualche volta anche tutto cantato dall´inizio alla fine (tutte le avemaria cantate). I piú moderni hanno attinto dalle novitá del post-concilio: chiamano amici capaci di dirigere una celebrazione della Parola. Combinano con un gruppo che canta e suona i moderni canti della messa.

Dopo la preghiera (o la messa, quando c´é il prete) si accende il faló, e si fa l´alzabandiera. La bandiera é un quadrato di legno, ornato con fiori e carta colorata, sul quale é incollata la stampa del santo. La si infila su un´asta di una decina di metri e la si innalza cantando l´inno. Rimarrá lí per un buon tempo, a protezione delle famiglie e della fazenda. Prima di innalzarla tutti baciano devotamente il nastro che pende dalla bandiera. É un atto religioso importantissimo per la gente: una comunione con Dio attraverso il santo. Poi, come ho giá raccontato, iniziano le danze, si mangia, si beve e si chiacchiera. É il seguito naturale della comunione.

Un tempo era frequente il conflitto tra questi culti popolari e la chiesa ufficiale. I parroci, benché scarsi di numero e impossibilitati a rendersi presenti in tutti gli angoli delle parrocchie per la distanza e la mancanza di mezzi di trasporto (il piú veloce era il cavallo), erano gelosi e inveivano contro la "superstizione". Di solito era un conflitto unilaterale. Se il prete andava, era ricevuto bene e la gente si sentiva onorata, purché non rompesse le tradizioni. Negli ultimi tempi l´aria del Concilio da un lato, la facilitá di locomozione e comunicazione dall´altro, hanno rimescolato le cose. La gente conosce gli usi della religione "ufficiale" e li adotta come puó, e i preti accolgono quella "popolare" come un segno di fede.

Anche i gusti si sono affinati. Nelle settimane scorse ho avuto occasione di partecipare a feste di campagna assai modernizzate. L´organizzatore della festa ha fatto fare tre tele dipinte a mano, con le immagini dei santi di giugno: Antonio, Giovanni Battista, e Pietro. Con i tre quadri ha preparato una cassa a tre facce da infilare nel "mastro", che é l´asta della bandiera. Cosí innalza tre bandiere tutte insieme. E tutte d´autore, mica poco: addio alle vecchie stampe di carta. E poi c´é un piccolo coro che canta come Dio comanda. Si fa la comunione eucaristica. Il prete é di casa. Se volesse gli lascierebbero fare a lui anche l´innalzamento del mastro. In quel momento io mi tolgo il camice e mi metto tra i fedeli. Vado a baciare i nastri come tutti. Non mi sembra giusto togliere alla gente il piacere di dirigere il loro culto a modo loro, e gridare a squarciagola i loro "viva". La partecipazione alla festa la interpreto come evangelizzazione: di piú, mi sembrerebbe puro colonialismo. Ricordo, in un passato ormai lontano, di venire a sapere da indiscrezioni di qualcuna di queste feste che avevano celebrato di nascosto, per paura che il prete si mettesse in mezzo.

C´era anche un motivo economico in un simile atteggiamento: durante queste feste si usava raccogliere parecchie offerte, che venivano spese in cibi e bevande. Il resto rimaneva agli organizzatori. Non dubito che qualcuno ci pagasse anche qualche debituccio....

Infine, giá che siamo in argomento, vale informare che é ancora vivo il costume di celebrare il "Battesimo di San Giovanni", detto anche "Battesimo del fuoco". Consiste nel battezzare facendo tre giri intorno al faló della festa. In mezzo alla gente ci sono tanti battezzatori (e poi diciamo che mancano le vocazioni!). Il battezzatore prende una piccola bacinella o una brocca d´acqua, recita tutte le preghiere che sa a memoria, asperge il battezzando nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Poi chiede al padrino o madrina di prendere per mano il figlioccio, e li accompagna a fare tre giri intorno al fuoco. Dev´essere ció che resta dei tempi in cui non c´erano preti. La gente battezzava al fuoco, senza registrare. Poi aspettavano il passaggio di un prete per mettere tutto in regola. Molti preti condannavano queste pratiche, ma la gente sapeva che il prete non conosceva le loro condizioni. Per loro era l´unico modo di non restare senza Dio. Adesso tutti sono battezzati, ma molti ci tengono a farsi battezzare anche al faló. Chi lo sa, un battesimo in piú é sempre una sicurezza. Pure io sono padrino di alcuni a questo battesimo: me lo chiesero, e come facevo a dire di no? Essere richiesti é un atto di stima.

Bisogna riconoscere che la trasmissione della fede funziona ancora, ed é spesso la gente che, sotto l´azione dello Spirito, riesce a comunicarla prima delle nostre pastorali. Ho battezzato in una cappella (Calcilandia) la bimba di 7 anni che vedete nella foto: Alessandra. Nella festa della Santissima Trinitá. C´era la messa, e io avevo annunciato che non avrei potuto celebrare il battesimo. Ha passato un quarto d´ora piangendo dirottamente. Quando ho chiamato lei e i genitori per registrare i nomi, il suo volto si é illuminato in un istante. Ha seguito ogni passaggio del rito con l´entusiasmo di un adulto neo-convertito. Non sappiamo cosa accade nell´anima delle persone, ma la fede é una grande forza. Valorizziamo il battesimo nel suo significato fondamentale, non tanto negli aspetti canonici e rituali: é il segno di una nuova vita sulla strada del Regno di Dio.

Questo era nel Vangelo di Matteo dell´ultima domenica: lettera ai Romani. Voi che siete stati battezzati siete morti al peccato e vivi per Dio (per Dio, che espressione modenese!).

Termino con una nota triste: nell´anno in cui la Chiesa ha lanciato la Campagna "Fraternitá e difesa del pianeta", sembra che vada tutto in direzione opposta. Vi ho giá accennato alla legge votata in Parlamento contro le foreste, i fiumi e le sorgenti. Ma c´é di piú: via libera quasi completa all´uso di agrotossici. È la legalizzazione dell´assassinio della natura. Ecco cosa scrive il Dr. Althen Teixeira Filho, professore titolare dell´Universitá federal di Pelotas, Instituto de Biologia (fonte Adital - traduco solo alcuni paragrafi del lungo articolo):

"Gli agrotossici (....) sono quello che sono: veleni sintetici di alta potenzialitá prodotti dall´uomo per uccidere infestanti. (...) Sono biocidi - uccidono tutto ció che é vivo! É vero anche che "il mondo ha fame", ha bisogno di essere alimentato e diverse volte al giorno. Tuttavia, chi é informato sa che la produzione di alimenti é sufficiente al fabbisogno globale. Allora, perché esiste ancora gente che muore di fame (perfino bambini ancora nell´utero, le loro madri, gli anziani)? La risposta, tanto semplice quanto disumana, é che i governi/le imprese non sono interessate e non hanno struttura né si preparano per distribuire gli alimenti prodotti. In qualche caso, come nella gran parte di grani prodotti dall´agrobusiness nazionale, la prioritá é alimentare animali. Sommiamo a questo il fatto che, oggi, i grani non servono solo ad alimentare, ma sono diventati una cosa chiamata "commodity", per equilibrare o squilibrare il bilancio commerciale. Sono affari!"

"L´argomentazione che discute le differenze tra "volume" (di agrotossici) e "quantitá", non é altro che un raggiro di parole e un discorso illusorio. Le dosi sono abusive, delittuose, sproporzionate e rispondono solo agli interessi criminali delle imprese. Le erbe infestanti e gli insetti o funghi sorgono da cicli biologici naturali o sono causati dallo sfruttamento sbagliato delle piantagioni (é il fatto piú comune), come nelle coltivazioni commerciali (monoculture) che distruggono l´equilibrio tra predatori e prede. Molti infestanti, cosí come molte piante invasive, sono, in realtá, elementi fondamentali e propri della vita di determinati biomi. Esse hanno il loro nome alterato per ingannare i meno attenti. Puro e semplice trucco di furbacchioni". "Mi é giá accaduto di vedere produttori familiari che producono con qualitá, senza agrotossici, e devo aggiungere che questo gruppo non é piccolo. L´interessante é che essi sono ostacolati e abbandonati al proprio destino, con un sostegno irrisorio - un vero e proprio affronto - da parte dei programmi dei governi".

"Intellettualmente é povero, e perfino grottesto, argomentare che per produrre abbiamo bisogno di annettere agli alimenti altissime dosi di veleni, e ancora piú pazzesco fare in modo che l´alimento stesso disponga di veleno - come la tossina Bt. E qui siamo giá arrivati ad un altro delitto - i transgenici!" Ci sono pubblicazioni che dimostrano che questa tossina Bt oltrepassa la barriera della placenta, e va ad aggredire la sicurezza stessa del feto (Aris, Aziz & Leblanc, Samuel. Maternal and fetal exposure to pesticides associated to genetically modified foods in Eastern Townships of Quebec, Canada. Reproductive Toxicology. Article in Press). Non vi sfugga che questa madre non ha nemmeno bisogno di andare nei campi per contaminarsi, poiché riceve il veleno in casa sua, imballato e con data di scadenza. Questo "alimento" fantastico é chiamato anch´esso "commodity"!

É giá stato dimostrato che i biocidi hanno bisogno di aumento di dose di applicazione, poiché gli infestanti diventano resistenti - ci stanno avvelenando ogni volta di piú e di piú. Abbiamo anche il cambio di biocidi. Il CTNBio ha giá ricevuto una richiesta di ricerche per l´applicazione del famoso "agente arancia", polverizzato da mercenari sul Vietnam durante la guerra, e che fu responsabile della morte in agonia di migliaia di persone per malformazioni e anche di morte fetale di altrettanti indifesi innocenti. E com´é che un organismo riceve un veleno di questo tipo? Con morte cellulare e alterazioni gravissime".

17 giugno 2011

STATI D´ANIMO

Foto: frutti di stagione: caqui e avogado.

Sono le ore 22,30 e rientro da un viaggio di 45 chilometri sotto una splendida luna. Ho mangiato molta polvere: la strada é bella e soffice, perché sono passate le ruspe e hanno lasciato solo un bel tappeto di polvere rossa. Ho celebrato la messa in una famiglia della comunitá Cedro. La padrona di casa, Colondina, mi ha accolto dicendo: "Padre, la gente quí non siede in casa di gente povera!" Alludeva al fatto che la gente era quasi tutta seduta su banconi di legno all´aperto, perché la casa era piccola. Una bella messa, con la gente attenta e compenetrata. Alla fine la signora ha dato la cena a tutti. Avevano preparato una fila di pentoloni con riso al pollo (molto pollo), tutú di fagioli, diverse insalate, pastasciutta. Coca cola e guaraná per la folla, e vino! Addirittura vino per i piú esigente, come il prete. Il padrone di casa, Geraldo, un signore alto e ben umorato, ha spiegato che la cena era in omaggio a un gruppo di pellegrini in partenza per Trindade, e per devozione al Divin Pai Eterno, che é appunto come quí si usa chiamare la Santissima Trinitá.

Dopo la messa, quindi, abbiamo cantato la canzone dei pellegrini di Trindade, che é sempre un bel coro. E poi abbiamo cantato gli auguri e la benedizione ai 20 anni di matrimonio di Sonia e suo marito. Lei é la coordinatrice della comunitá. Infine anche a quelli che compivano gli anni in giugno, e tra questi sono entrato anch´io, che tra l´altro compio anche il 47o anno di messa (probabilmente ero il piú vecchio lí in mezzo). Dopo cena sono partiti i pellegrini. La novena di Trindade comincia domenica, e loro arriveranno giusto in tempo per l´apertura: vanno a piedi, e hanno un centinaio di chilometri da percorrere. Il santuario di Trindade é uno degli appuntamenti piú forti della tradizione Goiania, vi arriva gente da ogni parte dello Stato di Goiás: a piedi, in corriera o con i carri tirati dai buoi, i tipici carri con le ruote grandi di legno. Il lamento delle ruote del carro da buoi, tema di tante canzoni, é una musica carica di ricordi dell´infanzia e di nostalgia del passato. Fa piangere di emozione e riempie di gioia i goiani.

La serata ha riempito di gioia anche me, tanto da farmi ritoccare questo post che avevo caricato questa mattina, in fretta e furia e con poca ispirazione. Piccole cose bastano a modificare, da un´ora all´altra, gli stati d´animo: come tutti sanno. Per me questa settimana é stata piena di cambiamenti. Tant´é vero che era cominciata con la soddisfazione per il risultato del referendum in Italia, poi mi sono imbattuto con diversi motivi di tristezza e spunti di riflessione.

Ieri ho letto una notizia sconvolgente: alcuni scienziati hanno trovato enormi buchi neri nelle galassie piú lontane, distanti dalla terra intorno ai 13 miliardi di anni luci. Ció starebbe a dimostrare che nelle sue origini anche il sistema solare era pieno di buchi (si fa per dire: come fanno i buchi a riempire?) come certi formaggi. Per me la scienza é affascinante. Ne capisco poco, ma ho sempre sognato di conoscere personalmente questi ricercatori capaci di scovare buchi neri e antimateria, o di misurare le distanze in anni luce tra due punti che non si vedono. Dev´essere emozionante. Riescono a far sentire la piccolezza del mondo e degli orizzonti entro i quali viviamo e ci moviamo continuamente. Siamo dei microbi dentro a un pezzo di gruviera! “Che cosa é l´uomo perché di lui ti ricordi?” (salmo 8). Non mettiamo in dubbio niente, per caritá! I teologi sono pronti a spiegare.

Facendo uno zoom per ampliare questo nostro orizzonte minuscolo, ieri abbiamo pure celebrato la messa a Sobradinho, a 50 metri dal rio Urú, in una tettoia che di giorno serve da sala di biliardo, sotto una bella luna appena uscita dall´eclissi totale. Ma ci pensate? Noi, formiche di questo pianeta microscopico che stiamo distruggendo, abbiamo messo pane e vino su un tavolo e abbiamo chiamato in causa il Creatore stesso della vita, Colui che é solo amore e soltanto dono di sé. "Questo é il mio corpo". Il Dio rivelato da Gesú vuole essere pane per i poveri, condiviso. La regione di Sobradinho é montagnosa, le strade sono terribili, i giovani sono andati tutti via. Rimangono solo gli anziani, come sull´appennino modenese. Benedito, colui che ci ha accolti, assicurava: “Padre, stia tranquillo che se dipende da noi Sobradinho sará abitato ancora per molto tempo. Noi siamo anziani capaci di tenere fermo un toro per le corna!”

In compenso una coppia di anziani che si era trasferita a Goiania (capitale) da molti anni, ora che é in pensione ha comprato un pezzetto di terra ed é tornata. Hanno comprato proprio lá in cima, sul sobradinho (per chi non lo sapesse, questa parola in portoghese indica il piano superiore di una casa), dove sembra di essere al di sopra rispetto al resto del mondo. Dove i venti e le tempeste battono con piú forza e la sensazione di solitudine é piú forte. Dicono: “Padre, i giovani vanno via, ma la domenica vengono a mangiare da noi con mariti, mogli, nipoti. Tutta la tribú si ricongiunge. Non si é mai vista tanta gente da queste parti!” Io peró vi garantisco che sono tornate anche le linci e gli ocelot, i formichieri giganti e una moltitudine di serpenti a sonagli. La regione é stata deflorestata e rimboschita con Eucaliptus, che forma un bosco alto e fitto senza sottobosco. Abbiamo visto l´uomo modificare la natura. Forse vedremo la natura modificare l´uomo.

Dunque siamo un piccolo mondo, ma sempre in movimento alla ricerca di nuovi assetti: Padre Severino mi ha consegnato nei giorni scorsi il nuovo Statuto che trasforma il Reforço Escolar Fernanda Park, fondato da Padre Maurizio con il sostegno economico di Modena Terzo Mondo, in Centro Educativo Fernanda Park, associazione autonoma affiliata alla parrocchia in convenzione con l´assessorato comunale all´istruzione. In parole spicciole si tratta di una scuola a tempo pieno, in continuitá con lo spirito iniziale di offrire una buona formazione scolastica e umana anche ai figli dei piú poveri, ma nello stesso tempo in conformitá con le scelte della scuola pubblica che mette in atto lo Statuto del Bambino e Adolescente (ECA), e con il sostegno del finanziamento pubblico. Questo é il risultato dell´evoluzione avvenuta in Brasile in campo educativo. Lo Stato ha istituito la scuola a tempo pieno che, man mano, avrebbe reso superfluo il servizio offerto dal Reforço Escolar, che fin´ora é stato solo un doposcuola. In questo modo, invece, diventa una scuola semi-pubblica con direzione e orientamento etico della parrocchia, programmi e finanziamento del ministero. Passa ad essere un´avanguardia nel tempo pieno. Grosso modo é quello che abbiamo fatto giá da due anni anche con l´asilo S. Francisco.

Questi servizi sono nati dalla generositá di alcuni e dal finanziamento modenese, come supplenza: il comune non faceva gli asili e i doposcuola, e allora le comunitá si organizzavano e li facevano, con l´aiuto estero. Poi finisce che non riescono piú a mantenersi: infatti é impossibile pensare a un servizio educativo privato a favore delle classi che meno possono pagare, quando il ministero dell´educazione e l´assessorato comunale si fanno carico di offrirlo come servizio pubblico gratuito. L´unico “nodo” che rimane, e non é piccola cosa, é la partecipazione parrocchiale nella direzione e orientamento pedagogico: che sicuramente salterá quando la parrocchia presenterá esigenze confessionali in contrasto con i programmi educativi del ministero. Non vedo alternative.

Cambiando discorso (ma perché siamo in campagna per la difesa del Pianeta), su Adital ho trovato un elenco di messaggi scritti sui vagoni della FIBRIA, cosiddetti “vagoni verdi”. Per chi non lo sapesse la FIBRIA é la maggiore impresa mondiale di produzione di cellulosa, e ora sta trasformando il Mato Grosso do Sul (regione di Tres Lagoas) in una grande foresta di eucaliptus. Ed ecco che per darsi una immagine ecologica scrive queste cose sui vagoni che trasportano la cellulosa: Riciclare oggi é vivere il futuro”. "Non maltrattare gli animali”. "Sostieni il tuo futuro, sii cosciente oggi”. "Getta le pile usate in un luogo adatto”. "Economizza l´acqua”. "Quí la prosperitá e la sostenibilitá viaggiano insieme”. “Investi nel futuro, non sprecare energia”. "Denuncia lo sfruttamento sessuale infantile”. “Rispetta le persone, sei una di loro”. "Denuncia il lavoro minorile”. “Denuncia il traffico di animali selvaggi”. "Utilizza lampadine economiche”. “Sei tu che scegli cosa piantare, rispetta la terra”. "Chiudi bene i rubinetti”. “Sfrutta la luce naturale”. L´impatto negativo causato nell´ecosistema viene compensato – o meglio, mascherato - dalla collaborazione con gli ecologisti nella divulgazione della difesa ambientale.

L´amico Zé mi spiega mentre attraversiamo un´area di piantagione irrigata: “Sai che pure io ho un pivot per irrigare. Io perdo sempre soldi con le coltivazioni. Non so perché continuo a coltivare. Per guadagnare bisogna usare certi prodotti, nel pivot. Alcuni, io non li accetto nel mio campo. C´é un prodotto contro i bruchi, é l´unico capace di eliminare un certo bruco che distrugge il granoturco. Lo usano tutti. Senza quello, il bruco distrugge buona parte del granoturco. Io non lo voglio, perché é un danno incalcolabile. Sai cos´é, in realtá? É una bomba chimica. Uccide il bruco del granoturco, peró muoiono anche le farfalle che si posano sul granoturco, gli uccellini che vanno a beccare in mezzo alle piantine, i lombrichi...non rimane nemmeno un lombrico vivo nei campi irrigati con quel tipo di veleno. Poi l´acqua scende nella falda acquatica, e va anche nel ruscello e nel fiume. Nessuno conosce esattamente l´entitá della morte che si espande nell´ambiente: una esplosione atomica per guadagnare soldi con l´agricoltura.

Se qualcuno non l´avesse ancora capito, la natura ha tanti amici ma i nemici sono piú aggressivi. Controllano l´informazione e sono capaci di distrarre l´attenzione della gente dai misfatti piú gravi dirottandola su casi meno importanti ma suggestivi. Per esempio il caso di Cesare Battisti.

Cesare Battisti ha un nutrito gruppo di nemici anche quí, che chiedono per lui il carcere e l´estradizione. Ma la sua difesa ha sostenuto quesra tesi: “Nel clima politico italiano concedere l´estradizione sarebbe equivalente a mandarlo a morire”. In altre parole non si fidano del rispetto dei diritti umani e di un esercizio sereno della giustizia in Italia. Che puó essere falso, ma con tutto quello che il Premier italiano va dicendo da anni contro gli italiani e contro la giustizia italiana (la metá degli italiani sono comunisti, pazzi, coglioni; i giudici sono cancro, metastasi, terroristi, eccetera), si possono comprendere i dubbi della Suprema Corte Brasiliana.

Segue la traduzione dell´inno dei pellegrini di Trindade: bella musica. Chi volesse vedere e ascoltare, c´é il video su you tube: http://youtu.be/YF-WwA6X4ZI


Pellegrinaggio a Trindade.
Mi sono alzato presto, ho messo in fila i buoi,
fede nel cuore e piedi per terra,
il mio vecchio carro ha cantato sulla strada
la polvere rossa si é sollevata.
Ad un passo lento é iniziata la fatica
del pellegrinaggio di devozione.
Rit.: Sono pellegrino che cammina – sono devoto del Signore – cammino verso la terra santa – vecchia Trindade della fede e dell´amore.
Per arrivare alla terra del Padre Eterno – la mia fatica é durata lunghi giorni
ho lavorato duro tutto l´anno – ho fatto i miei piani per la romaria.
Ho chiesto agli angeli di illuminare i miei passi
e al Padre Eterno di guidarmi.

Alla vista del santuario, da lontano – Tempio sacro in forma di croce
nel quale mio Padre ha stabilito la dimora
con il Santo Spirito e suo Figlio Gesú,
faccio le mie lodi per poter arrivare ancora una volta
alla terra santa coperta di luce.

9 giugno 2011

IL MIO QUARTIERE

Politica nazionale (dal giornale Folha de São Paulo online): “La presidente Dilma Rousseff ha deciso di dimettere il suo principale aiutante dopo essere stata informata che i sondaggi indicavano il logorio del governo causato dalla crisi provocata da colui che é stato uno dei principali responsabili della raccolta di denaro della sua campagna elettorale, informa un reportage di Valdo Cruz, Natuza Nery, Catia Seabra, Ana Flor e Márcio Falcão, pubblicato nell´edizione di mercoledí scorso della Folha. Palocci era coinvolto nella scomparsa di denaro pibblico. Da quando era scoppiato lo scandalo, circa un mese fa, il favore dell´opinione pubblica verso il governo Dilma stava cadendo a picco”. “Palocci era il principale interlocutore del governo con i parlamentari. Nella Casa Civile (un super-ministero che collabora direttamente col Presidente, ndt), la senatrice Gleisi Hoffmann (PT-PR), 45 anni, ha accettato l´invito del governo a sostituirlo”. Gli opinionisti danno per scontato che per Dilma questo é un nuovo inizio: si é liberata di uno scandalo e ha sostituito un ministro che rappresentava l´interferenza di Lula sul suo governo.

Politica statale: nessuno potrá dire che il nuovo governatore dello Stato di Goiás, Marconi Perillo, non ha ancora fatto niente di importante. Infatti ha cambiato i colori delle macchine della Polizia Militare.
Politica comunale: dopo i licenziamenti in massa nelle scuole per recuperare i fondi del ministero spariti nel nulla, si vedono direttrici e direttori didattici lavorare nelle cucine per preparare le merende. E professori scopare i pavimenti (in senso letterale) e pulire i vetri della scuola. Un miracolo che solo un sindaco di Itaberaí é capace di fare! In compenso il comune ha espresso pubblicamente l´impegno ad assumere fine luglio (dopo il mese di vacanza invernale) quelli che sono passati nel concorso: ma non ha promesso che assumerá tutti!

Metereologia e stati d´animo: Notti fresche, di abbondanti rugiade, serene, in cui si puó girovagare e attardarsi all´aperto attorno a un faló, mentre qualcuno suona una fisarmonica e una “viola” brasiliana al ritmo di samba o di forró. Sono le notti delle feste di giugno con la benedizione benevolente dei santi Antonio, Giovanni Battista e Pietro. Ma anche notti pericolose, di forti passioni, gelosie irrobustite dall´alcool, violenza e talvolta tragedie.

Il quartiere Jardim Cabral: Il mio quartiere si chiama Jardim Cabral. É cresciuto in fretta e disordinatamente, come quasi tutte le periferie. Trent´anni fa era quasi tutta campagna. Non avendo storia, le vie sono soltanto numerate. Abito al numero 9 di via 24 nell´isolato 50. Il punto di riferimento é un vecchio e ampio distributore di benzina con annessi bar, ristorante e hotel, ai margini della strada GO 70 che porta dalla capitale fino a Goiás Velho. Una specie di autogrill di quelli delle autostrade italiane, ma di stile molto piú dimesso e popolare. Di fronte a quello c´é un magazzino della birra Schincariol. Del resto tutto il quartiere ha questo stile. Sono posti in cui la gente lavora, ognuno a modo suo, per il pane quotidiano. Ci sono ricchi e poveri, ma non conosco nessuno che fa sala, nessuno che snobba. Non é una zona per farci la passeggiata serale. Intorno al distributore e al magazzino esistono vasti spazi vuoti in terra battuta, costantemente occupati da un viavai di tir che parcheggiano in mezzo alla polvere. Di sera un altro viavai di ragazze che vanno a donare affetto ai camionisti in cambio di qualche banconota da dieci reali e un regalino.

Vorrei conoscere tutta la gente del quartiere, ma il mio lavoro non me lo permette. Per legare con la gente ci vuole tempo. In realtá io sono cappellano della parrocchia, e passo quí solo il tempo libero e i rari momenti in cui sono chiamato dalla comunitá e dall´asilo, di cui sono il presidente (é una associazione privata di carattere educativo). Accanto a me abitano acuni “ricchi”: giovani coppie cariche di figli piccoli. Un professore universitario e sua moglie direttrice dell´Asilo, un esercente che ha aperto una ferramenta, un commerciante di mangimi per animali. Diversi pensionati fanno da supporto ai loro figli sposati che lavorano: ricevono i nipotini durante il giorno e organizzano i pranzi di famiglia nelle feste religiose e civili. Il piú caratteristico é un signore anziano che ospita i traslochi provvisori dei figli. I figli fanno i custodi ed esercenti a pagamento di poderi e chácaras. Quasi ogni anno vengono dimessi, e rimangono dai genitori fino a trovare un nuovo padrone. Arriva un camion col trasloco, sistemano tutto in casa del papá, e dopo un mese o due traslocano nuovamente per andare sul nuovo posto di lavoro.

Gli altri che conosco guadagnano il pane scavando fosse biologiche, come manovali, pittori di cancelli, case e perfino affreschi (Antonio me ne ha fatto uno di due metri quadrati sulla parete del centro comunitario per meno di cento euro, ovviamente non é Michelangelo né Leonardo da Vinci). C´é una famiglia immigrata dalla Bahia, gli uomini lavorano nel taglio della canna da zucchero, le donne fanno pulizie a domicilio. Fabbricano e vendono di porta in porta dolci e specialitá caserecce, Portano in giro carretti di verdura, ghiaccioli, cocomere e ananas. Coltivano orti e allevano api. Esmeralda mi ha portato proprio ora un bottiglione del miglior miele della regione, in segno di gratitudine perché le ho regalato la mia vecchia ringhiera per chiudere il suo orto. Abbiamo un conduttore di corriera di braccianti, che quando é a riposo parcheggia il mezzo davanti alla sua baracca e siccome abita proprio in angolo, ostruisce l´incrocio. Poi c´é il motoboy, un tassista in motocicletta. Lo si chiama al cellulare, e in pochi minuti sbriga qualsiasi tipo di commissione. I poveri si fidano e si fanno pure trasportare quá o lá. Stamattina ho fatto le esequie della Diva, una donna di servizio domestico che fu investita un mese fa mentre viaggiava con un motoboy. Un signore passa al mattino a raccogliere le bottiglie di vetro nella spazzatura, un altro quelle di plastica. I piú vanno a lavorare al macello dei polli, che impiega migliaia di persone. Il gommista apre di giorno l´officina, di sera chiude e riempie il marciapiede di tavoli e sedie. Arrostisce carne all´aperto e vende spiedini e birra.

Naturalmente ci sono i trafficanti di droga, le prostitute e la prostituzione infantile. Tutti intravedono e bisbigliano, ma tengono la bocca chiusa. Non ci sono mai le prove. Di notte é pericoloso andare in giro per queste vie, soprattutto per le donne. Teoricamente la polizia vigila. Ogni tanto fanno un segnale, due colpetti di sirena brevi brevi, per rassicurare i dormienti. L´altro pericolo é il traffico stradale, questo in pieno giorno. Tutto é permesso: viaggiare contromano, tagliare gli incroci soprattutto con la bicicletta e il motorino, fermarsi in mezzo alla via a scambiare due chiacchiere con un altro autista o ciclista di passaggio. Le mamme e i papá portano all´asilo o a scuola due o tre pargoli su una bicicletta o una piccola moto, sfidando la sorte. L´incolumitá fisica e la vita sono sempre a rischio. Il quartiere possiede anche una ottima scuola elementare, una palestra pubblica e un asilo, con un intenso movimento di genitori e professori oltre che di bulli che attendono all´entrata per fare cagnara, e lí il pericolo di investire qualcuno é moltiplicato. ci sono ragazzi e ragazze che si fanno in quattro per educare bene, ma é tanto difficile.

Marcelo: Era la vigilia dell´ascensione e Marcelo, 14 anni, nemmeno lo sapeva. Prese il motorino e andó alla festa di São Benedito. Non per pregare, s´intende, ma per fare una passeggiata con un amico e incontrare qualche ragazza. Alle 23,30, mentre tornava a casa, il motorino si guastó. Dovette rassegnarsi a spingerlo, camminando sul bordo dell´asfalto. Senza giubbotto, senza nessuna luce o rifrangente. Una camionetta che veniva nella stessa direzione non lo vide e lo colse in pieno. Morí sul colpo. Abitava nella via parallela alla mia, e io conoscevo sua zia ma lui non sapevo che esistesse. Mi hanno chiamato dopo la messa delle otto del mattino per fargli le esequie a casa. Ho benedetto il corpo tra la folla mista di familiari piangenti e curiosi esterrefatti, accanto a una mamma prostrata dal dolore e una zia urlante che chiedeva giustizia ad alta voce. Alle 14 lo hanno sepolto. In 14 ore e mezzo come i suoi anni di vita, é passato dallo scorazzare gioioso in motorino nel buio della notte all´ altro buio gelido della bara e della tomba.

Il figlio di Conceição é stato di nuovo arrestato. Oggi, verso le tredici. Rientrava in bicicletta dalla sua ora di lavoro in parrocchia. Lo hanno sorpreso dentro a una casa e lo hanno riempito di botte, poi hanno chiamato la polizia. La quale é arrivata a casa sua proprio quando sua madre gli curava gli ematomi. Lei dice: “Quella maledetta droga, non riesce a farne a meno!” Lei lavorava come domestica a ore, poi ha smesso. Perché, dice lei, guadagnava poco. Il marito fa il camionista. Qualcuno sussurra che é stata lei ad insegnare al figlio a rubare, quando era piccolo. Quando si dice le male lingue! E il padrino lo ha iniziato al crak. A proposito, i grandi della terra trattano di regolarizzare macogna e hascisch, ma i giovani non fumano piú l´erba. Usano il crak. Povero ragazzo, ha solo sedici anni e si sta condannando a morte. Prima o poi qualcuno lo uccide. La gente di quí lo ricorda ancora bambino che camminava sui muri di cinta, di dieci centimetri di larghezza, come un gatto. Entrava dalle inferriate delle finestre. É ancora cosí magro che nel suo ultimo tentativo di furto (é un ladro compulsivo, non sa rubare) é passato attraverso una finestrina del bagno.

Politica religiosa: Cosa c´entra tutto questo con quello che fanno (facciamo) la Chiesa e le Chiese? Parliamo di valori, di radici cristiane, di santi e di beati (i pentecostali aspettano e distribuiscono miracoli, almeno quelli vanno incontro a una necessitá impellente dei poveri!), ma le parole scendono dall´alto, da un mondo che non é quello dei preferiti di Gesú, da luoghi lontani dalla gente. Noi che non abbiamo figli consigliamo a fare figli, ma lo sappiamo come crescerli in questi mondi di povertá e caos? Noi che non siamo sposati valorizziamo solo il matrimonio legittimo in Chiesa, ma sappiamo come progettare un matrimonio e un futuro stabile quando non si ha una fonte di guadagno stabile e completamente regolarizzata? E conosciamo la fame e sete di affetto e la tragedia della solitudine per chi é povero e paga il pane con sudore, lacrime e sangue? La legge salva forse qualcuno? Vogliamo incarnarci, una buona volta, o deve tornare Gesú Cristo per farlo?

Vangelo dell´ascensione: Disse Gesú, secondo gli evangelisti: “Andate nel mondo intero, predicate la Buona Notizia del Regno fino ai confini della terra, battezzando e insegnando a osservare ció che vi ho insegnato. Ed io saró con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. É arrivata da molto tempo la notizia di Gesú anche in questo quartiere, dove quasi ogni sera si possono udire da lontano le voci di tanti pastori che urlano il Vangelo, di fedeli che cantano, profetizzano, parlano in lingue e danno sfogo alle proprie angoscie. Ma il Regno é stato compreso? Forse anche noi siamo ancora confusi. Tali e quali agli apostoli che chiedevano, al Maestro che dava loro l´ultimo addio promettendo di rimanere in mezzo a loro nella forma della fede pura: “É adesso che riorganizzerai il Regno di Israele?” Volevano vedere subito dei risultati concreti, come noi, e invece.....

Atti: I discepoli, scrive Luca negli Atti degli apostoli, “non poterono piú vederlo perché una nuvola lo coprí”. Ma essi “continuavano a guardare il cielo mentre Gesú se ne andava”. Finché due uomini vestiti di bianco apparvero loro e dissero: “Uomini di Galilea, perché state lí fermi a guardare il cielo? Colui che se n´é andato, tornerá!” Sono due millenni che noi cristiani di ogni denominazione riempiamo le chiese e stiamo lá a cantare lodi con gli occhi puntati verso il cielo. Lui é sempre coperto dalle nuvole. I canti e le celebrazioni sono belli. Senza dubbio abbiamo bisogno della Chiesa per caricarci del suo Spirito, ma c´é troppa chiesa e poco Spirito, e nella Chiesa molto clero e poca comunitá (parlo di centralitá, non di numero di individui). Il nostro stesso linguaggio esprime un sentimento religioso aggrappato alla legge e al pessimismo, piú che alla speranza. In questo mondo c´é un mucchio di lavoro da fare, per salvare l´umanitá dalla disperazione, e ci vuole piú coraggio.
.

2 giugno 2011

TEMI DI ATTUALITÁ

Foto: tre orchidee in omaggio alla Repubblica italiana: catléya araguaiense, epidendrum splendens, dendobrium.

Adolescenti rovinati: oggi una signora mi ha detto: “Mi sono inginocchiata lí nell´orto, sulla polvere, in preda alla disperazione, e ho pregato: “Nossa Senhora Aparecida, tu sei la madre di tutti e capisci la mia angoscia. Vieni in mio soccorso, devo salvare mio figlio”. Ha un ragazzo di 16 anni viziato in crack e che ruba per drogarsi. Il giudice lo ha affidato in parte alla parrocchia per fargli fare qualche ora di lavoro volontario, e in parte a me per seguirlo nella scuola. Come ultima alternativa alla galera. Quante famiglie sono in questa situazione: povere, senza un lavoro fisso, disistrutturate, senza istruzione, senza difese! Nel dolore la madre trova le parole e la preghiera le irrompe dal cuore. Come nell´Esodo biblico, Dio puó trasformare il grido in un punto di partenza per un percorso di liberazione.

Corruzione: pesanti tagli al personale nel comune di Itaberaí. Il sindaco sta attuando una riduzione drastica dei dipendenti del comune. Circolano diverse spiegazioni, niente di sicuro per ora. Informazioni ufficiali non ce ne sono, per il momento. Alcuni suggeriscono che il taglio sarebbe effetto naturale dell´esame di concorso avvenuto un mese fa: che porterebbe a dimettere quelli che non sono passati. Tuttavia i promossi nel concorso non sono ancora stati convocati, mentre gli altri sono giá stati dimessi. Ancora piú strano é che questa operazione avvenga in pieno anno scolastico, senza riguardo per i danni agli alunni. Nel solo asilo San Francisco sono state licenziate, questa settimana, dieci persone, cioé un terzo del personale. Un autentico terremoto. Alcuni insinuano che il motivo vero sia la scomparsa di uno e mezzo o due milioni di reali (quasi un milione di euro) stanziati dal governo federale per le attivitá e servizi. Dove sono finiti quei soldi? Le autoritá non parlano. Il sindaco, dottor Benedito, aveva perduto le elezione ma riuscí a prendere il posto del predecessore per via processuale accusandolo di corruzione elettorale. Si era presentato come il salvatore di Itaberaí. Vero o no, il danno ricade sui poveri.

Omosessuali: dal mio punto di vista, i problemi che devono impegnarci sono la miseria, la droga, la corruzione, la vita senza speranza e priva di senso. Peró anche gli omosessuali rivendicano paritá di diritti. Che cosa si deve fare? Una notizia di questi giorni che ha fatto scalpore e suscitato polemiche in Brasile: “Dopo una riunione, mercoledí 25 maggio, con deputati della cosiddetta “bancada religiosa”, il governo ha deciso di sospendere tutte le produzioni che erano in via di pubblicazione da parte dei ministeri della Sanitá e dell´Educazione, sulla questione dell´omofobia. Secondo il ministro Gilberto Carvalho, della Segeteria Generale della Presidenza della Repubblica, la presidente Dilma Rousseff ha assistito ai video del cosiddetto “kit anti-homofobia” e non le é piaciuto il tono delle produzioni”.

Il kit é stato elaborato da enti di difesa dei diritti umani e della popolazione LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e travestiti) ed era destinato all´uso delle scuole per educare, secondo gli autori, estirpando pregiudizi che provocano violenza contro le minoranze “sessualmente diverse”. La Dilma ha proibito anche la distribuzione e ha fatto ritirare quanto era stato giá distribuito. “Chi fa un video per le scuole deve informare senza dare giudizi di valore” – avrebbe giustificato la Dilma. Ho guardato un pó di questi video e non ho visto nulla che, a mio parere, si possa definire educativo.

Diverso, invece, é il dibattito in parlamento per riconoscere paritá di diritti ai contratti tra omosessuali conviventi. La lobby religiosa, evangelica e di una parte cattolica, si schiera contro, sostenendo che un riconoscimento legale (non di un matrimonio gay, ma appena di un contratto registrato) indebolirebbe la famiglia eterosessuale regolarmente sposata al civile e in chiesa. Francamente non capisco perché, e mi pare che la grande maggioranza dei brasiliani non lo capisca. Sará perché gli eterosessuali si sposano con poca convinzione e hanno bisogno di una spinta delle istituzioni?

Feste religiose - maggio e giugno concentrano il maggior numero di feste religiose delle parrocchie. Ogni festa é preceduta da una novena o, quantomeno, un triduo. Ogni sera, in ogni posto, c´é un leilão (asta beneficente), e il programma coinvolge festeiros, incaricati del leilão e invitati speciali per condurre la celebrazione religiosa. Noi preti, salvo eccezioni, celebriamo la messa solo nel giorno di apertura e nella funzione conclusiva, ma la gente si sposta, perché il loro nome é citato espressamente nel manifesto e letto in chiesa. Il concorso di popolo da una comunitá all´altra, dalla cittá alla campagna e viceversa, é imponente. Statue, statuine, statuone: molta fede e molto turismo interparrocchiale. La gente si incontra e vive momenti di gioia insieme. Per questo la tradizione non si perde, nonostante i tempi moderni. Maggio: Santa Croce di Laranjeira seca (campagna), Nossa Senhora Aparecida (in cittá), Nossa Senhora de Fátima in cittá), San Giuseppe di Lobeira (in campagna), Santa Rita (in campagna). Giugno: São Benedito (campagna), Nossa Senhora Aparecida do Retiro (campagna), San Giovanni Battista di Gongomé (campagna), San Giovanni Battista (cittá), Santo Antonio (cittá), San Pedro di Calcilandia (campagna), San Giovanni di Laranjeira seca (campagna).

Pentecostali: ho incontrato un distinto parrocchiano al supermercato. In abito nero e camicia bianca con il colletto abbottonato (é il distintivo dei pentecostali rigorosi), mi ha salutato con un sorriso: “Ora sono evangelico” mi ha detto cordialmente, porgendomi la mano. In quel posto non era il caso di chiedergli perché. Sono smentiti quanti sostenevano che la pastorale delle comunitá di base era la causa. Questo signore é stato per anni sindacalista dei latifondisti in questa diocesi schierata coi senza terra. Era arrabbiato con noi, ma non aveva mai cambiato chiesa. Ora la teologia della liberazione é ridimensionata (almeno nella pratica), e i ricchi hanno ottenuto tutto lo spazio che volevano. Ma non basta: lui se ne va. L´onda pentecostale avanza. Risponde a delle aspettative che noi non soddisfiamo. Piaccia o no, sia giusto o sia sbagliato, ci sono migliaia di chiese e bisogna farsene una ragione. Il mio cappellano, quando da chierichetto sbagliavo una risposta della messa, mi dava uno scapaccione: oggi il laico fonda una chiesa per conto suo. L´unitá delle Chiese cristiane (“che siano uno come io in Te e tu in me”) va pensata come una comunione in Cristo e non in una unica istituzione. E noi dovremo sentirci evangelicamente “un pugno di lievito” tra tanti, e lasciar perdere l´arroganza!

Compleanno: la morte si avvicina. Pussa via, brutta strega! Succede anche a voi di pensare alla morte quando compite gli anni? A me sí, io ci penso un pochino, perché ben che vada il mio tempo di vita si accorcia. Peró scaccio subito il pensiero e mi metto nelle mani di Dio. Gli chiedo che non mi lasci soffrire per anni ed anni in condizioni disumane, se é possibile. Santo Alfonso, quello dé Liquori, insisteva che dobbiamo pensare alla morte per vivere meglio. La gente di Itaberaí ci pensa: quasi tutte le famiglie pagano una tassa mensile ad una impresa funeraria per avere un funerale decente assicurato, senza pesare sui familiari. Ad Itaberaí ci sono otto o dieci famiglie che abitano proprio di fronte all´entrata del cimitero, e si sorbiscono come minimo due o tre funerali al giorno sulla porta di casa. Quelli sí che hanno occasione di fare le meditazioni che voleva Santo Alfonso! Per amore o per forza.

Credo che la migliore riflessione sulla morte sia quella delle letture di domenica: “Non vi lascieró orfani. Verró a voi” (Giovanni, 14, 18). E Pietro, nella prima lettera: “Se in qualcosa sarete diffamati, si vergogneranno quelli che ingiuriano il vostro buon comportamento. Sará meglio soffrire praticando il bene se questa é la volontá di Dio, che praticando il male” (3, 16-17). Sorvolo che la sofferenza sia volontá di Dio, perché non ci credo. Quella é cattiveria del prossimo o stupiditá mia. Ma é valido il resto della frase: anche se costa qualche sofferenza, é meglio seguire il bene. L´umanitá sta in piedi e offre qualche gioia perché la maggior parte degli esseri umani cerca di agire in questo modo.

Bilancio: In seminario ci consigliavano di sfruttare questa data per fare un bilancio della vita. Quí a Goiás c´era un benedettino francese che, ad ogni compleanno, ci faceva un lungo discorso rievocando il suo passato. Non annoiava nessuno, perché era molto simpatico e facondo, e poi aveva una storia un pó particolare: aveva militato nella resistenza francese, era stato in campo di concentramento, ed era l´unico sopravvissuto di una fuga favolosa attraverso un tunnel che é stata immortalata anche anche da un film famoso negli anni 50 (Stalag 17, mi pare). É morto in Francia, il giorno dopo aver festeggiato il suo 80o compleanno con gli amici. A me invece piace rievocare da solo. Quando penso di raccontare agli altri, una voce dentro di me mi soggerisce: “Chi se ne frega!” Credo che sia il mio angelo custode. Una convinzione che mi ha trasmesso il cappellano don Aldo Luppi quando ci faceva scuola di religione alle elementari: “L´angelo custode parla al vostro orecchio destro, e vi suggerisce il bene. Il diavolo parla all´orecchio sinistro, e vi insegna il male”. Funziona. Solo che con me si sono scambiati i posti: il mio angelo sta a sinistra.