27 ottobre 2014

LA VITTORIA DEL PT

Per gli amici: posto alcune informazioni e commenti sulle elezioni di ieri. Le foto sono della nostra calda primavera.
Ieri, 26 ottobre, si é concluso il ballottaggio per la Presidenza del Brasile e per la maggior parte dei Governatori degli Stati brasiliani. Alla Presidenza è stata rieletta Dilma Roussef, con il 53,6% dei voti (quasi 54 milioni), contro Aécio Neves (poco piú di 51 milioni di voti). Quella di Dilma è una vittoria di stretta misura, dopo una campagna elettorale di secondo turno che si è capovolta a suo favore solo nell´ultima settimana. Il finale della campagna ha visto risorgere la militanza politica dei movimenti popolari, che ha operato il ribaltone a favore di Dilma. Dilma ha avuto sicuramente il voto dei poveri. Non degli sprovveduti, come hanno detto alcuni nei loro discorsi elettorali (facendo cosí perdere voti alla propria causa).
La stampa di tiratura nazionale, nettamente all´opposizione del governo Dilma, ora si affretta a commentare che il Paese è spaccato in due e Dilma si scontrerá con molte difficoltá per governare. Penso che ci sia del vero, ma non tutta la veritá. In Brasile ci sono 28 partiti, tutti di carattere nazionale perché non sono previsti, nella Costituzione, partiti a Statuto soltanto regionale. Quindi, dal punto di vista puramente politico, si puó affermare che il Paese non è spaccato in due, ma frammentato. Sará praticamente impossibile, per il Governo Dilma, mettere in atto il progetto di Riforma Politica ritoccando la Costituzione, dovendo trattare con tutti questi partiti (suddivisi in grandi, piccoli e nani). Tale Riforma, che riguarda in primis la legge elettorale e la rappresentativitá del Congresso Nazionale, si fará solo se ci sará una forte mobilitazione dei Movimenti Popolari. E quest´ultima è una possibilitá concreta, poiché giá il mese scorso è avvenuto un sostanzioso referendum di iniziativa popolare promosso da Movimenti e Chiese cattoliche ed evangeliche, che ha espresso una volontá precisa.
La spaccatura del Paese è un´idea, o forse anche una speranza, di certa parte dell´elite e degli impresari, che spesso si rifanno anche a vecchi pregiudizi. Per principio io non partecipo e non faccio propaganda elettorale, né in privato né dal pulpito. Peró mi piace ascoltare le ragioni di una parte e dell´altra, e spesso ho domandato a quelli della nostra classe medio-alta: "Perché sei cosí contrario alla Dilma e al PT? Dicono che Dilma è stata votata dai settori piú poveri e meno istruiti, basandosi sul fatto che la Presidente ha avuto la maggioranza in tutti gli Stati del Nordest. Non é vero. Ha vinto pure in Minas Gerais e a Rio de Janeiro, che sono tra gli Stati piú progrediti anche industrialmente. E Minas Gerais è lo Stato che aveva come Governatore il suo diretto oppositore, Aécio Neves. Il quale, pure perdendo l´elezione a Presidente nello Stato da lui governato, há ottenuto la vittoria nella elezione del suo successore al governo del suo Stato. Anche questo dimostra che non esiste una spaccatura cosí netta, e che gli elettori hanno saputo scegliere coscientemente, approvando il suo candidato a Governatore e rifiutando a lui la Presidenza della Repubblica.
È venuta a galla, durante la campagna elettorale, una notevole dose di rancore dell´elite contro la classe piú povera, beneficiaria di innumerevoli progetti sociali. Mi sono pure divertito ad ascoltare. Alcuni hanno preso l´iniziativa della lotta di classe che di solito accusano di “ideologizzazione” come se loro ne fossero esenti. Dicono che la Dilma ha fatto del paternalismo: "Perché la gente non lavora, invece di usare i finanziamenti del governo per farsi la casa propria, mandare i figli a scuola, entrare all´universitá?" Peró nessuno si lamenta che i governo abbia abbassato le tasse sulle macchine affinché tutti potessero comprarsi la macchina nuova. Si è manifestata pure una parte della Chiesa e delle Chiese evangeliche piú integraliste: ad esempio, tra noi cattolici, alcuni della Renovação Carismatica Católica hanno usato le loro televisioni e i pulpiti per autentici comizi contro Dilma e il PT, accusati di essere antireligiosi, divorzisti, comunisti. In effetti Aécio é piú devoto di Dilma, ma con l´onestá in politica questo c´entra poco, e ormai lo sanno tutti. Ha generato vasta polemica, ad esempio, un intervento molto pesante del famoso Padre Fabio de Mello. Eccessi della passione politica che sarebbe conveniente evitare, almeno perché la tonaca e la religione non dovrebbero essere usate per le campagne elettorali. Tra l´altro, come quasi sempre accade, queste prese di posizione si sono dimostrate controproducenti.
Ma una vera spaccatura del paese è fantasia. Non esiste né tra regione e regione, né tra le classi sociali. I due candidati hanno ricevuto votazioni abbastanza equilibrate in tutte le classi e in ogni singolo Stato. Le votazioni dei Governatori lo dimostrano. Il PMDB, ad esempio, attuale alleato del PT in parlamento, ha guadagnato terreno ottenendo l´elezione del proprio candidato in 12 Stati. Il PT in 5, il PSDB (partito di Aécio Neves) in 5, e altri partiti si sono aggiudicati il resto. La Dilma quindi, che ha il PMDB come alleato, ha rafforzato la propria posizione potendo contare con la maggioranza assoluta dei Governatori. In Parlamento e in Senato ha diminuito la sua maggioranza. Mentre invece il PSDB ha ottenuto alcuni seggi in piú. Sará una legislatura vivace e democratica (salvo le lobby, che non agiscono democraticamente).

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