1 novembre 2014

UN CUORE NUOVO

Foto: stagione del mango, una frutta di produzione abbondante senza potature e protezioni chimiche.
Oggi è la festa di tutti i santi. Qui in Brasile non è di precetto. Li metteremo tutti insieme, domani, nella giornata dedicata ai defunti. Quasi tutti i giorno Francesco, il papa, ci rinnova l´appello a tornare al Vangelo. Vale la pena leggere e rileggere almeno qualche brano dell´esortazione “Evangelii gaudium” (Allegria del Vangelo), da lui pubblicata un anno fa. Commento di José Antonio Pagola, in un suo nuovo libro in lingua spagnola, dal titolo “Volver a Jesus”: “Il papa non pensa appena ad un “aggiornamento¨ della Chiesa al tempo di oggi. Meno ancora si limita al ricupero dell´orizzonte, dello spirito e delle linee di forza del Vaticano II. Francesco ci chiama ad una conversione piú radicale: “Tornare alla fonte e recuperare la freschezza originale del Vangelo” e tornare a Gesú Cristo, che “puó rompere gli schemi noiosi nei quali pretendiamo rinchiuderlo e ci sorprende con la sua costante creativitá” (E.G. 11). Inoltre indica con molta fermezza la “opzione preferenziale per i poveri” come “una categoria teologica, piú che culturale, sociologica, politica o filosofica”. (EG. 197). E incita ad “ascoltare il clamore dei poveri come impegno essenziale di chi si fa discepolo di Gesú e vuol seguire la via del Vangelo. Scrive: “È un messaggio cosí chiaro, cosí diretto ed eloquente, che nessuna ermeneutica ecclesiale ha il diritto di relativizzarla” (E.G. 194). “Ogni cristiano e ogni comunitá sono chiamati ad essere strumenti di Dio per la liberazione dei poveri, affinché essi possano integrarsi pienamente nella societá” (E.G. 187). È un testo vibrante, scitto con il cuore di apostolo.
Mi piace leggere queste parole che ora sono pronunciate dal papa. Questa è la strada che la Seconda Assemblea delle Chiese Latino-Americane (Medellin, 1968) indicarono, e che mi entusiasmó in gioventú, negli anni 70, quando, assieme al vescovo e all´Assemblea Diocesana, ci dedicammo all´ascolto del clamore dei poveri e iniziammo la “caminhada” dei Gruppi di Vangelo. Bisogna ricordare che Gesú, che ha aperto questa strada, fu crocifisso dai sacerdoti del Tempio, dai dottori della Legge e dalle autoritá romane. Come ai tempi di Gesú, anche per noi ci furono incomprensioni e sofferenze, e ce ne saranno anche per il papa. Oggi gli antichi Gruppi di Vangelo si chiamano Comunitá Ecclesiali di Base: tradotto in Cebs, una sigla incomprensibile per la maggior parte della gente. Oltre a questo nome tecnico e dottrinale, hanno ricevuto dall´alto piani pastorali farraginosi e complicati, in cui si impone molta organizzazione e si tende a dimenticare l´essenziale, che è avere un cuore nuovo trasformato dal Vangelo. Cosí le parrocchie diventano reti di comunitá ecclesiali di base esecutrici dei programmi elaborati dagli "specialisti" della Conferenza Episcopale Nazionale e continuano a dipendere dagli umori del parroco come galoppini. La gente dei quartieri ha bisogno di confrontarsi alla luce del Vangelo con le questioni della propria vita quotidiana per fare le proprie scelte. Per essere vere comunitá ecclesiali devono si agire insieme al parroco e lasciarsi coordinare, ma sentirsi Chiesa per scelta personale. Le parrocchie, anche in Brasile, complessivamente non parlano quasi piú di “scelta preferenziale per i poveri”, o ne parlano ma non la praticano. Come diceva un prete recentemente, “sono cose di altri tempi”. Tuttavia alcune comunitá si sforzano di vivere lo spirito del Vangelo, e solo grazie ad esso camminano ancora. Se no diventano gruppi di devoti individualisti oppure associazioni di filantropia.
Scrive José Antonio Pagola: “Abbiamo bisogno che nelle nostre parrocchie e comunitá si possa vivere una esperienza nuova di Gesú. Si tratta, concretamente, di camminare nei prossimi anni verso un livello nuovo di vita evangelica: passare a una nuova fase di cristianesimo piú ispirato e motivato da Gesú, meglio strutturato per annunciare la sua Buona Notizia, e collaborare con lui nell´aprire strade al Regno di Dio. La cosa decisiva è non rassegnarci a un cristianesimo senza conversione. Non importa la nostra etá, il luogo o la nostra responsabilitá all´interno della comunitá ecclesiale. Possiamo fare in modo che la Chiesa sia piú di Gesú e che abbia un volto piú simile al suo. Niente è piú forte di lui per trasformarci.” (J.A. Pagola, Volver a Jesus, 2014).

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