15 novembre 2014

PENSIERI DEL MOMENTO

1) Oggi è festa nazionale in Brasile. È la festa della Repubblica. Ci facciamo gli auguri. Sono anche giorni di gioia per la gente, perché ha cominciato a piovere con frequenza. I goiani ringraziano Dio in continuazione. La pioggia è una benedizione. In Italia pare che quest´anno non lo sia affatto. Siete vittime di alluvioni e frane? Ci sono anche quí, specialmente nelle grandi cittá. Peró bisognerebbe anche agire di conseguenza. Si costruisce spesso ignorando la forza della natura, pensando solo ai nostri interessi. La natura è la prima vittima. Non direi che sia vendicativa. É che ha le sue leggi, e se non le rispettiamo è un disastro.
2) Ormai è ufficiale. Il vescovo ha trasferito i miei colleghi di parrocchia, Padre Severino e Padre Luís. Il primo febbraio faranno l´ingresso nella parrocchia di Ceres. A me è stato concesso di rimanere qui in vista del mio prossimo rientro in diocesi di Modena. Sapevamo che doveva accadere prima o poi. Sono tempi di saluti, di omaggi e di qualche lamentela. Il distacco è quasi sempre un pó doloroso per il cuore e i sentimenti. Tuttavia questi cambiamenti fanno bene alle parrocchie. In Brasile sono frequenti: non esiste quasi piú la figura del parroco inamovibile. Le comunitá si rinnovano, prendono nuovo impulso, escono dall´abitudinario. La parabola del Vangelo di questa domenica calza a pennello con la disponibilitá ad affrontare questi scossoni. C´è un servo che ha ricevuto un talento e, preoccupandosi solo di evitare problemi e fare una vita tranquilla, lo va a seppellire per restituire poi il talento quando il padrone ritorna. Ma il padrone non è soddisfatto: voleva che il servo facesse produrre frutti a quel talento. La missione della Chiesa non è appena di conservare usanze, precetti e abitudini, ma di portare la testimonianza del Vangelo nelle situazioni sempre nuove, senza paura della provvisorietá. Alla fine non conterá se abbiamo conservato bene i doni di Dio, ma se li abbiamo fatti fruttare.
3) Sono entrato in una chiesa ed ho ascoltato l´omelia di un giovane prete brasiliano, che ha fatto un viaggio di due settimane in Italia. Per inciso, ha accennato alle impressioni del suo viaggio. Ha detto che in Europa le chiese sono deserte, hanno perso la fede: e il cristianesimo ora fiorisce qui. Le impressioni superficiali di un turista non è da prendere troppo sul serio, tuttavia questo tipo di opinioni si sta diffondendo. Secondo me sono corbellerie, ma diventano opinione pubblica. È vero: c´è un calo notevole di praticanti, le statistiche lo confermano ed è un dato visibile. Non c´è piú tanta gente a messa come un tempo. Peró non vi ho mai visto una chiesa deserta. Io sono convinto che oggi la fede sia piú forte che in tempi passati. Soprattutto piú sincera. Vanno a messa quelli che hanno fatto una scelta, e seguire Gesú è diventato il loro programma di vita. Quelli che andavano a messa per altre ragioni hanno scelto di impiegare la domenica diversamente. Inoltre, il non andare a messa non significa sempre un abbandono della fede. Molti hanno perduto la fiducia nella Chiesa, seguono il Vangelo per conto loro. Possiamo dire senz´altro che è una decisione rischiosa e incorretta, ma possono avere anche alcune buone ragioni. Nel caso che siano persone oneste, Io indicherei di giudicarli secondo il suggerimento di Gesú riportato dai Vangeli: “Chi non è contro di noi, è con noi”. Esiste pure la la situazione opposta: in questo brasile che pullula di chiese cattoliche ed evangeliche sempre zeppe di fedeli, risulta che avvengono ogni anno piú di 140 mila stupri. Una media di uno stupro ogni dieci minuti. Tanto per fare un esempio. La parabola evangelica della zizzania ci avverte che il bene e il male, in questo mondo, saranno sempre mescolati. Le persone devono fare una scelta interiore e rinnovarla ogni volta. Questo dimostra quanto è importante promuovere una adesione piú vera e sincera a Gesú Cristo.

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