21 gennaio 2008

DELLA SERIE: COME E' PICCOLO IL MONDO



Alto, coi baffi, seduto a destra nella foto. E' padre Jacques Hahusseau, chiamato dai brasiliani padre Tiago. Prete diocesano a Cahors (sud della Francia), si offrì come missionario in Brasile e il vescovo lo affidò alla Mission de France, che lo inviò alla Diocesi di Goiàs (1980, circa). Fu parroco di Jussara dopo don Arrigo Malavolti. In quella parrocchia soffrì minacce di morte per la sua solidarietà ai lavoratori rurali e senza terra, tanto da provocare perfino un intervento dell'Ambasciatore Francese. Nel 1987 fu traferito a Itaberaì assieme a me, e vi rimase quasi cinque anni. Nel 92 i superiori della Mission de France, da cui dipendeva, lo spostarono a Volta Redonda, zona industriale nei pressi di Rio de Janeiro, per fare pastorale operaia. Dieci anni più tardi lo richiamarono in Francia, e lo assegnarono a una parrocchia nella periferia di Parigi, a pochi passi dalla Disneylandia francese. Quest'anno, avendo terminato il contratto con la Mission de France e dovendo rientrare in Diocesi di Cahors, il suo Vescovo (rispondendo a un appello dei Vescovi dell'Amazzonia brasiliana che chiedono preti) gli ha offerto di fare il missionario a Boa Vista, capitale dello Stato brasiliano di Roraima nel nord del Brasile. Lui ha subito accettato ed ora abita là. Giovedì scorso, trovandosi in Goiàs per un Corso di Esercizi Spirituali, è passato da noi per rivisitare la sua antica parrocchia ed ha pranzato con noi nella casa parrocchiale. Rivederlo, è stata per me una grande gioia.


Il giovane al centro della foto è Edimar, un nostro parrocchiano. La sua storia si intreccia con quella di Padre Tiago. Partito da Itaberaì in cerca di lavoro, come tanti, alcuni anni fa arrivò a Parigi come clandestino e dopo qualche giorno fu arrestato. Sfiorò l'espulsione. Fu salvato in extremis dal suo ex-parroco Padre Tiago che, trovandosi in servizio a Parigi e avendo saputo della sua complicata situazione da una telefonata ricevuta dai familiari dal Brasile, riuscì a rintracciarlo e a metterlo in regola e poi lo aiutò a trovare lavoro. In regola per modo di dire: infatti Edimar, assieme ad altri di Itaberaì, ha lavorato per diversi anni in Francia con documenti da operaio edile portoghese. Fino a sollevarsi economicamente e tornare a casa in buone condizioni. Ora abita di nuovo tra noi. Appena ha avuto notizia del passaggio di Padre Tiago è venuto a fare visita a chi gli è stato vicino nei momenti più difficili.


Sono piccole storie di come il mondo è diventato piccolo. Nella nostra testa ci sono ancora i confini nazionali e la gente grida: "Questo è il mio paese". Le esigenze della vita e della sopravvivenza, però, non rispettano frontiere. Le ricchezze e il benessere sono concentrati in poche regioni e città del mondo, mentre la popolazione è aumentata di miliardi in poche decine di anni. Non si è fatta propaganda per anni della "deregulation"? Ebbene, ora il mercato del lavoro e, di conseguenza, il movimento dei popoli, non hanno più regole. Milioni di persone scoprono di essere in un vicolo cieco e vanno a cercare una via d'uscita un pò a caso, dove sanno e dove capita. Fortunati quelli che incontrano, al momento giusto, una persona come Padre Tiago, in grado di dare una mano a risolvere situazioni complicate. Sono convinto che moltissimi la incontrano, perchè di solidarietà ne esiste ancora: ma quanti sono quelli che, invece, cadono vittime di assassini, torturatori, trafficanti di schiavi e schiave o di organi, e perfino delle nostre leggi anti-terrorismo?

Nel video: cartone animato sul tema dell'ostilità e della solidarietà. Titolo: "uccelli stupidi".

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