9 ottobre 2008

DAL SINODO DI ROMA: LETTERA DI UN VESCOVO FRATELLO

Nella foto vedete un piccolo gruppo di studenti del corso speciale per Giudici Popolari, promosso dalla Commissione di Pastorale della Terra della diocesi di Goiàs. Per la precisione, questo era il pranzo di conclusione del corso, del gruppetto di Itaberai. . Ora dovranno cimentarsi nell'aiutare i lavoratori rurali per tutte le questioni legali. E' un servizio gratuito. Lo abbiamo inserito tra le nostre "pastorali" perchè la gente non ha bisogno solo di liturgia.

Come vi avevo preannunciato, il nostro vescovo di Goiàs (Eugenio Rixen) è andato a Roma per il Sinodo dei vescovi. Fa parte del gruppo di eletti dalla Conferenza Nazionale dei Vescovi Brasiliani (CNBB) come suoi rappresentanti. Da Roma, per il momento, ci manda solo notizie di vita quotidiana, come un diario. Quelle piccole cose quotidiane che, però, sono un segno importante della volontà di comunicare e di sentirsi legati alla propria comunità ecclesiale come a una famiglia. Mi fa piacere leggerlo, perciò lo condivido anche con voi.

"Sono 4 giorni che partecipo al Sinodo dei vescovi a Roma. E' un'esperienza molto interessante. Siamo 253 padri sinodali: 51 dall'Africa,41 dall'Asia,90 dall'Europa,9 dall'Oceania e 62 dall'America. 173 vescovi sono stati eletti dalle proprie Conferenze Episcopali. Domenica abbiamo avuto la messa solenne di apertura nella basilica di San Paolo fuori le mura. Una messa ben cantata da un coro, ma assai lontana dalla vivacità delle nostre celebrazioni. Nell'Omelia, il papa Benedetto XVI ha ripreso la frase di Sant'Ireneo: "Ignorare le Sacre Scritture è ignorare lo stesso Cristo".

Lunedì sono iniziati i lavori. Abbiamo ascoltato una relazione sulla preparazione del Sinodo che ha come tema: "La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa". Poi c'è stata la presentazione delle relazioni circa l'animazione biblica nei 5 continenti. Stanno accadendo molte cose, ma c'è ancora molto da fare.

Nel pomeriggio abbiamo avuto una conferenza di un rabbino di Israele sulla lettura giudaica della Bibbia. Poi il cardinale VANHOYE ci ha parlato del popolo ebreo nella Bibbia. Quest'ultima conferenza è stata molto interessante.

Martedì diversi vescovi si sono pronunciati sul tema dell'animazione biblica del loro paese e hanno dato suggerimenti su come migliorare la pastorale biblica. Oggi, mercoledì, abbiamo avuto un lavoro suddiviso in gruppi linguistici. Nel mio gruppo c'erano vescovi dell'Iran, di Israele, del Libano, del Vietnam, del Congo, del Ruanda e della Francia. Alcune riflessioni mi hanno talmente impressionato che mi piacerebbe riportarne alcune frasi:
- Nel Vietnam sono morte 130 000 persone per la loro fede. La Parola di Dio è la nostra forza.
- In Iran molti mussulmani vogliono conoscere Gesù. La nostra missione comporta molti rischi.
- L'esegesi scientifica non è sufficiente, tuttavia è ancora valida (cardinale Daneels)
- L'omelia dev'essere preparata attraverso la preghiera.
- Come fare affinchè la Bibbia diventi vita?
- A Gerusalemme è più facile capire la Parola di Dio.
- Seguire la Bíbbia é prepararsi alle persecuzioni.

Trovarsi a Roma con persone di tutto il mondo è una grande ricchezza. Siamo 8 vescovi brasiliani: Dom Cláudio Hummes,Dom Odilo Scherrer,Dom Joviano,Dom Walmor,dom Geraldo Lyrio,Dom Sartoro,Dom Raymundo e io stesso. L'ambiente è molto fraterno e rispettoso. Anche Carlos Mesters è qui con noi assieme a Ourofino. Ho saputo da Fernando della morte del papà del nostro seminarista EDIVALDO. Prego per lui e per la sua famiglia.

Eccovi alcune informazioni. Chiedo a Dio una santa festa di Nossa Senhora Aparecida per tutte le nostre comunità.
Dom Eugênio Rixen - Bispo de Goiás

Vedete che bel rapporto sa tenere il nostro vescovo? Parole spicciole, pensieri e impressioni, come si fa tra amici o familiari. Altro che darsi delle arie da super-chissà-cosa.

Nota - Spero che sappiate che in Brasile i vescovi non usano il titolo di Monsignore, ma di DOM. Il "monsignore" è proprio un titolo strano, a pensarci bene. Non me ne intendo, ma vorrei chiederlo agli esperti: è un leziosismo o un francesismo?

4 ottobre 2008

FRANCESCO CHE PRESE IL VANGELO ALLA LETTERA

Mi dicono che in Italia l'inverno è in anticipo. Anche qui la stagione delle piogge. Piove già come se fosse novembre. Itaberaì ha fatto il bagno. Una pioggia abbondante senza tuoni e lampi, accompagnata da un venticello da far rabbrividire, è caduta per giorni e notti quasi di seguito. Gli agricoltori della "feira livre" (vedi foto) non demordono, anche se i clienti sotto l'ombrello si sono un pò rarefatti. Gli itaberini sono contenti. "A chuva è uma bençao", dicono: la pioggia è una benedizione. I più moderni dicono che questa è una stagione in cui si sta bene in casa. Gli antichi pensano che la pioggia che cade è quella che abbiamo chiesto a Dio, quindi vale la pena di prenderla anche in testa senza lamentarsi. L'altra mattina ho gridato a un anziano originale che se ne andava in braghe corte e scamiciato sotto un autentico diluvio: "Manoel, tu non hai paura di prendere il raffreddore, vero?" E lui in risposta: "Padre Chico, la pioggia è democratica e a me piace!"

L'inizio di ottobre conteneva due "memorie" di importanza straordinaria: Teresa di Lisieux e Francesco di Assisi. Al nome di ciascuno di questi due santi, è legata una chiesina di quartiere e la rispettiva comunità. La prima lettura della messa di Santa Teresa era un brano del libro di Giobbe. Mi ha colpito il commento di don Eligio alla lettura: "Anche noi come Giobbe, qualche volta, ci sentiamo sopraffatti da angoscia, dubbi e quasi disperazione. Non solo per le disgrazie personali, ma anche perchè i nostri sogni di giustizia, pace e fratellanza cadono a pezzi uno dopo l'altro nella vita quotidiana. Noi vediamo accadere il contrario di ciò in cui abbiamo creduto e per cui abbiamo lavorato. Però siamo cristiani. E allora andiamo avanti, trascinati dalla testimonianza di questi santi come Teresa e Francesco. Cerchiamo ugualmente di fare la nostra parte, di costruire, perchè crediamo che questa storia non finirà così miseramente: "E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Dio" (Giobbe, 19, 26).

Il suggerimento di don Eligio è pertinente, e conviene seguirlo. Fregiarsi del titolo di cristiani, tuttavia, non è garanzia di onestà nemmeno in Brasile. In questi giorni di campagna elettorale abbiamo avuto la percezione del commercio di voti. Anche alcuni candidati di primo piano della nostra parrocchia pare siano pronti a spendere milioni in propaganda, comprare voti, spargere diffamazioni contro l'avversario, fare promesse mendaci o, quantomeno, molto aleatorie. La cultura di un impegno politico dei cristiani ispirato al Vangelo e orientato al bene comune e alla pratica democratica nel senso più ampio, è scomparsa. Un decennio fa era forte nelle nostre comunità di base, e contribuì in modo determinante alla crescita del PT che ha cambiato il Brasile. Cambiato? Sì, molto. Col cambiamento, però, sono arrivati il benessere e il progresso. Come accadde al popolo di Israele che, giunto sulla terra promessa, dimenticò gli impegni presi con Dio durante la traversata del deserto, così anche qui....

Brutti tempi! In Italia i ragazzi pestano i cinesi e i ghanesi: una mentalità tribale che credevamo di avere superato. In Bolivia un sondaggio denuncia un'alta percentuale di razzismo, in Amazzonia prospera il commercio di donne, eccetera. Qui ci vuole un San Francesco, con la sua pazzesca testimonianza di discepolo di Gesù "alla lettera". Riaccese la fede del popolo nell'Italia delle cattedrali, dei ricchi ambiziosi e gaudenti e dei poveri abbandonati a sè stessi. Egli scosse molte coscienze intorpidite. Chi si candida? Sto quasi sempre in mezzo a gente umile che lotta per un pezzo di pane ed è molto sensibile alla Parola di Dio e a figure come questo santo. Ho celebrato la messa della festa con loro, questa sera. Eppure anche lì, molti giovani sono smarriti dietro alla droga e ad altri surrogati di felicità. Se ne vedono intere bande in ogni angolo del quartiere, giorno e notte, magari radunati intorno a una vecchia auto con il mangianastri al massimo del volume. Sono in giro apparentemente senza una meta, come gruppi a sè stanti, con lingua e costumi propri. Forse uno scopo ce l'hanno, chissà? O girano solo alla larga da chi vuole metterli al guinzaglio, ma uno ce l'hanno già al collo. Avvicinarli è più difficile che volare in aereo ad un altro continente. Dev'essere anche perchè noi, evangelizzatori, non viviamo il Vangelo abbastanza per provocarli alla riflessione: e la TV non mostra certo di meglio. Credo che documenti, strategie pastorali e lezioni di morale non gioveranno loro.

29 settembre 2008

FESTA DI COMPLEANNO E DEI POPOLI

Sabato 27 abbiamo festeggiato il 48o compleanno del nostro parroco, Padre Severino da Silva, e i 27 anni di presbiterato di don Maurizio Setti. A tavola erano presenti (vedi la foto, scattata dal medesimo Padre Severino): Vicentina Bergamini, P. Luis Cardalda, Don Eligio, Maurizio, io e naturalmente Severino, che però non si vede perchè stava scattando lui la foto.

Notate la varietà: Vicentina è la donna di casa. E' discendente di italiani (delle parti di Cerea, Verona), nata però nello Stato di Minas Gerais, emigrata da piccola in Goiàs dove ha formato e cresciuto la sua famiglia: quindi goiana negli affetti e nella cultura. Padre Luis Cardalda, spagnolo purosangue della Galizia. (E' molto amico di Severino perchè sono stati insieme per alcuni anni in una missione del Mozambico. Poi parroco di Jussara, una delle nostre città e parrocchie più grandi e impegnative). Ora, Padre Luis ha rinunciato per limiti di età (76) e rimane a disposizione per incarichi meno pesanti). Padre Severino è nordestino di Recife. Ha studiato a Recife, ed è emigrato in Goiàs in seguito alla chiusura imposta al suo seminario negli anni ottanta. Ha ricevuto l'ordinazione da Mons. Tomàs Balduino negli anni novanta e, dopo sei anni di missione in Africa è stato parroco di Itapuranga. E' venuto a Itaberaì due anni fa, dopo il ritorno in Italia di don Eligio. Don Eligio Silvestri che ora si ritrova qui, provvisoriamente, come aiutante di prima categoria! Padre Maurizio sapete chi è, e l'altro sono io stesso.

In breve, una tavolata assai diversificata. Vari paesi, lingue, colori, razze, culture. Tanto più se si considera che poco prima del pranzo lo stesso Severino, assieme a Padre Eligio, era stato a celebrare alcuni battesimi nell'accampamento locale degli zingari, in periferia (vedi seconda foto). Insomma, il suo compleanno è stato un pò una giornata da "Festa dei popoli". In contro tendenza rispetto al mondo europeo: da quelle parti, infatti, tanti ci tengono a difendere anche con violenza il proprio diritto a non avere tra i piedi gente diversa! Del resto la Chiesa sembra il posto ideale per imparare a lavorare insieme in armonia, eliminando le barriere imposte dall'ignoranza e dai pregiudizi. E' solo questione di non considerarci padroni ma discepoli dello stesso Gesù Cristo.

Nella serata di sabato è accaduto di tutto. Il candidato sostenuto dalla potenza economica locale ha messo in scena una sfilata di centinaia di motociclette e 500 veicoli tra automobili, camions e trattori. Tutti a sbandierare. Hanno fatto un gran chiasso e congestionato il traffico per ore, per questo inutile sfoggio di potere acquisitivo. La gente che io ho interpellato ha detto: "Se perde gli sta bene, e se vince userà i nostri soldi per recuperare quello che ha speso!" Alcuni, dalla sfilata, agitavano le mani facendo il numero dell'avversario. Nostro Signore non ha detto nulla, ma sicuramente ci ha messo una mano perchè non è accaduto nessun incidente, nonostante la confusione e gli imbottigliamenti. Ad un tratto, però, è sopraggiunto un violento temporale a bagnare per bene gli incauti che si trovavano sui camion e sulle moto. Se qualcuno aveva la testa calda, sicuramente gli si è raffreddata.

Dopo il temporale, quando già era buio, ho preso il lampione a gas e sono andato a celebrare la messa nell'accampamento dei sem-terra chiamato Paulo Farias. Erano con me Eleusa, Vilmar e Zalmi, dell'equipe della pastorale della terra. Li abbiamo trovati già raccolti sotto la tenda delle riunioni, alla luce di un lampione a gas (a cui ho aggiunto il mio) e seduti tutto attorno su panche di bambù costruite da loro stessi. Il tavolo per la celebrazione era pronto, con fiori, candele e una statuina del Sacro Cuore, in mancanza della croce. Ci hanno raccontato della paura passata: il vento aveva minacciato di strappare qualche tenda. Ana Paula, una ragazza dell'accampamento (20 anni) ha fatto la lettura del Vangelo, l'equipe che era con me ha provveduto al canto. Una celebrazione così mi dà sempre la carica. C'è solo l'essenziale: un telone nero di plastica sulla testa, banchi rudimentali, la gente intorno a fare quadrato in forma di comunità e non di uditorio, la voglia di essere amici e la fede in Gesù Cristo. Mi ha impressionato quella ragazza che, alla preghiera dei fedeli, ha detto: "Ringrazio il Signore per la bella vita che mi ha dato". Detta in quelle condizioni di estrema povertà, vivendo sotto un telone ai margini della strada statale senza energia elettrica, telefono e acqua corrente (e col pozzo prossimo a seccare), la frase significa proprio che "non di solo pane vive l'uomo".

E ora una comunicazione tecnica: siccome ho visto che i gruppi di Modena stentano a organizzarsi per scrivere su questo blog, invito tutti i lettori a intervenire con le proprie osservazioni, commenti e approfondimenti o altre notizie dall'Italia. Per fare questo basterà cliccare in basso, sulla parola "comentarios". Si apre una finestra su cui scrivere il commento. Poi ci si registra (basta uno pseudonimo seguito dall'indirizzo di posta elettronica e dalla password, che però non saranno pubblicate - sul testo apparirà solo lo pseudonimo). Alla fine bisogna clissare sulla fascia rossa "pubblica il commento". Sarà certamente un arricchimento per il blog, che così diventa di tutti voi. Vi aspetto.

25 settembre 2008

IL VANGELO E' ANNUNCIATO AI POVERI

Piccola curiosità per chi non è abituato a convivere con evangelici-pentecostali: a Itaberaì si svolge, in questi giorni, il IV Congresso di Miracoli e Cure. C'è il pienone. Noi preti ironizziamo, ma la gente no. Forse perchè tutti, di tanto in tanto, hanno bisogno di un miracolo: e al momento buono un pò di fede viene fuori! Del resto, a pensarci bene, noi cattolici di tutto il mondo non accorriamo a Lourdes, Fatima e altri posti del genere? Voi mi direte: "I nostri sono luoghi di prodigi e di presenza soprannaturale comprovata da milioni di persone. Io la lascio lì come interrogativo, non oso affrontare il mistero. La cosa certa che anche i pentecostali, in massa, garantiscono che i loro miracoli sono veri, li hanno visti. Sono meno solenni, ma per dimostrarli ci sono migliaia di racconti di esperienze personali, fatti da persone di ogni classe sociale e grado di istruzione. E forse, altrettanti racconti per provare che sono falsi e per metterli in ridicolo.

Hanno democratizzato miracoli e cure, facendoli diventare eventi quotidiani! Sono anche assai più economici e a portata di mano. Mi fanno pensare alle comunità delle origini del cristianesimo. I Vangeli e tutto il Nuovo Testamento narrano miracoli strepitosi. Gesù faceva le cure, e gli apostoli pure. Che ne sappiamo, noi, se Dio non vuole continuare a premiare la fede della gente in questo modo? Gesù diceva: "La tua fede ti ha guarito". Probabilmente la fede, che secondo Gesù è in grado di spostare montagne, quando è forte continua ad avere la stessa efficacia che aveva in quei tempi remoti. Forse queste nuove comunità cristiane, a loro modo, attraversano lo stesso periodo di fervore entusiastico delle prime comunità cristiane.

Z.G., l'uomo considerato più ricco di Itaberaì e proprietario della Superfrango, nostra maggiore impresa (vedi foto e clicca su di essa per leggere), è evangelico pentecostale. All'entrata della sua fabbica esibisce a grandi lettere la frase di San Paolo: "Tutto posso in colui che mi dà forza". E sulla statale accanto ai cancelli un cartello ammonisce: "Il Signore è il mio pastore, nulla mi manca".
Lui, il suo miracolo lo ha già avuto: ha raggiunto un potere economico non indifferente. Nelle chiese pentecostali la prosperità è considerata un segno della benedizione divina.

Non manca di nulla? Pare che gli manchi ancora qualcosa, poichè in questi giorni sta finanziando la campagna milionaria di uno dei candidati a sindaco. I tempi stringono, perciò la propaganda non risparmia nè soldi nè colpi bassi e accuse pesanti all'avversario. Una religiosità esibita senza falsi pudori, talvolta va di pari passo con una determinazione spietata negli affari e in politica. In altre parole, tutto il mondo è paese: noi esseri umani cerchiamo di tirare Dio dalla nostra parte, ma non ci mettiamo dalla sua: o, magari, la sua parte la intendiamo nella maniera che ci fa più comodo. Sforzarci di pensare e agire con la stessa generosità di Dio? Neanche per sogno. Per questo già il profeta Ezechiele, che abbiamo letto in questi giorni, ai suoi tempi denunciava: "I miei pensieri non sono i vostri pensieri, e i miei progetti non sono i vostri progetti. Come il cielo dista dalla terra, così i miei pensieri distano dai vostri pensieri...."

Cambiamo argomento. Non so se è così anche da voi, ma in Brasile il mese di settembre è il mese della Bibbia. Sono sempre più sorpreso e ammirato del valore della Bibbia per i piccoli e umili partecipanti alle comunità ecclesiali di base. La lettura biblica fa crescere le persone. Se necessario, le cambia. Poco a poco, senza nemmeno rendersene conto, cominciano a pensarla come Dio. Quando posso, frequento le loro riunioni e li ascolto. Stanno leggendo la prima lettera ai corinti, che è abbastanza difficile. Sono aiutati da un librino che abbiamo preparato noi, in modo da fornire loro il "pasto" a piccole dosi, corredato da una breve introduzione e accompagnato da momenti di preghiera, canti e conversazione sui temi della lettura legandoli con la vita di tutti i giorni. A volte mi coglie il dubbio che solo gli umili, davvero, siano predisposti a cogliere l'essenziale della lettura biblica. Molti maestri di spiritualità, oggi, sostengono che la conversione a Gesù Cristo presuppone la conversione ai poveri e il loro ascolto:non avranno, forse, ragione?

Termino con una novità: il nostro vescovo, Mons. Rixen, è uno dei delegati eletti a rappresentare i vescovi brasiliani nel Sinodo di Roma, di ottobre prossimo. In questa occasione è previsto un suo passaggio per Modena. Il 10 (venerdì sera) sarà presente alla veglia di preghiera per le missioni, promossa dal Centro Missionario nella Chiesa Abbaziale di Nonantola. Se vi interessa conoscerlo, informatevi e partecipate.

19 settembre 2008

BARTIMEO CONDIVISO: MODENA-GOIAS


Cambiamento di stagione. Finalmente compaiono i primi temporali: sporadici, ma intensi. Stasera sono andato in un accampamento di senza-terra per provare come si vive in tenda sotto la pioggia. Non male: alla luce di un lampione a gas, con un un gruppetto seduto attorno a un tavolo, abbiamo passato due ore buone mentre la pioggia scrosciava sul telo di plastica. Ha tenuto!

Come molti sanno, il clima subtropicale di Goiàs divide l'anno in due parti uguali: la stagione secca e quella piovosa. Le quattro stagioni tipiche dei climi temperati ci sono, ma si notano meno. I primi acquazzoni di settembre sono il segnale della primavera, come l'arrivo delle rondini in Italia (tanto tempo fa). Con due sole ore di pioggia il paesaggio risecchito e sporco di polvere è già migliorato. Ed è maturata la jabuticaba (vedi foto sopra).

A partire da questo post, dovrebbe scattare un cambiamento anche nel blog di Bartimeo: al grido dei poveri di questa parte del mondo dovrebbe aggiungersi anche qualche voce italiana. Ho dato le chiavi di entrata ai redattori del ciclostilato modenese "Brasile informazione", perchè vi possano pubblicare i loro interventi. Spero che si facciano vivi presto, a rinvigorire queste pagine. A giudicare da ciò che si legge sui giornali, i bartimei che hanno motivi per gridare sono sempre più numerosi anche in Italia.

Altre notizie della settimana: é pronto il progetto per l'ampliamento dell'asilo. Ora dobbiamo sbrigare la burocrazia per i permessi del CREA (l'ordine degli ingegneri, che vuole una tassa anche se l'architetto ha fatto il progetto gratis) e del comune, che naturalmente riscuote la sua parte. La vicenda di Luìs, della Fazenda Santa Rosa, procede bene. La domanda di iscrizione di suo figlio per ottenere l'assegnamento della terra da cui suo padre è stato sfrattato, è stata fatta. Questa settimana i rappresentanti dell'Incra erano qui per verifiche, e mi sono sembrati ben disposti. Purtroppo ho avuto una brutta notizia: la famiglia dei più assidui animatori della comunità santa Rosa sembra irrimediabilmente spaccata. Temo proprio che il matrimonio salti. Questo benedetto matrimonio: la formula per farlo durare la conoscono in pochi, e tra quei pochi la maggioranza è gente che non si è sposata e non si sposerà mai. Come fare? Mistero.

Potente il nostro vescovo Eugenio Rixen (vedi foto), che ha scritto una bella lettera da leggere nelle chiese durante le messe di questo finale di settembre, per richiamare i fedeli alla responsabilità dell'esercizio della cittadinanza attiva, attraverso il voto e la pratica democratica. La democrazia è lo strumento moderno più forte che abbiamo a disposizione per mettere in pratica la parabola del samaritano. Oggi non è possibile salvare una ad una le vittime della violenza del sistema economico. Sono troppe. La democrazia ci permette di soccorrerci a vicenda con leggi che garantiscano la dignità e i diritti fondamentali di ogni essere umano. E, a livello comunale, un'amministrazione a favore non dei pochi privilegiati ma di tutti - cominciando dalle categorie più deboli (e più numerose). Bisogna però che la gente impari a usare questo strumento in modo responsabile, e non cedere alle svariate forme di populismo che i potenti propinano per addormentarci. Ecco, di seguito, la lettera del pastore:


"Il 5 settembre potremo, ancora una volta, esercitare la nostra cittadinanza nell'elezione dei nostri futuri sindaci e consiglieri comunali. Come cristiani e cristiane, dobbiamo superare gli interessi personali e vedere il bene comune, specialmente dei più poveri. Prima di tutto, bisogna che tu ti informi sulla vita dei candidati. Non votare in quelli o quelle che hanno conti aperti con la giustizia per delitti gravi, o che sono già stati condannati in prima istanza. Anzi, invito tutti i cattolici e le cattoliche a partecipare alla raccolta di firme per un nuovo progetto di legge di Iniziativa Popolare, che ha lo scopo di impedire la candidatura a persone corrotte e disoneste.

Gli eletti governeranno il nostro comune per quattro anni. Scegli persone con queste caratteristiche: 1) Persone che valorizzano la partecipazione popolare e i consigli comunitari e comunali, nell'amministrazione del comune. 2) Persone che danno priorità alla sanità pubblica al servizio dei più poveri. 3) Persone che investono nell'educazione dei nostri figli e figlie, pagando stipendi migliori ai nostri professori e professoresse e assicurando un trasporto scolastico di buona qualità. 4) Persone capaci di creare nuovi posti di lavoro in funzione di ciascuna realtà locale. 5) Persone che valorizzano l'agricoltura familiare e una migliore distrubuzione della terra. 6) Persone che si preoccupano con la preservazione ambientale, specialmente del "cerrado".

Non credere a candidati che fanno molte promesse, ma non hanno mai fatto nulla per la gente comune. Scegli candidati che abbiano una profonda storia di vita secondo i valori del Vangelo: giustizia, fraternità e solidarietà. Il tuo voto non ha prezzo, ma ha conseguenze. Non lasciarti comprare in cambio di favori immediati, poichè ben presto si dimenticheranno di te. Sogniamo un Brasile senza corruzione e più solidale coi poveri".


Dom Eugênio Rixen

Bispo de Goiás - Goiás – GO, 16 de setembro de 2008.

14 settembre 2008

DEMOCRAZIA, AMBIENTE, PACE: IN PRIMO PIANO


Infuria la campagna elettorale. Noi rimaniamo neutrali, naturalmente, anche se non manca chi vorrebbe farci esporre dalla sua parte. Come ha tentato di fare qualche candidato tirando in ballo don Eligio, per via della scuola che la precedente amministrazione ha costruito (con aiuti del comune di Fiorano) e intitolato al suo nome. Lui, a bassa voce, forse li manda a quel paese....ma non se la prende più di tanto, perchè sa che gli itaberini gli vogliono bene e lo conoscono abbastanza per non immischiarlo in queste faccende. Secondo questa foto (sicuramente autentica, no?) che mi è arrivata da qualche parte, tutti hanno bisogno di don Eligio. Anche Lula, benchè sia all'auge della sua popolarità.

Scherzi a parte, "cittadinanza attiva" è l'argomento affrontato sabato scorso dalla nostra Assemblea Parrocchiale. Infatti, i delegati delle comunità ecclesiali di base si sono posti il problema di come aiutare i cittadini a sentire la responsabilità della scelta (del voto) tra i candidati a sindaco e alla camera legislativa comunale. "Il voto è importante, e non può essere venduto. Ma altrettanto importante è seguire poi, passo a passo, il lavoro dei consiglieri affinchè votino un bilancio comunale che affronti i problemi più veri e urgenti dei cittadini, e che lo faccia eseguire senza piegarsi a ricatti e bustarelle. Imparare a pensare e agire democraticamente è un impegno del cristiano. La parrocchia ha un gruppo denominato "fede e politica", che si propone appunto di affrontare il duro e insidioso lavoro di spingere verso una politica veramente democratica, onesta, e attenta ai bisogno soprattutto delle fascie più deboli. Politica cristiana non è quella che finanzia le chiese (con tante chiese come abbiamo non saprebbe nemmeno come fare) ma quella che si mette veramente al servizio di tutti i cittadini.

Il Brasile è in preda all'euforia della crescita economica. L'Europa è afflitta dalla crisi della crescita. Tra l'uno e l'altro estremo, rimane il grosso problema di salvare il pianeta da un modello di sviluppo che ne esaurisce rapidamente le risorse e interviene in modo sempre più distruttivo sull'ambiente. A questo riguardo vi segnalo una iniziativa che è stata lanciata a Ronzano, attuale residenza di Padre Ettore Turrini, nativo di Montese (Maserno) e missionario in Brasile (Acre, in piena foresta amazzonica) per più di 50 anni. Dovendo restare in Italia per ragioni di salute, è ovvio che ora agita le acque lì! E' la FESTA DEI POPOLI 2008 - 19-20-21 settembre. La festa si svolgera presso l'Eremo di Ronzano, ed è intitolata: LA TERRA NON SARA' DISTRUTTA - L'UOMO INEDITO LA SALVERA'. Se vi interessa, informatevi presso i Servi di Maria di Bologna. (Trovate indicazioni su google, alla voce Ronzano, Bologna: la festa è organizzata in associazione con Pax Cristi, e conta sulla presenza, tra l'altro, di Mons. Bettazzi).

Infine, vi pubblico questo intervento che si trova sul sito dei saveriani: accusati di sincretismo e relativismo per l'uso della bandiera-arcobaleno, quelli di Giovaniemissione rispondono così.

“Egli è la nostra pace” (Ef 2,14): la nostra ricerca della pace attraverso il cammino lento e profetico della non violenza attiva ha le sue radici nella vita, nelle scelte, nell’utopia incarnata nella quotidianità dell’esistenza di Gesù di Nazareth.

Gesù era un uomo in strada, perennemente in cammino per incontrare l’umanità povera e sofferente nella marginalità della sua Galilea, uomo di relazioni autentiche, uomo accogliente, attento alla storia delle persone che incontrava. Chinato sulle ferite dei poveri ha insegnato in maniera molto concreta la compassione di Dio verso di loro e la rivoluzione di un amore disposto ad amare gratuitamente anche i nemici.

Gesù si propone come modello di pace (“vi do la mia pace”, Gv 14,27) non elaborando a tavolino una dottrina non violenta, ma praticando la non violenza attiva nell’incontro con la gente lì dove essa viveva; la prassi di Gesù provocava la liberazione delle persone che ne accoglievano l’abbraccio dalle catene del male personale e sociale. La CROCE fu la risposta violenta del Sistema imperiale, che volle assassinare chi in maniera assolutamente disarmata, dal basso, ne scardinava la logica.

10 settembre 2008

ELEZIONI ED ETICA ELETTORALE

Il 5 ottobre prossimo i cittadini brasiliani eleggeranno i nuovi sindaci. Anche a Itaberai sta esplodendo la campagna elettorale. Ad ogni incrocio c'è una squadra di portabandiere che divulgano il numero del loro candidato, e tutto il santo giorno gli altoparlanti martellano detti, slogan e canzoncine....l'afflato poetico, in queste occasioni, raggiunge livelli insospettabili. "Oi, oi, oi, come faccio a votar questo dottor?" Oppure: "Con Benedito - il progresso è più spedito!"


Per i più poveri è una buona occasione di fare "bico", cioè di guadagnare qualcosa con un lavoro precario: portare in giro bandiere, in moto o a piedi. Nella foto accanto, la signora ha preso con sè la sportina per il pranzo. Non è un lavoro facile, perchè si tratta di passare la giornata in piedi sotto il sole, che di questi tempi non scherza.

Il piazzale davanti alla Chiesa è letteralmente invaso da schieramenti di bandiere: perchè lì passa molta gente, e forse anche perchè ogni candidato si raccomanda a Dio. Sfido io! Con quello che spendono, se perdono si trovano in un bel guaio. Eppure qualcuno dovrà anche perdere! Negli incontri di formazione noi spieghiamo l'etica in politica: l'importanza, cioè, di non vendere il voto e di non votare sconsideratamente. Il sindaco è colui che amministra, a nome dei cittadini, il denaro pubblico. La "camera municipale" è il consiglio che delibera il bilancio comunale e ne controlla l'esecuzione corretta. Bisogna eleggere persone oneste e competenti. Ne va del bene comune. I cittadini devono imparare a esercitare la cittadinanza, che significa anche seguire e controllare il lavoro del sindaco e dei consiglieri comunali affinchè lavorino onestamente e a beneficio di tutti. La democrazia è una cosa bella e seria, ma difficile. Nonostante le istruzioni, qualcuno mormora che in queste elezioni il voto costa circa 100 reali (40 euro). Spero che non sia vero. Purtroppo sappiamo tutti come vanno le cose. Raramente ho visto una vittoria netta di chi fa politica solo con l'intenzione di servire al bene di tutti.

A questo proposito, devo correggere un'informazione sbagliata che ho dato in Italia, circa il mattatoio di polli di Itaberai che si chiama "super-frango". Non uccidono 200 mila polli al mese, come dicevo io, ma al giorno. Ce n'è per tutti, sono convinto che li stiate già mangiando anche voi italiani se comprate nei supermercati. A noi vengono i soldi per gli stipendi e tante altre cose, tra cui anche le spese di campagna elettorale di uno dei candidati a sindaco. Notoriamente, infatti, il proprietario della superfrango, la maggiore industria di Itaberai, appoggia il candidato n. 45.

A noi rimangono pure la puzza e le zanzare: infatti gli scarichi dell'industria sono, in buona parte, un pantano a cielo aperto a poche decine di metri dalle ultime case del paese. Di sera, quelli che abitano lì accanto possono raccogliere le zanzare con il mestolo, e non vi dico l'odore (che chiamano: "profumo di superfrango". Speriamo che chi vince le elezioni ci liberi da questo orrore. Lo faranno senza dubbio, perchè tra l'altro sono molto devoti: hanno chiesto insistentemente le preghiere dei cristiani di tutte le chiese.