29 settembre 2008

FESTA DI COMPLEANNO E DEI POPOLI

Sabato 27 abbiamo festeggiato il 48o compleanno del nostro parroco, Padre Severino da Silva, e i 27 anni di presbiterato di don Maurizio Setti. A tavola erano presenti (vedi la foto, scattata dal medesimo Padre Severino): Vicentina Bergamini, P. Luis Cardalda, Don Eligio, Maurizio, io e naturalmente Severino, che però non si vede perchè stava scattando lui la foto.

Notate la varietà: Vicentina è la donna di casa. E' discendente di italiani (delle parti di Cerea, Verona), nata però nello Stato di Minas Gerais, emigrata da piccola in Goiàs dove ha formato e cresciuto la sua famiglia: quindi goiana negli affetti e nella cultura. Padre Luis Cardalda, spagnolo purosangue della Galizia. (E' molto amico di Severino perchè sono stati insieme per alcuni anni in una missione del Mozambico. Poi parroco di Jussara, una delle nostre città e parrocchie più grandi e impegnative). Ora, Padre Luis ha rinunciato per limiti di età (76) e rimane a disposizione per incarichi meno pesanti). Padre Severino è nordestino di Recife. Ha studiato a Recife, ed è emigrato in Goiàs in seguito alla chiusura imposta al suo seminario negli anni ottanta. Ha ricevuto l'ordinazione da Mons. Tomàs Balduino negli anni novanta e, dopo sei anni di missione in Africa è stato parroco di Itapuranga. E' venuto a Itaberaì due anni fa, dopo il ritorno in Italia di don Eligio. Don Eligio Silvestri che ora si ritrova qui, provvisoriamente, come aiutante di prima categoria! Padre Maurizio sapete chi è, e l'altro sono io stesso.

In breve, una tavolata assai diversificata. Vari paesi, lingue, colori, razze, culture. Tanto più se si considera che poco prima del pranzo lo stesso Severino, assieme a Padre Eligio, era stato a celebrare alcuni battesimi nell'accampamento locale degli zingari, in periferia (vedi seconda foto). Insomma, il suo compleanno è stato un pò una giornata da "Festa dei popoli". In contro tendenza rispetto al mondo europeo: da quelle parti, infatti, tanti ci tengono a difendere anche con violenza il proprio diritto a non avere tra i piedi gente diversa! Del resto la Chiesa sembra il posto ideale per imparare a lavorare insieme in armonia, eliminando le barriere imposte dall'ignoranza e dai pregiudizi. E' solo questione di non considerarci padroni ma discepoli dello stesso Gesù Cristo.

Nella serata di sabato è accaduto di tutto. Il candidato sostenuto dalla potenza economica locale ha messo in scena una sfilata di centinaia di motociclette e 500 veicoli tra automobili, camions e trattori. Tutti a sbandierare. Hanno fatto un gran chiasso e congestionato il traffico per ore, per questo inutile sfoggio di potere acquisitivo. La gente che io ho interpellato ha detto: "Se perde gli sta bene, e se vince userà i nostri soldi per recuperare quello che ha speso!" Alcuni, dalla sfilata, agitavano le mani facendo il numero dell'avversario. Nostro Signore non ha detto nulla, ma sicuramente ci ha messo una mano perchè non è accaduto nessun incidente, nonostante la confusione e gli imbottigliamenti. Ad un tratto, però, è sopraggiunto un violento temporale a bagnare per bene gli incauti che si trovavano sui camion e sulle moto. Se qualcuno aveva la testa calda, sicuramente gli si è raffreddata.

Dopo il temporale, quando già era buio, ho preso il lampione a gas e sono andato a celebrare la messa nell'accampamento dei sem-terra chiamato Paulo Farias. Erano con me Eleusa, Vilmar e Zalmi, dell'equipe della pastorale della terra. Li abbiamo trovati già raccolti sotto la tenda delle riunioni, alla luce di un lampione a gas (a cui ho aggiunto il mio) e seduti tutto attorno su panche di bambù costruite da loro stessi. Il tavolo per la celebrazione era pronto, con fiori, candele e una statuina del Sacro Cuore, in mancanza della croce. Ci hanno raccontato della paura passata: il vento aveva minacciato di strappare qualche tenda. Ana Paula, una ragazza dell'accampamento (20 anni) ha fatto la lettura del Vangelo, l'equipe che era con me ha provveduto al canto. Una celebrazione così mi dà sempre la carica. C'è solo l'essenziale: un telone nero di plastica sulla testa, banchi rudimentali, la gente intorno a fare quadrato in forma di comunità e non di uditorio, la voglia di essere amici e la fede in Gesù Cristo. Mi ha impressionato quella ragazza che, alla preghiera dei fedeli, ha detto: "Ringrazio il Signore per la bella vita che mi ha dato". Detta in quelle condizioni di estrema povertà, vivendo sotto un telone ai margini della strada statale senza energia elettrica, telefono e acqua corrente (e col pozzo prossimo a seccare), la frase significa proprio che "non di solo pane vive l'uomo".

E ora una comunicazione tecnica: siccome ho visto che i gruppi di Modena stentano a organizzarsi per scrivere su questo blog, invito tutti i lettori a intervenire con le proprie osservazioni, commenti e approfondimenti o altre notizie dall'Italia. Per fare questo basterà cliccare in basso, sulla parola "comentarios". Si apre una finestra su cui scrivere il commento. Poi ci si registra (basta uno pseudonimo seguito dall'indirizzo di posta elettronica e dalla password, che però non saranno pubblicate - sul testo apparirà solo lo pseudonimo). Alla fine bisogna clissare sulla fascia rossa "pubblica il commento". Sarà certamente un arricchimento per il blog, che così diventa di tutti voi. Vi aspetto.

1 commento:

  1. sono di modena per metà..ma voglio mandare ugualmente un messaggio.
    1.per noi di rimini il lavoro del blog è un bellissimo aiuto a restare in contatto
    2.un saluto a tutti quelli della foto (bello rivedere il tavolo da pranzo) anche al prete-parroco e prete-galiziano che non conosco(almeno il cognome spagnolo ci accomuna)
    3.saluto specialissimo a eligio per il suo impegno "senza età"(ma chi hai corrotto all'anagrafe?)
    4.un augurio per il creche s.francisco: il nuovo nipote che ci è nato ci impegna ancora di più a sentirci in comune con chi si dedica al futuro della nostra terra
    5.spero per le prossime elezioni:comunque è bello che un vescovo faccia un richiamo evangelico all'impegno per i poveri dei candidati e non un richiamo a ricordarsi di finanziare le scuole cattoliche
    6.attendo che si facciano vivi da modena: credo abbiano cose interessanti da dire

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