17 gennaio 2011

AMORE CONTRO INTOLLERANZA

Foto: le epiphillum (dame della notte) sono fiorite di nuovo.

Per fortuna i brasiliani non seguono molto le notizie italiane, se no ci sarebbe da chiudersi in casa per alcuni giorni per la vergogna. Quello che si legge nei giornali online mi ricorda le lezioni di storia dei tempi del liceo, quando ci raccontavano (in modo assai pudico) dei festini orgiastici di antichi re greci che duravano settimane e mesi, e di imperatori romani che nominavano senatori i loro cavalli e giocavano nei giardini, di notte, con le ninfe, dopo aver mangiato e bevuto oltre il possibile con l´aiuto del "vomitatorio". Ma anche nelle corti del rinascimento non erano da meno - comprese in quelle di alcuni papi - se é vero che giá nel 1300 Santa Caterina ora patrona d´Italia, nella sua visita alla sede papale Avignone, venne a parole grosse con alcune cortigiane vestite da sgualdrine - ed era solo l´inizio). Ma io - ancora una volta per fortuna - devo parlare solo del Brasile. Lula e la Dilma, notoriamente, hanno una frequentazione meno assidua di alti prelati (forse anche perché le chiese e i gruppi religiosi si contano a migliaia), ma in compenso sembrano piú sobri e rigorosi nel lavoro politico e piú concentrati sulla soluzione dei problemi del paese. E la Conferenza dei Vescovi chiede loro giustizia nella distribuzione del reddito, non la croce negli uffici e scuole pubbliche.

Tuttavia oggi non parleró nemmeno di loro: gli osservatori piú critici stanno pubblicando una serie di problemi gravi da sottoporre all´attenzione di Dilma. E poi c´é stata e c´é ancora l´emergenza alluvioni e smottamenti che ha ucciso piú di 600 persone: lasciamoli lavorare. La Caritas brasiliana ha lanciato una campagna di solidarietá alle migliaia di famiglie che hanno perso tutto. Noi questa sera, nella messa della novena, abbiamo fatto una colletta per loro: si sono raccolti circa 1400 reali (quasi 700 euro).


“All´inizio dell´anno 2000, a Rio de Janeiro, Madre Gilda, sacerdotessa del Candomblé (religione afro-brasiliana, ndt), vide due volte il suo tempio invaso da persone di una Chiesa neo-pentecostale. Esse invasero il luogo e distrussero i sedili degli Orixás. E il 21 gennaio, Madre Gilda vide stampata sul giornale "A Folha Universal", una foto sua con la scritta "Macumbeiros minacciano la vita e la borsa dei clienti". Alla vista di quello, quella signora anziana soffrí un infarto e morí. Affinché non si ripetano fatti come quello, nel 2007 il presidente Lula firmó una disposizione che determina che ogni anno il 21 gennaio sia considerato “Giornata Nazionale contro l´Intolleranza Religiosa”.

Cosí scrive il monaco benedettino Marcelo Barros in un articolo pubblicato sul sito Adital con il titolo: “L´amore incondizionale contro l´intolleranza religiosa. E commenta:

“Un anno fa, una vasta regione di Haiti fu distrutta da un terremoto che uccise migliaia di persone e lasció il paese devastato. Haiti, giá secolarmente vittima della dominazione straniera e della corruzione politica, soffre ancora di piú per rialzarsi. Di tutte le immagini terribili che ferirono la sensibilitá delle persone solidale, sicuramente una delle piú impressionanti fu ascoltare George Samuel Antoine, console di Haiti, dire in televisione che quella tragedia si era abbattuta sul suo paese come castigo divino perché il popolo praticava il Vodu e aveva fatto un patto col diavolo per diventare politicamente indipendente. Secondo quel diplomatico, il popolo negro di Haiti é riuscito a liberarsi dalla schiavitú francese e poi dal dominio nord-americano perché si é alleato col demonio. La Teologia della Liberazione scopre in ogni processo di liberazione lo Spirito di Dio presente e operante. Al contrario, il sistema oppressore sembra insistere che chi si lascia schiavizzare é piú vicino a Dio”
.
“Per fortuna in questi giorni, in Brasile, non é saltato fuori nessuno a tentare di spiegare con argomenti religiosi le inondazioni e le tante vittime fatali delle frane sulle montagne di Rio de Janeiro, São Paulo e Minas Gerais. Forse dentro alle loro congregazioni, ci sono ancora pastori e perfino uno o l´altro prete cattolico che predica una divinitá capace di assassinare persone innocenti solo per imporre la sua volontá e i suoi precetti ad una umanitá incredula. Di fatto, sondaggi rivelano: in un mondo insicuro e privo di punti di riferimento etico chiari, i movimenti religiosi che crescono di piú sono i piú fanatici e chiusi nel loro dogmatismo. Essi riuniscono principalmente giovani e persone carenti di sicurezza interiore e istituzionale. Tanto gruppi cristiani, come mussulmani, giudei e Indú fondamentalisti pensano che Dio abbia firmato un patto di esclusivitá con loro e che solo la loro religione, Chiesa o gruppo possieda la veritá e il diritto di esistere”.
É chiaro che per farla finita con l´intolleranza culturale e religiosa non bastano una legge o un decreto. Bisogna che trasformiamo interiormente il processo di fede. Molte confessioni religiose confondono ancora la veritá con una forma culturale di esprimerla. Perció assolutizzano i loro dogmi e tendono a chiudersi in un certo autoritarismo fondamentalista, comprese quelle che sembrano piú liberali. Da questo, facilmente si giustificano i conflitti e perfino le guerre in nome di Dio. Nel 1965, in uno dei suoi documenti piú belli, (la dichiarazione Nostra Aetate), il Concílio Vaticano II proclamava il valore delle altre religioni e stimolava i cattolici del mondo intero al rispetto verso il diverso e il dialogo con tutte le culture e la collaborazione verso altre tradizioni religiose”.

Attualmente, la diversitá religiosa nel mondo é non solo un fatto attuale che, lo vogliamo o no, si impone all´umanitá, ma una grazia divina e una benedizione per le tradizioni religiose che, cosí, possono complementarsi e arricchirsi mutuamente. Affinché questo dialogo sia vero e profondo, ogni religioso deve riconoscere l´elemento di veritá che esiste nell´altro e aprirsi a ció che Dio ci rivela, non solo partendo dalla nostra tradizione, ma anche dal cammino religioso dell´altro. Per questa apertura pluralista e per il dialogo che ne decorre vale ció che, nel secolo IV, diceva S. Agostino: "Indicatemi qualcuno che ama, ed egli sente ció che sto dicendo. Datemi qualcuno che desideri, che cammini nel deserto, qualcuno che abbia sete e sospiri per la fonte della vita. Mostratemi questa persona ed essa saprá ció che voglio dire”.

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