Come inizio di quaresima, vi presento Celso Carpenedo. Il suo aspetto è poco quaresimale, nonostante conduca una vita molto sobria. Infatti ha il viso allampanato: pelle rossa e barba-rossa. E' dovuto alle sue origini venete, ma è brasiliano legittimo del Rio Grande del sud. Venne a Goiàs come monaco benedettino laico, negli anni 80. Da allora è stato una delle colonne della pastorale diocesana. Per molti anni dedicò il suo tempo ai Corsi Bibilici, alla Scuola-famiglia agricola per i figli dei Sem-Terra beneficiati dalla Riforma Agraria, alla Scuola di Teologia Diocesana per laici di cui è stato uno dei fondatori e di cui è tutt'ora direttore. Da alcuni anni ha lasciato il Monastero e vive da solo in campagna. Coltiva un podere e insegna nell'Università Serale della Città di Goiàs. Lo vedete seduto nella Biblioteca del Centro Diocesano di Pastorale, mentre prepara le lezioni. Lo scorso anno ha provato ad assaggiare anche la politica, concorrendo alle elezioni comunali (come candidato alla camera legislativa) per il PT (Partito dei Lavoratori), nel comune di Goias. Fu il primo dei non eletti. Se si vuota un seggio, lui entra. Cosa c'entra Celso con la quaresima? E' il tempo propizio anche per rinfrescare le motivazioni e l'impegno, e io l'ho cercato pochi giorni fa per invitarlo a tenere un Corso di Formazione per le equipe di pastorali sociali di Itaberaì. Lui è bravissimo ad aiutare la gente nella riflessione. I problemi da affrontare sono tanti: pastorale della terra (CPT), carceraria, promozione umana, pastorale della salute, del soccorso nelle emergenze, di aiuto ai dipendenti di alcool e droga. Le pastorali sociali hanno una vocazione samaritana, quindi sentono il bisogno di specchiarsi in Gesù rinnovare il proprio incontro con Gesù. Solo da Gesù si impara come essere davvero samaritani.
Nella messa delle Ceneri ascoltiamo l'invito accorato dell'apostolo Paolo: "In nome di Cristo vi imploro, lasciatevi riconciliare con Dio". E' una frase che mi fa impressione, perchè coglie nel segno: è ciò di cui abbiamo bisogno. La tradizione cristiana, da sempre, affida alla quaresima il compito di convertirci richiamandoci ai tre pilastri della preghiera, digiuno ed elemosina. Abbiamo, nella Chiesa, una storia e un presente di integralismi e violenze sconcertanti, ma abbiamo anche queste tre cose che rispecchiano la pratica di Gesù e degli apostoli. In esse possiamo ritrovare la fiducia per continuare sul sentiero del Vangelo senza perderci . "Chi confida nel Signore è come la montagna di Sion - niente può abbatterlo, perchè è stabile per sempre" (salmo 124).
In Brasile il marchio della quaresima è la Campagna della Fraternità. Ve ne ho già parlato. Quest'anno l'argomento è la sicurezza pubblica. Il motto è: "La pace è frutto della giustizia". Il Testo Base dei Vescovi è molto elogiato: dicono che è ricco e scritto in modo che tutti lo possano capire. Parere mio: sì, è ricco, c'è fin troppo (nei nostri ambienti, si loda sempre l'ultimo documento dei Vescovi, poi lo si legge poco e lo si dimentica in fretta). Il tema è vastissimo, quasi impossibile da affrontare in tutti i suoi aspetti. Ci sono due messaggi fondamentali. Il primo: abbiamo una tradizione secolare di accettazione dell'ingiustizia e della violenza da cui ci dobbiamo liberare. Interi popoli sono stati educati ad andare a testa bassa. E il secondo: "La gente ha paura e si illude di proteggersi dalla violenza costruendo muri sempre più alti attorno a casa. Oppure chiedendo aI governo di rafforzare i corpi di polizia, armarla di più, decretare pene più severe, mettere sbarre più robuste nelle prigioni. L'unico modo efficace è promuovere giustizia, dare a tutti condizioni di vita degna, sviluppare le potenzialità di amore e solidarietà che tutti possiedono. Che è anche l'unico modo onesto, umano e cristiano di costruire la sicurezza".
Analizzano anche il nostro sistema carcerario (copiato dall'Europa), che è il contrario di tutto questo. E che è controproducente. Lo Stato punisce giustamente chi si è reso colpevole di violazione di una legge, ma lo fa violando le leggi egli stesso e trattando il carcerato come una bestia. Sono ammucchiati in 25-30, in celle costruite per 10, senza nessuna separazione tra delinquenti professionisti e recidivi, assassini e ragazzi che hanno rubato la radio in una macchina. Non dà loro nessuna possibilità di riscattarsi. E' comprovato che almeno il 20% dei carcerati, in Brasile, ha già compiuto la pena e rimane in prigione solo perchè non ha denaro per fare andare avanti il processo. Un'altra percentuale consistente è di persone che potrebbero essere recuperate se disponessero di scuole e di possibilità di lavorare e guadagnarsi la vita onestamente.
Non so quanto potrà nascere di concreto da questa Campagna della Fraternità. Lo schema inventato dalla Conferenza Nazionale dei Vescovi Brasiliani (CNBB) sforna ogni anno nuove pastorali, che in teoria dovrebbero essere immediatamente strutturate nelle diocesi e nelle singole parrocchie, e cominciare subito a funzionare. La realtà è molto più modesta: è costituita da quei pochi che ci credono e si donano, dandoci la pelle. Però ci sono in giro parecchi gruppi di pastorale carceraria che stanno facendo cose magnifiche, di avanguardia, che non vi descrivo perchè occorrerebbe troppo spazio: per esempio scuole all'interno delle carceri, orti comunitari, carceri speciali per detenuti in via di reintegrazione nella società, gruppi di artigianato con rispettive mostre-mercato, eccetera. Le iniziative migliori nascono sempre dal basso: da laici, laiche, preti e suore eroici che frequentano le prigioni e ricostruiscono la dignità umana di persone che sono finite nella pattumiera. Oppure frequentano i quartieri trasformati in covi di delinquenza e ricreano nella gente, a proprio rischio, la gioia di vivere insieme e la fiducia nelle relazioni fraterne. L'assurdo è che la mentalità capitalista, invece, considera utopie da lunatici la fratellanza e la condivisione. Chi si trova in cima alla piramide spende tutte le sue energie a selezionare, stimolare la competizione, circondarsi di vincitori e gettare via gli scarti. A distruggere gli esseri umani c'è una grande industria. A tentare di ricostruirli, ci sono artigiani anonimi.
Per finire, vi pubblico la mia traduzione dell'inno della Campagna della Fraternità: non è molto poetico, ma è didascalico! Nel video, poi, potete ascoltarlo, cantato in portoghese, con una musica simpatica.
Popolo mio, mi è arrivato il tuo lamento,
so la paura e insicurezza che tu provi.
Io vengo a te, sono tua força e tuo sollievo.
Ti mostrerò una strada nuova per la pace.
Dove riponi la tua fiducia?
Chi ti dà la sicurezza?
É l'amore che tutto può!
Solo giustizia genera pace!
Quando il diritto abiterà nella tua casa,
Quando giustizia sarà a tavola con te,
La sicurezza giocherà nelle tue piazze;
La pace, infine, mostrerà la sua bellezza.
La sicurezza è vita piena per ognuno:
Lavoro degno, abitazione, educazione;
É aver salute ed il rispetto dei diritti;
É costruire fratellanza, esser fratelli.
Vano è punire e conservar disuguglianze;
Illusione chieder solo e non dar niente.
Solo nella giustizia sei tranquillo;
La non violenza è il nuovo modo di lottare.
La sicurezza è come una tela di ragno (Jó 8,14)
se tu hai fiducia solo in armi e nel potere.
Non è violenza, non son le sbarre o la vendetta
a far fiorir per te pace e giustizia.
Io ti ho sposato nel diritto ed in giustizia;
Ti feci mio con grande amore e tenerezza. (Os 2,18)
Come accettar da te odio e ingiustizia,
Intolleranza e mancanza di rispetto?
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