
"Ignace Ramonet, direttore di Le Monde Diplomatique e uno degli acuti analisti della situazione mondiale, ha chiamato l'attuale crisi economico-sociale "la crisi perfetta". Putin, a Davos, l'ha chiamata "la tempesta perfetta". Io, da parte mia, la chiamerei "il buco perfetto". Il gruppo che compone l'Iniziativa Lettera della Terra (M. Gorbachev, S. Rockfeller, M.Strong e io stesso, tra gli altri) venti anni fa avvertiva: "Non possiamo continuare per la strada percorsa, per quanto piana si presenti, perchè là davanti essa va incontro a un buco abissale". Come un ritornello lo ripeteva anche il Forum Sociale Mondiale, fin dalla sua prima edizione a Porto Alegre nel 2001. Ora è arrivato il momento in cui il buco si fa vedere. Là dentro sono cadute le grandi banche, le fabbriche tradizionali, le immense corporazioni transnazionali e US$ 50 trilioni di fortune personali si sono mescolate alla polvere del fondo del buco. Stephen Roach, della banca Morgan Stanley, anch'essa colpita, ha confessato: "Ha sbagliato Wall Street. Hanno sbagliato i regolatori. Hanno sbagliato le Agenzie di Stima del rischio. Abbiamo sbagliato tutti noi". Ma non ha avuto l'umiltà di riconoscere:" Ci ha azzeccato il Forum Sociale Mondiale. Ci hanno azzeccato gli ambientalisti. Ci hanno azzeccato grandi nomi del pensiero ecologico come J. Lovelock, E. Wilson e E. Morin".
In altre parole, quelli che credevano di essere signori del mondo a tal punto che alcuni decretavano la fine della storia, che sostenevano l'impossibilità di qualunque alternativa e che nei loro concilii ecumenico-economici promulgarono dogmi della perfetta auto-regolamentazione dei mercati e della via unica, quella del capitalismo globalizzato, ora hanno perduto tutto il loro latino. Se ne vanno confusi e perplessi come un ubriaco in un vicolo buio. Il Forum Sociale Mondiale, senza orgoglio, ma sinceramente, può dire: "La nostra diagnosi era corretta. Non abbiamo ancora l'alternativa, ma una certezza si impone: questo tipo di mondo non ha più le condizioni per continuare e progettare un futuro di inclusione e di speranza per l'umanità e per tutta la comunità della vita". Se va avanti così, esso può mettere fine alla vita umana e ferire gravemente Pacha Mama, la Madre Terra.
I loro ideologi forse non credono più nei dogmi e si accontentano ancora del catechismo neoliberale. Ma cercano un capro espiatorio. Dicono: "Non è in crisi il capitalismo in sè. E' il capitalismo di traverso nord-americano che spende un denaro che non ha in cose di cui la gente non ha bisogno". Uno dei suoi sacerdoti, Ken Rosen, dell'Università di Berkeley, almeno, ha ammesso: "Il modello degli Stati Uniti è sbagliato. Se tutti utilizzassero lo stesso modello, noi non esisteremmo più".
Quì c'è un inganno evidente. La ragione della crisi non sta appena nel capitalismo nord-americano come se un altro capitalismo fosse corretto e umano. La ragione sta nella stessa logica del capitalismo. Lo hanno già ammesso politici come J. Chirac e un ventaglio considerevole di scienziati che se i paesi ricchi, situati nel Nord, volessero generalizzare il loro benessere per tutta l'umanità, avremmo bisogno di almeno tre Pianeti Terra uguali a quello che abbiamo. Il capitalismo è per natura vorace, accumulatore, depredatore della natura, fonte di disuguaglianze e privo di senso di solidarietà verso le generazioni attuali e ancor meno verso quelle future. Non si toglie al lupo la ferocia facendogli alcune carezze o limandogli i denti. Egli è feroce per natura. Così il capitalismo, poco importa in quale luogo lo si realizzi, se negli USA, in Europa, in Giappone o anche in Brasile, trasforma tutto in cose, la Terra, la natura, gli esseri viventi e pure gli umani. Tutto è dentro al mercato e su tutto si possono realizzare affari. Questo modo di abitare il mondo, guidato soltanto dalla ragione utilitarista ed egocentrica, ha scavato il buco perfetto. E vi è caduto dentro.
La questione non è economica. E' morale e spirituale. Ne usciremo partendo da un rapporto diverso con la natura, sentendoci parte di essa e vivendo l'intelligenza del cuore che ci fa amare e rispettare la vita ed ogni essere. Se no continueremo nel buco in cui il capitalismo ci ha gettati".
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