19 gennaio 2009

RELIGIOSITA' E VITA REALE


I viaggiatori italiani mi hanno portato i tortellini preparati dalle donne di Maserno. Questa foto testimonia che li abbiamo fatti in brodo e mangiati in compagnia: in casa del mio vicino, perchè erano molti e non si potevano sprecare! Tante grazie alle buone signore e ai visitanti, che ora si preparano a tornare in patria dopo aver visitato anche le cascate di Iguassù e Brasilia. La nostra novena di San Sebastiano termina stasera. Nelle letture e omelie della messa abbiamo trattato questi temi: 1) Il battesimo (Don Eligio). 2) I beni materiali e la criminalità (Padre Luis Cardalda, missionario in partenza per il Mozambico). 3) La piramide sociale e la criminalità (Padre Eduardo Calandro). 4) L'impunità delle "alte sfere" del crimine (Padre Chico, cioè io). 5) I mezzi di comunicazione sociale e la criminalità (Dom Eugenio, vescovo). 6) La violenza del razzismo (Padre Mauro). 7) La violenza nelle strade (Don Maurizio Setti). 8) Lo sfruttamento sessuale (Padre Severino, parroco). 9) L'universo delle droghe (Padre Celismar). Argomenti molto forti, afflusso imponente. Le messe, mediamente, sono durate 90 minuti (come le partite di calcio).

Domani sarà la grande sagra. Considerando la partecipazione massiva di questi giorni alle messe della novena, ci possiamo aspettare un'apoteosi. Davvero tanti hanno preso parte alle riflessioni sui problemi gravi che ho elencato sopra, hanno cantato e pregato chiedendo perdono e facendo buoni propositi. La discrepanza tra l'intensa e sincera religiosità (almeno così sembra!) e la vita reale non mette un pò paura? Mi sembra che la maggior parte di chi viene in chiesa siano persone oneste, però c'è anche tanto sfoggio di ricchezza e strafottenza di alcuni, impunità delle alte sfere sociali, corruzione elettorale e politica, sfruttamento della prostituzione, violenza e indisciplina nella circolazione stradale, traffico di droga e alcoolismo, eccetera. Dopo tante magnifiche celebrazioni qualcosa cambierà?

Il Brasile ha negato all'Italia l'estradizione di Cesare Battisti. Credevo che fosse stato impiccato dagli austriaci nel 1916, per tradimento. Ora, invece, è accusato di 4 omicidi. Gli hanno concesso lo stato di rifugiato politico. Secondo la Giustizia brasiliana quei delitti sono stati di carattere politico e il colpevole, se ritorna in Italia, rischia di essere ucciso. Alcuni giornali hanno segnalato il fatto come "piccola crisi diplomatica", citando la frase di un politico italiano che, secondo i giornali, si appella a Lula affinchè cambi idea: "Noi non torturiamo e non abbiamo la pena di morte!" Lula ha risposto dando copertura al Ministro della Giustizia: "Il nostro Stato è sovrano, ciò che ha deciso dev'essere rispettato". Con la disoccupazione raddioppiata negli ultimi tre mesi, credo che l'Esecutivo brasiliano abbia abbastanza problemi più urgenti di cui preoccuparsi. E anche quello italiano.

Nessun commento:

Posta un commento