13 gennaio 2009

LA FESTA DEGLI ANIMALI

Di ritorno da una pozzanghera ai bordi dell'asfalto, una mandria di buoi "nelore" si ferma incuriosita e gira il capo per osservare il fotografo. Queste bestie nascono predestinate a diventare bistecche, ma prima vivono dignitosamente. I pascoli sono immensi e pittoreschi, popolati da garzette, emas, curicacas e altri uccelli che amano la loro compagnia. I loro proprietari pongono rulli di sale e vasche d'acqua corrente lungo i loro percorsi, per rendere loro la vita più facile. Hanno dato loro anche un santo protettore: San Sebastiano, 20 dicembre. Ad Itaberaì questo santo è, addirittura, il patrono della parrocchia, come lo è dell'antica capitale del Brasile, Rio di Janeiro. Gli allevatori tengono da parte il vitello o il manzo più gagliardo per offrirglielo il giorno della festa. Il santo, da parte sua, riceve il dono e lo cede alla parrocchia, che lo mette all'asta affinchè altri allevatori facciano a gara a chi offre di più. Il ricavato sarà l'entrata più importante per sostenere le opere parrocchiali. Non so quando sia cominciato questo costume che trasforma in gioco un atto di devozione e una generosa donazione alla Chiesa, ma sicuramente chi lo ha inventato era furbetto. La novena che precede la festa è un'apoteosi. La chiesa è zeppa, c'è una messa solenne e, di seguito, l'asta in piazza. Non sono esposti solo vitelli, ma anche porci, galline, casse di frutta, torte, polli arrosto e ogni altro ben di Dio.

Fino a qualche anno fa vi abbondavano anche le bottiglie di cachaça, una specie di grappa distillata dalla canna da zucchero. Gli animi si esaltavano, e di tanto in tanto ci scappavano le coltellate e il morto. Se proponevi di bandire l'alcool, minacciavano di non collaborare, o di fare la festa per conto loro. Poi i tempi sono cambiati. Non tutto il bene è nel passato, e non tutto il male è nella modernità. Ora il Vescovo ha proibito gli alcoolici nelle feste religiose e i cattolici si sono adeguati. Anche i bevitori più incalliti, ormai, si vergognano a protestare. Non per nulla siamo circondati di chiese che bandiscono severamente gli alcoolici: gli evangelici convertono i cattolici. Inoltre, nessuno più ignora le numerose tragedie familiari moderne provocate dall'alcool e dalle droghe, e la gente è terrorizzata dal pensiero che i propri figli cadano nella spirale del vizio.

L'asinello modenese della foto può dirsi soddisfatto: avrà la sua parte di benedizione, perchè anche in Italia, in questi giorni, si festeggiano le bestie. Là il patrono è S. Antonio Abate, che qui si chiama Antao, e cade il 17 gennaio. A Castelluccio c'è ancora la tradizione di celebrare una messa per gli animali da stalla e da cortile. Dopo la messa, naturalmente, si va a mangiare insieme le zampanelle. E' una specie di comunione civile che tutti la possono fare, anche quelli che hanno dei peccati più grossi delle boasse. L'usanza di riunire le vacche da latte e gli asini e i muli in paese per una benedizione generale non esiste più, così come è finita quella del prete che va di stalla in stalla. Oggi si unisce la benedizione delle stalle (diventate, ormai, stalloni pieni zeppi di vacche, immigrati e tecnologia) assieme a quella delle case, così anche gli animali domestici partecipano, a modo loro, alla quaresima!

Sono feste pagane o cristiane? Immagino che il bisogno di festeggiare le bestie, dove esse sono il sostegno fondamentale dell'economia familiare, sia un modo indiretto di ringraziare Dio per il dono della vita. In tempi non tanto remoti era anche una supplica contro le pestilenze. Ringraziamento e propiziazione sono due atteggiamenti sostanzialmente buoni, nei quali è difficile distinguere tra paganesimo e cristianesimo perchè fanno parte di qualsiasi culto religioso. La modernità tende a spazzare via l'uno e l'altra. Attualmente le malattie del bestiame sono scongiurate con le vaccinazioni in massa e, di tanto in tanto, con un vero e proprio genocidio di milioni di poveri animali. Nella società dei consumi, la finalità degli allevamenti è più esplicita che nel passato: le bestie sono soldi per il produttore, bistecche e petti di pollo per il consumatore. In margine alla festa degli animali possono accadere anche le conversioni (o riconversioni). Ho incontrato in chiesa la Zulmira (nome fittizio), che era passata a una chiesa pentecostale e, quando mi ha visto, mi ha detto: "Padre, sono pentita. Oggi sono tornata a messa, ma non sono ancora pronta per la comunione: dovrò confessarmi per sentirmi a posto".

A scanso di equivoci abbiamo trasformato le messe della novena, frequentate in massa, in occasioni di evangelizzazione. Il tema di quest'anno è particolarmente duro, quasi provocatorio: "Fraternità e sicurezza pubblica". E' un anticipo dell'argomento proposto dai Vescovi per la quaresima. Vi cito alcuni sottotitoli: i beni materiali e la criminalità. La piramide sociale e la criminalità. L'impunità dei delitti dei colletti bianchi. La violenza del razzismo. La violenza del traffico stradale. Lo sfruttamento sessuale. L'universo delle droghe. Tutto per concludere che, se non abbiamo più bisogno di Dio per allevare gli animali, abbiamo però bisogno più che mai di seguire e vivere il Vangelo per restare umani e, anzi, camminare verso la pienezza di umanità, che è quella di Gesù. Naturalmente non illudiamoci, le ambiguità restano. Chi riesce ad affrontare di petto e a fondo questi temi nella predicazione di massa? Ci vorrebbe il coraggio e la forza di Gesù Cristo, che non per nulla è finito in croce. Noi ci accontentiamo di esporre a grandi linee, ed è già abbastanza difficile.

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