

Dopo tutto, non nascondo che ho provato molta soddisfazione e ho vissuto quella messa come un dono degno dell'Epifania! E come no? Non ho avuto il privilegio, immeritato, di andare alla capanna di Gesù Bambino come i Magi? Sentirsi nella Chiesa che comincia l'anno celebrando l'Eucaristia tra gente a cui il mondo non ha ancora dato un posto per vivere e nemmeno un vero tetto per ripararsi! La Chiesa tra i poveri mi sembra al posto giusto.Una giovane ex-parrocchiana che adesso lavora a Brasìlia in una struttura pubblica per i casi difficili, mi scrive: "Ho paura di noi...delle cose che facciamo, che tralasciamo o permettiamo.....Il governo mi ha messo nei turni di notte. L'obiettivo è occuparsi di quelli che usano il crack e altre droghe e non sanno dove cercare aiuto, sto lavorando vicino alla stazione delle corriere di Brasilia. Questa notte ho conosciuto 4 bambini, 7, 7, 8 e 9 anni.. mi hanno detto che usano il crack e sono vittime di abusi sessuali da parte di gente che passa in auto e li prendono su...penso di non riuscire più a gestire tutto questo con la tranquillità di prima. É tutto molto triste. Essi sono molto aggressivi e la gente li tratta come animali. La polizia dice che non c'è più soluzione e che essi stanno per morire e moriranno un giorno o l'altro. Quando ho dato un pongo al bambino per giocare in attesa di una macchina che lo portasse a un centro di assistenza, lui si è messo a giocare più tranquillo e il poliziotto ha detto: "A vederlo così sembra perfino un buon bambino!"
La Chiesa brasiliana ha rallentato? Forse sì, ma continua a guardare avanti. Altro che cercare la nostra identità cristiana nel passato non remoto, nelle tonache impeccabili o nelle celebrazioni in latino con la schiena rivolta verso i fedeli! Il passato non fu così bello come alcuni lo idealizzano, e in ogni caso non torna.
Il Regno di Dio non è nel passato, ma nel futuro. Non si può far ruotare il calendario all'indietro.
Tra qualche giorno cominceremo la festa del patrono di Itaberaì, San Sebastiano. Le messe della novena avranno un tema particolarmente duro e scabroso. E' quello della Campagna della Fraternità, che i vescovi hanno già stabilito per la prossima quaresima: "Fraternità e sicurezza sociale". E' l'analisi delle cause della violenza che fa sempre più paura, perchè avanza sulla società come l'onda di uno tsunami: per arrivare alla consapevolezza che siamo tutti coinvolti e che il problema non lo risolverà la polizia, ma il cambiamento degli stili di vita. Noi, spesso, siamo come il fratello maggiore del figlio prodigo: vorremmo semplicemente che il Papà mandasse al diavolo il fratellino che si è rovinato con le sue mani ed è diventato fastidioso. Invece il Papà lo ama, e sa che noi non cresceremo se non impareremo ad amarlo come lui.
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