19 maggio 2008

CHIESA CATTOLICA DICE CHE GLI INDIOS SONO MASSACRATI

"Bella novità" esclamerà il lettore, leggendo questo titolo! L'ho preso da un articolo di giornale brasiliano. Ma leggete il resto, per capirne il senso.



Ieri abbiamo celebrato la festa della Trinità. Un Dio unico in Tre persone è un mistero che il nostro intelletto non sopporta, se lo pensiamo come una teoria solo da credere. Noi non ci saremmo mai arrivati se Gesù di Nazaret, il Figlio di Maria, non ce lo avesse rivelato: "Mio Padre ha inviato me, affinchè tutti voi abbiate la vita, e la vita in abbondanza. E io mando voi. Ricevete lo Spirito Santo, lo Spirito del Padre che è in me...e rimanete nel mio amore". Tre persone, un solo Dio: il Padre, Dio creatore. Il Figlio, Dio che si è incarnato e ha vissuto con noi un pezzo della nostra storia (più di 30 anni, fino all'esperienza della morte in croce)per insegnarci la via. Lo Spirito Santo, Dio in noi, che ci abita come in un Tempio e ci conduce....a creare tra gli uomini quella stessa relazione d'amore che è tra le Tre Persone di Dio. Nella messa noi cattolici preghiamo che l'Eucaristia ci trasformi e attraverso di noi trasformi il mondo fino a fare di tutti i popoli un solo popolo, unito dalla condivisione di ogni bene della vita: progetto che è di Gesù, e si chiama "Il Regno di Dio".


Ma i cattolici, almeno quelli che vanno in chiesa, lo hanno capito? A stare ai fatti che si vedono, sembra di no. O almeno, assai pochi. L'incoerenza e l'ipocrisia nella vita pratica sono sotto gli occhi di tutti. A Boa Vista (capitale di Roraima, uno degli Stati brasiliani dell'Amazzonia), la cattedrale è imbrattata di scritte offensive contro la Chiesa e contro il Governo federale, che tentano di proteggere quello che ancora resta dei popoli indigeni. I produttori di riso brasiliani, infatti, fanno a ruba per invadere le loro terre giovani, cioè deforestate da poco tempo, che offrono condizioni vantaggiose per la produzione. Gli indios si ribellano all'occupazione del loro territorio. "Qui è un massacro. Diversi capi indigeni sono già stati assassinati e le loro capanne sono state distrutte. E non c'è un solo fazendeiro che sia stato colpito da una freccia. Gli indios non fabbricano bombe, non hanno fatto esplodere nulla. Il massimo che gli indios hanno fatto è stato bloccare la strada, cosa che i produttori di riso già si sono stancati di fare" - afferma Mons. Roque Paloschi, vescovo della Diocesi di Roraima. Secondo lui la Chiesa è vittima di accuse senza fondamento da parte della società (ovviamente bianca e cristiana) di Roraima. "Il delitto che abbiamo commesso qui è stato quello di aiutare a promuovere la dignità degli indios come soggetti della propria storia. Non è stata la Chiesa a stabilire che gli indios hanno diritto alla loro terra".


Contemporaneamente, nel Parà (un altro Stato amazzonico del Brasile) tre vescovi sono minacciati di morte. Due per aver denunciato apertamente la distruzione indiscriminata e illegale della foresta. Un altro per il suo impegno contro il traffico di minorenni a scopi di prostituzione. In tutti questi casi, gli oppositori della Chiesa si professano, generalmente, buoni cattolici e pretendono solo che il clero si occupi di celebrare la Messa e le altre funzioni religiose, e stia zitto sui problemi ambientali e sociali o politici "che non sono di competenza della Chiesa". Del resto non bisogna andare molto lontano per accorgersi di questi atteggiamenti ipocriti e contraddittori. Anche a Itaberaì, quando muore una persona di certa distinzione nella società, per quanto miscredente o apertamente disonesta (che è assai peggio), riceviamo telefonate in continuazione da amici e parenti che vogliono assicurarsi un bel rito religioso. I poveri e umili, anche se fedelissimi alle pratiche religiose e di onestà indiscutibile, si accontentano di un rito molto semplice e talvolta, quando non c'è un prete disponibile, un ministro laico celebra le esequie. Nessuno protesta. La gente sa che abbiamo un prete ogni 15 mila abitanti e non si può essere presenti ovunque, ma il Signore ascolta ognuno dei suoi figli sinceri.



In Italia, ora, tira aria di aggressione contro i nomadi e gli immigrati clandestini. Non entro nel merito di chi è legittimamente arrabbiato per i furti e la delinquenza che è praticata nelle strade e nelle città: è evidente che lo Stato ha il dovere di fare rispettare le leggi e punire i delinquenti. Cosa che in Italia, terra di furbetti (ma quasi tutto il mondo lo è un poco), è molto trascurata. Poichè molti hanno inventato maniere per aggirare la legge, passare avanti nelle file, ottenere impieghi in cui si riceve lo stipendio senza bisogno di lavorare, eccetera. Molti italiani giustamente dicono: "Di illegalità ci basta la nostra, senza che ne importiamo anche dagli stranieri". Bene, non entro nel merito perchè non ho abbastanza informazioni. Ma posso ridere di quelli che pretendono di difendere l'identità cristiana e cattolica picchiando nomadi e immigrati? Dov'è l'identità cristiana nella violenza e nell'odio? Avete mai sospettato che "cristiano" significa "discepolo di Cristo", e cattolico significa "universale", cioè destinato a unire tutti i popoli in un solo popolo, come diciamo nella Messa?


Abbiamo fatto del cattolicesimo una religione annacquata e adattata ai nostri interessi. Sospendere la Messa una domenica, e invitare preti e cattolici davvero credenti a fare un gesto di protezione dei più deboli sarebbe considerato un atteggiamento troppo radicale, quasi rivoluzionario. Forse saremmo perseguitati come lo furono Gesù e gli Apostoli nel loro tempo. Il mondo vuole il cattolicesimo come ornamento e bandiera, ma non come scelta di vita - scelta spesso anche difficile e dolorosa, ma per costruire un mondo migliore, come progetta il Vangelo. Vogliamo il crocefisso e Cristo come marca e stemma da infilare nell'occhiello, ma non vogliamo Lui in persona. Eppure in questi giorni, a messa, leggevamo gli insegnamenti dell'Apostolo Paolo ai romani: "Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente” (Rm 12, 2). “La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità. Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi” (Rm 12, 9-16).


Decisamente, la via dei cristiani non è quella del "così fan tutti". E' una scelta scomoda. La Chiesa tace, porta pazienza, e forse c'è tra noi anche un quieto vivere perchè le strutture sono grandi e servono anche le offerte di chi non è proprio del tutto convinto di seguire il Vangelo! Ma prima o poi dovremo deciderci a celebrare Messa, Matrimoni Religiosi, Battesimi, Cresime, eccetera...non dico solo per chi è perfetto, che non ci arriveremo mai, ma almeno, solo per chi dimostra intenzioni serie e non apertamente contraddittorie. Osservare queste realtà aiuta a capire molto bene perchè il nostro Maestro, che faceva sul serio, è stato inchiodato in croce.

Nessun commento:

Posta un commento