19 marzo 2008

EUCARISTIA, CROCE, PASQUA DI RISURREZIONE.



Particolare del pannello sull'abside della cattedrale di Goiàs:non sono un intenditore di arte, ma so che questi pannelli (una serie che copre tutta l'abside) sono di notevole valore. Sono stati dipinti negli anni 80 da un pittore cileno che si chiama Cerezo, molto conosciuto e apprezzato internazionalmente (almeno da queste parti). Sotto la croce, le comunità cristiane spezzano il pane eucaristico, e imparano a spezzare tra loro anche l'altro pane, quello che alimenta il corpo. La spiritualità non è separata dalla vita: la lezione viene da Gesù, dalla sua fedeltà al Padre fino alla morte in croce. Per liberare l'umanità da ogni forma di oppressione, come spiegava il Vangelo di ieri.

Chiedo scusa ai lettori: il "postino" mi ha fatto questa segnalazione che io vi passo: "Ti segnalo un errorino nell'ultimo blog: Maximino Cerezo Barredo non è cileno, ma è un artista (e prete clarettiano) spagnolo".

Ieri sera, infatti, ci siamo riuniti anche noi in cattedrale, con il Vescovo e gli operatori laici, per la Messa Crismale e il rinnovamento del nostro impegno di presbiteri e discepoli. Appena possibile vi pubblicherò alcune foto che ho scattato nei momenti meno impegnativi del rito: c'era tutto il clero di Goiàs e nientemeno che due vescovi emeriti. A qualcuno interesserà vedere Dom Tomàs Balduino, ancora arzillo nonostante i suoi 86 anni: lo trovate nel sito www.bartimeo.nafoto.net.

La liturgia del Giovedì santo mi ha sempre affascinato: è il giorno in cui i riti mettono in risalto l'Eucarestia preceduta dalla lavanda dei piedi. La prima é il pane per noi deboli e fragili camminanti. La seconda è un vigoroso richiamo per tutti noi: Dio ci considera uguali e ci chiede di servire, non di innalzarci sopra gli altri. Noi siamo ambiziosi e vanitosi perfino nelle celebrazioni eucaristiche, figuriamoci!

L'Assemblea dei vescovi dell'America Latina, riunita nel maggio dello scorso anno ad Aparecida do Norte (Santuario nazionale situato nello Stato di San Paulo, ha iniziato il suo documento finale con questa coraggiosa dichiarazione: "Noi, come discepoli e missionari di Gesù, vogliamo e dobbiamo proclamare il Vangelo, che è lo stesso di Cristo. Annunciamo ai nostri popoli che Dio ci ama, che la loro esistenza non è una minaccia per l'essere umano, che Egli è vicino col potere salvatore e liberatore del suo Regno, che Egli ci accompagna nella tribolazione, che solleva costantemente la nostra speranza in mezzo a tutte le prove.Noi cristiani siamo portatori di buone notizie per l'umanità, non profeti di sventure.

La Chiesa deve compiere la sua missione seguendo i passi di Gesù e adottando i suoi atteggiamenti (cf. Matteo 9, 35-36). Egli, essendo il Signore, si fece servo e obbediente fino alla morte in croce (cf. Fl. 2, 8).Essendo ricco, scelse di essere povero per noi (cfr. 2 Cor. 8,9), insegnandoci il cammino della nostra vocazione di discepoli e missionari. Nel Vangelo abbiamo appreso la sublime lezione di essere poveri seguendo Gesù povero (cfr. Lc. 6, 20; 9, 58), e quella di annunciare il Vangelo della pace senza borsa o zaino, senza riporre la nostra fiducia nel denaro né nel potere di questo mondo (cfr. Lc. 10, 4 ss)".

Sono soltanto parole? Certo abbiamo visto molte volte la pratica tradire le parole, e lo abbiamo fatto anche noi. Ma la dichiarazione di volontà, in tempi come i nostri, è particolarmente importante. Perciò le lascio meditare a chi lo desidera, e mi fermo qui: facendo a tutti i migliori auguri di Buona Pasqua.

Vi aggiungo un video: la passione secondo Graziosi, artista di Savignano.

Nessun commento:

Posta un commento