28 dicembre 2007

LA FOLIA DE REIS



Ai cattolici itaberini piace molto la messa. Ci sono delle equipes di liturgia che le preparano qualche giorno prima assieme al prete, e tanti bravi cantori: anche se non abbiamo organi come da voi. Oggi ero in giro, e la gente che ho incontrato diceva meraviglie della nostra messa di vigilia natalizia! Io ho solo concelebrato e fatto l'omelia. Spero che ne abbiano colto il senso. Ho letto un brano dell'omelia inviatami da un mio amico di Modena (non ho chiesto l'autorizzazione quindi non posso rivelare il nome):

"Visitando e guardando i presepi delle nostre chiese e delle nostre case, dobbiamo fare tutti uno sforzo di vedere e guardare con attenzione il presepio reale della vita, della mia vita, della vita delle nostre comunità cristiane e del mondo intero. Parliamo giustamente di “incarnazione” riferendoci a Gesù Cristo. Ma possiamo anche dire che ogni persona umana, ognuno di noi è un po’ “incarnazione” di Dio. Ce lo dice Dio stesso: “Facciamo l’essere umano, uomo e donna, a nostra immagine e somiglianza”. Su questo si fonda la grandezza, la dignità e la sacralità della vita umana, di tutte le vite umane. Allora in questo presepio della vita tutti hanno diritto di esserci, tutti; Dio non esclude nessuno. Quelli che ci credono e quelli che non ci credono o credono poco. Quelli che si considerano buoni praticanti e quelli che praticano poco. Coloro che hanno perso la fiducia e la speranza nella vita. Quelli che cercano una patria, una casa e un lavoro; quelli che vivono soli, con un salario o una pensione insufficienti. I malati, i disabili, i tossici, le prostitute sfruttate nelle nostre città del benessere; i diversi che si sentono discriminati; le coppie “regolari” e le coppie in difficoltà o separate; gli stranieri e i clandestini. E ci siamo anche noi, ci sono anch’io, i sacerdoti, diaconi, vescovi, Papa, religiosi e religiose, anche noi con i nostri pregi e le nostre fragilità, come tutti gli altri.
Tutti insieme in questo in questo immenso presepio della vita, tutti bisognosi di amare e di essere amati da questo Dio bambino".

Certo che dovremmo, oltre a goderci le decorazioni luminose, le ninne nanne e i dolci messaggi natalizi, vedere anche le sofferenze e la miseria provocate dal nostro standard di vita troppo costoso. L'Europa ha appena firmato un altro contratto-capestro per i paesi africani che entrerà in vigore il primo gennaio 2008: vedi http://www.beati.org/
Padre Turrini e gli altri missionari dell'Acre hanno pubblicato ora un libro sulle distruzioni della foresta Amazzonica. Queste cose dobbiamo meditarle, per essere onesti con Gesù che vogliamo accogliere tra noi. Se no il Vangelo ci ripeterà: "La luce venne tra i suoi, ma i suoi non l'hanno accolta". Sappiamo di non avere la bacchetta magica per cambiare il mondo, ma una piccola forza ce la possiamo mettere tutti. Possiamo accontentarci dei beni essenziali e rinunciare agli sprechi? La povertà, intesa come vita morigerata, è una scelta fondamentale per i discepoli di Gesù. Bisogna farla finita con le guerre: ce ne sono una trentina nel mondo. La peggiore guerra, però, si fa oggi attraverso l'economia: quella è l'esercito distruttivo che l'occidente possiede per sottomettere tutti ai suoi interessi.

Ora cambiamo discorso e andiamo su un tema più leggero e gradevole: la tradizione popolare di Goiàs, per il periodo che va da Natale all'Epifania, è la Folia di Reis. Piccoli gruppi di persone, quasi dei "sacerdoti popolari", vanno di casa in casa a cantare la storia di Gesù e dei Re Magi e a raccogliere offerte. I Foleoes, come sono chiamati, sono gelosissimi del loro ruolo e se lo tramandano di generazione in generazione. Personaggi stravaganti come il "Pagliaccio", che rappresenta il diavolo, danno vita allo spettacolo che è qualcosa tra il rito religioso e il teatro musicale, e che va avanti per giorni e giorni. La gente ne è devotissima. Per la vostra curiosità, metto a disposizione un clip di "Folia de Reis" (Santos Reis è il nome dei Re Magi) di un gruppo di Lages, comune di Itapuranga, dove è stato parroco don Isacco Spinelli per una decina d'anni. Almeno ne potrete avere un'idea. Cliccando poi sullo stesso clip potete assisterne altri, ce ne sono a saturazione: tutta la riserva di video di you tube.


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