Ferie: inizia la pausa estiva, per voi, per me e per questo blog. Buone vacanze! Passeró il mese di agosto in Italia, e se saró ancora vivo e ben disposto mi faró risentire a settembre.
Usi e costumi: in Brasile la telenovela fa moda da almeno 40 anni e non dá segni di declino. L´ultima nata della Globo racconta una storia di dame e damigelle dell´ottocento, ed ecco che in Chiesa, a messa, giá arrivano delle ragazze a fare la comunione col velo in testa! Esattamente come quarant´anni fa smisero il velo perché nella telenovela le ragazze erano “moderne”. Ma perché meravigliarsi? Le mode cambiano perfino nelle direttive dei liturgisti e dei teologi. Subito dopo l´ordinazione presbiterale, per quindici anni, come minimo, ci hanno imposto lo studio del Vaticano II. E non é che ora perfino a Goiás, dove nemmeno i vescovi sanno il latino, qualcuno comincia a celebrare in latino?
Valori permanenti: L´altalena delle opinioni e tendenze, su questione serie come la liturgia e la pastorale, é fastidioso. Meglio non farne un dramma e conservare la pace dell´anima.
Ponti: domenica prossima, secondo le promesse, dovrebbero aprire il nuovo ponte di Itaberaí. Sono andato a scattare qualche foto. Nell´ultima, quella di stamattina, c´é giá un pezzetto di asfalto. Ma penso che prima di lasciar passare la gente ci vorrá ancora qualche giorno. Si bisbiglia anche che i lavori continueranno per raddoppiarlo: ma chi ci crede? Non c´é nessuna traccia che possa far pensare all´intenzione di raddoppio. Hanno giá fatto una divisoria in ferro nel mezzo! Che servirá a uccidere qualche autista distratto o sonnolento.
Il nostro governatore Marconi Perillo: ama la gente di Itaberaí. Per questo ha fatto il ponte appena in sei mesi. Dicono che sia anche socio dell´impresa Super Frango, che sicuramente é stata molto danneggiata perché la mancanza del ponte allunga di molto i tempi della consegna dei pulcini e dei mangimi agli allevamenti e la ritirata dei polli per l´abbattimento. Sia come sia, ora il ponte é piú alto e piú largo di prima.
I nodi della crisi economica, che in questi ultimi mesi hanno dato una botta forte anche al Brasile con un aumento vertiginoso di tutti i prezzi, sono nodi strutturale del modello di economia e di sviluppo vigenti in tutto il mondo. Cosí dicono gli intellettuali del ramo. Francamente io non so se esista una soluzione indolore: temo di no. La gente ha investito nella propria impresa, commerciale o agricola o industriale, e ha bisogno di farla crescere per non morire. La gente ha bisogno di lavorare in queste imprese perché ha una famiglia da mantenere, la salute e i denti da curare, i vestiti e il cibo da comprare, i figli da mandare a scuola, i propri sogni da realizzare e la vita da vivere, possibilmente con gioia. Perció la macchina dell´economia andrá avanti per la sua strada anche se sta perdendo dei pezzi.
Ma gli intellettuali macinano idee. Dunque leggiamoli, almeno per tentare di scoprire se hanno qualcosa di realizzabile.
NUOVO PARADISO, é il titolo di un articolo pubblicato da Manfredo Araújo de Oliveira, dottore in filosofia e professore dell´UFC – presidente dell´associazione che pubblica il sito Adital.
C´é una buona parte degli interpreti della nostra situazione attuale che é d´accordo con la tesi che dopo un periodo fortemente neoliberale ció che viviamo oggi é una fase di “neo-sviluppismo” che si rifá alle basi di ció che Vargas e Juscelino (due presidenti brasiliani degli anni 50, essendo il secondo il costruttore di Brasilia - ndt) nel loro specifico periodo avevano costruito. L´elemento centrale, ora come nei due modelli anteriori, é il ruolo dello Stato come induttore della crescita economica. Ció che specifica il nostro caso é che si tratta di uno Stato che garantisce l´infrastruttura per il montaggio delle catene produttive del capitale privato.
Il paradigma che é in gioco quí si rivela con molta chiarezza in uno dei suoi momenti privilegiati: la forma aggressiva con cui si avanza nella direzione della conquista per il sistema economico vigente di una delle utlime frontiere del paese, l´Amazzonia legale. Il ciclo “sviluppista” attuale in Amazzonia é segnato da un aumento considerevole di violenza e di impatti ambientali e sociali. Scienziati, ministero pubblico, Ongs nazionali e internazionali, movimenti sociali e chiese hanno sollevato interrogativi su questo progetto come economicamente dispendioso, socialmente disastroso e ambientalmente devastatore.
I grandi progetti che si stabiliscono nella regione sono diretti verso la soddisfazione degli interessi esterni: da un lato, cresce in modo esponenziale l´esportazione di legname, soia, carne, ferro-ghisa e alluminio, in modo speciale verso paesi che non vogliono farsi carico delle pesanti spese socio-ambientali di queste attivitá nei loro territori; d´altro lato, e per rendere possibile questa logica economica, si fa affidamento sulla garanzia di grandi investimenti statali in progetti di infrastruttura energetica – idroelettriche, solo nella regione della Grande Amazzonia, il governo ha 19 progetti di idroelettriche – e di sostegno logistico – strade e idrovie. Queste grandi opere implicano grandi inondazioni di terre, considerevoli spostamenti di popolazione e una enorme devastazione ambientale.
La regione si presenta come la grande opportunitá di espansione dell´agro-business – soia, etanolo e allevamento di bestiame. La foresta é sostituita dai pascoli. Alla radice del costante disboscamento nella regione ci sono specialmente l´allevamento di bestiame e la soia. L´approvazione della MP 458, che favorisce l´accaparramento di terra, e l´approvazione in questo momento della riforma del Codice Forestale, devono essere capite dentro a questo contesto. Esse sono misure che rendono flessibile la legislazione ambientale e amplificano le possibilitá di sfruttamento.
Il risultato di questa grande impresa é che l´Amazzonia legale é stata trasformata in una ampia piattaforma di esportazione di commodities. A questo scopo essa é divenuta prioritá nell´espansione delle fonti energetiche, una cosa che richiede enormi investimenti e impatti ambientali. Ció ha provocato molte decisioni del governo, compresi anche i cambiamenti di leggi. Allarmato dalla situazione e tra l´altro pure dagli omicidi nella regione, il governo é giunto a creare un gabinetto di crisi per affrontare il problema. Sono innumerevoli gli esempi che possono essere presentati: intensificazione dell´allevamento del bestiame con sussidi governativi; approvazione della MP 452 (indebolimento delle regole per le licenze ambientali per fare interventi di riparazione, miglioramento e raddoppiamento delle strade federali); alterazione del Codice Forestale; asfaltamento della BR-319 (Manaus x Porto Velho); indebolimento dell´IBAMA (Istituto per la Difesa ambientale, ndt), etc.
Il paese sta perdendo perché non vuole accorgersi di essere uno dei pochi paesi che potrebbe offrire al mondo un´alternativa alla crisi di civiltá. In questa prospettiva, subordinare la biodiversitá della regione amazzonica al produttivismo senza limiti e alle piattaforme di esportazione di commodities é una scelta che merita al minimo un grande dibattito nazionale.
Crisi Terminale del capitalismo? – é un articolo di Leonardo Boff, Teólogo, filósofo e scrittore (fonte Adital). Traduco solo una parte.
Ho sostenuto che l´attuale crisi del capitalismo é piú che congiunturale e strutturale. É terminale. Si é esaurita l´intelligenza del capitalismo nel sapersi sempre adattare a qualsiasi circostanza. Sono consapevole che pochi abbracciano questa tesi. Tuttavia, due ragioni mi portano a questa interpretazione.
La prima é questa: la crisi é terminale perché tutti noi, ma specialmente il capitalismo, stiamo rasentando i limiti della terra. Abbiamo occupato, depredandolo, tutto il pianeta, distrutto il suo sottile equilibrio ed esaurito in modo eccessivo i suoi beni e servizi a un punto tale che, da solo, non é piú in grado di rinnovare ció che gli é stato sequestrato. Giá alla metá del secolo 19 Carlo Marx scrisse profeticamente che la tendenza del capitale andava nella direzione di distruggere le due fonti della propria ricchezza e riproduzione: la natura e il lavoro. É ció che sta accadendo.
La natura, effettivamente, si trova in uno stato grave di stress, come mai era stata prima, almeno nell´ultimo secolo, astraendo dalle 15 grandi decimazioni che ha conosciuto nella sua storia di piú di 4 miliardi di anni. Gli eventi estremi verificabili in tutte le regioni e i cambiamenti climatici che tendono a una crescita di riscaldamento globale, parlano a favore della tesi di Marx. Come fará il capitalismo a riprodursi senza la natura? Si sta scontrando con un limite intrasponibile.
E il lavoro lo sta facendo diventare precario o prescindibile. C´é un grande sviluppo senza lavoro. L´apparecchio produttivo informatizzato e robotizzato produce di piú e meglio, con quasi nessun lavoro. La conseguenza diretta é la disoccupazione.
Milioni di persone non entreranno mai piú nel mondo del lavoro, nemmeno nella massa di riserva. Il lavoro é passato dalla dipendenza dal capitale alla “prescindenza”. In Spagna la disoccupazione raggiunge il 20% in generale e il 40% tra i giovani. In Portogallo 12% nel paese e 30% tra i giovani. Questo significa grave crisi sociale, che in questo momento sta devastando la Grecia. Si sacrifica tutta una societá in nome di una economia, fatta non per sopperire ai bisogni umani ma per pagare il debito con le banche e il sistema finanziario. Marx aveva ragione: il lavoro sfruttato non é piú fonte di ricchezza. Al suo posto c´é la macchina.
Bè, buone ferie in Italia! Al suo ritorno mi farebbe piacere se riuscissimo a incontrarci.... Mi chiamo Chiara e lavoro a Goias per conto di una Ong Italiana, OIKOS ONLUS, per seguire un progetto di cooperazione in collaborazione con la Diocesi e la Cooperativa agricola. Credo avremmo molto di cui parlare!!
RispondiEliminaBuone vacanze, ti aspettiamo sulla montagna modenese a celebrare una Messa domenicale in una qualche sperduta chiesetta.
RispondiEliminaGiuliana
abbiamo seguito il tuo blog con interesse, adesso speriamo di rivederti in carne e ossa! speriamo ti possa fare vivo per telefono o e-mail e concordare un saluto e un abbraccio non solo "telematico"!
RispondiEliminasante e cristina