25 giugno 2011

BATTESIMO E BATTESIMI

Le foto: sono della "VII festa da colheita" celebrata ieri, 25 giugno, nell´"Assentamento Mosquito". Siamo andati con due pulmann economici (quelli che il comune usa per il trasporto degli studenti). La festa, in mezzo alla campagna, é stata disertata da parecchie delle nostre parrocchie. Con una presenza forte, invece, di tutti coloro che hanno partecipato fin dall´inizio alla riscossa dei contadini senza terra per la Riforma Agraria. Molti sono venuti anche da lontano, soprattutto dalla capitale. A me é piaciuta particolarmente la presenza di di Ivo Poletto e Dom Tomás, fondatori della Commissione Pastorale della Terra (CPT). Infatti era il 25o anniversario della prima riforma agrária in diocesi di Goiás, con l´assegnamento della terra alle famiglie della Fazenda Mosquito e São João do Bugre.

CPT: In parole povere, gli anziani non demordono. Ma ci sono anche giovani? Sí, parecchi, ma non tanti in proporzione. La gioventú cristiana, cattolica o evangelica, pende verso il lato pentecostale-carismatico. Lodano il Signore con inni e canti. Mi sembra assurdo, ma vedo che sono anche giovani semplici, poveri, e sentono il bisogno di uscire dalla melma a cui il mondo li invita. Col canto salvano sé stessi, piú che con la lotta per la terra. Che altro fare, se non restare anche accanto a loro aspettando la crescita?

L´organizzazione della festa era delle due comunitá protagoniste e della CPT diocesana. Queste feste sono ormai ripetitive. C´é poca fantasia, forse perché dietro c´é poca realtá. Si é fatta una celebrazione della Parola, bella ma in tono dimesso. Poi un pó di folklore e l´assegnazione dei trofei "Dom Tomás Balduino" agli operatori della pastorale della terra. Scambio di onorificenze interne, in famiglia. L´unico che ha detto una cosa nuova (importantissima) é stato Ivo Poletto. Ha lanciato una campagna contro il nuovo Codice Forestale votato dal Parlamento, che premia chi ha distrutto e continua a distruggere foreste, sorgenti e fiumi. Ivo sottolinea l´intenzione della Presidente Dilma di vetarlo, e nel caso che il Parlamento annulli il suo veto suggerisce, alla stessa Dilma e al popolo brasiliano, di raccogliere firme per un referendum popolare sulla questione. Era presente anche la nostra deputata federale di Goiás, Marina, che ha votato contro il codice.

Forse é giusto che siano le organizzazioni dei lavoratori e ambientaliste le protagoniste delle lotte e rivendicazioni specifiche, e che noi, Chiesa, interveniamo solo a sostegno nei momenti e temi piú cruciali. Questo non ci dispensa, tuttavia, da una formazione di base nelle comunitá. Un lavoro che solo noi abbiamo l´opportunitá di fare: siamo fuori dalla lotta per il potere e abbiamo il Vangelo come guida per indicare i valori familiari, ambientali, di vita sociale e di bene comune. Il nostro contatto con la gente é capillare. Adesso lo si fa poco o niente. Si celebrano eventi e memoriali del passato. Ci si adagia. Io mi sono adagiato nel bosco, durante lo spettacolo di folclore, a fare un pisolino.

La Diocesi di Goiás, insignificante come numero di abitanti e importanza nel contesto mondiale, é stata un tempo segno dell´amore di Dio verso le minoranze oppresse e disprezzate: solidale nella lotta coi contadini e lavoratori delle categorie piú umili, con gli esclusi ed emarginati di ogni genere. Per questo, oggi, puó celebrare ancora queste giornate della memoria. Venivano da lontano a vedere e a cercare le tracce della "Chiesa del Vangelo": molti per ravvivare la propria fede e speranza, qualcuno con l´intenzione di distruggerla. Adesso é insignificante. Stiamo preparando l´ennesima Assemblea Diocesana ed io non constato nessuna ripercussione. Nessuno ne parla nemmeno in diocesi, eccetto gli addetti ai lavori. Tuttavia c´é gente che, a modo suo, cerca il Regno. Lo cercano rifugiandosi nei luoghi sacri, attorno agli altari, nelle piu svariate chiese, invece che sulle strade dove ci sono i feriti in attesa di una Chiesa samaritana. I benestanti forse per ringraziare Dio e sentirsi rassicurati, i poveri perché hanno bisogno di un rifugio e di una mano che li sorregga. Non é quello che sognavo, ma vivo qui, perció ritengo che la mia vocazione sia aiutare come posso. Bisogna ammettere che la situazione é diventata molto piú complessa. C´é molta fede. Ho l´impressione che la gente abbia bisogno di un bagno di amore, onestá e gratuitá. Sarebbe una rivoluzione anche questa. Se le lotte non concludono niente vuol dire che bisogna risanare l´essere umano anche dentro,perché non é pronto per vivere nello spirito del Regno.

Cambiamo argomento. Google (il Grande Fratello) ci ha avvertiti: il 21 giugno era il solstizio di sole. Estivo nell´emisfero nord, invernale in quello sud. Non ci si fa nemmeno caso, ma influisce!

Feste giunine: dicono che gli antichi romani celebravano in questo periodo dell´anno feste molto speciali. Noi in Brasile continuiamo. Abbiamo sostituito gli déi coi santi, ma si canta, si balla e si beve. Il ballo tipico delle "feste giunine" é la "quadrilha". Una danza per famiglie, comunitaria, che si fa tutti insieme in circolo. Tutte le feste di Santo Antonio, San Giovanni Battista, San Pietro, terminano con un immenso faló e una ruota di quadrilha attorno. Nelle comunitá piú sofisticate si fa ancora il "matrimonio di campagna", con finte coppie di sposi abbigliati coi costumi antichi, che arrivano su un elegante calesse nero, e sono accolti con applausi e viva ai santi di giugno. Poi tutti a danzare. Per l´occasione gli uomini e i bimbi maschi si dipingono barbe e baffi, le bimbe e le ragazze si fanno le "pintas", macchioline nere su baton rosa nelle gote.

Le feste di giugno hanno anche una parte religiosa. Un misto fino di cristianesimo e paganesimo, direbbe un teologo. Ma é un paganesimo pre-cristiano: c´é un clima di fraternitá. Almeno finché qualche giovanotto non beve troppo e attacca una lite di gelosia perché hanno preso per mano la sua ragazza. In alcune chiese e comunitá si celebra la messa prima della baldoria. Alla fine della messa é d´obbligo gridare viva ai santi e applaudirli uno per uno. Lunedí sera ero in una parrocchia vicina, invitato a celebrare San Giovanni. Nessuno ha gridato. Dopo la messa ho chiesto perché, e mi hanno spiegato che lí é il parroco che grida viva ai santi. É mai possibile? Il prete si é accaparrato anche questo sacro diritto dei laici? E la gente cede....

In Italia c´é qualcosa di simile: non proprio le feste di giugno, ma le feste dei patroni in montagna, nelle chiese parrocchiali e cappelle, hanno diversi ingredienti identici. Messa, crescentine, zampanelle, vino, danze. Poi avete avuto la festa di Pontida, no? Suppongo che quella sia a base di salsicciotti, e l´omelia la fanno i politici. Quelli che guadagnano piú di 20 mila al mese per patrocinare (per finta) la secessione.

In Goiás molte famiglie di campagna celebrano queste feste anche per conto proprio. Invitano amici, vicini e conoscenti. Alcuni (pochi) chiamano anche il prete per la messa: in tal caso, se possibile, noi cerchiamo di trasformarla da "festa privata" in "festa comunitaria" e ci andiamo. Ma é una tradizione di quando in questi posti i preti passavano al massimo una volta all´anno, e la gente si arrangiava. Molti fanno ancora cosí. Chiamano un "rezador" o "rezadora" (che reza, cioé declama la preghiera). Di solito é il rosario, qualche volta anche tutto cantato dall´inizio alla fine (tutte le avemaria cantate). I piú moderni hanno attinto dalle novitá del post-concilio: chiamano amici capaci di dirigere una celebrazione della Parola. Combinano con un gruppo che canta e suona i moderni canti della messa.

Dopo la preghiera (o la messa, quando c´é il prete) si accende il faló, e si fa l´alzabandiera. La bandiera é un quadrato di legno, ornato con fiori e carta colorata, sul quale é incollata la stampa del santo. La si infila su un´asta di una decina di metri e la si innalza cantando l´inno. Rimarrá lí per un buon tempo, a protezione delle famiglie e della fazenda. Prima di innalzarla tutti baciano devotamente il nastro che pende dalla bandiera. É un atto religioso importantissimo per la gente: una comunione con Dio attraverso il santo. Poi, come ho giá raccontato, iniziano le danze, si mangia, si beve e si chiacchiera. É il seguito naturale della comunione.

Un tempo era frequente il conflitto tra questi culti popolari e la chiesa ufficiale. I parroci, benché scarsi di numero e impossibilitati a rendersi presenti in tutti gli angoli delle parrocchie per la distanza e la mancanza di mezzi di trasporto (il piú veloce era il cavallo), erano gelosi e inveivano contro la "superstizione". Di solito era un conflitto unilaterale. Se il prete andava, era ricevuto bene e la gente si sentiva onorata, purché non rompesse le tradizioni. Negli ultimi tempi l´aria del Concilio da un lato, la facilitá di locomozione e comunicazione dall´altro, hanno rimescolato le cose. La gente conosce gli usi della religione "ufficiale" e li adotta come puó, e i preti accolgono quella "popolare" come un segno di fede.

Anche i gusti si sono affinati. Nelle settimane scorse ho avuto occasione di partecipare a feste di campagna assai modernizzate. L´organizzatore della festa ha fatto fare tre tele dipinte a mano, con le immagini dei santi di giugno: Antonio, Giovanni Battista, e Pietro. Con i tre quadri ha preparato una cassa a tre facce da infilare nel "mastro", che é l´asta della bandiera. Cosí innalza tre bandiere tutte insieme. E tutte d´autore, mica poco: addio alle vecchie stampe di carta. E poi c´é un piccolo coro che canta come Dio comanda. Si fa la comunione eucaristica. Il prete é di casa. Se volesse gli lascierebbero fare a lui anche l´innalzamento del mastro. In quel momento io mi tolgo il camice e mi metto tra i fedeli. Vado a baciare i nastri come tutti. Non mi sembra giusto togliere alla gente il piacere di dirigere il loro culto a modo loro, e gridare a squarciagola i loro "viva". La partecipazione alla festa la interpreto come evangelizzazione: di piú, mi sembrerebbe puro colonialismo. Ricordo, in un passato ormai lontano, di venire a sapere da indiscrezioni di qualcuna di queste feste che avevano celebrato di nascosto, per paura che il prete si mettesse in mezzo.

C´era anche un motivo economico in un simile atteggiamento: durante queste feste si usava raccogliere parecchie offerte, che venivano spese in cibi e bevande. Il resto rimaneva agli organizzatori. Non dubito che qualcuno ci pagasse anche qualche debituccio....

Infine, giá che siamo in argomento, vale informare che é ancora vivo il costume di celebrare il "Battesimo di San Giovanni", detto anche "Battesimo del fuoco". Consiste nel battezzare facendo tre giri intorno al faló della festa. In mezzo alla gente ci sono tanti battezzatori (e poi diciamo che mancano le vocazioni!). Il battezzatore prende una piccola bacinella o una brocca d´acqua, recita tutte le preghiere che sa a memoria, asperge il battezzando nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Poi chiede al padrino o madrina di prendere per mano il figlioccio, e li accompagna a fare tre giri intorno al fuoco. Dev´essere ció che resta dei tempi in cui non c´erano preti. La gente battezzava al fuoco, senza registrare. Poi aspettavano il passaggio di un prete per mettere tutto in regola. Molti preti condannavano queste pratiche, ma la gente sapeva che il prete non conosceva le loro condizioni. Per loro era l´unico modo di non restare senza Dio. Adesso tutti sono battezzati, ma molti ci tengono a farsi battezzare anche al faló. Chi lo sa, un battesimo in piú é sempre una sicurezza. Pure io sono padrino di alcuni a questo battesimo: me lo chiesero, e come facevo a dire di no? Essere richiesti é un atto di stima.

Bisogna riconoscere che la trasmissione della fede funziona ancora, ed é spesso la gente che, sotto l´azione dello Spirito, riesce a comunicarla prima delle nostre pastorali. Ho battezzato in una cappella (Calcilandia) la bimba di 7 anni che vedete nella foto: Alessandra. Nella festa della Santissima Trinitá. C´era la messa, e io avevo annunciato che non avrei potuto celebrare il battesimo. Ha passato un quarto d´ora piangendo dirottamente. Quando ho chiamato lei e i genitori per registrare i nomi, il suo volto si é illuminato in un istante. Ha seguito ogni passaggio del rito con l´entusiasmo di un adulto neo-convertito. Non sappiamo cosa accade nell´anima delle persone, ma la fede é una grande forza. Valorizziamo il battesimo nel suo significato fondamentale, non tanto negli aspetti canonici e rituali: é il segno di una nuova vita sulla strada del Regno di Dio.

Questo era nel Vangelo di Matteo dell´ultima domenica: lettera ai Romani. Voi che siete stati battezzati siete morti al peccato e vivi per Dio (per Dio, che espressione modenese!).

Termino con una nota triste: nell´anno in cui la Chiesa ha lanciato la Campagna "Fraternitá e difesa del pianeta", sembra che vada tutto in direzione opposta. Vi ho giá accennato alla legge votata in Parlamento contro le foreste, i fiumi e le sorgenti. Ma c´é di piú: via libera quasi completa all´uso di agrotossici. È la legalizzazione dell´assassinio della natura. Ecco cosa scrive il Dr. Althen Teixeira Filho, professore titolare dell´Universitá federal di Pelotas, Instituto de Biologia (fonte Adital - traduco solo alcuni paragrafi del lungo articolo):

"Gli agrotossici (....) sono quello che sono: veleni sintetici di alta potenzialitá prodotti dall´uomo per uccidere infestanti. (...) Sono biocidi - uccidono tutto ció che é vivo! É vero anche che "il mondo ha fame", ha bisogno di essere alimentato e diverse volte al giorno. Tuttavia, chi é informato sa che la produzione di alimenti é sufficiente al fabbisogno globale. Allora, perché esiste ancora gente che muore di fame (perfino bambini ancora nell´utero, le loro madri, gli anziani)? La risposta, tanto semplice quanto disumana, é che i governi/le imprese non sono interessate e non hanno struttura né si preparano per distribuire gli alimenti prodotti. In qualche caso, come nella gran parte di grani prodotti dall´agrobusiness nazionale, la prioritá é alimentare animali. Sommiamo a questo il fatto che, oggi, i grani non servono solo ad alimentare, ma sono diventati una cosa chiamata "commodity", per equilibrare o squilibrare il bilancio commerciale. Sono affari!"

"L´argomentazione che discute le differenze tra "volume" (di agrotossici) e "quantitá", non é altro che un raggiro di parole e un discorso illusorio. Le dosi sono abusive, delittuose, sproporzionate e rispondono solo agli interessi criminali delle imprese. Le erbe infestanti e gli insetti o funghi sorgono da cicli biologici naturali o sono causati dallo sfruttamento sbagliato delle piantagioni (é il fatto piú comune), come nelle coltivazioni commerciali (monoculture) che distruggono l´equilibrio tra predatori e prede. Molti infestanti, cosí come molte piante invasive, sono, in realtá, elementi fondamentali e propri della vita di determinati biomi. Esse hanno il loro nome alterato per ingannare i meno attenti. Puro e semplice trucco di furbacchioni". "Mi é giá accaduto di vedere produttori familiari che producono con qualitá, senza agrotossici, e devo aggiungere che questo gruppo non é piccolo. L´interessante é che essi sono ostacolati e abbandonati al proprio destino, con un sostegno irrisorio - un vero e proprio affronto - da parte dei programmi dei governi".

"Intellettualmente é povero, e perfino grottesto, argomentare che per produrre abbiamo bisogno di annettere agli alimenti altissime dosi di veleni, e ancora piú pazzesco fare in modo che l´alimento stesso disponga di veleno - come la tossina Bt. E qui siamo giá arrivati ad un altro delitto - i transgenici!" Ci sono pubblicazioni che dimostrano che questa tossina Bt oltrepassa la barriera della placenta, e va ad aggredire la sicurezza stessa del feto (Aris, Aziz & Leblanc, Samuel. Maternal and fetal exposure to pesticides associated to genetically modified foods in Eastern Townships of Quebec, Canada. Reproductive Toxicology. Article in Press). Non vi sfugga che questa madre non ha nemmeno bisogno di andare nei campi per contaminarsi, poiché riceve il veleno in casa sua, imballato e con data di scadenza. Questo "alimento" fantastico é chiamato anch´esso "commodity"!

É giá stato dimostrato che i biocidi hanno bisogno di aumento di dose di applicazione, poiché gli infestanti diventano resistenti - ci stanno avvelenando ogni volta di piú e di piú. Abbiamo anche il cambio di biocidi. Il CTNBio ha giá ricevuto una richiesta di ricerche per l´applicazione del famoso "agente arancia", polverizzato da mercenari sul Vietnam durante la guerra, e che fu responsabile della morte in agonia di migliaia di persone per malformazioni e anche di morte fetale di altrettanti indifesi innocenti. E com´é che un organismo riceve un veleno di questo tipo? Con morte cellulare e alterazioni gravissime".

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