9 giugno 2011

IL MIO QUARTIERE

Politica nazionale (dal giornale Folha de São Paulo online): “La presidente Dilma Rousseff ha deciso di dimettere il suo principale aiutante dopo essere stata informata che i sondaggi indicavano il logorio del governo causato dalla crisi provocata da colui che é stato uno dei principali responsabili della raccolta di denaro della sua campagna elettorale, informa un reportage di Valdo Cruz, Natuza Nery, Catia Seabra, Ana Flor e Márcio Falcão, pubblicato nell´edizione di mercoledí scorso della Folha. Palocci era coinvolto nella scomparsa di denaro pibblico. Da quando era scoppiato lo scandalo, circa un mese fa, il favore dell´opinione pubblica verso il governo Dilma stava cadendo a picco”. “Palocci era il principale interlocutore del governo con i parlamentari. Nella Casa Civile (un super-ministero che collabora direttamente col Presidente, ndt), la senatrice Gleisi Hoffmann (PT-PR), 45 anni, ha accettato l´invito del governo a sostituirlo”. Gli opinionisti danno per scontato che per Dilma questo é un nuovo inizio: si é liberata di uno scandalo e ha sostituito un ministro che rappresentava l´interferenza di Lula sul suo governo.

Politica statale: nessuno potrá dire che il nuovo governatore dello Stato di Goiás, Marconi Perillo, non ha ancora fatto niente di importante. Infatti ha cambiato i colori delle macchine della Polizia Militare.
Politica comunale: dopo i licenziamenti in massa nelle scuole per recuperare i fondi del ministero spariti nel nulla, si vedono direttrici e direttori didattici lavorare nelle cucine per preparare le merende. E professori scopare i pavimenti (in senso letterale) e pulire i vetri della scuola. Un miracolo che solo un sindaco di Itaberaí é capace di fare! In compenso il comune ha espresso pubblicamente l´impegno ad assumere fine luglio (dopo il mese di vacanza invernale) quelli che sono passati nel concorso: ma non ha promesso che assumerá tutti!

Metereologia e stati d´animo: Notti fresche, di abbondanti rugiade, serene, in cui si puó girovagare e attardarsi all´aperto attorno a un faló, mentre qualcuno suona una fisarmonica e una “viola” brasiliana al ritmo di samba o di forró. Sono le notti delle feste di giugno con la benedizione benevolente dei santi Antonio, Giovanni Battista e Pietro. Ma anche notti pericolose, di forti passioni, gelosie irrobustite dall´alcool, violenza e talvolta tragedie.

Il quartiere Jardim Cabral: Il mio quartiere si chiama Jardim Cabral. É cresciuto in fretta e disordinatamente, come quasi tutte le periferie. Trent´anni fa era quasi tutta campagna. Non avendo storia, le vie sono soltanto numerate. Abito al numero 9 di via 24 nell´isolato 50. Il punto di riferimento é un vecchio e ampio distributore di benzina con annessi bar, ristorante e hotel, ai margini della strada GO 70 che porta dalla capitale fino a Goiás Velho. Una specie di autogrill di quelli delle autostrade italiane, ma di stile molto piú dimesso e popolare. Di fronte a quello c´é un magazzino della birra Schincariol. Del resto tutto il quartiere ha questo stile. Sono posti in cui la gente lavora, ognuno a modo suo, per il pane quotidiano. Ci sono ricchi e poveri, ma non conosco nessuno che fa sala, nessuno che snobba. Non é una zona per farci la passeggiata serale. Intorno al distributore e al magazzino esistono vasti spazi vuoti in terra battuta, costantemente occupati da un viavai di tir che parcheggiano in mezzo alla polvere. Di sera un altro viavai di ragazze che vanno a donare affetto ai camionisti in cambio di qualche banconota da dieci reali e un regalino.

Vorrei conoscere tutta la gente del quartiere, ma il mio lavoro non me lo permette. Per legare con la gente ci vuole tempo. In realtá io sono cappellano della parrocchia, e passo quí solo il tempo libero e i rari momenti in cui sono chiamato dalla comunitá e dall´asilo, di cui sono il presidente (é una associazione privata di carattere educativo). Accanto a me abitano acuni “ricchi”: giovani coppie cariche di figli piccoli. Un professore universitario e sua moglie direttrice dell´Asilo, un esercente che ha aperto una ferramenta, un commerciante di mangimi per animali. Diversi pensionati fanno da supporto ai loro figli sposati che lavorano: ricevono i nipotini durante il giorno e organizzano i pranzi di famiglia nelle feste religiose e civili. Il piú caratteristico é un signore anziano che ospita i traslochi provvisori dei figli. I figli fanno i custodi ed esercenti a pagamento di poderi e chácaras. Quasi ogni anno vengono dimessi, e rimangono dai genitori fino a trovare un nuovo padrone. Arriva un camion col trasloco, sistemano tutto in casa del papá, e dopo un mese o due traslocano nuovamente per andare sul nuovo posto di lavoro.

Gli altri che conosco guadagnano il pane scavando fosse biologiche, come manovali, pittori di cancelli, case e perfino affreschi (Antonio me ne ha fatto uno di due metri quadrati sulla parete del centro comunitario per meno di cento euro, ovviamente non é Michelangelo né Leonardo da Vinci). C´é una famiglia immigrata dalla Bahia, gli uomini lavorano nel taglio della canna da zucchero, le donne fanno pulizie a domicilio. Fabbricano e vendono di porta in porta dolci e specialitá caserecce, Portano in giro carretti di verdura, ghiaccioli, cocomere e ananas. Coltivano orti e allevano api. Esmeralda mi ha portato proprio ora un bottiglione del miglior miele della regione, in segno di gratitudine perché le ho regalato la mia vecchia ringhiera per chiudere il suo orto. Abbiamo un conduttore di corriera di braccianti, che quando é a riposo parcheggia il mezzo davanti alla sua baracca e siccome abita proprio in angolo, ostruisce l´incrocio. Poi c´é il motoboy, un tassista in motocicletta. Lo si chiama al cellulare, e in pochi minuti sbriga qualsiasi tipo di commissione. I poveri si fidano e si fanno pure trasportare quá o lá. Stamattina ho fatto le esequie della Diva, una donna di servizio domestico che fu investita un mese fa mentre viaggiava con un motoboy. Un signore passa al mattino a raccogliere le bottiglie di vetro nella spazzatura, un altro quelle di plastica. I piú vanno a lavorare al macello dei polli, che impiega migliaia di persone. Il gommista apre di giorno l´officina, di sera chiude e riempie il marciapiede di tavoli e sedie. Arrostisce carne all´aperto e vende spiedini e birra.

Naturalmente ci sono i trafficanti di droga, le prostitute e la prostituzione infantile. Tutti intravedono e bisbigliano, ma tengono la bocca chiusa. Non ci sono mai le prove. Di notte é pericoloso andare in giro per queste vie, soprattutto per le donne. Teoricamente la polizia vigila. Ogni tanto fanno un segnale, due colpetti di sirena brevi brevi, per rassicurare i dormienti. L´altro pericolo é il traffico stradale, questo in pieno giorno. Tutto é permesso: viaggiare contromano, tagliare gli incroci soprattutto con la bicicletta e il motorino, fermarsi in mezzo alla via a scambiare due chiacchiere con un altro autista o ciclista di passaggio. Le mamme e i papá portano all´asilo o a scuola due o tre pargoli su una bicicletta o una piccola moto, sfidando la sorte. L´incolumitá fisica e la vita sono sempre a rischio. Il quartiere possiede anche una ottima scuola elementare, una palestra pubblica e un asilo, con un intenso movimento di genitori e professori oltre che di bulli che attendono all´entrata per fare cagnara, e lí il pericolo di investire qualcuno é moltiplicato. ci sono ragazzi e ragazze che si fanno in quattro per educare bene, ma é tanto difficile.

Marcelo: Era la vigilia dell´ascensione e Marcelo, 14 anni, nemmeno lo sapeva. Prese il motorino e andó alla festa di São Benedito. Non per pregare, s´intende, ma per fare una passeggiata con un amico e incontrare qualche ragazza. Alle 23,30, mentre tornava a casa, il motorino si guastó. Dovette rassegnarsi a spingerlo, camminando sul bordo dell´asfalto. Senza giubbotto, senza nessuna luce o rifrangente. Una camionetta che veniva nella stessa direzione non lo vide e lo colse in pieno. Morí sul colpo. Abitava nella via parallela alla mia, e io conoscevo sua zia ma lui non sapevo che esistesse. Mi hanno chiamato dopo la messa delle otto del mattino per fargli le esequie a casa. Ho benedetto il corpo tra la folla mista di familiari piangenti e curiosi esterrefatti, accanto a una mamma prostrata dal dolore e una zia urlante che chiedeva giustizia ad alta voce. Alle 14 lo hanno sepolto. In 14 ore e mezzo come i suoi anni di vita, é passato dallo scorazzare gioioso in motorino nel buio della notte all´ altro buio gelido della bara e della tomba.

Il figlio di Conceição é stato di nuovo arrestato. Oggi, verso le tredici. Rientrava in bicicletta dalla sua ora di lavoro in parrocchia. Lo hanno sorpreso dentro a una casa e lo hanno riempito di botte, poi hanno chiamato la polizia. La quale é arrivata a casa sua proprio quando sua madre gli curava gli ematomi. Lei dice: “Quella maledetta droga, non riesce a farne a meno!” Lei lavorava come domestica a ore, poi ha smesso. Perché, dice lei, guadagnava poco. Il marito fa il camionista. Qualcuno sussurra che é stata lei ad insegnare al figlio a rubare, quando era piccolo. Quando si dice le male lingue! E il padrino lo ha iniziato al crak. A proposito, i grandi della terra trattano di regolarizzare macogna e hascisch, ma i giovani non fumano piú l´erba. Usano il crak. Povero ragazzo, ha solo sedici anni e si sta condannando a morte. Prima o poi qualcuno lo uccide. La gente di quí lo ricorda ancora bambino che camminava sui muri di cinta, di dieci centimetri di larghezza, come un gatto. Entrava dalle inferriate delle finestre. É ancora cosí magro che nel suo ultimo tentativo di furto (é un ladro compulsivo, non sa rubare) é passato attraverso una finestrina del bagno.

Politica religiosa: Cosa c´entra tutto questo con quello che fanno (facciamo) la Chiesa e le Chiese? Parliamo di valori, di radici cristiane, di santi e di beati (i pentecostali aspettano e distribuiscono miracoli, almeno quelli vanno incontro a una necessitá impellente dei poveri!), ma le parole scendono dall´alto, da un mondo che non é quello dei preferiti di Gesú, da luoghi lontani dalla gente. Noi che non abbiamo figli consigliamo a fare figli, ma lo sappiamo come crescerli in questi mondi di povertá e caos? Noi che non siamo sposati valorizziamo solo il matrimonio legittimo in Chiesa, ma sappiamo come progettare un matrimonio e un futuro stabile quando non si ha una fonte di guadagno stabile e completamente regolarizzata? E conosciamo la fame e sete di affetto e la tragedia della solitudine per chi é povero e paga il pane con sudore, lacrime e sangue? La legge salva forse qualcuno? Vogliamo incarnarci, una buona volta, o deve tornare Gesú Cristo per farlo?

Vangelo dell´ascensione: Disse Gesú, secondo gli evangelisti: “Andate nel mondo intero, predicate la Buona Notizia del Regno fino ai confini della terra, battezzando e insegnando a osservare ció che vi ho insegnato. Ed io saró con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. É arrivata da molto tempo la notizia di Gesú anche in questo quartiere, dove quasi ogni sera si possono udire da lontano le voci di tanti pastori che urlano il Vangelo, di fedeli che cantano, profetizzano, parlano in lingue e danno sfogo alle proprie angoscie. Ma il Regno é stato compreso? Forse anche noi siamo ancora confusi. Tali e quali agli apostoli che chiedevano, al Maestro che dava loro l´ultimo addio promettendo di rimanere in mezzo a loro nella forma della fede pura: “É adesso che riorganizzerai il Regno di Israele?” Volevano vedere subito dei risultati concreti, come noi, e invece.....

Atti: I discepoli, scrive Luca negli Atti degli apostoli, “non poterono piú vederlo perché una nuvola lo coprí”. Ma essi “continuavano a guardare il cielo mentre Gesú se ne andava”. Finché due uomini vestiti di bianco apparvero loro e dissero: “Uomini di Galilea, perché state lí fermi a guardare il cielo? Colui che se n´é andato, tornerá!” Sono due millenni che noi cristiani di ogni denominazione riempiamo le chiese e stiamo lá a cantare lodi con gli occhi puntati verso il cielo. Lui é sempre coperto dalle nuvole. I canti e le celebrazioni sono belli. Senza dubbio abbiamo bisogno della Chiesa per caricarci del suo Spirito, ma c´é troppa chiesa e poco Spirito, e nella Chiesa molto clero e poca comunitá (parlo di centralitá, non di numero di individui). Il nostro stesso linguaggio esprime un sentimento religioso aggrappato alla legge e al pessimismo, piú che alla speranza. In questo mondo c´é un mucchio di lavoro da fare, per salvare l´umanitá dalla disperazione, e ci vuole piú coraggio.
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