Goiânia, GO, 18 luglio 2011.
Cari Fratelli nell´episcopato, del Regionale Centro-Ovest,
La pace del Signore sia con voi!
Chiedo licenza per esporre qui alcune riflessioni che sto facendo insieme ad altri colleghi, e tra l´altro dando forma di lettera. Si tratta del concetto di chiesa e, in modo speciale, di chiesa cattedrale. Sono stato motivato soprattutto dal fatto che la cattedrale di Goiania dovrá essere spostata in un´opera che rimarrá vicina all´attuale Palazzo Municipale, su un terreno donato da Lourival Lousa, proprietario del Flamboyant, tuttavia dall´altra parte della strada federale 153, in un locale di accesso difficile e distante dalla popolazione urbana. Sará allora una cattedrale tipo monumento moderno, aggiornato, tutto ben pianificato, con una concezione simile a quella di Brasilia, la stessa che si riprodurrá in futuro anche a Palmas. Nel frattempo, per esempio, le cosiddette cattedrali della Chiesa Universale del Regno di Dio, che non sono meno costruzioni enormi, sono situate molto vicino alla gente e si riempiono di popolo. Che pensare, allora, delle nostre chiese? Anche questo fa parte della nostra responsabilitá pastorale.
1. Il sacramento del Tempio nella Bibbia.
Il Signore ci ha dato un insegnamento ben preciso e ci ha evangelizzati sul Tempio. Mentre le nazioni vicine al Popolo di Israele avevano tutte il loro Tempio, i profeti del Signore dicevano che Dio non vuole un Tempio. Dio vuole accamparsi col suo popolo nomade. Costruire un tempio sarebbe tradimento di questo camminare di Dio col suo popolo. Perfino quando il re Davide volle innalzare un tempio, il Signore mandó il profeta Natal a dirgli: "Da quando Dio tolse il suo popolo dall´Egitto, abitó sempre in tenda e non chiese mai un tempio”. (2 Sm 7,7).
Secondo Isaia (Is 66,1), Dio é colui che l´universo intero non puó contenere. Ha il cielo come trono e la terra come sgabello dei suoi piedi. Come puó abitare in una casa fatta dall´uomo? Il problema é che, di fatto, fin dall´inizio, fino ad oggi, il tempio é servito di legittimazione al potere dei re e dei signori del potere. Non é, perció, gratis che il re e i potenti danno tutto il sostegno economico alla sua costruzione sontuosa e in luogo privilegiato. Per questo, i profeti sempre criticarono il tempio e chiesero che la fede si liberasse e andasse oltre il tempio.
Alcuni profeti, come Isaia e Geremia, dovettere assumere il tempio come un fatto compiuto, ma ne approfittarono come luogo per insegnare la Parola, non come luogo di sacrificio. E Gesú riprese questa tradizione profetica. Nell´ora del suo arresto dichiaró ai suoi carnefici: "Tutti i giorni io insegnavo nel tempio e non mi avete arrestato". (Mc 14,49). Il tempio, in effetti, non era tradizionalmente il luogo di insegnamento, ma di sacrificio. Fare di quel luogo un luogo di profezia fu un atto critico e sovversivo.
Dopo l´esilio di Babilonia, i giudei fedeli si riunivano nelle sinagoghe (case della comunitá). Cominció, allora, una tensione tra il giudaismo della sinagoga (basato sulla Parola) e il giudaismo del tempio (basato nei sacrifici e nel culto). Il cristianesimo é sorto nel mezzo del giudaismo delle sinagoghe e non in quello del tempio. Le riunioni dei primi cristiani, che marcarono la liturgia fino ad oggi, seguirono lo schema della sinagoga, non del tempio. Dalle sinagoghe alle case. E, di casa in casa, il Vangelo si andó irradiando.
Nella scena della pulizia del tempio lo zelo vigoroso dimostrato da Gesú non fu in difesa di quell´opera fatta da mano d´uomo. "Egli si riferiva al tempio del suo corpo" (Giov. 2,21) e anche all´abitazione di Dio, cioé "a colui che l´ama e compie la sua parola" (Giov. 14,23) e soprattutto all´affamato, assetato, migrante, nudo, ammalato, prigioniero, alle vittime di oppressione e sfruttamento (Cf. Mt 23). Gesú si problama maggiore del tempio (Mt 12,6). Egli é venuto a costruire un tempio non fatto da mano d´uomo (Mc 14,58). Al celebrare la sua offerta perfetta al Padre Egli optó di farla fuori dal tempio e fuori dalla cittá. Il tempio nuovo é il suo corpo risorto (Giov. 2,20). Nell´Apocalisse, quando si annuncia la nuova Gerusalemme, l´autore insiste che essa non ha piú il tempio perché Dio stesso é il suo tempio(Ap. 21,22).
2. Templi e cattedrali nella storia della Chiesa.
C´é un paradosso e una contraddizione nel fatto che i giudei, per i quali il tempio era divenuto il sacramento della presenza divina, non abbiano voluto ricostruire il tempio dopo la sua distruzione nell´anno 70, mentre i cristiani, che avevano ricevuto tanti avvertimenti da Gesú, moltiplicarono i luoghi di culto.
Man mano che la Chiesa si incorporó all´Impero e divenne una Chiesa Cristianitá, occupó gli antichi templi pagani e li trasformó in templi della nuova religione ufficiale che era la Chiesa cristiana. Dal Medioevo fino ai nostri giorni, le cattedrali, costruite nelle piazze centrali e di fianco al potere politico diventarono simboli di una Chiesa che il Concilio Vaticano II ha cercato di superare. Secondo la Lúmen Gentium, "Cosí come il Cristo consumó l´opera della redenzione nella povertá e nella persecuzione, cosí la Chiesa é chiamata a seguire lo stesso cammino. Cristo fu inviato dal Padre per ‘evangelizzare i poveri, sanare i contriti di cuore' (Lc 4,18), similmente la Chiesa circonda di amore tutti gli afflitti dalla debolezza umana, riconosce proprio nei poveri e sofferenti l´immagine del suo Fondatore povero e sofferente" (LG nº 8). Dom Hélder Câmara, per esempio, fedele a questo nuovo spirito, andó nella direzione della periferia. Scelse "la Chiesa di frontiera" e fece delle comunitá di periferia il luogo della cattedra del pastore. Dom Paulo Evaristo Arns, ne 1973, vendette il palazzo episcopale e col denaro ricavato costruí innumerevoli centri comunitari nella periferia di São Paulo, ove le Comunitá Ecclesiali di Base passarono a riunirsi per i circoli biblici, le celebrazioni della Parola e della vita e lottare per i diritti umani. Anche nel pieno della Societá Cristiana pastori come Giovanni Crisóstomo, Basílio e, in Occidente, Ambrogio e Agostino, insistono che il vero tempio di Dio e la gloria della Chiesa sono i poveri. E Giovanni Crisóstomo faceva sedere i poveri alla sua cattedra nella Chiesa di Costantinopoli.
La celebrazione dei sacramenti polarizzata dall´altare, cosí come la devozione e il culto dei santi polarizzati dal santuario, divennero, per secoli, il marchio caratteristico delle Chiese cattoliche, purtroppo svuotate della Parola. Inversamente, le chiese della Riforma protestante dettero un posto primordiale al pulpito e alla Bibbia, letta e fatta propria, con molto impegno, da tutti i membri della comunitá. Fu il Concílio Vaticano II che, attraverso le Costituzioni Dei Verbum e Sacrosanctum Concilium, ristabilí l´equilibrio originale tra l´altare e il pulpito, valorizzando la Parola, che passó ad integrare le celebrazioni dei sacramenti e riacquistó il posto che essa aveva nella vita della Chiesa Primitiva degli Apostoli e dei martiri. Nella costruzione delle nuove chiese cominciarono perfino ad apparire soluzioni architettoniche creative preoccupate di garantire una buona acustica, che favorisca un ascolto chiaro, per tutti i partecipanti, di tutto ció che é proclamato nella liturgia.
Le comunitá hanno sí bisogno di luoghi per riunirsi ed avere il proprio culto. Esse amano che tali luoghi siano belli, degni e venerati. Tuttavia, é importante chiarire che il tempio é simbolo e sacramento della comunitá viva e deve essere il luogo della comunitá e non lo strumento del potere clericale o episcopale, costruito con gli stessi criteri del templi che anticamente legittimavano il dominio dei potenti del mondo.
"Voi non potete servire a Dio e al Denaro (Mamon)", disse Gesú. (Mt 6,24). Il termine "servire" si riferisce al culto e il nome "Denaro" é sinonimo di "Mamon", l´idolo. Il popolo di Dio, popolo sacerdotale, che tanto nel tempio come fuori dal tempio, cioé nella vita pratica, rende culto al Signore, dev´essere una chiara denuncia della mostruosa idolatria che domina il mondo. Nel l989, per preparare la conferenza del Consiglio Mondiale delle Chiese su “Giustizia, Pace e Difesa del Creato", Ulrich Ducrow scriveva: "Quando vediamo i meccanismi di un sistema economico che, anno dopo anno, creano milioni di vittime della fame e milioni di disoccupati, quando vediamo le foreste morire per permettere il lucro delle imprese e vediamo le superpotenze che continuano la pazza corsa armamentista, dobbiamo ammettere che stiamo davanti a un mostro diabolico. Di fatto, i capitoli da 13 a 18 dell´Apocalisse, con la loro descrizione della Bestia che sale dall´abisso, sono ancora la migliore descrizione dell´attuale sistema economico, politico, e dei suoi mezzi di comunicazione". Ebbene, questa terribile idolatria ha i suoi "Templi". Le banche centrali superano come visibilitá architettonica qualsiasi cattedrale di qualsiasi parte del mondo. Esse sono i Templi. Hanno i loro sacerdoti, il loro santo dei santi, i loro tabernacoli di massima sicurezza, accessibili a pochi e dove custodiscono il loro dio. Co contrapponiamo a questo usando gli stessi criteri di grandiositá e di potere o seguiamo le strade della piccolezza e del non-potere indicati da Gesú come forza imbattibile nella costruzione del Regno di Dio?
Erano queste riflessioni, fratelli, che volevo comunicarvi, con semplicitá, nella certezza che possono avere qualche effetto pratico. Da parte mia rimango a disposizione vostra per qualsiasi reazione a questo che sicuramente é anche una fraterna provocazione.
Vi saluto con fraterna amicizia nel Signore Gesú, nostro Tempio vivo.
Dom Tomás Balduino
Bispo emérito de Goiás
dombalduino@cptnacional.org.br
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