19 luglio 2011

ROMARIA DOS MARTIRES

Il 17 luglio (ieri), nella cittá matogrossense di Ribeirão Cascalheira (diocesi di São Felix do Araguaia) é stata celebrata la “Romaria dos mártires da caminhada” che quella diocesi celebra ogni 5 anni. Sono andati alcuni laici e suore della nostra diocesi. Io non c´ero. Sono appuntamenti a cui non si dovrebbe mai mancare, ma io ero preso da impegni parrocchiali. Bella scusa! Ma perché avevo impegni parrocchiali? Perché nelle nostre parrocchie non ci facciamo abbastanza carico e non camminiamo in sintonia con la scelta dei poveri.

"Abbiamo il diritto di celebrare la memoria dei martiri solo se di fatto ci facciamo carico delle loro cause”

Vi traduco alcuni passi, i piú forti, di un articolo di Egon Dionísio Heck, assessore del Consiglio Indigenista Missionario (CIMI) del Mato Grosso del Sud. Pubblicato da Adital.
Testimoni del Regno. Ribeirão Cascalheira, croce del Padre João Bosco (ndt: che fu ucciso da un poliziotto esattamente 25 anni fa, mentre in compagnia del Vescovo Pedro Casaldáliga era andato al carcere della cittá per protestare contro la detenzione e le probabili torture ad alcuni contadini). Lí, ogni cinque anni, si incontrano pellegrini del nostro continente. Crocevia profetica del continente. Memoria pericolosa dei martiri della caminhada, dei testimoni del Regno.
Quest´anno la quinta Romaria dei martiri ha un motivo in piú per celebrare. Sono 40 anni di una Chiesa in conflitto col latifondo, per costruire giustizia e speranza, denunciando l´oppressione e annunciando l´aurora, nel cammino della liberazione.
São Felix é divenuto uno spazio emblematico di una chiesa profetica, che ha como suo fratello maggiore Pedro, poeta e profeta, di questa America Latina, Abya Yala, ancora nella passione.
D. Pedro Casaldáliga é presenza indispensabile in questo grande sogno, celebrazione, memoria e lotta. Ieri era giá partito da San Felix per Ribeirão Cascalheira. Migliaia di pellegrini sono giá arrivati per la celebrazione di apertura seguita dalla camminata dei martiri.
Nonostante il calore bruciante, l´aria secca e la polvere, niente scoraggia i pellegrini. É il momento di rivedere molti compagni e compagne della camminata, uniti nella memoria dei 40 anni di lotta della Prelazia de São Felix, "una chiesa in conflitto col latifondo e l´oppressione”.
Verso la romaria dei martiri - Siamo partiti dal cuore dell´agrobusiness, da Dourados, nel Mato Grosso do sul, verso le rive dell´Araguaia. Abbiamo attraversato monotoni paesaggi di monocultura del granturco, soia, canna da zucchero, eucaliptus, pascoli, cotone, sorgo principalmente, diretti ai confini del latifondo e alle belle spiaggie dell´Araguaia. Saímos da posse do, ex-secretário Geral da CNBB,D. Dimas, como arcebispo em Campo Grande, para a prelazia do novo Secretário Geral, D. Leonardo, em São Felix do Araguaia.
Siamo venuti a condividere le nostre esperienze e lotte con i compagni del Cimi Mato Grosso. In questa regione in cui si trovano le radici delle trasformazioni dalle quali nacque il Cimi, incontriamo figure storiche e testimoni per piú di mezzo secolo jpresenti in mezzo ai popoli indigeni, come la piccola sorella Genoveva, che vive in solidarietá con gli indios Tapirapé da piú di 60 anni. Vi troviamo persone profondamente sagge e solidali con cammino dei popoli indigeni nelle ultime decadi.
Guardare i capelli, gli sguardi profondi, il corpo stanco, di decine di missionari e missionarie, uno prova l´orgoglio di questa bella storia scritta con decisione, audacia, sangue e gioia. É stato qui che é iniziata anche questa bella pagina della lotta indigena e indigenista del Brasile. Il sangue di Pe. Rodolfo e Simão Bororo (1976), Pe. João Bosco Burnier (1976), Vicente Canhas (1986), il cui corpo fu trovato 40 giorni dopo l´assassinio. Io stavo andando a fargli visita, insieme a Tomás e Tião, e ci trovammo di fronte quel quadro tragico. Sentimmo la ribellione degli Enawene Nawe, al ricevere la notizia dell´assassinio del loro grande amico Kiwi.
Nonostante che piú della metá dei missionari abbia oltrepassato i sessanta e sentano il peso dei lunghi e non facili tempi di vita e testimonianza di solidarietá verso i popoli indigeni, ció che si percepisce é una grande speranza di continuare la presenza rispettosa accanto ai popoli della regione.
"Abbiamo il diritto di celebrare la memoria dei martiri solo se di fatto ci facciamo carico delle loro cause”, é una delle frasi centrali della riflessione animata da Pe. Francisco Junior, e che ha avuto ripercussione nelle celebrazioni.

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