4 aprile 2011

PASTORI E PECORE....

Foto: 1) una via di Itaberaí sotto l´acquazzone. 2) Il nuovo centro comunitario Lago Primavera.

Prima di guarire il cieco dalla nascita Gesú guarisce i gli occhi dei discepoli, che hanno una visione deformata della realtá. Egli vorrebbe soccorrere e liberare tutti gli esclusi della terra, ma non lo puó fare se gli altri, i suoi discepoli, li vedono come delinquenti, peccatori, gentaglia da scarto. Piú che il racconto di un miracolo, questo Vangelo della quarta domenica di quaresima (Giovanni, 9, 1-41) é una grande metafora della vita. Non si guarisce l´umanitá dai suoi mali se non si curano i pregiudizi. La cronaca quotidiana ci butta sotto gli occhi tante sofferenze di ogni parte del mondo: il terrore del nucleare in Giappone, le guerre e le costanti violazioni ai diritti umani, i disastri ambientali del nostro stesso paese e la tragedia della violenza nelle nostre cittá, senza contare gli innumerevoli drammi delle famiglie e di tante persone sempre piú sole. Come affrontare tutto questo se non ripuliamo i nostri occhi che incessantemente alzano muri, creano barriere ed esclusioni, dividono e spezzano la solidarietá umana?

Dopo due giornate in riunione diocesana ad analizzare i dati dei nostri sondaggi-interviste, sono arrivato a casa stanco e senza voglia nemmeno di prepararmi una cenetta. Solo-soletto (dopo la messa tutta famiglia e comunitá, la tana tutta solitudine) ho rivissuto una pagina del famoso (un tempo) curato di campagna di Bernanos: il prete che siede a tavola e cena tocciando in un bicchiere. Solo che il curato tocciava pane, io invece ho tocciato il modenesissimo bensone. Nel bicchiere del curato c´era un vino di pessima qualitá, nel mio il brasilianissimo frullato di avocado. Ricordo ancora la smorfia di disapprovazione di un vescovo che raccontava di un parroco che era stato visto a cenare da solo mangiando pane con una cipolla al pinzimonio. “Se i giovani vedono una scena del genere, come potranno apprezzare la vocazione al sacerdozio?” - si chiedeva il vescovo. Forse si chiedeva anche altro o avrebbe dovuto, ma non lo disse. Tuttavia una cena al toccio non é la cosa piú desolante e triste del mondo. Quanto alla solitudine, meriterebbe una riflessione a parte. Io ho dormito piú presto del solito e molto bene.

I nostri dati rivelano che nel cattolicesimo brasiliano sembra prevalere, oggi, quella fede in Cristo che in Italia alcuni chiamano “fai da te”: che significa, principalmente, relativizzare molto l´appartenenza alla Chiesa cattolica. Al secondo posto viene il cattolicesimo di devozione, che si alimenta di devozione ai santi e ai santuari, di novene e benedizioni magari seguendo programmi televisivi cattolici. Al terzo posto ci sono le comunitá ecclesiali di base. In tutti e tre i casi é sempre un mondo fluido, che rimette in discussione molte cose, forse troppe. Nel mondo degli evangelici accade la stessa cosa: sono in discussione perenne tra di loro. “Apparteniamo tutti alla comunitá evangelica, ma solo Cristo conta: le Chiese sono i mezzi, non il fine”. C´é una sola barriera insormonabile e tabú: i cattolici escludono la comunione con gli evangelici, e viceversa. L´ecumenismo, pure senza motivi plausibili e comprensibili, almeno apparentemente, ha fatto passi da gigante....all´indietro. Ma esiste un´alternativa alla comunione tra le Chiese? Io ci scommetterei di no.

Ho aperto il sito di una chiesa evangelica: si discute di un pastore che ha lasciato, si é auto-nominato vescovo e ha fondato un´altra chiesa, accusando il suo collega anteriore di corruzione e venalitá. Il dibattito gira intorno a queste domande: cosa contano i titoli? Non é importante solo la fedeltá alla Parola di Dio? Non ci si puó salvare in qualsiasi chiesa, perché Colui che salva é Gesú Cristo?”. Mentre il mondo va in fiamme, i credenti si arrovellano su questo. In mezzo alle centinaia di interventi ne ho trovato uno firmato “Perola”, che in mancanza di voglia di passarvi altre notizie vi traduco e vi pubblico. Cosí fate anche voi un´occhiata all´ambiente protestante, cosí sconosciuto dai cattolici. É una piccola perla che secondo me rivela un eccessivo moralismo, ma, di tanto in tanto, meriterebbe un buon esame di coscienza anche da parte nostra.

Pastore e lupo amano le pecore e vivono in mezzo ad esse, peró con interessi diversi:
1 I pastori costruiscono ovili; i lupi tendono insidie.
2 I pastori cercano il bene delle pecore; i lupi cercano i beni delle pecore.
3 I pastori vivono all´ombra della croce; i lupi vivono sotto i riflettori.
4 I pastori piangono per le loro pecore; i lupi le fanno piangere.
5 I pastori hanno autoritá spirituale; i lupi sono autoritari e dominatori.
6 I pastori hanno mogli partecipanti; i lupi hanno donne aiutanti.
7 I pastori hanno debolezze; i lupi sono potenti.
8 I pastori guardano negli occhi; i lupi contano le teste.
9 I pastori accettano insegnamenti; i lupi sono padroni della veritá.
10 I pastori hanno amici; i lupi hanno ammiratori.
11 I pastori vivono ció che predicano; i lupi predicano ció che non vivono.
12 I pastori sanno pregare in segreto; i lupi pregano solo in pubblico.
13 I pastori vivono per le loro pecore; i lupi si riforniscono da esse.
14 I pastori vanno sul pulpito; i lupi vanno sul palco.
15 I pastori si interessano della crescita delle pecore; i pastori si interessano della crescita delle offerte.
16 I pastori alimentano le pecore; i lupi si alimentano di pecore.
17 I pastori cercano la discrezione; i lupi fanno auto-promozione.
18 I pastori usano le Scritture come testo; i lupi le usano come pretesto.
19 I pastori si impegnano nel progetto del Regno; i lupi hanno progetti personali.
20 I pastori vivono una fede incarnata; i lupi vivono una fede spiritualizzata.
21 I pastori aiutano le pecore a diventare indipendenti dagli uomini; i lupi le fanno diventare dipendenti da sé stessi.
22 I pastori sono semplici e comuni; i lupi sono vanitosi e speciali.
23 I pastori hanno doni e talenti; i lupi hanno cariche e titoli.
24 I pastori dirigono chiese-comunitá; i lupi dirigono chiese-imprese;
25 I pastori pascolano le pecore; i lupi le seducono.
26 I pastori vivono di salario; i lupi diventano ricchi.
27 I pastori indicano Cristo; i lupi indicano sé stessi e le proprie chiese.
28 I pastori sono umani, sono reali; i lupi sono personaggi religiosi caricati.
29 I pastori aiutano le pecore a diventare adulte; i lupi perpetuano l´infantilizzazione delle pecore.
30 I pastori quanto sono contrariati tacciono, si quietano; i lupi dignignano i denti e diventano aggressivi.
31 I pastori si lasciano conoscere; i lupi prendono le distanze e nessuno arriva loro vicino.
32 I pastori affrontano le complessitá della vita senza risposte pronte; i lupi le affrontano con tecniche pragmatiche e gergo religioso.
33 I pastori sono trasparenti; i lupi hanno agende segrete.
34 I pastori aiutano le pecore a seguire liberamente Cristo; i lupi formano pecore dipendenti e loro seguaci.
35 I pastori creano legami di amicizia; i lupi imprigionano con legami di dipendenza.

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