11 aprile 2011

ACQUA PER TUTTI?

Siamo esterrefatti per l´episodio di violenza accaduto in una scuola di Rio de Janeiro: undici ragazzi uccisi e altrettanti feriti, anche gravemente. Non era mai accaduto in Brasile.Si pensava che fosse possibile solo in America. Lunghi servizi in TV, paginoni sui giornali, la presidente Dilma in lacrime, messaggio del papa, gente commossa che ne parla per strada. La lettera-testamento del giovane assassino rivela turbe psichiche e fissazioni. Qualche psicologo accenna alla possibilitá che, in passato, fosse stato vittima di bullismo a scuola. Puó darsi che prima di uccidere, qualcuno avesse ucciso lui, dentro.

Abbiamo fatto la riunione degli “agenti pastorali” (preti e suore) di Itaberaí. Di questo evento importante vi offro solo alcune foto scattate dalle suorine. Ci hanno caratterizzati: Severino é quello che scrive, Eligio quello che pensa (o dorme?), io quello che mangia. I contenuti erano stati importanti, ma non nuovi: un giorno, forse, avró le idee piú chiare per fare una breve relazione.

Mi risulta che tra due mesi voi italiani voterete: se volete il nucleare o no; se volete la privatizzazione dell´acqua, o no; se volete che i processi siano decisi dal giudice o dall´imputato. Sará meglio passare parola affinché la gente se ne accorga! Non sono decisioni da poco. La tradizione italiana esige un pó di contorsionismo referendario: se rispondi sí, significa no. Se rispondi no, significa sí.

Continuano ad arrivare commenti interessanti al post di don Carlo Bertacchini. Don Carlo non voleva essere un cieco guida di ciechi. Non si aggrappava alle tradizioni e all´identitá cattolica come mezzi di salvezza. Non ha seguito la strada larga. É entrato nel progetto di Dio Padre. Si é immedesimato nel “nuovo ordine delle cose” annunciato da Gesú: il Regno di Dio. Ha creduto: “Chi perde la sua vita per il Regno, la salverá”. Non é la via del successo facile. Sicuramente é piaciuto ed é stato di aiuto a quelli che avevano bisogno di sentirsi amati da Dio e cercavano un cammino di luce. Hanno avuto il dono di incontrare questo testimone sincero.

É una strada percorribile da tutti. Il Battesimo ci ha consacrati a Dio e dotati di una partecipazione effettiva al sacerdozio profetico e regale di Cristo. Non dipende dall´imbeccata o dal visto del clero: soprattutto per quanto concerne la giustizia e la pace sulla terra, nella societá, secondo la dottrina ufficiale,é ministero specifico di quelli che chiamiamo laici (e laici non sono). Costruire cittadinanza, democrazia, solidarietá, umanitá, giustizia, rispetto ambientale, é diaconia nel pieno senso della parola: un diaconato permanente che non ha nemmeno bisogno di imposizione delle mani.

A Gesú piaceva questo programma di Isaia: “Cercate il diritto, correggete l´oppressore, fate giustizia all´orfano, difendete la causa della vedova!” (Is. 1, 16-18). Era un programma per laici. E se non sempre noi preti lo mettiamo in pratica, i laici saranno impediti? Siamo esseri umani. Credo che spetti a ciascuno scegliere tra il cammino della vita e quello della morte. Non dipende di ruoli, dai titoli o dai gradi gerarchici, ma da quanta fiducia abbiamo nel Padre e da quanto siamo capaci di amare.

E ora vi passo questo appuntamento da Modena: “Cari amici e care amiche, vi ricordiamo e vi invitiamo nuovamente all'incontro “NOI CREDEVAMO…noi credevamo infatti che, a partire dal Concilio, venisse sempre più riconosciuta nella Chiesa l'autonomia e la responsabilità dei laici nelle questioni temporali. Constatiamo invece ogni giorno che i laici sono ridotti all’irrilevanza e al silenzio, talvolta “imbavagliati”, mentre la politica la fanno i Vescovi. Introdurranno l'incontro e ci aiuteranno quindi a chiarire i temi in discussione: SANDRA DEORITI della redazione della rivista il Regno - VITTORIO BELLAVITE portavoce nazionale del movimento Noi siamo Chiesa. Altri amici hanno assicurato la loro presenza e il loro contributo. Ne anticipiamo uno scritto, in allegato, con una riflessione di Raniero La Valle, che tocca anche i temi che ci stanno a cuore. VENERDI' 15 APRILE 2011- dalle ore 18:30 alle ore 22:30 - nella sala del Centro Civico del Villaggio Giardino, via Curie 22. - Verso le 20:30 faremo una pausa per mangiare e bere qualcosa insieme.

L'incontro è libero e aperto a tutti gli interessati e viene "dilatato" anche dopo cena: in questo modo si dà maggior respiro agli interventi e si consente una maggiore flessibilità nella partecipazione di tutti. Si dà inoltre rilievo al momento conviviale. Vi chiediamo anche questa volta di allargare questo invito alla cerchia delle vostre conoscenze. Arrivederci! - La comunità cristiana di base del Villaggio Artigiano.


Secondo la stampa Brasiliana, la nuova presidente del Brasile Dilma Roussef gode del 75 per cento del favore popolare dopo 3 mesi di governo. I giornali aggiungono che la Dilma si distingue per l´intensa laboriositá e serietá nel suo lavoro, per la sua indipendenza di pensiero e azione da Lula e, tanto per fare un esempio, per la sua parsimonia e compostezza nelle apparizioni in TV e nei discorsi. Si puó sospettare che gli elogi della stampa e delle televisioni – che pure hanno lottato ferocemente per la vittoria elettorale del suo avversario - nascondano la speranza di un atteggiamento del governo piú allineato con gli Stati Uniti e con l´Occidente: la Dilma, ad esempio, si é dimostrata assai meno aperta a trattare con l´Iran e fare vista grossa sulle violazioni ai diritti umani.

Tuttavia é insospettabile il punto di vista di Roberto Malvezzi, detto Gogó – agente della Commissione di Pastorale della Terra nel nordest del Brasile – che scrive su un progetto di questo nuovo governo ed esprime molta soddisfazione e speranza: tanto che giá sogna e fa progetti sulle intenzioni della Presidente. Ecco il testo (fonte Adital):

“L´annuncio della presidente Dilma, di trasformare "Água para Todos” (acqua per tutti – un progetto dello Stato di Bahia) in un programma federale, sulla linea del superamento della miseria, suona come una pioggia nel deserto dopo mesi di secca. Ancora di piú, ella non ha annunciato una nuova grande opera, tipo Trasposizione del fiume S. Francisco, ma la costruzione di 800 mila pozzi, oltre all´impianto di nuovi acquedotti. Chi attua nella regione Semi-arida, forse sta ascoltando ció che avrebbe avuto piacere di ascoltare, ma che non sognava piú di ascoltare una affermazione del genere nella sua vita.

Queste piccole opere idriche, moltiplicate a migliaia, chissá, forse un giorno a milioni, hanno giá dimostrato la capacitá di sradicare il piú pernicioso dei mali del nordest, che é la sete umana. Il progetto P1MC dell´ ASA ha giá costruito pressapoco 350 mila pozzi, in beneficio di 1,7 milioni di persone. É giá iniziata pure la realizzazione del Progetto P1+2, cioé la captazione dell´acqua piovana per la produzione di ortaggi e il dissetamento di piccoli animali come galline, porci e caprini. Quest´altro programma puó sradicare il secondo male nordestino, che é la fame e denutrizione, tanto piú se viene associato a una riforma agraria adeguata alla regione. Il risultato lo si puó vedere negli indici: non si parla piú di saccheggi, di fronti di emergenza, é diminuita la mortalitá infantile, e la migrazione nordestina si é stabilizzata.

É chiaro, aiutano molto le altre politiche come la pensione ai lavoratori rurali, l´accesso alla luce elettrica, la disseminazione di tecnologie come il cellulare e internet, e perfino il sussidio-famiglia. (....)Se Dilma vuole essere ancora piú conseguente, puó incaricarsi del Forum per i Cambiamenti Climatici, che ha presentato al Ministro Gilberto Carvalho la proposta di produzione di energia solare partendo dalle case degli abitanti del Semi-arido, trasformandola automaticamente in energia elettrica, e facendo il governo da principale compratore di tale energia. Cosí, oltre all´acqua, sarebbero produttori anche di energia. Una via d´uscita per il Sussidio-famiglia, poiché questa produrrebbe reddito, oltre a produrre energia pulita, senza emissione di CO2 nell´atmosfera. Questa tecnologia é giá disponibile e in Brasile, tra l´altro, non richiede l´accumulazione in batterie. (....)

Pertanto abbiamo a mano tutte le vie d´uscita. La presidente puó valorizzare l´esperienza accumulata dalla societá civile, che non solo costruisce opere, ma fa un´educazione adattata al contesto della regione semi-arida. La ASA, se allo Stato interessa, puó moltiplicare questi educatori. Infine, dopo tante pazzie commesse in nome della sete umana nel Semi-arido, chissá che non sia arrivato il momento del buon senso. Se sará cosí, la fame e la sete saranno pagine voltate di questa triste storia.

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