28 marzo 2011

J0SÉ COMBLIN

Foto: 1) José Comblin; 2) Exploit di un automobilista che, con la sua gol tutta sporca, passa col rosso nel centro della capitale: Goiania. Fotografato a tradimento, ha ricevuto la foto a casa al modico prezzo di 155 reali (70 euro circa).

Comincio con un avviso giunto da Modena: “Sarà presentato giovedì 14 aprile 2011, alle ore 18, nell’Aula magna del Liceo scientifico “Spallanzani” (via Franchetti 3, Reggio Emilia), il libro di P. Lombardini,Cuore di Dio, cuore dell’uomo. La presentazione vedrà gli interventi di d. Giuseppe Dossetti jr, parroco (nella parrocchia nella quale Lombardini ha svolto il suo ministero negli ultimi anni prima della malattia) e docente di S. Scrittura, di Brunetto Salvarani, docente di teologia alla Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna e amico di Lombardini da lunga data, e di d. Daniele Gianotti, curatore del volume. Presiederà l’incontro, per conto dell’Associazione DialogaRe, la prof. Marisa Angilletta”.

Il Vangelo di domenica si prestava per un dialogo con la gente: “Di che cosa abbiamo sete?” La Calista (naturalmente il nome é fittizio, e non é nemmeno una che estirpa i calli), presente alla messa della casa di riposo per anziani, quando ha sentito che la Samaritana aveva giá avuto tutti quei mariti, ha esclamato a voce alta: “Divin Pai Eterno!” – che é una forte esclamazione di ripudio. A parte questo, ecco le risposte: abbiamo sete di rispetto, dignitá, giustizia, affetti, felicitá”. “E se uno ti umilia e offende, di che cosa ti viene sete?” “Di vendetta!” dice una signora della comunitá di Santa Rita (in campagna). “E se sei stata tu ad offendere?” Di perdono!” Un´altra signora: “L´acqua che Gesú offre a noi é lui stesso!”

Domenica scorsa, in effetti, ho celebrato solo in periferia e campagna. E soltanto due messe: un´eccezione, perché di solito sono tre, nonostante tutti i tentativi dei liturgisti di limitare le messe domenicali di ciascun prete a due. Per buoni motivi. In Italia sentivo il peso di tre messe tutte di fila, e con l´obbligo di restare entro un massimo di 50 minuti. Quí si sente meno, perché sono piú distanziate una dall´altra e sono celebrate senza fretta: la partecipazione della gente é maggiore, c´é molto canto, e di solito si arriva a un´ora e venti o anche piú senza nemmeno accorgersene. Inoltre noi siamo in tre e ci alterniamo, per cui raramente si celebra sempre nello stesso luogo e con la stessa comunitá. É davvero un momento prezioso anche per la nostra spiritualitá personale.

Ultime notizie: “Il teologo padre José Comblin, di 88 anni, é morto nella mattinata di questa domenica 27 marzo, all´interno dello Stato di Bahia, dove stava seguendo lo studio di un gruppo di base. Secondo padre José Oscar Beozzo, padre Comblin si é alzato presto, ha fatto il bagno, si é preparato, ma non é apparso alla preghiera del mattino. L´hanno cercato e l´hanno trovato seduto nella sua stanza e giá morto.

“Abbiamo perduto un maestro e una guida inquieta ed esigente come gli antichi profeti, che denunciava sempre le nostre incoerenze nella fedeltá ai preferiti di Dio: il povero, l´orfano, la vedova, lo straniero. Ha lavorato per una Chiesa profetica al servizio di questi ultimi delle nostre societá”, lamenta padre Beozzo.

Nato a Bruxelles, in Belgio, nel 1923, Comblin fu ordinato prete nel 1947. Fece il dottorato in teologia nell´Universitá Cattolica di Lovanio e giunse in Brasile nel 1958. A Recife, su invito di dom Helder Câmara, fu professore nell´Istituto di Teologia di Recife. Espulso dal Brasile nel 1971 dal regime militare, padre Comblin si esilió in Cile per otto anni, e fu espulso anche di lá nel 1980, dal generale Pinochet. Tornato in Brasile, passó ad abitare nella Paraiba, a Serra Redonda. É autore di una vasta opera. Attualmente Padre Comblin abitava a Barra, in Bahia. “Comblin ha dedicato praticamente tutta la sua vita al popolo e alla Chiesa dell´America Latina, in Brasile, in Cile, in Equador e in centinaia di assistenze ad incontri in tutti i paesi”, ricorda padre Beozzo. (Fonte; sito della CNBB)”.

Ho letto su un giornale: il presidente di una associazione italiana di ricercatori scientifici, dice che la tragedia del Giappone é un castigo di Dio, e si giustifica: “Non parlo come scienziato ma come cattolico”. Naturalmente lui é convinto che questa sia la dottrina cattolica, ma non é cosí. Pensate che figura ci farebbe Dio, se cosí fosse. Quanti delinquenti e filibustieri se la passano bene e quante persone oneste, invece, nascono e crescono perseguitate da malattie, incidenti, situazioni di ingiustizia e disgrazie di ogni genere? Infatti nell´antichitá diverse religioni temevano gli déu come i peggiori tiranni, e offrivano sacrifici, talvolta di fanciulle o di neonati, per appagare la loro sete di sangue e tenerli lontani dalla loro casa.

Anche se diversi passi della Bibbia possono trarre in inganno, giá nell´Antico Testamento il popolo d´Israele aveva intravisto Dio come un Padre che, ben lungi dal mandare disgrazie, é solidale con le vittime. Il nome stesso con cui chiamavano Dio lo rivela: Javé, che possiamo tradurre: “colui che c´é”. Nel momento in cui ti senti abbandonato da tutti, lui é lí, accanto a te, e sta dalla tua parte. Gesú illuminó ulteriormente questa convinzione quando disse: “Il Padre dei cieli fa splendere il sole ugualmente sui buoni e sui cattivi”. Nel capitolo 13 del Vangelo di Luca, si narra che alcuni arrivarono portando al gruppo di Gesú e dei discepoli notizie su una strage di galilei compiuta da Pilato nel Tempio di Gerusalemme, durante un sacrificio. E qualcuno aggiunse che 18 persone erano morte sepolte dalla caduta della torre di Siloé. Il commento di Gesú fu questo: “Credete che queste persone fossero piú cariche di colpe di tutti gli altri abitanti di Gerusalemme? No, vi dico...” L´idea del castigo appartiene al nostro ordine umano: quello di Dio é solo amore e misericordia.

In quel brano piuttosto misterioso Gesú disse anche: “Se non vi convertirete perirete tutti come quei poveretti”. Puó sembrare anche questo un annuncio di castigo, ma é piú probabile che volesse dire che siamo giá condannati alle disgrazie per la nostra stessa condizione umana che non ci permette di dominare completamente le forze della natura. L´autore dell´Apocalisse scriveva: “Chi deve morire morirá” – essere fedeli a Cristo non ci dá l´esenzione dalla morte. Ci salviamo solo con la conversione al Regno dei cieli, che ci garantisce la vita eterna in un altro ordine.Perché mai sia accaduto quel terribile terremoto in Giappone e non vicino a casa mia, é un fatto che appartiene alle leggi della natura sempre in movimento. Il sole splende anche per i farabutti, e il cancro uccide tutti, anche le brave persone. Perfino i bambini ancora innocenti.

Con un significato ben diverso i brasiliani, in questi giorni come in altre occasioni, commentano con soddisfazione: “Il terremoto del Giappone é una nuova conferma che il Brasile é un paese benedetto da Dio!” Non si riferiscono all´idea di essere premiati da Dio perché buoni, ma alla necessitá che sentono di essere grati al Signore per come li tratta bene. “In questo paese non si sono mai visti cataclismi veri e propri: terremoti spaventosi, guerre in grande stile, uragani e cicloni, tsunami, eccetera”. Tutto vero, almeno in parte. Bisogna aggiungere, tuttavia, che una natura benigna puó favorire l´abitudine all´imprevidenza, alla faciloneria e all´improvvisazione. A lungo andare questi atteggiamenti possono diventare il nostro cataclisma quotidiano. Altro non sono le migliaia di morti e centinaia di migliaia di sfollati delle pioggie di quest´anno: dovuti al fatto che si costruiscono case e intere cittá senza previsione delle esigenze normali della fisica e delle scienze della natura e del clima. Una pioggia di due giorni in metropoli come San Paolo, basta per provocare un buon numero di vittime nelle strade, che si trasformano improvvisamente in fiumi. Forse basterebbe guardare le vie malandate della nostra piccola Itaberaí: un piccolo tsunami é passato anche di qui, e come! Noi peró abbiamo uno spirito latino e con queste cose non ci formalizziamo: anzi, ci divertiamo parecchio.

Abbiamo finito gli incontri di “conversa e escuta”: la sintesi é piuttosto sconfortante. La nostra epoca non é generosa verso chi lavora sognando un popolo unito in tante piccole comunitá che si sforzano di vivere i valori del Regno dei cieli. C´é molto marketing religioso, concorrenza tra chiese, movimenti religiosi esaltati e sensazionalisti, poca serietá. Le relazioni e i rapporti sullo stato delle chiese sono crudeli e suggeriscono avvilimento. Sono convinto, tuttavia, che sia meglio non lasciarsi influenzare troppo da queste “sintesi” e pregare con il salmista (salmo 105): “Visitami, Signore, con la tua salvezza – affinché io veda il benessere del tuo popolo – ed esulti nella gioia degli eletti – e mi senta glorioso con quelli che sono la tua ereditá”. Per quanto male vadano le cose, il cammino del Regno é sempre presente in un piccolo resto che mantiene viva la speranza. Da parte nostra credo che non si possa fare di meglio, e guai a cadere in preda alla tristezza.

Alcuni dei libri di Padre Comblin:
a. Le Pouvoir Militaire en Amérique Latine. L'Idéologie de la Securité National. Paris, Éditions Jean Pierre Delarge, 1977.
b. Théologie de la Révolution. Paris, Universitaires, 1970.
c. Teologia da Libertação, Teologia Neoconservadora e Teologia Liberal. trad. port., Petrópolis, Editora Vozes, 1985.
d. Teologia da Reconciliação. Ideologia ou Reforço da Libertação. trad. port., Petrópolis, Editora Vozes, 1986.
e. Curso básico para animadores de comunidades de base. São Paulo: Editora Paulus, 1997.
f. Cristãos rumo ao século XXI - Nova caminhada de libertação. São Paulo: Editora Paulus, 1997.
g. O povo de Deus, São Paulo: Editora Paulus, 2002.
h. Quais os desafios dos temas teológicos atuais?. São Paulo: Editora Paulus,2005.

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