I goiani hanno votato il ballottaggio sotto una pioggia battente. Ha vinto la Dilma con un ampio margine. Il suo alleato candidato a governatore, Iris Resende, ha perso con una differenza di 6 punti. A Itaberaí ha vinto Dilma per la Presidenza, i due candidati a governatore hanno quasi impattato. Ha vinto Marconi, ma di poco, nonostante le spese ingenti in propaganda. Sono tutti e due poco affidabili, quindi a me che vinca l´uno o l´altro importa poco. Importa, invece, che la Presidente del Brasile ora é Dilma: 56 milioni di voti a suo favore, 44 milioni a favore di Serra (arrotondando). La prima ha un pó piú del 56,0%, il secondo un pó meno del 44%. Gli ultimi giorni di campagna hanno visto poche discussioni di politica e molte trovate piú o meno sciocche dei sostenitori dei candidati per mettere in cattiva luce l´avversario. Le televisioni e la stampa giocano un ruolo fondamentale nella manipolazione delle elezioni: in Italia lo sapete bene. Ambedue i candidati hanno dichiarato subito in TV la propria fedeltá alla Costituzione e al mandato ricevuto dagli elettori: Dilma al mandato di governare, Serra al mandato di fare opposizione. Una prassi normalissima in tutto il mondo, eccetto che in Italia dove i governanti si comportano come ai tempi dei Medici e di Lucrezia Borgia. La vittoria di Dilma é un´ennesima conferma del gradimento nei confronti del governo del PT, come mi spiegava un contadino dopo la messa, nei giorni scorsi: "In questa regione solo i fazendeiros ricchi votano Serra".
In questi ultimi quindici giorni siamo stati gratificati da piogge frequenti, con un´abbondanza insolita per il mese di ottobre. Il paesaggio ha cambiato subito colore: il giallo dei pascoli ha ceduto il posto a un verde intenso che allieta la vista. In Goiás la pioggia, di solito, cessa completamente da fine marzo ai primi di settembre, e continua a scarseggiare fino a novembre. Percíó tutti siamo felici quando arriva, come ora, copiosa e persistente. La gente ringrazia Dio nelle preghiere dei fedeli con la medesima frequenza con cui l´ha implorata nel periodo precedente. Si sottolinea sempre che é "mansa": perché la temperatura altissima dei pomeriggi di settembre e ottobre induce alla paura di tempeste di vento che sradicano piante, devastano tetti e scaricano sulla terra fulmini terrificanti. Mentre scrivo la pioggia sta ancora scrosciando, e noi la ascoltiamo con piacere come se fosse la nona sinfonia di Beethoven. La pioggia fa maturare i frutti del mango e della jabuticaba, delizie della stagione! Ma i ragazzi della nuova classe media trovano queste cose al supermercato e non amano la pioggia, che impedisce loro di andare a battere la testa e rompersi le ossa correndo sulla motocicletta.
Pare che, almeno lí, l´ecumenismo sia una realtá vissuta. Gli evangelici hanno conquistato il Brasile, alcuni con il fanatismo e altri con una seria evangelizzazione. Noi li conosciamo poco o niente, e insistiamo di preferenza nei loro aspetti negativi. Contiamo con rammarico le chiese che sorgono vicino alle nostre cappelle. Loro non ci conoscono e non vogliono conoscerci. Hanno "convertito", in prevalenza, cattolici che andavano in chiesa per il battesimo e il matrimonio o la festa del patrono. Conviviamo pacificamente, ma non amichevolmente e fraternamente. Chissá quando saranno possibili un dialogo vero e una comunione fraterna tra cristiani credenti?
Adesso il contesto é cambiato radicalmente, e non affrontiamo piú quei disagi. Hanno quasi tutti la macchina o almeno la moto, c´é la luce elettrica, e un bicchiere di acqua fresca e buona si trova ovunque. Non c´é piú bisogno di prendere ogni sei mesi le pillole contro la verminosi. Tuttavia la gente non ha piú tempo. É come se il benessere raggiunto (e non rimpiango la miseria, perché é contro di essa che abbiamo lottato) fosse arrivata in forma di schiavitú. Arrivano alla sera stanchi. Schiavi del salario, della tivú, del supermercato, eccetera. Riunirsi, per molta gente, non é piú un piacere, ma un peso.
Di solito, per noi preti, l´unica occasione di incontrarci con le comunitá é la messa, che ai brasiliani piace. Quasi sempre la celebrano molto bene, ma in essa il rapporto tra le persone é diverso, piú formale. Messa e incontri di riflessione dovrebbero sempre completarsi a vicenda. La messa apre il cuore alla mistica, ad accogliere Cristo. La riflessione sul Vangelo aiuta a farlo entrare nella vita di tutti i giorni attraverso una pedagogia in cui ciascuno diventa soggetto dell´azione, del vivere concretamente una vita in Cristo esponendosi in prima persona. Frei Beto scrive che l´impegno politico dei cristiani, in Brasile, deve partire dal cuore prima che dalla testa, e la porta del loro cuore é la religione. Tuttavia per la crescita della coscienza e della consapevolezza é indispensabile un tempo di riflessione-azione fuori dalle barriere e dai recinti del sacro. Se no la gente si commuove e ammira passivamente, ma non si espone e non si assume come "protagonista" della comunitá. La capacitá di prendere parte alla riflessione invece di tirarsi in disparte per ascoltare, é il segno piú evidente del salto di qualitá col quale un "gruppo di preghiera" diventa "comunitá di base" che vuole cambiare la realtá e partorire un mondo nuovo.
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