16 novembre 2010

FESTA DELLA REPUBBLICA

Foto: 1) Rio attuale, Piazza della Repubblica; 2) La Repubblica di oggi; 3) La Piazza dei Tre Poteri disegnata da Niemeyer in Brasilia.

Alcune notizie terra terra. Il nostro Padre Severino é in ferie. Buon per lui. Mercoledí 10 ho portato don Eligio a Goiania per una pulitura alle pupille. Accusava cali di visione, nonostante avesse tolto le cateratte. Il medico ha lavorato parecchio col laser, e a suo dire non ha raggiunto perfettamente il suo scopo. Peró don Eligio ci vede bene: ha solo dei cali di vista ogni tanto. Io ho fatto una gran fatica nonostante il tempo clemente, perché Goiania é una cittá troppo grande con molto traffico e complicata.

Il Centro Biblico ha annunciato il tema della prossima Campagna della Fraternitá: "Fraternitá e vita del pianeta". Quindi dedicheremo le riflessioni di quaresima all´ecologia. Tema fondamentale, che tuttavia perde ogni giorno consistenza pratica di fronte alla distruzione che avanza. Io sono un pó sconsolato. Chi affronta l´imprenditoria che, in un momento di crisi, rivendica sempre maggiore libertá d´azione? E i lavoratori, che si lamentano e criticano sommessamente per non perdere il lavoro, e non si organizzano per far valere i propri diritti, non solo ambientali ma anche tutti gli altri. Temo che noi usiamo registri ormai superati, e le nuove generazioni (la stragrande maggioranza) si pongono altre prospettive o hanno altri problemi da risolvere prima.

Chi scoppia di salute (economica) é, invece, la Congregazione dei Redentoristi, che progetta (cosí corre voce) di costruire a Trindade (GO) un nuovo santuario al Divin Pai Eterno con una capienza di 700 mila fedeli, in sostituzione di quello attuale costruito pochi anni fa in sostituzione dell´antico. Cosí a Trindade avremo tre santuari. Tutto questo in decorrenza del successo (ben appoggiato sulla rete televisiva Santuario) di questo tipo di devozioni che rendono bene anche finanziariamente. Qualche volta in detrimento della coerenza con principi non negoziabili.

Il comune di Itaberaí ha indetto per domenica prossima le elezioni del Consiglio Tutelare per i minori. Tutte le entitá, parrocchia compresa, presentano i propri candidati. É uno strumento democratico per andare incontro ai tanti problemi di violenza sui minorenni, ed é fondamentale partecipare per evitare che il Consiglio sia solo un gruppo di stipendiati per dare fumo negli occhi.

15 novembre, festa civile: anniversario della Repubblica. Non é cambiato niente nella mia giornata, ma é pur sempre una festa importante: perché é la memoria di un passo avanti verso una comunitá di uguali.

La Repubblica Federale del Brasile é nata il 15 novembre1889. Pose fine alla sovranitá dell´Imperatore Dom Pedro II. Fu dichiarata solennemente nella piazza che poi divenne la bellissima Piazza della Repubblica, a Rio de Janeiro, che fino agli anni 60 é stata capitale del Brasile. Le repubbliche, nonostante il bellissimo nome (res publica = cosa pubblica), nascono come possono: spesso malamente, con un atto di forza di un gruppo ristretto. Questa é sorta da un colpo di stato militare, peró incruento, organizzato dalle logge massoniche. Prese il potere il maresciallo Deodoro da Fonseca, che depose l´imperatore e il Consiglio dei Ministri dell´Impero e li sostituí con un Governo provvisorio repubblicano, di cui fu "eletto" Presidente. I nuovi ministri furono scelti tra i personaggi di maggiore spicco della massoneria, ed erano tutti (o quasi tutti, non ne sono certo) militari. Qualche cosa di buono lo dobbiamo anche alla massoneria: ha aperto la strada a una visione piú aperta della societá e ai diritti dell´uomo e del cittadino, pur con tutti i limiti dell´epoca. Allora potevano votare solo gli uomini di sesso maschile (dei gay la storia non dá notizia) e possidenti. Il primo sindaco di Itaberaí fu eletto, un paio di anni dopo, da soli sei elettori.

Il vescovo Dom Demetrio Valentini, in un articolo (Adital), fa notare che la nostra settimana della repubblica termina con la festa di Cristo Re. "Repubblica e Regno - sembra perfino una cosa combinata" - osserva il vescovo. Poi spiega che le due cose non si escludono ma devono essere mantenute separate. Il Regno dei cieli é la pienezza della vita, che si cerca di concretizzare un poco ogni giorno ma sará completa solo nell´"ultimo giorno". É una promessa di Gesú Cristo a cui noi aderiamo liberamente, attraverso un atto di fede che non puó essere imposto da nessun potere e nessuna legge. La Repubblica, invece, é la cosa di tutti, anche di quelli che non hanno una fede. Essa riguarda la vita concreta di oggi, quí su questa terra, per la migliore convivenza e la maggiore felicitá possibili dei suoi cittadini. Ogni cristiano puó e deve contribuire da cittadino anche con la ricchezza del suo patrimonio di fede, ma in condizione di paritá con gli altri cittadini. Chi usa le prerogative o i "poteri" che gli provengono dalla fede per forzare le coscienze dei cittadini a votare candidati o leggi dello Stato Repubblicano "come obbligo di fede o morale cristiana", commette una violenta invasione di campo.

A questo proposito, continuano strascichi di malumore per la recente campagna elettorale: la partita non é ancora chiusa. Non certo per la vittoria di Dilma, che ora sta lavorando alla composizione del suo prossimo esecutivo e giá partecipa alle ultime decisioni di Lula; ma per gli interventi inopportuni di tre vescovi, e in particolare di uno che ha diffuso volantini calunniosi in cui diffidava i cattolici dal votarla come sostenitrice dell´aborto. Anche dom Tomás ha scritto un articolo in cui afferma che in questa campagna il Papa e la fede sono stati usati per manipolare gli elettori.

Di solito - osserva il teologo José Comblin in una lettera abbastanza veemente a un amico teologo (Adital) - quelli che fanno queste incursioni in nome della fede, si dicono difensori della vita e lottano contro la depenalizzazione dell´aborto. Si credono difensori della vita perché condannano l´aborto, e usano un linguaggio violento, di condanna. "Si dá il caso che la Chiesa condanni l´aborto da sempre e ha stabilito una scomunica per tutti quelli che vi partecipano. In Brasile c´é una legge che lo criminalizza. Nonostante questo, il Brasile é uno dei paesi con maggior numero di aborti. C´é chi afferma che ogni 5 donne, una ha giá praticato un aborto. É sempre un aborto clandestino, e naturalmente é compiuto nelle peggiori condizioni possibili per i poveri. Poiché per quelli che hanno condizioni di pagarle ci sono cliniche ben equipaggiate, conosciute ma mai denunciate nemmeno dalla Chiesa. Su queste cliniche il potere giudiziario chiude pudicamente gli occhi. Alla fine dei conti si tratta di persone importanti. La legge non ha nessun effetto. I difensori della vita non difendono niente: parlano, parlano, ma le loro parole non hanno alcun effetto. Condannano e condannano, ma il delitto viene compiuto nella massima indifferenza. Parlano, e non succede niente. Impediscono allo Stato di depenalizzare, ossia, sono difensori dell´aborto clandestino, che é la situazione attuale".

"Giá che il documento era firmato da vescovi - continua Comblin - mi aspettavo che spiegassero che cosa stanno facendo nella pastorale della loro diocesi per lottare contro l´aborto clandestino, e facessero proposte ai candidati con base nelle proprie esperienze pastorali. Ma non c´era niente di questo nel manifestino. Sarebbe stato interessante sapere come faceva la pastorale diocesana ad evitare gli aborti. Ma non c´era nulla. I vescovi gridavano, spaventavano, condannavano, ma non dicevano quello che facevano. Alcuni lettori hanno pensato: giá che non parlano della loro pastorale per evitare l´aborto, dev´essere perché questa pastorale non esiste. Parlano contro l´aborto, ma non fanno nulla per evitarlo. Condannano e basta".

"Invece potrebbero fare molte cose. Molte donne che vogliono abortire, sono angustiate, sperdute, disperate che si sentono in una situazione senza uscita. Molte vogliono l´aborto perché i loro genitori non accettano il parto. Altre sono costrette dall´uomo che le ha stuprate, e che puó essere il loro stesso padre, un fratello, uno zio, un patrigno. Altre sono disperate perché l´impresa in cui lavorano non permette loro di avere un bambino. Altre sono lavoratrici domestiche e la padrona non accetta che debbano occuparsi di un bambino. Dunque queste ragazze vivono nell´angoscia e non sanno cosa fare. Non ricevono cure mediche, non ricevono consigli, non ricevono sostegno morale né materiale, perché tutto é clandestino e non osano nemmeno parlarne ad altri se non alle amiche piú vicine. Non trovando alternative, controvoglia e con molta sofferenza ricorrono all´aborto. La Chiesa non le ha aiutate quando avevano bisogno di aiuto". "Siamo tutti colpevoli, tutti complici per omissione e, in primo luogo, dovremmo chiedere perdono per la nostra negligenza invece di accusare queste donne".

"Non ha senso dire che sono contro l´aborto e che sto difendendo la vita se non faccio nulla. Non sto difendendo nessuna vita e l´aborto sta lí, e non faccio niente. Il governo ha una legge che criminalizza l´aborto e questa legge non viene applicata. Serve solo a rendere clandestino l´aborto, cioé, a farlo praticare nelle peggiori condizioni fisiche e morali possibili, salvo per le persone di buona condizione. Questa legge non é applicabile e la Chiesa nemmeno osa chiedere che venga applicata. Sarebbe necessario costruire migliaia di penitenziarie e mettere in prigione forse un milione di donne. La Chiesa non chiede questo e si rassegna all´aborto clandestino. In pratica non fa nulla contro l´aborto clandestino".

"Esiste l´alternativa alla depenalizzazione, che per i nostri difensori della vita é la proposta di Satana. Il ricatto dei cosiddetti difensori della vita ha fatto sí che tutti condannino la depenalizzazione, come fa la Chiesa. Chi sono io per giudicare? I vescovi del Regionale Sud 1 ritengono che sia meglio l´aborto clandestino. Chi sono io per discutere? Tuttavia, avrei il diritto di chiedere piú discrezione e umiltá, perché alla fine dei conti siamo tutti complici per omissione se non facciamo niente per prevenire gli aborti cosí numerosi in Brasile. La condanna é inoperante. Ma una pastorale della famiglia o una pastorale specifica per questo problema potrebbe evitare che molte donne angustiate e disperate debbano ricorrere all´aborto che nessuna donna chiede senza piangere. Perché aspettare a sviluppare questa pastorale?"


E conclude: "Allora, quale testimonianza ha dato la Chiesa con questo volantino elettorale?" Firmato: José Comblin, grande peccatore e complice per omissione.

Commento mio, a mó di mediazione: la pastorale deve studiare una proposta di depenalizzazione che non risulti in una approvazione dell´aborto e non possa essere confusa con essa. Per esempio: le ragazze in situazione disperata possono presentarsi ad un "comitato famiglia", da istituirsi in ogni comune, senza essere denunciate e con diritto alla privacy. Il comitato provvederá ad assisterle nel parto e a trovare chi adotti il figlio, nel caso che la partoriente si trovi nell´impossibilitá di tenerlo con sé. La Chiesa, che ha chiesto di non sopprimere il feto, potrebbe fare la sua parte accogliendo i bambini nei palazzi vaticani o presso famiglie cattoliche e nei conventi di suore disponibili. É una cooperazione possibile tra la Repubblica e il Regno?

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