22 novembre 2010

TRASGRESSORI SALVANO IL FUTURO?

Foto 1 e 2: la pianta di oiti che fa ombra davanti al mio cancello.

Il 20 novembre scorso era la "giornata della coscienza negra": una commemorazione nata dalle rivendicazioni di una delle tante culture oppresse. C´é un ampio movimento dei negri (cosí vogliono essere chiamati, per sottolineare l´orgoglio della razza contro le discriminazioni del colore della pelle sottinteso nell´aggettivo "pretos=neri") dietro di essa. La storia dei negri in Brasile é da strappare il cuore. Fu una delle schiavitú piú feroci della storia, cominciando dalla "tratta" e dalla commercializzazione che erano un autentico inferno, fino al 1884, l´anno della emancipazione ufficiale. E poi anche dopo, perché non avendo ricevuto dal governo nessun supporto per ricominciare una vita in libertá, molti si rassegnarono a continuare con gli stessi padroni di prima.

Come rivalsa essi hanno dato al Brasile la musica piú gioiosa del mondo, gli strumenti musicali e i ritmi seducenti (la musica popolare brasiliaina - MPB) diffusi ormai nei cinque continenti. Non é un mistero su cui dovremmo riflettere? Il Brasile ha adottato la loro cucina, la danza, il folklore, ed essi hanno influenzato profondamente la formazione della lingua, dello stile di vita, delle relazioni umane e della religione popolare. Sono un modello di resistenza: hanno risposto all´odio e alla crudeltá con le armi dell´amore. A Goiás la festa della Madonna del Rosario (in ottobre, per nove giorni di seguito), é l´occasione in cui essi possono presentare a un folto pubblico la loro ricchezza culturale e la faccia piú simpatica della loro umanitá. La cittá di Goiás fu per 50 anni (1725-75) una ricca miniera di oro, e lí si concentrava il maggiore traffico di schiavi. Il lavoro manuale delle miniere era tutto riservato a loro.

La devozione alla Madonna del Rosario fu introdotta in Brasile dagli schiavi tratti dalle coste dell´Africa, dove i domenicani li avevano iniziati a questo culto. La Chiesa missionaria fece poca opposizione al sistema schiavista, anzi, le Congregazioni religiose spesso si servirono di schiavi nei loro lavori manuali. Peró ebbe cura delle loro anime. Si racconta che il padre gesuita José Anchieta, una volta, camminó per 12 chilometri a piedi, di notte e sotto la pioggia, per portare l´unzione degli infermi a uno schiavo moribondo. Furono perfino dispensati dall´obbligo di sposarsi per avere figli, dal momento che l´indissolubilitá era in aperto conflitto con il "diritto" dei padroni di rompere le famiglie per venderli o comprarli singolarmente, e quindi era impraticabile. Nella nostra societá benestante e preoccupata per la sopravvivenza del proprio modello di vita é difficile che la gente si ricordi di come ha raggiunto l´attuale benessere e di quanto male ha fatto agli africani. Invece dovrebbe meditarvi sopra, per capire uno dei tanti motivi per cui tutto il sistema, oggi, traballa.

Come avevo giá annunciato, I responsabili della Diocesi di Goiás e delle sue comunitá di base, in questi giorni, sono concentrati nella preparazione della prossima Assemblea Diocesana prevista per sabato e domenica prossimi (27-28/11). Il Vescovo e il coordinatore diocesano di pastorale (il nostro Padre Severino), puntano a una verifica e una conferma dell´opzione fondamentale della Diocesi: essere una Chiesa Popolo di Dio secondo lo spirito del Vaticano II, in cammino verso il Regno, alla luce della Parola di Dio, ma con un impegno "samaritano" verso gli oppressi come parte essenziale dell´"essere discepoli di Gesú". Una Chiesa-rete di comunitá di base, quindi con uno stile e uno spirito laicale (non laicista) fondamentato nella essenziale vocazione battesimale a partecipare al sacerdozio di Cristo. Ma sono parole o fatti? Noi abbiamo questo dualismo da districare, mentre voi in Italia organizzate il Consiglio di Stato per decidere il destino di Berlusconi.

Non so se l´avete letto, ma nel post di alcuni giorni fa avevo segnalato che per mantenere viva la speranza bisogna leggere il nostro percorso e quello di tutta la Chiesa come un processo, e non come eventi singoli che si esauriscono nel momento in cui avvengono. L´avevo appena scritto, ed ecco che incontro un collega giovane che vive la passione delle nostre scelte pastorali, e mi dice: "Prepariamo un´Assemblea sognando di portare avanti una Chiesa cosí, ma non so se ci riusciremo, perché la nostra pratica conduce verso la direzione opposta". É vero anche questo: c´é un processo in una direzione, e un altro processo nella direzione opposta. C´é anche qui una fetta di Chiesa che si vuole occupare piú di preservare la struttura pré-conciliare che di seguire Gesú Cristo. Restringono lo spazio dei laici, sottolineano la separazione tra clero e laici, proibiscono la lettura liturgica alle donne, trascurano le pastorali sociali e centralizzano la vita della Chiesa nel Tempio. Et alia huiusmodi. Alcuni cominciano dal seminario a programmare la loro prossima collezione di stole, tuniche e arredi da sacra boutique. É l´aria che tira.

Esiste anche, tra noi, una nuova fattispecie di trionfalismo che si impone con il fervore religioso e una buona dose di eccitazione emotiva. La spettacolaritá delle sue messe attrae i giovani. Le sue reti televisive entrano in ogni casa e tengono compagnia alle donne affacendate e ai malati. In quale direzione stanno andando? Nessuno lo sa con sicurezza. La nostra "forma mentis" istituzionale ci fa credere che siano nostalgici della Chiesa preconciliare, ma non é detto! Sono molto diversi dagli integralisti dei secoli scorsi: non si alzano all´alba, non fanno penitenze e non si flagellano, amano un certo sfarzo nel culto, celebrano matrimoni da favola e predicano la "certezza che Dio ci perdona tutto". Le loro prioritá sono il canto e preghiera di lode e il "sentire" lo Spirito Santo quasi come loro proprietá privata e individuale. Esibiscono fortemente le loro conversioni, le esperienze di Dio personali e individuali, il ritrovamento del "senso" della vita.

É un movimento (mi pare) che non dialoga con la cultura del nostro tempo e non é in grado, né si cura, di "rendere ragione della nostra fede" (vedi prima lettera di Pietro) ai critici e agnostici di oggi. Peró condivide lo stesso spirito individualista, esibizionista e consumista. Ostenta senza patemi d´animo, una religiositá anti-moderna. E fa successo. Nello stesso tempo porta dentro alla Chiesa la ricerca dello spettacolare. Si muniscono di un corredo elegante e colorito per servire all´altare: una tunica per ogni colore del tempo liturgico. Sono ricercatissimi negli arredi e nelle decorazioni floreali. Dove possono, impongono l´annuncio del nome e cognome del lettore prima di ogni lettura della messa. "Chiediamo ai padrini di comprare un asciugamano ben ricamato, da passare sul capo del bambino dopo il battesimo" - insiste una coordinatrice della pastorale battesimale. E aggiunge: "In diverse parrocchie della capitale lo fanno giá!". Ma é pur sempre un movimento che riempie dei vuoti e va incontro a un sentimento o a un bisogno popolare.

Questo fenomeno é uno dei frutti del cambiamento epocale? É possibile. Gli equilibri del mondo sono instabili e il prossimo futuro si preannuncia sempre piú tempestoso. Come fa notare il giornalista brasiliano Boaventura de Souza Santos, abbiamo appena visto Obama, Presidente degli Stati Uniti, implorare la Cina e altri paesi emergenti di non utilizzare le barriere doganali e gli interventi sul cambio contro il suo paese - che ne ha sempre fatto uso contro gli altri - perché "un´economia americana forte serve a tutti". É il crepuscolo di una civiltá, affermano alcuni pensatori. Ed ecco che, mentre i teologi si sforzano di trovare formulazioni della fede comprensibili e accettabili per la societá attuale (post-moderna), ed altri si spaventano e cercano di restaurare ció che fu, si solleva un´onda anomala e trasgressiva che dá un calcio sia al presente che al passato. É difficile da inquadrare. Bisogna stare a vedere come si sviluppa. Spesso, nella storia, i trasgressori hanno salvato il futuro. L´apertura del Cristianesimo al mondo pagano fu opera di Paolo, un carismatico due volte trasgressore: passó dalla condizione di fariseo, cioé giudeo rigoroso, a quella di convertito alle prime comunitá giudaico-cristiane; e poi da quelle ad un nuovo tipo di comunitá formate da pagani che accettavano Gesú ma ignoravano e rifiutavano la legge mosaica.

Sperando di non scandalizzare, aggiungo che l´Antico Testamento ci offre una rassegna di trasgressori che salvarono il futuro. Ruth, figlia di Noemi che era rimasta vedova dopo avere emigrato in terra di Moab per sfuggire alla siccitá, seduce Booz, un proprietario terriero di Moab, parente del proprio defunto padre, per riscattare il seme di sua madre. Simbolicamente, va a spigolare nel suo campo di grano: vuole raccogliere i semi che lui ha lasciato indietro durante il raccolto. Poi lo ubriaca e si fa ingravidare sotto la tenda, accanto al faló. Si scopre poi che Booz era discendente di Farés, il figlio nato da Giuda in una unione trasgressiva con la nuora Tamar. Ruth, a sua volta, é discendente di Moab, figlio incestuoso di Lot con la sua figlia piú vecchia. Dall´unione dei due discenderá il re Davide, da cui discendono Maria e Gesú, il Messia. (Cfr. A Alma Imoral, di Nilton Bonder, editore Rocco, 1998).

"Il futuro si costruisce solo con ció che non c´é mai stato - la trasgressione di un presente o di un passato" (A alma imoral - Nilton Bonder).

"O que será será", ma di sicuro dovremo convivere con questa ed altre "nuove onde" per molto tempo. E dovremo amarci ugualmente da buoni fratelli pure nel conflitto, perché se vogliamo l´ecumenismo di tutte le fedi religiose non possiamo scannarci tra di noi. Dovremo farlo senza perdere di vista il cammino e la meta e migliorando sempre piú la fede, la consapevolezza, la pratica. Le situazioni conflittuali non sono novitá nel percorso cristiano. Il Nuovo Testamento ne é pieno. "É con la perseveranza che conquisterete la vita!" - affermava Luca nel brano di Vangelo di domenica scorsa (21, 19).

Questa sará la 19a Assemblea della nostra Diocesi. La prima fu nel 1968, per dare inizio al percorso post-conciliare. Per capire che cosa significhi l´Assemblea per noi, dovrei tradurvi tutta la storia che ho giá steso in un librino in portoghese e ho sintetizzato in alcune pagine del nostro Diretorio Diocesano. Vi risparmio perché é lunga anche la sintesi. Quí si tratta di fatti e di vite umane, non di tesi di teologia pastorale: perció a sintetizzare troppo si perde la sostanza, che é la passione (il pathos) della vita vissuta. Abbiamo attraversato serie difficoltá per amore al Vangelo, ai poveri e alla Chiesa e siamo qui. Abbiamo davanti alcuni frutti buoni del nostro lavoro, ma anche parecchie nuove sfide.

Il vescovo dom Demetrio Valentini scrive un articolo per avvertirci che a Roma si sta riunendo la Commissione Preparatoria del Sinodo delle Americhe. Non si sono ancora visti risultati forti di questi sinodi continentali, ma la loro ragione di essere é importantissima. La Chiesa ha bisogno di "inculturare la fede" nelle singole culture, diversissime da un continente all´altro e all´interno di ciascun continente. L´Europa si vanta di essere il frutto di una inculturazione del cristianesimo, nato nel giudaismo, dentro al mondo greco-romano: che ha dato frutti ricchissimi, pure con parecchi aspetti discutibili, in contraddizione con le sue radici evangeliche. In America, specialmente in quella latina, la fede é arrivata con tutto il suo bagaglio di culture europee. É arrivata con la croce accompagnata dalla spada. C´é stata una catechesi forzata. L´inculturazione, se c´é stata, é avvenuta nella religione popolare negra e cabocla, che non si é mai integrata e non é mai stata accettata pacificamente dal clero. Ora bisogna superare la fase infelice della colonizzazione, affinché questi popoli possano rivolgersi a Dio nel loro modo di essere.

Ma perché sto a scrivere queste cose? In certi momenti mi sembra tutto un sogno o un bla bla bla inutile. Stasera c´é un sereno smagliante, le stelle sono cosí vicine che si fa fatica a credere alle distanze di miliardi di anni luce. Poco fa ho visto un meteorite attraversare metá del cielo come un razzo. Il creato di Dio invita alla pace. La strada del vangelo, invece, é sempre turbolenta. Due ore fa, nella messa, il Vangelo di Luca raccontava di come Gesú affrontasse apertamente le autoritá per la loro falsa religiositá, e come quelli progettavano di ammazzarlo mentre la gente, invece, ne era entusiasta. Peró lo stesso Luca racconta poi che quando Gesú fu inchiodato sulla croce la gente rimase a guardarlo da lontano, senza farsi avanti a difenderlo. É cosí che vanno le cose. La gente normale pensa a cose piú semplici, ad apprezzare e godersi le bellezze che Dio ha creato. Le prime parole che mi sono state rivolte questa mattina appena alzato sono quelle di una donna delle pulizie del comune che, raccogliendo con la scopa i frutti di oiti caduti sull´asfalto guardava con ammirazione la bella pianta che ho davanti a casa e commentava: "Padre, immagini questo bell´albero nella foresta, dove ci sono pacas e altri animali selvatici che fanno festa con la sua frutta!".

E per finire, ho qui un articolo di Frei Beto (Adital) che ci racconta: la Russia ha soppiantato l´America nel primato di commercio di armi. Tutti i paesi ricchi si arricchiscono, oggi, vendendo armi ai paesi poveri. L´America Latina negli ultimi anni ha quadruplicato le spese militari. E il Brasile di Lula non é da meno: "Nel dicembre del 2002, quando Bush chiese a Lula il sostegno del Brasile nell´invasione dell´Irak, il presidente eletto rispose: "La nostra guerra non é per togliere vite ma per salvarle. Noi combatteremo la fame!" Peró, poi, destina 13 miliardi al riarmo e 12,5 miliardi alla lotta contro la fame. Noi cattolici (e i vescovi) dobbiamo difendere la vita anche contro queste spese militari e contro le guerre, e non limitarci alla difesa dei nascituri o dei moribondi - é ció che sostiene il frate domenicano scrittore e giornalista.

E il 20 novembre scorso era la giornata della memoria delle vittime della strada. Cito ancora da Frei Beto (Adital): "Secondo l´Organizzazione Mondiale della Sanitá (OMS), muoiono nel mondo di violenza nella circolazione stradale, ogni anno, circa 1 milione e 200 mila persone. I feriti e/o invalidi sono piú di 20 milioni". In Brasile i morti sono circa 45 mila ogni anno, e i feriti 200 mila. Si punta a un aumento di potenza delle macchine e delle moto, che fanno tirare l´economia. C´é da stare allegri!

3 commenti:

  1. Caro Francesco,sono tua cugina Rosanna, da un po di tempo seguo il blog di Bartimeo. Sarei interessata a leggere il post di Palaveggio ma non riesco ad accedere perchè non sono invitata; come devo fare? Grazie.
    Ricevi un forte abbraccio, con tanto, tanto affetto
    Rosanna Capponi

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  2. Ciao, Rosanna! Non ho la tua e-mail. Mandamela con un messaggio a chicocaponi@bol.com.br
    Il post Palaveggio l´avevo chiuso, tanto i miei amici assidui lettori l´avevano giá letto. Ora l´ho riaperto e puoi leggerlo. Chico.

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  3. Grazie Caro Chico ,ed estendi il ringraziamento a Silvia e Arcangelo per la bella serata, trascorsa da voi, ce ne fossero di sere cosi intense e vere ! un abbraccio , Luca
    Grazie per la riflessione profonda che ci proponi ogni volta qui sul tuo blog, alla prossima, ciao luca

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