28 dicembre 2009

BILANCI DI FINE ANNO

Foto: la festa in pizzeria con gli amici e i figli degli amici.

Abbiamo giá cominciato a festeggiare fine anno e capodanno: vedete nelle foto. Cogliendo l´occasione della visita di Maria Helena, che fu missionaria laica in questo quartiere e in diverse comunitá rurali, abbiamo organizzato un incontro in pizzeria con i piú anziani della "caminhada" e coi loro figli, alcuni dei quali hanno giá la "namorada". Maria Helena ha visitato le comunitá, ha partecipato alla novena di Natale con quella di São Francisco, e dopo Natale se n´é andata. La visita, l´incontro e la condivisione (mangiare insieme) sono l´essenza del piano di salvezza rivelato da Gesú. É un buon fine anno e un buon auspicio per quello che sta per cominciare.

Pessime notizie, invece, da Vignola. Ne sono sconvolto. Iniziammo il 2009 perplessi per tutto quello scomposto vociferare (e voci-ferire) sul dramma Englaro. Ora lo finiamo con un omicidio in casa nostra: quasi in sacrestia, si puó dire. Vignola é il mio paese adottivo. Conoscevo il prete solo di vista, ma me ne hanno sempre parlato con stima e simpatia. La signora era mia amica 50 anni fa, quando lei era catechista e io seminarista. Col marito avevo un buon rapporto, qualche volta abbiamo pranzato insieme. Cosa sará successo? Come púó accadere? Che cos´é che puó indurre una persona (un prete) a diventare un assassino? Credo che tutti se lo chiedano. Io stento ancora a crederci. Il massimo che riesco a pensare é quanto siano fragili i nostri pensieri e giudizi, e quanto siamo impastati di fango al punto da diventare disumani! Allora: che la legge cerchi il responsabile, giudichi, condanni e punisca ma, sia ben chiaro, sappiamo che solo la misericordia di Dio puó salvarci. "Siate misericordiosi, affinché Dio vi usi misericordia". San Paolo, a suo tempo, scriveva: "So che il bene non abita in me, cioé, nei miei istinti egoisti. In me c´é il volere il bene, ma non sono capace di farlo. Non faccio il bene che voglio, ma il male che non voglio". E insiste: "Me infelice, chi mi libererá da questo corpo di morte? Siano date grazie a Dio, per mezzo di Gesú Cristo, nostro Signore". (Romani, 7, 14-25).

A fine anno l´istinto ci spinge a fare bilanci, anche se é meno divertente che andare in pizzeria. Ci sono tanti modi di farli, e il ventaglio di componenti da prendere in considerazione é assai ampio. Ci sono bilanci di carattere generale, altri ristretti alle vicende personali, altri ancora limitati alle vittorie e alle sconfitte, ai passi avanti o indietro nel campo politico, economico, ecclesiale, ecologico, eccetera. Io, di solito, rifletto sulla mia crescita umana e spirituale, che é poi strettamente collegata alla soddisfazione o insoddisfazione circa lo scopo che piú mi preme: la fedeltá a Cristo e l´impegno per il Regno. Ma non sono pensieri da mettere in circolazione su un blog.

Meglio riferirvi il bilancio politico-economico di Dom Demetrio Valentini, Vescovo di Jales (SP) e Presidente della Caritas Brasiliana, pubblicato su Adital il 23 dicembre: che mette in risalto le maggiori sfide che il 2010 erediterá dal 2009. Ecco il testo:

"Era grande l´attesa per l´arrivo del duemila. Si era creato attorno ad esso un immaginario collettivo denso, nel quale non mancavano scenari apocalittici, proprii di contesti di millenarismo. La realtá ha mostrato che la natura continua col suo ritmo e la storia con la sua dinamica. Il nuovo millennio porta con sé l´ereditá di quello anteriore, e bisogna affrontare le sfide che abbiamo ricevuto.

Ora é giá passata la prima decada del nuovo secolo. Osservata con attenzione, puó servire da campione di ció che ci aspetta nel prossimo futuro. Alcuni fatti sono in risalto: l´attentato dell´undici settembre, la potenza economica della Cina, la crisi ambientale, tanto per prendere quelli piú in evidenza. La virulenza dell´abbattimento delle torri gemelle, l´11 settembre 2001, si rivestí della liturgia mediatica dei grandi spettacoli, ma trasmise un messaggio chiaro e incisivo. Le torri gemelle erano simbolo della scandalosa concentrazione economica, moralmente perversa, ecologicamente insostenibile. In un mondo sempre piú globalizzato, diventano sempre piú insopportabili le disuguaglianze sociali ingiuste, prodotte da un sistema economico sfruttatore ed escludente. Gli esclusi non tollerano piú i privilegi che escludono.


L´attentato dell´11 settembre presenta la sfida chiara di un nuovo ordine economico mondiale come compito di questo secolo, che non si puó rimandare. Solo cosí il mondo potrá coltivare una ragionevole speranza per il millennio. Se si continua cosí com´é, l´economia mondiale diventerá senza soluzione entro poco tempo.

Un fatto che si impone alla nostra attenzione, in questo nuovo secolo, é la sorprendente ascensione della Cina sullo scenario mondiale politico ed economico. La Cina sta squilibrando il mondo. É riuscita nella prodezza inaspettata di unire i due peggiori ingredienti prodotti dalle innovazioni degli ultimi due secoli, e metterli al servizio della sua crescita economica, a spese del vero sviluppo umano mondiale. Da una parte, continua ad avere un regime politico statizzante e dittatoriale, nell´esercizio di un comunismo radicale e intollerante. Dall´altra, ha adottato pratiche del peggiore dei liberalismi economici, sfruttando la manodopera a buon mercato delle centinaia di milioni di cinesi che sono nella fila dei disoccupati. Cosí la Cina riesce ad invadere il mondo con una gamma di prodotti ogni giorno piú ampia, frutto di una nuova forma di schiavitú, che viene ridistribuita al mondo intero, che si vede costretto a pagare meno gli operai per mantenere la competitivitá dei suoi prodotti. Il "fattore Cina" si fa presente in tutte le situazioni.

Una delle chiare sfide della politica mondiale, in questo inizio del secolo 21, é integrare la Cina nel convivio della democrazia, nel rispetto minimo dei diritti umani elementari.

Ma il campione piú evidente di questa prima decada del nuovo millennio arriva rivestito dai colori della crisi ambientale. All´inizio di questo millennio, si aprono gli occhi della coscienza ecologica. I segnali sono ogni giorno piú evidenti. Lo squilibrio si manifesta in molti modi. Il sintomo piú incontestabile é il rapido scioglimento dei ghiacciai, che sono la maggiore riserva di acqua dolce del pianeta. O l´umanitá inverte questo processo, o rischia di rendere impossibile la vita sul nostro pianeta.

Entriamo nel nuovo millennio con le spalle appesantite dalle conseguenze di equivoci accumulati negli ultimi secoli. Il vantaggio puó essere quello di essere consapevoli che é arrivata l´ora di affrontarli, con determinazione e coraggio. Il fallimento di Copenaghen mostra che non siamo ancora pronti. Cambieremo in tempo?"


Se avete finito di leggere l´analisi di Mons. Demetrio, vi passo ora un bilancio piú leggero e divertente, sotto la forma di "Lettera a Gesú Bambino". É di Beppe Severgnini, pubblicato su Corriere della Sera. Copio e incollo:

Caro Gesú Bambino: è nostro dovere avvertirti. Se quest'anno decidi di scendere nuovamente tra noi, lo fai a tuo rischio e pericolo. Non c'è Erode, questo è vero. Ma il momento è rissoso (in politica, in economia, sul web, alla stazione Centrale di Milano), e vedrai che proveranno a metterti in mezzo.

- per cominciare, cercheranno di arruolarti in un partito. Sotto Natale, improvvisamente, tutti cattolicissimi: gente che usa il crocefisso come un manganello, atei devoti e calcolatori, ministri preteschi e prelati ministeriali. Come hai detto? Ieri Di Pietro ti ha scritto, mettendoti in guardia dal diavolo? Uno di questi giorni ti suggerirà una frase: «Tu sei Di Pietro, e su questa pietra edificherò il mio partito». Non fidarti.

- alla Camera litigheranno per stabilire se Astro del ciel è di destra mentre Tu scendi dalle stelle è di sinistra. Al Senato Schifani griderà "Abbassiamo i toni!". Rutelli ti offrirà la tessera n.2 del suo nuovo partito (la n.1 se la tiene). La Santanché dirà che la cometa è ispirata a una sua pettinatura.

- rischierai di restare bloccato nella grotta, al freddo. Causa eccezionali precipitazioni di natura nevosa - oggi le nevicate si chiamano così - i trasporti non sono assicurati, il riscaldamento nemmeno. Il bue e l'asinello? Scòrdateli. Il primo è in sciopero contro il prezzo del latte alla stalla, per solidarietà bovina. L'asinello - detto anche somaro - è impegnato a discutere nei salotti TV.

- nella grotta arriverà una troupe del Tg4 in cerca di storie alternative di Natale ("Coppia hippy si rifugia con figlio neonato in una grotta - non sapeva che il Cavaliere ha abolito l'Ici sulla prima casa!"). E se tu dirai loro "Abbiate Fede!", quelli risponderanno "Ce l'abbiamo, ce l'abbiamo. Da diciotto anni... "

- rischierai di finire nella pubblicità del Pan di Stelle o di un pandoro. Ti chiederanno di esclamare "E' divino!" - e lassù Qualcuno potrebbe dispiacersi. Non solo: Lavazza e Nescafè stanno litigando per una pubblicità ambientata dalle tue parti - sì, in Paradiso. Se ti trovano, ti chiedono un arbitrato. Rischi di passare la notte di Capodanno con Bonolis, Clooney e la Canalis, scocciata perché tua mamma è più giovane e carina di lei.

- a proposito: Maria è meravigliosa, ma un po' fuori moda. Pensa che non ha nemmeno venduta l'esclusiva delle tue prime foto a Chi e non ha creato un gruppo Fan di Jesus su Facebook.

- Giuseppe, bravo artigiano e tuo papà in terra, verrà chiamato Pino, Pinuccio, Giusè, Puccio, Peppe e Beppe - te lo dice uno che se n'intende. "Da Pinuccio & Figlio snc - Infissi e porte blindate" (visti i tempi).

- qualcuno dirà che Babbo Natale - laico, casinista e sovrappeso - è più televisivo di te. Tutti possono interpretarlo: basta un cappello rosso e la barca bianca. Per imitarti, invece, dovremmo tornare umili. E questo, in Italia, non va più di moda.
Dimenticavo. Non aspettare i Re Magi. Sono extracomunitari senza visto e sono stati oggetto di respingimento.


Sempre a proposito di bilanci, ve ne propongo uno di poeta: Eugenio Montale. I poeti mi piacciono. Dopo i profeti biblici e i mistici cristiani, i poeti sono quelli che sanno trovare le parole piú suggestive per volare alto e non rimanere impantanati nella quotidianitá.

La Storia

La storia non si snoda
come una catena
di anelli ininterrotta.
In ogni caso
molti anelli non tengono.
La storia non contiene
il prima e il dopo,
nulla che in lei borbotti
a lento fuoco.

La storia non è prodotta
da chi la pensa e neppure
da chi l'ignora. La storia
non si fa strada, si ostina,
detesta il poco a poco, non procede
né recede, si sposta di binario
e la sua direzione
non è nell'orario.

La storia non giustifica
e non deplora,
la storia non è intrinseca
perché è fuori.
La storia non somministra carezze o colpi di frusta.
La storia non è magistra
di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve
a farla più vera e più giusta.

La storia non è poi
la devastante ruspa che si dice.
Lascia sottopassaggi, cripte, buche
e nascondigli. C'è chi sopravvive.
La storia è anche benevola: distrugge
quanto più può: se esagerasse, certo
sarebbe meglio, ma la storia è a corto
di notizie, non compie tutte le sue vendette.

La storia gratta il fondo
come una rete a strascico
con qualche strappo e più di un pesce sfugge.
Qualche volta s'incontra l'ectoplasma
d'uno scampato e non sembra particolarmente felice.
Ignora di essere fuori, nessuno glie n'ha parlato.
Gli altri, nel sacco, si credono
più liberi di lui.

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