3 gennaio 2010

PER IL FUTURO DELLA TERRA

Grazie a Dio, abbiamo raggiunto il 2010! Avete stappato lo spumante? Avete mangiato l´uva? Molto sobriamente, io ho celebrato la messa in un villaggio alle nove, poi ho declinato tutti gli inviti e sono andato a letto. A mezzanotte mi sono svegliato coi botti: non tantissimi, per la veritá. Devono averli consumati tutti nelle dispute tra i due sindaci: nei giorni dei processi, ognuna delle due parti andava in giro con i camion a sparare mortaretti per celebrare la vittoria del suo candidato...

Dicono, giustamente, che per essere testimoni del Vangelo, bisogna stare in mezzo alla gente. Gesú andava a cena coi pubblicani. Le feste hanno il pregio di farci incontrare e confraternizzare, in esse condividiamo i momenti importanti dell´anno e della vita. Io peró non ho piú l´etá di Gesú, e a parte questo vi dico sinceramente: sono sempre piú allergico a queste feste rituali. Mi stancano. Con tutti i pregi, sono anche sempre piú contaminate dal consumismo sfrenato.

Come simbolo di prosperitá qui mi pare che non usino la papaya, che sarebbe la frutta piú adatta perché ce n´é in abbondanza. Io ve ne metto una foto sul blog: é una delle due piante cresciute spontaneamente accanto al muro di casa. L´unico lavoro che mi hanno richiesto é stato di gettare un pugno di sementi in terra e poi togliere, man mano, le piantine piú deboli e lasciare solo le piú forti. Hanno l´etá di un anno.

Di ambiente abbiamo parlato nell´omelia, perché il papa stesso ha inserito l´argomento nel suo messaggio di fine anno sulla pace. É un tema molto sensibile, e merita un allarme generale anche se a Copenaghen i grandi hanno dato l´impressione che si possano ancora rimandare i provvedimenti all´infinito. Una parte consistente dell´attuale crescita economica del Brasile é merito, se cosí si puó chiamare, di una smisurata tolleranza verso le imprese che inquinano terra, aria e fiumi e che producono alimenti che noi consumiamo perché non sappiamo come vengono preparati. Nei paesi ricchi questo problema non c´é: lá é giá tutto inquinato. Ma c´é la ricerca, mi pare, di fonti alternative di energia: un problema che il governo brasiliano snobba, perché aspetta a breve scadenza i 300 milioni di barili di petrolio del pré-sale, e spera che continui la crescita vertiginosa del settore automobili per venderli a caro prezzo.

La settimana prossima resteró tutta la settimana a Goiania per il corso estivo di aggiornamento, che quest´anno avrá come tema l´ambiente. I professori sono due: Sandro Gallazzi per l´aspetto biblico e di fede, Altair Sales Barbosa per quello piú strettamente scientifico. Altair é professore dell´Universitá Cattolica di Goiás, nella capitale, dottore in archeologia. Gallazzi é dottore in teologia biblica. Sará messo a fuoco, secondo il programma, soprattutto il bioma del cerrado, che si definisce: "Una foresta a rovescio, con i due terzi sotterranei, é un tipo unico di vegetazione dotata di un complesso sistema di radici responsabile del trattenimento del 70% dell´acqua piovana che alimenta la falda freatica da cui scaturiscono le sorgenti del Rio São Francisco, dell´Araguaia, del Tocantins e del Paraná.

Per quest´oggi vi lascio quí. E non aspettatevi altri post per qualche tempo. C´é il corso (saró ospite dell´Anna Maria Melini), poi c´é la novena del patrono di Itaberaí, San Sebastiano, nella quale lanceremo il tema della prossima Campagna della Fraternitá: Economia e Vita. Non so se avró tempo e argomenti. Nel frattempo distraetevi, se volete, cliccando sulla link Palaveggio anni 40, che trovate in fondo in fondo a questo blog. C´é una retrospettiva divertente degli anni della seconda guerra mondiale vista coi miei occhi da bambino. L´ho corretta in questi giorni e la condivido: ai vecchi piace ricordare e raccontare.

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