23 gennaio 2010

ECONOMIA E VITA

Foto: due immagini di epiphillum, che i brasiliani chiamano "dama da noite" - scattate la notte scorsa nel mio giardino. Fioriscono solo di notte e durano al massimo due notti.

La settimana prossima (da lunedí) avremo l´incontro degli italiani (laici e laiche, religiosi e preti). Si svolgerá ad Aragarças, un paesino sulle rive dell´Araguaia, che é uno dei grandi fiumi del Brasile assieme al Rio delle Amazzoni, Tocantins, Rio São Francisco e Paraná. É qui vicino. Spero di portarvi qualche bella fotografia e che l´incontro sia piacevole e fruttuoso. Per oggi vi "posto" soltanto il contenuto della Campagna della fraternitá. Il testo che vi traduco é lo schema che ho preparato ed esposto stamattina nell´incontro parrocchiale delle Comunitá urbane e rurali, ad Itaberaí. É abbastanza asciutto, ma suppongo che suggerisca molte riflessioni e susciti interrogativi sul nostro modo di essere cristiani-testimoni di Gesú redentore e liberatore degli oppressi, che é la nostra vocazione battesimale.

Penso che anche per i miei pochi lettori questo testo sia duro da digerire, cosí come é stata una sfida complicata parlare di questi argomenti con i nostri fedeli cattolici, abbastanza ricettivi ma abituati ad una religiositá dolce e a cercare nella fede motivi di vaga speranza in un intervento diretto di Dio, piú che in una lotta per eseguire ció che Dio chiede ai suoi. Ma sono questioni gravissime e urgenti. Giá nel 1973, Hugo Assman scriveva: "Se la situazione storica di dipendenza e dominio di due terzi dell´umanitá, con i suoi 30 milioni di morti di fame e denutrizione ogni anno, non diventa il punto di partenza di qualsiasi teologia cristiana oggi anche nei paesi ricchi e dominatori, la teologia non potrá situare e realizzare i suoi temi fondamentali. Le sue domande non saranno domande reali. Passeranno di fianco all´uomo reale. Per questo, come osservava un partecipante dell´incontro di Buenos Aires, "é necessario salvare la teologia dal suo cinismo". Perché davvero, di fronte ai problemi del mondo di oggi, molti scritti di teologia non sono altro che una forma di cinismo". (Assmann, Hugo, Teologia desde a práxis de la liberación", ed. Salamanca, 1976, p. 40).

- ECONOMIA E VITA - CAMPAGNA DELLA FRATERNITÁ 2010

La Campagna della fraternitá di quest´anno é ecumenica. É sottoscritta e presentata da tutte le Chiese del Consiglio Nazionale delle Chiese Cristiane del Brasile (Conic). Il tema é: Economia e vita. Il motto: "Voi non potete servire a Dio e al denaro" (Mateus, 6, 24).

Obiettivo della Campagna: collaborare alla promozione di un´economia al servizio della vita, per il bene comune.

Il Bene Comune comprende tutti i beni indispensabili per lo sviluppo di ogni persona - affinché questi beni siano prodotti e messi a disposizione di tutti. Non si tratta solo, perció, dell´interesse generale. Il Bene Comune non é appena il Bene Collettivo: che in certi casi significa che alcuni devono sacrificarsi per far stare bene gli altri - e in tal modo si trasformano in esclusi! Bene comune significa: 1) Ció di cui tutti hanno bisogno; 2) Da cui nessuno puó essere escluso; 3) A cui nessuno é dispensato di cooperare.

La Campagna coincide con la Quaresima, tempo di preparazione alla Pasqua, perché é il modo ormai usuale, in Brasile, di celebrare la Quaresima che é tempo di Preghiera, Digiuno ed Elemosina. Sappiamo che Dio disse: "Voglio la misericordia, non sacrifici". Perció, il modo migliore di fare quaresima é aiutare a costruire nuove relazioni tra le persone: tra le altre cose, per mezzo di una economia piú giusta e fraterna.

Prima parte: la realtá della nostra economia. La parola Economia viene dal greco "Oicos", che significa: la casa. É il governo del mondo come famiglia comune. Il mondo attuale é governato attraverso l´economia capitalista, chiamata anche Economia di Mercato. In essa, i beni non sono considerati doni di Dio ma prodotti che si comprano e si vendono. É meccanica: esclude i sentimenti della gratitudine e della solidarietá. Se possiedo, é perché ho pagato. Se l´altro ne é privo, é un problema suo. Nell´economia capitalista l´essere umano non é un Figlio di Dio, un essere umano, un fratello, o cose del genere: é un produttore (che investe e corre dei rischi per guadagnarne un lucro), o un lavoratore (manodopera che si compra sul mercato al prezzo corrente), o un consumatore che bisogna convincere a spendere.

Nell´economia di mercato l´ambiente (la natura) non é la casa di tutti, il giardino che Dio ha fatto per la vita degli esseri umani, ma é soltanto materia prima per gli affari (investimenti, produzione, consumo, lucro). Perfino l´acqua, bene indispensabile per la vita (e che secondo il Vangelo non si nega a nessuno), in diversi paesi oggi viene privatizzata per essere usata in questo mercato. Alcune delle conseguenze di questo modo di intendere e vivere l´economia sono: 1) Un miliardo di persone nell´indigenza nel mondo, e 10,7 milioni in Brasile. 2) Generalmente le persone indigenti non riescono piú ad uscire dalla loro situazione, che diventa un circolo vizioso: sono rimaste fuori dal mercato e non hanno i mezzi umani, intellettuali, psicologici, culturali ed economici per riprendersi. 3) Si salveranno solo se la societá si organizzerá in altro modo. 4) La crisi mondiale sta portando altri 100 milioni di persone a questa situazione. 5) Questo, secondo l´ONU, genera una disuguaglianza che attualmente é il maggiore rischio per la pace mondiale.

La maggiore sfida é che per salvare i piú poveri dall´indigenza non basta l´elemosina. É necessario valorizzarli come persone umane, in modo che riacquistino fiducia in sé e nella vita. La mentalitá capitalista, che giudica le persone secondo il parametro della professione e del conto in banca o delle proprietá che possiedono, li respinge nella marginalitá ed esclusione. Un altro grave problema di questa economia é il consumismo: noi finiamo per trasformarci in semplici consumatori, sollecitati dalla pubblicitá a soddisfare tutti i nostri desideri senza distinguere tra ció che é necessario e ció che é superfluo, ció che é piú importante o meno importante. Questo modo di agire crea uno sviluppo squilibrato: molti prodotti inutili, e quelli che sono indispensabili costano troppo.

Effetti ecologici (ambientali): la natura é trattata semplicemente come materia prima e soffre una costante e violenta aggressione che la distrugge oltre il necessario: Si noti in particolare: 1) emissione di gas che producono l´effetto serra, surriscaldando l´atmosfera (il Brasile é giá classificato al quarto posto, soprattutto a causa del fuoco nella foresta amazzonica). 2) eccesso di rifiuti; 3) concentrazione della terra in mano a poche imprese transnazionali che producono in funzione del mercato globale. 4) Eccessivo sfruttamento del suolo e sottosuolo per produrre energia ed estrarre minerali. Va aggiunta l´aggressione ai fiumi, con lo scarico illegale di fogne e sostanze inquinanti, e con gli interventi colossali per la produzione di energia e l´agricoltura intensiva.

Seconda parte: l´economia secondo il progetto di Dio. Nell´ambito sociale, i profeti denunciarono i potenti che arricchivano a spese dei poveri ed esploravano quelli che avrebbero dovuto servire. Isaia 3, 13-15: "Voi avete divorato la vigna e tutto ció che é stato rubato ai poveri si trova nelle vostre case". Amos, 3, 10: "Non sanno vivere onestamente - oracolo di Javé - quelli che nei loro palazzi accumulano tesori frutto di violenza e oppressione". Ezechiele, 34, 2-4: Áhi per i pastori di Israele, che pascolano sé stessi. I pastori non dovrebbero prendersi cura del gregge? Voi non avete cercato di sostenere le pecore deboli, non date medicine a quelle malate, non curate quelle che si sono ferite, non riportate a casa le smarrite e non cercate quelle che hanno perso la strada. Voi bevete il latte, vi vestite di lana, uccidete le pecore grasse, ma non vi prendete cura del gregge".

In ambito personale, ciascuno é chiamato a non praticare la corruzione e a vivere l´amore fraterno e la condivisione. Nell´ambito ecclesiale Dio rifiuta la pratica religiosa non accompagnata dalla pratica della giustizia. Amos, 5, 21-27: "Anche se voi mi offriste sacrifici, le vostre offerte non mi saranno gradite; le vostre offerte grasse non le guarderó nemmeno. Lontano da me il chiasso dei vostri inni, non voglio nemmeno udire la musica delle vostre lire. Io voglio, questo sí, vedere scaturire il diritto come acqua e scorrere la giustizia come un ruscello che non si secca". Rispetto al bene comune, Dio aveva istituito nell´Antico Testamento l´anno sabbatico. Deuteronomio 15, 1: "Ogni sette anni farai il perdono dei debiti. Non ci saranno poveri in mezzo a te". Levitico 25, 8-17: "Ogni 50 anni, chi avrá perduto la sua terra potrá ritornarne in possesso".

Riguardo alla natura, Genesi 1-3 ci ricorda che l´uomo e la donna furono creati a immagine e somiglianza di Dio perché si prendessero cura della terra e di tutto ció che vi é sopra, come esseri creatori e non devastatori. L´anno sabbatico del Levítico era destinato anche ad essere un anno di riposo per la terra (levitico 5, 1-6). Le ricchezze della terra non sono inesauribili, ed essa ha bisogno di riposo per rinnovarsi.

Rispetto alla giustizia verso gli esclusi, i deboli, i migranti e gli stranieri, Dio non accetta chiacchiere: Isaia, 1, 17-18: "Imparate a fare il bene, cercate la giustizia, richiamate alla ragione colui che spoglia: fate giustizia all´orfano, difendete la vedova. E poi venite, e discutiamo, dice il Signore". Nei Vangeli, Gesú é venuto per liberare gli oppressi: Luca, 4, 16-20. Predica le beatitudini: Matteo, 5, 1-12 "Beati i perseguitati per la causa della giustizia". Insegna il perdono dei debiti: Matteo, 6, 7-15, il Padre Nostro. Insegna a non accumulare ricchezze: Matteo, 6, 10-24 e a praticare l´economia della condivisione: Matteo 15, 32-39, con l´episodio della divisione del pane. Minaccia il ricco epulone: Luca, 16, 19-31.

Terza parte: cosa possiamo fare come risposta alla Campagna della Fraternitá: 1) Partecipazione politica. 2) Informazione e presa di posizione su quello che accade in cittá, nel paese e nel mondo. 3) Sostegno e partecipazione alle pastorali sociali. 4) Sostegno ai sindacati dei lavoratori. 5) Accoglienza ai migranti. 6) Visita ai malati e ai carcerati. 7) Sostegno ai gruppi per il recupero di alcolizzati e drogati (Amor exigente, Seréia). 8) Sostegno alla pastorale della terra, promozione sociale itaberina, doposcuola e asilo. 9) Educarci ed educare alla solidarietá. 10) Lavorare in equipe, evitando l´individualismo. 11) Sostenere le economie solidali e i piccoli produttori agricoli: cooperative, mercatini dei prodotti agricoli locali.

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