11 gennaio 2010

SAVANA BRASILIANA

Nelle foto: momento di preghiera e animazione nell´incontro di Goiania - i due professori - Anna Maria Melini e la sua assistente Edilene, che mi hanno ospitato e hanno partecipato con me. Il tempo passa anche per l´Anna, ma ha ancora un buon spirito.

Vi assicuro che in questo momento sta piovendo il finimondo. Il portichetto di casa mia é diventato un lago. Sembra quasi che non ci sia nemmeno il tetto. Eppure ieri é stata una domenica di sole con un cielo splendido, e alla sera ho celebrato a Taquaral, ai piedi della Serra Brandão, che é uno scenario divino. Questa é l´ora dei mattutino dei monaci, non sono solito alzarmi cosí presto, ma sono stato svegliato da una raffica di tuoni e lampi incredibile. Non potevo perdere questo spettacolo! Assai migliore e piú autentico della raffica di mortaretti che comincerá tra un paio d´ore in centro cittá, per dare inizio alla novena del patrono San Sebastiano, con quella sveglia mattutina tradizionale che si chiama "alvorada". Mi sono detto: "A rischio di bruciare il modem con tutti questi fulmini, stamattina faccio la pagina del blog".

Come promesso, ho fatto la settimana di studio ambientale, offerta dal teologo-biblista Sandro Gallazzi e dal professore di Altair Sales. Titolo: "Il cerrado: dalla resistenza scaturisce la vita". Non ve ne faró una sintesi ora, perché l´ho appena terminato e devo ruminarlo un poco per cogliere il meglio della sostanza. Posso anticiparvi che il tema centrale é stato il "cerrado", che é l´ambiente biologico della nostra regione e della maggior parte del Brasile (va dal Piauí nel Nordest fino ai confini del Paraguay nel sud-ovest|). La traduzione italiana di "cerrado" piú vicina al vero é "savana". Il punto focale dello studio é stato quello della "resistenza", perché era destinado a persone impegnate in gruppi di difesa ambientale. Dal punto di vista scientifico Altair, che conduce da molti anni ricerche in questo campo, ha situato il problema cosí: il cerrado é una modalitá ambientale (un bioma, come dice lui), che si é formata in milioni di anni ed é sostanzialmente invariata da 65 milioni di anni. Negli ultimi 50 anni ne é stato distrutto, vertiginosamente, intorno al 95 per cento. L´eliminazione del cerrado, nelle forme in cui viene fatta, minaccia il rifornimento delle sorgenti dei fiumi di gran parte dell´America del Sud: perché esso é situato in tutto l´altipiano centrale e il suo lenzuolo freatico distribuisce l´acqua a fiumi come São Francisco, Araguaia, Tocantins e Paraná, che portano l´acqua nelle varie direzioni. La dura realtá é che quest´opera di distruzione é il risultato dell´economia capitalista che considera la natura appena come materia prima per la produzione, finalizzata al lucro. Quí "capitalista" non va letto nella chiave destra-sinistra, o capitalismo-socialismo: infatti ambedue i sistemi, per quanto riguarda le questioni ambientali, fanno uso dello stesso pensiero.

Piú complicato il lavoro dello spettacolare Sandro Gallazzi, che doveva trovare nella Bibbia fondamenti teologici a favore dell´acqua, della terra e delle piante e animali e motivi per stimolare la resistenza. Nella Bibbia c´é tutto e il contrario di tutto. Ci sono i testi di Isaia che annunciano la distruzione ambientale frutto dell´infedeltá a Dio e le fontane che scaturiscono e i fiori che sbocciano nel deserto come opera di Dio che viene incontro al suo popolo. C´é il cammino dal deserto alla terra ove scorre latte e miele. Vi é il testo della creazione, in cui Dio affida all´uomo la cura del giardino. Ma ci sono pure le celebrazioni a Javhé in cui si uccidono 300 mila buoi in una festa, e l´altare degli olocausti con un braciere che dev´essere alimentato tutto l´anno perché non deve mai spegnersi. Il maestro si é soffermato sul tema della resistenza, e ha citato testi di Giuditta, Cohelet, Cantico dei Cantici, Ruth, eccetera. Chi resiste é sempre il popolo con la sua cultura: musica, teatro, cucina, agricoltura familiare e, in sintesi, voglia di vivere. Leggendo la Bibbia, si capisce che anche in materia ambientale, come in tante altre, non c´é da aspettarsi molto di buono dalle istituzioni, né civili né religiose. Possiamo avere fiducia solo in Dio e nella nostra forza di resistere, anche nella sofferenza.

Durante il corso ho comprato tre libri di Gallazzi (non tutti sull´ambiente) e uno l´ho letto. É affascinante. Ve ne cito uno che cade bene con l´argomento: "Agar, la schiava egiziana, cacciata via due volte dalla tenda di Abramo per la gelosia di Sara, é mandata nel deserto, verso la morte: lei e Ismaele, - suo figlio e nostro mezzo-fratello, pure - Ismaele padre degli arabi, dei beduini e dei palestinesi, che continuano a soffrire l´espulsione e allontanamento nella loro interminabile disputa coi figli di Sara. A Cades, prima, poi a Bersabea, all´estremo sud, sull´orlo del deserto del Negheb, dove Israele comincia e finisce, Agar scopre la veritá centrale di tutta la memoria biblica, condensata simbolicamente nel nome di Ismaele, il bambino reietto: "Gli darai il nome di Ismaele, poiché Javhé ha udito la tua afflizione". Il pozzo di Cades si chiamerá El-Roi, il Dio che mi vede. A Bersabea Agar scopre, ancora una volta, che "Dio ha udito le grida del bambino che piange". Il pianto che Agar non sopportava piú, fa scendere l´Angelo di Javhé liberatore, ad indicare il pozzo garanzia di vita, acqua che calmerá il pianto del piccolo. Questi stessi pozzi, domani, saranno presi da Isacco e Ismaele dovrá allontanarsi un altro pí. La memoria di chi é il nostro Dio, tuttavia, rimarrá sempre".

La resistenza, dice Gallazzi a voce, l´ha organizzata Gesú celebrando l´Eucaristia: una casa, una tavola, un gruppo di amici che credono e vogliono il Regno di Dio a qualunque costo, ed ecco pronto lo strumento per rinnovare ogni volta, in memoria di Lui, la forza resistente. Peccato che la gente ha la mania di trasformare tutto in scalata al potere.

Per oggi basta cosí: se volete di piú andate a leggervi la storia di Agar nel libro della Genesi (cap. 21) e i libri di Ruth e Giuditta, per conoscere i metodi ma anche la libertá di spirito dei nostri antecessori, che non erano imbranati e imbavagliati come noi dal benessere. Gallazzi (uno dei suoi libri) mi ha pure fatto scoprire un secondo libro dell´Esodo, a cui non avevo mai dato importanza. Provate a osservare anche voi: fino al capitolo 23 c´é una storia dell´Esodo in cui Mosé parlava direttamente con Dio e Dio con lui, e almeno in un´occasione diede pure il permesso a una settantina di giovani di prendere la parola nella Tenda Santuario, lá nel deserto. Dal capitolo 24 in poi, la storia é rifatta in tutt´altro modo. Mosé non puó piú vedere Dio né entrare nella Tenda, perché la gloria di Dio fa un fumo tale che occupa tutto lo spazio. D´ora in poi solo Aronne e i suoi potranno rivolgersi a Dio per il popolo: faranno da intermediari, e bisognerá pagarli saporitamente. Pare ovvio che l´Esodo ha subito una aggiunta postuma. Probabilmente Esdra e Neemia, dopo il ritorno dall´esilio, hanno ritoccato i vecchi racconti del deserto che parlavano dell´amore di Dio e del suo affetto per Israele, e vi hanno aggiunto quanto bastava per giustificare l´esclusiva dei sacerdoti istituiti. Una bella meditazione per l´anno sacerdotale.

Leggete pure "Palaveggio anni 40", che ho offerto ai lettori del blog come strenna delle feste natalizie. Il link lo trovate nella lista in calce al blog. Sorvolando l´aspetto personale e autobiografico, che assomiglia probabilmente a quello di molti, ci trovate come un essere umano viene al mondo in mezzo a una guerra e a tante difficoltá, e sostanzialmente si dedica a una sola cosa: vivere, ignaro del problemi del bene e del male che sono in azione, scatenati. Ma il male c´é, per i piccoli e per i grandi, perché siamo una famiglia e quello che ciascuno fa si riflette su tutti gli altri. "Prega per noi peccatori, adesso e nell´ora della nostra morte. Amen".

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