11 settembre 2009

CARO DIARIO(2)

Giá a fine agosto si é rimesso a piovere. Nei giorni scorsi abbiamo avuto almeno una notte intera di forti acquazzoni. Musica per le mie orecchie, perché io amo pioggia e vento! C´é stata addirittura una sera in cui ho dovuto fare marcia indietro da una celebrazione eucaristica in una comunitá di campagna, perché la strada era diventata un torrente! Arrivato in casa, ho ricevuto una telefonata dal coordinatore della comunitá: "Meglio che non venga, quí c´é del pantano ovunque e la gente non si é mossa, ci siamo solo noi della famiglia". Meno male. Cosí, poco alla volta e quasi senza che ce ne accorgessimo, la stagione secca é finita assai prima del previsto. Solo quattro mesi di siccitá, quest´anno: che sia per lo scioglimento dei ghiacciai ai poli? Nessuno se ne lamenterá, tranne la nostra chiesona di San Sebastiano che é in ristrutturazione. Le hanno tolto il tetto e non c´é ancora quello nuova. Se le piogge continuano cosí, c´é il rischio che metta radici e fiorisca...(Questa battuta fa parte del repertorio di don Eligio).

Cosí il clima e la metereologia fanno quello che pare a loro. Seguono le leggi fisiche e sorvolano le ipotesi e le miserie umane! Noi invece ci siamo dentro. Le prime pagine dei giornali si occupano a fondo delle denunce di corruzione nel Senato federale. Impressionante come la corruzione sia diffusa nel mondo intero. Lula procede abbastanza bene, ma ha un alleato che gli costa parecchio in termini di reputazione: Sarney, ex presidente del Brasile, che ha usato soldi del Senato per figli, parenti e amici. Mercadante del PT, presidente della commissione di inchiesta del Senato federale, é arrivato a un pelo da doversi dimettere. Da una parte Lula, suo compagno di partito e amico, che gli diceva: "Ho bisogno di Sarney, andateci piano". Dall´altra il dovere di investigare sulla corruzione, dentro a un partito che é particolarmente esigente in questa materia e lo teneva d´occhio. A un certo punto ha annunciato le dimissioni e Lula lo ha fermato. Se l´é cavata con la Ragione di Stato: "Lula mi ha chiamato e mi ha detto che ci sono ragioni di forza maggiore di cui tener conto per il bene del paese e dei brasiliani". Intanto peró la corruzione rimane impunita e dilaga.

Adital denuncia che la diffusione rapida della coltivazione dell´eucalipto per la cellulosi si rivela un disastro ecologico e sociale. Nel solo Stato dello Spirito Santo la foresta atlantica, definita patrimonio nazionale dalla stessa Costituzione, é stata ridotta in meno di 20 anni da 4 milioni di ettari a 402 mila (da 80% a 8% del territorio statale. Secondo i geografi, le piantagioni di eucalipto in Bahia e Minas hanno giá fatto seccare 4 mila sorgenti. L´eucalipto asciuga il terreno, allontana completamente la fauna e costringe migliaia di piccoli agricoltori a lasciare la terra. Economicamente é una produzione che rende molto, ma porta ad un uso della terra esclusivamente mercantile, come al solito senza tener conto (e senza far pagare) i danni ambientali e sociali decorrenti. Un disastro che é giá arrivato anche a Goiás: nel comune di Itaberaí ci sono giá grandi fazendas interamente coperte di questo "verde" che, fino a qualche anno fa, si chiamava "foresta secca". Infatti, andate a vedere se c´é un nido di uccelli su quegli alberi! Altro aspetto terribile, tipico del nostro tempo, é che la gente esulta: la televisione ha giá preparato i cervelli con servizi speciali ad hoc. Un ragazzino mi dice, guardando la foresta di eucalipto dal finestrino: "Padre, sa che le piantagioni di eucaliptus sono benefiche alla terra? É l´albero che assorbe piú acqua di tutti gli altri". "Certo" - dico io. Cosí sia. Oggi chi ha visto la televisione sa tutto e non ha bisogno nemmeno di capire.

Economia che mette al primo posto il lucro a sfavore dell´ambiente e delle persone: ce lo ripetiamo sempre, ma é un problema non facile da risolvere. Il nostro bellissimo cerrado andrebbe coltivato in altro modo, attraverso un´agricoltura meno aggressiva e piú ecologica, ma anche per fare questo occorrono investimenti, soprattutto in formazione e offerta di infrastrutture. Non si puó negare che il governo offre delle possibilitá. In questi giorni é stato offerto anche per questa regione di Itaberaí un finanziamento per "scuola agro-ecologica" per i giovani agricoltori, e sono in arrivo altri fondi da investire nella preservazione del "cerrado". Dipenderá anche dalla gente, se ha voglia di rimboccarsi le maniche e utilizzare bene questi mezzi.

Per la Chiesa brasiliana Settembre é il mese della Bibbia. Non ricordo se é cosí anche in Italia. Il libro suggerito dai vescovi é la lettera ai filippesi. . Molte delle comunitá di base hanno cominciato a leggerlo da qualche mese, perché hanno in mano un testo per incontri settimanali su brani di quella lettera (lo dico per modestia, sono componente dell´equipe di redazione). Forse é lo scritto in cui Paolo si mostra piú affettuoso e piú bisognoso dell´affetto della comunitá a cui scrive: ma a parte questo, mi fa molta impressione la serenitá e la forza con cui vive l´esperienza della prigione. E va bene che fosse una prigione romana, con un trattamento da dottore della legge: non certo quella fogna in cui si rinchiudeva la povera gente! Ma é pur sempre un carcere, e Paolo asserisce di non aver nulla da lamentarsi e di essere pronto anche alla morte, perché "il mio vivere é Cristo". Qui ripeto una cosa che ho scritto altre volte: Battezzati in Cristo, siamo nuove creature, e dovremmo tutti pensare come Paolo:"Il mio vivere é Cristo". Speriamo che Lui ci venga incontro e ci metta una pezza, perché io mi accorgo che gli anni sono passati e non ho fatto grandi progressi.

Immagino che per vivere in Cristo sia valido il monito del vangelo di oggi (Luca 6, 41): togliere la trave dal mio occhio, prima di criticare la pagliuzza nell´occhio del fratello. Ma non va dimenticata la frase di Gesú in Matteo 10, 34: "Non sono venuto a portare la pace sulla terra". Che va letta nel suo contesto, dove Gesú parla per giustificare se stesso quando usa parole forti, denuncia e si fa carico dei conflitti reali che esistono. Il teologo Carlo Tursi, del coordinamento delle Cebs brasiliane, scrive in proposito su Adital: "Oggi siamo tutti ostaggio di ció che é gradito alle moltitudini. E niente é loro piú gradito del discorso di pace". "Dopo decadi di lotte, manifestazioni, pugni alzati, discorsi infiammati e parole di ordine gridate, la gente sembra stanca e cerca ora profeti e sacerdoti (o cantori?) di parole pacate, che promettono tempo buono e serenitá, preferibilmente senza dover bagnare la camicia di sudore. "Beati i mansueti (Mt 5,5) e - soprattutto - i sorridenti, che il grande pubblico andrá ad ascoltare". "Se esistono conflitti - e non si puó negare che esistano, sia nella societá che nella Chiesa - si deve fare silenzio su di essi, perché vivere un conflitto, peggio ancora pubblico, sarebbe oggi disastroso per l´immagine".

Ricorda poi il centenario della nascita di Mons. Helder Câmara, un vescovo che non lesinava nelle denunce e non si piegava al gusto del pubblico. E continua: "Ad una spiritualitá cristiana autentica, peró, quest´ansia di "pace a qualsiasi prezzo" é sempre sembrata falsa. Giá denunciava il profeta biblico: -Dal minore al piú grande, sono tutti approfittatori, dal profeta al sacerdote, tutti truffatori. Senza responsabilitá vogliono curare la ferita del mio popolo dicendo soltanto "pace, pace!" quando la pace non c´é. (Ger. 6,13-14). E lo stesso Cristo, annunciato come "mansueto e umile di cuore"......fu in realtá un grande polemizzatore delle cause giuste che discuteva con giuristi canonici e sacerdoti, chiamandoli ipocriti, guide cieche e sepolcri imbiancati. (Mt 23). (....) Gesú andó giú pesante coi ricchi ("Guai a voi!) e politici ("Volpe"), ma non adulava nemmeno le moltitudini che lo ascoltavano ("generazione cattiva e adultera!"). "Non sono venuto a portare la pace, ma la spada", disse una volta. Ossia, é venuto per forzarci a fare una scelta: o a favore o contro le prioritá del Regno di Dio".

Foto: Ana Maria Melini in mezzo ai ragazzi e alle insegnanti del suo Istituto Pete, che ha fondato e dirige. Durante la visita dei modenesi di BVA.

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