6 settembre 2009

CARO DIARIO (1)

Oggi pomeriggio, che noia! Ecco perché: abbiamo due giorni festivi di seguito. Oggi é domenica, e domani é il giorno dell´Indipendenza del Brasile, festa civile. Avevo agendato un viaggio all´assentamento di Canudos, nel sud, sul Rio dos Bois. Avrei visitato famiglie di quí, antiche amicizie, che hanno lottato per la terra e l´hanno ottenuta laggiú. Poi é andato tutto storto. Venerdí scorso sono rimasto quasi inchiodato da un dolore alla colonna vertebrale, zona lombare, che mi faceva camminare gobbo. Ieri sono comparsi tosse e altri sintomi di influenza. La pigrizia ha fatto il resto. Ho cancellato il viaggio. Stamattina ho preso un aulin e ho celebrato la messa in una comunitá di periferia, al posto di don Eligio: c´era poca gente, perché la gente sfrutta questi fine settimana lunghi (si chiamano "feriadão") per visitare parenti. E poi, un pomeriggio vuoto di impegni e programmi: una cosa terribile, quando non si é in forma e le piccole cose che riempiono comunque una giornata non suscitano piú interesse. In piú, si era fatto un caldo soffocante, afoso. Alla fine ho rimosso la pigrizia e ho cominciato a visitare questo e quello. Incontrarsi con le persone é un toccasana: si smette di preoccuparsi di sé stessi e la vita acquista sapore. Tra un giro e l´altro, ho incontrato una bimba che battezzai piú di 30 anni fa e non avevo quasi piú visto: interessante, io non l´ho riconosciuta e lei sí. Una volta i suoi erano poveri in canna, ora lei é responsabile amministrativa di un emporio fotografico. Il Brasile é decisamente cambiato.

Lo diceva anche Lula in televisione, questa sera. In meno di otto anni ha cambiato la faccia del paese. Ora sta lanciando il pré-sale. Forse si loda un pó piú del giusto, ma i riscontri sono positivi. Il debito estero é saldato e con il petrolio previsto da questi nuovi giacimenti in profonditá si prospetta una prosperitá economica che cancellerá il breve periodo di ristagno di quest´anno. Il Presidente annuncia migliaia di nuovi posti di lavoro, e commenta: abbiamo fatto uscire 30 milioni di brasiliani dalla fascia della miseria, e altri 30 milioni sono diventati classe media. La seconda affermazione mi pare vera, la prima non del tutto. C´é ancora tanta migrazione da una regione all´altra, da uno stato all´altro, e questo vuol dire che ci sono aree depresse. Nella mia via sono arrivate due famiglie con un branco di figli e quasi niente da mangiare. Hanno trovato lavoro nella ditta "Centro-alcool", si guadagnano 700 reali al mese (300 euro). Ho trovato per loro un pó di viveri, persone generose si sono offerte per fare una colletta. Ne avranno bisogno almeno fino a quando non riceveranno i primi due o tre stipendi. In casa non hanno sedie, e ad una famiglia manca pure il materasso. Pensate, vengono dalla Chapada de Diamantina, nello Stato della Bahia, una delle regioni piú belle del Brasile: montagne rocciose, grotte, cascate, laghi con sorgenti che si vedono a fior d´acqua, eccetera. Una zona turistica da visitare con i fuoristrada o i camion, perché le strade sono impossibili.

Ho incontrato un´ora fa Eleusa, della CPT. Abbiamo parlato di un incontro per organizzare una scuola "agro-ecologica". Io non so nemmeno cosa sia, ma é finanziata dal governo e c´é chi sa come farla. Noi dobbiamo pensare solo a riunire gli agricoltori affinché i promotori possano parlare con loro, e preparare l´infrastruttura, perché sará ad Itaberaí. Abbiamo giá il posto adatto: le lezioni saranno nei fine-settimana, un mese sí e un mese no. Vedo la gente felice e serena. Non é che manchino i critici di Lula, ma sanno bene che nessun governo ha fatto per la gente e per lo sviluppo del paese quello che ha fatto lui. Qualcuno insinua che avrebbe voluto una terza presidenza, ma lo escludo: Lula non toccherá mai la Costituzione. Ogni volta che parla fa l´elogio della democrazia e raccomanda: "Partecipate, scrivete le vostre idee al deputato di vostra conoscenza, fate appelli e sottoscrizioni....la democrazia é la molla che fa andare avanti la societá". I brasiliani sono contenti e hanno un´unitá nazionale, nonostante il paese sia cosí grande. I problemi sono infiniti, ma ieri sera hanno battuto 3 a 1 l´Argentina, hanno costretto Maradona a rosicchiarsi le dita tutto il tempo, perció non hanno di che lamentarsi.

Domani ci saranno le sfilate per l´Indipendenza. Alcune Chiese organizzano ancora il "Grito dos excluídos". La Conferenza Nazionale dei Vescovi ne fa uno (si tratta di una manifestazione per ricordare le situazioni di esclusione che ancora esistono) al Santuario di Aparecida do Norte, il piú grande e visitato tempio del paese. Sia le sfilate che il "Grito" sono ormai poco seguiti. La gente sta meglio e passa la giornata all´ombra degli alberi o sulla riva dei fiumi a mangiare le grigliate. Speriamo bene: é cosí che si perde poi, pian piano, quello che si é conquistato. Non so ancora quale programma abbiano fatto i miei colleghi preti: oggi abbiamo mangiato insieme i tortellini della madre di don Maurizio. Li ho preparati io, ma alla panna, che orrore (non c´era brodo). Don Eligio sta bene. Pratica l´auto-medicazione: si ordina le analisi da solo, poi va dai farmacisti a farsi ordinare le medicine. Fin´ora gli é andata bene, é piú in gamba di noi. Ero preoccupato perché guida ancora la macchina, peró mi ha detto che quando é in giro di sera nelle campagne prende con sé qualcuno per guidare.

Questa settimana abbiamo avuto anche la visita di Luca Mucci con un gruppo consistente di soci di Modena Terzo Mondo. A Itapirapuã c´é stato pure un matrimonio tra un italiano e una brasiliana (a cui io non ho partecipato, perché é lontanuccio). Qui hanno visitato l´asilo San Francisco e il Reforço escolar di Fernanda Park, opere costruite da quell´associazione. Hanno partecipato a una lunga riunione con le maestre d´asilo, che hanno esposto la situazione dell´Istituto sotto tutti gli aspetti, e il metodo educativo: una lezione coi fiocchi, fatevela raccontare. E per finire, io ho ricevuto fotografie e articoli dell´incontro a Fiumalbo, degli ex-allievi del Seminario che ora é chiuso, in occasione dei 150 anni della fondazione. Il Seminario di Fiumalbo non era comodo: si mangiava piuttosto male, e di solito si gelava perché il riscaldamento c´era solo nelle sale scolastiche e di studio. Oggi nessuno sopporterebbe piú quei metodi pedagogici e quella spiritualitá. Ma noi eravamo quasi tutti figli di poveri contadini e operai, e quello era l´unico posto in cui le nostre famiglie potessero pagarci gli studi. Quindi siamo grati. Il resto (mangiare per forza, restare al muro durante le ricreazioni, qualche crucco o ceffone) faceva parte del mondo di quel tempo e chi le commetteva non immaginava nemmeno che fossero sbagliate. Piuttosto, vediamo di non rimpiangere troppo quell´epoca e di non tornare indietro. Nella fotografia vedete il gruppo di allievi che ha preso parte al raduno.

Una maestra d´asilo ha detto, riguardo a 8 bambini diversamente abili che hanno nell´asilo: "Nessun bimbo é deficiente. Un bimbo é quello che é, e basta. Siamo deficienti noi, che non sappiamo come trattare con loro". Se avessimo sempre quest´apertura mentale e sensibilitá nella societá (e anche nella Chiesa) come cambierebbe il mondo. Questo é Vangelo vissuto!

La foto: il gruppo di 120 ex-allievi del Seminario di Fiumalbo presenti al raduno del 24 agosto.

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