Ecco suor Dorothy Stang: statunitense, 40 anni di servizio missionario in Brasile. Nella foto portava una maglietta con la scritta in portoghese: "Il taglio della foresta è la fine della nostra vita". Viveva ad Anapu, nello Stato del Parà, uno degli stati della foresta amazzonica. Faceva parte della Commissione Pastorale della terra (CPT) per la difesa dei diritti dei piccoli agricoltori e dei Senza Terra, in lotta per la Riforma Agraria. Si impegnava al massimo nella difesa ambientale che era, nello stesso tempo, difesa dei popoli della foresta (indios e seringueiros - che sono i raccoglitori del caucciù). Fu assassinata da sicari tre anni fa, il 12 febbraio 2005. Un'altra suora americana, Binka Le Breton, che vive da 18 anni in Brasile nella Foresta Atlantica del litorale nordestino (Stato del Piauì), impegnata anch'essa nella difesa della foresta, ha scritto un libro sulla vita della consorella. In una intervista, la suora-scrittrice dice di aver scoperto, nelle sue ricerche tra la gente con cui suor Doroty viveva, l'importanza del lavoro di quella missionaria: "La lezione che ci lascia (suor Dorothy, ndt) è che si può cambiare il concetto di sè che hanno quelle persone che tradizionalmente si considerano "nessuno", la gente abbandonata in mezzo alla foresta. Il lavoro che lei ha fatto in mezzo a loro ha avuto l'effetto di farle sentire ancora oggi valorizzate. Le donne, spesso, mi hanno detto: "Io ero una donna analfabeta, non valevo niente, ma ora so di essere una persona umana". Quella suora faceva risorgere della gente.
Domenica scorsa, alla sera, sono andato a celebrare la messa nella cappella di Sant'Antonio, un quartiere di periferia. C'erano un centinaio di persone. Si è letto il testo di Giovanni sull'apparizione di Gesù risorto, ed io ho sottolineato, nell'omelia, le parole di Gesù: "Beati quelli che crederanno senza avermi visto". Poi ho chiesto ai presenti: "Qualcuno ha il coraggio di raccontare in pubblico perchè crede in Gesù risorto senza averlo visto?" Hanno esitato, poi un giovanotto sui vent'anni si è alzato e, senza nessun imbarazzo, ha detto: "Io ci credo perchè questa fede mi dà molta gioia e coraggio!" Non mi aspettavo una risposta così breve e netta. Credo che quel giovane abbia bisogno di Gesù per affrontare la sua vita, solo così può averlo capito tanto bene. Gesù risorto ha liberato anche lui dal regno "delle tenebre e delle ombre di morte".
Ve la ricordate la prima lettura di domenica scorsa? Atti degli Apostoli, 2, 42-50. Senza mettere in risalto che la prima comunità cristiana era composta in gran parte di povera gente (non c'era bisogno di dirlo, allora, perchè lo sapevano tutti), il testo ci racconta l'entusiasmo con cui partecipavano alle riunioni degli Apostoli, pregavano insieme, spezzavano il pane (cioè celebravano la Cena del Signore), e mettevano in comune il poco che avevano. Vivevano così fraternamente da farsi stimare da tutti, e per questo il piccolo gruppo aumentava. Leggendo altri passi sappiamo che anche in quella comunità non tutto era perfetto! Penso che assomigliasse ai piccoli gruppi che formano la comunità di questo quartiere di Itaberaì. Come quelli di Gerusalemme, sono piccoli nuclei. Assai più donne e bambini che uomini. Si riuniscono ogni settimana per leggere insieme il Vangelo o le lettere degli Apostoli. Ogni volta mettono insieme una o due ceste di roba per aiutare i più bisognosi di loro conoscenza. Si visitano nelle frequenti malattie e si prendono cura gli uni degli altri. Si ritrovano, tutti i gruppi insieme, la domenica. Se c'è il prete celebrano la Messa. Se no fanno la Celebrazione della Parola. In breve, sono persone umili che hanno scoperto la propria dignità e il senso della vita. Hanno trovato uno scopo e una ragione per valorizzare sè stessi e a liberarsi del senso di inferiorità. Magari la fede avesse sempre questo effetto liberatore! Oggi è tornato di moda invocare la fede a consolazione di chi ha già tutto e non intende mescolarsi agli "esseri inferiori". Per esempio celebrando in latino, così la "massa ignorante" abbassa la cresta! Oppure si usa la religione di Gesù per rafforzare il senso di superiorità di alcuni e aiutarli a conservare privilegi e ingiustizie. Che contraddizione, e che afflizione!
Segue un video sull'assassinio di suor Dorothy Stang...
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