27 settembre 2013

IL DENARO CORROMPE

"La schiavitú del denaro produce vanitá e orgoglio, e corrompe: questo non é comunismo, ma Vangelo puro" - dice papa Francesco. Il vangelo di domenica scorsa insegnava a fare il lavaggio di denaro sporco: “Conquistate degli amici con il denaro ingiusto affinché, quando vi mancherá il denaro, essi vi accolgano nelle dimore eterne”. Per “quando vi mancherá il denaro” credo che si possa intendere: “quando il denaro non vi servirá piú a niente!” Immagino che Gesú non avesse intenzione di elogiare gli imbroglioni. Nella sua mentalitá (quella del Regno di Dio), in una societá disuguale il denaro é sempre un pó ingiusto, perché non é condiviso: nemmeno quando é guadagnato onestamente. “Non potete servire a due padroni, a Dio e al denaro”. Nell´economia moderna (ma anche in quella antica), difficilmente riusciamo a mettere in pratica sempre questo orientamento. Peró, riconosciamolo, ci sono piú persone che usano il denaro per la famiglia e gli amici, che per accumulare. Il problema é che l´economia é organizzata per servire al lucro accumulato, non alla felicitá condivisa di tutta l´umanitá. E questo ci rende tutti piú infelici. Siamo esseri umani. non siamo bestie, peró la tendenza (il consumismo, il mercato), non ha né cuore né cervello e trasforma e ci imprigiona nel suo ingranaggio, o ci addormenta la coscienza con i suoi metodi di persuasione sofisticati.
In clima di esercizi spirituali, il predicatore (Padre Savio, di Iesi), osservava che noi abbiamo cambiato le carte in tavola e diciamo: “Non potete servire a Dio senza il denaro”. Francesco, il papa, batte ripetutamente questo tasto. Rivela una ferma volontá di seguire la strada aperta da Gesú. Lui non usava il potere. Faceva solo del bene a tutti. Sappiamo tutti che questo cammino conduce alla croce. Mi hanno detto he Scalfaro ha chiesto a Francesco, in una lettera: “Lei pensa che la Chiesa possa stare in piedi e camminare senza l´uso del potere?” É una buona domanda. Io risponderei che la Chiesa ha ancora il marchio di Gesú grazie a milioni di persone che, una generazione dopo l´altra, hanno mantenuto il vita la “passione per il Regno di Dio” con la loro fedeltá, spesso eroica, alle beatitudini del Vangelo. Il marchio vero del cristiano sono le beatitudini. La Chiesa ha fatto pure alleanze col potere per secoli e secoli. In questo modo ha ottenuto un´espansione geografica e numerica. Oggi siamo circa 2 miliardi e mezzo di cristiani, ma divisi e in maggioranza imborghesiti. Cosí il cristianesimo diventa una religione come tante altre. Quelli che seguono seriamente il vangelo nella vita non sono piú del 3 per cento.
I preti sono 400 mila, i missionari 60 mila. Milioni di suore, religiosi, laici e laiche si donano per gli altri nei luoghi di maggiore sofferenza e solitudine, per portare la gioia, la speranza, la vita. Ieri é morta suor Genoveva, una suora francese della congregazione delle Piccole Sorelle di Gesú. Sono suore che hanno fatto la scelta di formare piccole comunitá accanto alle persone piú emarginate e disprezzate del mondo, testimoniando il Vangelo solo con lo stare vicino alla gente, vivendo la loro stessa vita, per amore e senza prediche né pressioni psicologiche. Lei, assieme ad altre due sorelle, ha vissuto piú di 60 anni accanto agli Indios Tapirapé, nell´Alto Araguaia. Io le visitai nel 1970. I Tapirapé erano una tribú che stava scomparendo. Erano rimasti in 50. Avviliti, praticavano l´aborto per non mettere al mondo dei bambini in quel Mato Grosso ostile, assediati com´erano dai latifondisti. Oggi sono 800, una tribú fiorente.
Notizie spicciole di Itaberaí: domani arrivano i nostri turisti religiosi, accompagnati dal parroco padre Severino. Hanno visitato la Palestina, Roma, Assisi e Fatima. Vi posto alcune delle loro foto pubblicate su facebook. Sta arrivando dalla capitale la doppia pista della statale. I lavori sono ormai vicino a noi. Ha giá suscitato entusiasmo, ma anche egoismi e difficoltá. Siccome il progetto prevedeva la costruzione di una tangenziale per evitare il centro di Itaberaí, una cinquantina di commercianti si sono premurati di convincere il governatore a desistere, e farla attraversare la cittá. Sono proprietari di distributori di benzina, ristoranti e bar, officine, che temono di perdere affari. Il governatore ha accettato volentieri, perché per lui é un risparmio. La gente del quartiere Vila Goiania, che in gran parte hanno costruito case e piccoli negozi accanto alla vecchia strada, sono ora in movimento con una sottoscrizione perche ritorni al progetto della tangenziale. I motivi sono evidenti: in questo tratto giá congestionato, abitano migliaia di famiglie che non sapranno come circolare e come attraversare. Il costo di vite umane e di gravi ferimenti é giá alto e aumenterebbe. Si prevede che le firme saranno molte, perché é nell´interesse di tutta la popolazione della cittá. Inoltre, quelli che hanno le abitazioni, spesso molto poveri, con la doppia pista verrebbero sloggiati e indennizzati al minimo, costretti a costruirsi o comprarsi la casa altrove. Per loro é un dramma.

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