5 ottobre 2013

DIO SI TROVA NELLA VITA DELLE PERSONE

Oggi era il mio onomastico, e anch´io ho celebrato nella nostra chiesina del quartiere, dedicata a San Francesco e Santa Chiara. Non é stata una bella giornata per l´Italia, con quegli orrori di Lampedusa, ma non é solo una vergogna italiana. Nei giorni scorsi un pastore protestante aveva scritto sul bollettino delle chiese evangeliche: "Il mondo é malato, e anche la Chiesa e le Chiese sono malate". Si riferiva alla contaminazione del consumismo, del mercato, dell´idolatria del denaro. Anche il papa ha parlato ampiamente di questa idolatria nelle sue omelie. Oggi, ad Assisi, ha esclamato: "Al mondo non interessa che ci sia della gente che deve fuggire dalla schiavitú e dalla guerra!" Questo papa Francesco mi dá la carica, per come parla fuori dai denti, con chiarezza ed emozione. Indica per la Chiesa la via dell´apertura al mondo moderno, ma non per correre dietro alle mode e adeguarsi agli egoismi, bensí per seguire Cristo e imitarlo nell´amore e nel dono di sé, senza trincerarsi dietro a dottrine e precetti.
“Come incontrare Dio in tutte le cose” – é la domanda del Padre Antonio Spadaro, gesuita, giornalista della Civiltá Cattolica, al papa Francesco. Vi propongo la lettura di tre brani della risposta che mi sembra fondamentale per una visione di fede adulta e sincera. Mi é piaciuta moltissimo.
“Sí, questo cercare e trovare Dio in tutte le cose lascia sempre un margine di incertezza. Deve lasciarlo. Se una persona dice che ha trovato Dio con assoluta sicurezza, e non la sfiora nemmeno un margine di incertezza, qualcosa non funziona. Per me questa é una chiave importante. Se uno ha la risposta ad ogni domanda, ci troviamo davanti ad una prova che Dio non sta con lui. Vuol dire che é un falso profeta, che usa la religione per interesse proprio. Le grandi guide del Popolo di Dio, come Mosé, sempre hanno lasciato spazio al dubbio. Dobbiamo fare spazio al Signore, non alle nostre certezze, dobbiamo essere umili. In ogni vero discernimento, aperto alla conferma della consolazione spirituale, é presente l´incertezza”.
“Perché Dio viene prima, é sempre prima. Dio é un poco come i fiori del mandorlo della tua Sicilia, Antonio, che sono sempre i primi ad apparire. Cosí lo leggiamo nei Profeti. Pertanto, Dio lo si trova camminando, lungo il cammino. E qualcuno, ascoltandomi, potrebbe dire che questo é relativismo. É relativismo? Sí, se lo si capisce male, come una specie di panteismo confuso. No, se lo si intende nel senso biblico, secondo il quale Dio é sempre una sorpresa e mai si sa dove e come incontrarlo, perché non sei tu quello che fissa il tempo e il luogo per incontrarti con Lui. É necessario discernere l´incontro. E per questo il discernimento é fondamentale”.
“Un cristiano restaurazionista o legalista, che vuole tutto chiaro e sicuro, non incontrerá nulla. La tradizione e la memoria del passato devono aiutarci a riunire il valore necessario per aprire nuovi spazi a Dio. Colui che oggi cercasse sempre soluzioni disciplinari, colui che tende alla “sicurezza” dottrinale in modo esagerato, colui che cerca ostinatamente di ricuperare il passato perduto, possiede una visione statica e involutiva. E cosí la fede si trasforma in una ideologia come tante altre. Da parte mia, ho una certezza dogmatica: Dio sta nella vita di ogni persona. Dio sta nella vita di ciascuno. E perfino quando la vita di una persona é stata un disastro, quando i vizi, la droga, o qualsiasi altra cosa, l´hanno distrutta, Dio sta nella sua vita. Si puó e si deve cercare Dio in ogni vita umana. Anche quando la vita di una persona é un terreno pieno di spine ed erbacce, ospita sempre uno spazio in cui puó crescere la buona semente. Bisogna fidarsi di Dio”.

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