Oggi, alle 7 del mattino é caduta la seconda pioggia della stagione, e tutto il giorno é stato fresco e piovigginoso. É un avvenimento per la nostra regione che era a secco da sei mesi (il ritardo della pioggia era tema obbligato di ogni conversazione). Ed é un buon auspicio per la vigilia delle elezioni presidenziali. Scommettiamo che qualche candidato, berlusconianamente, si attribuirá il merito di aver fatto piovere? Dirá: "Ho convinto io il Padreterno a mandare la pioggia!" Le elezioni ci regalano pure una giornata che sembra una vacanza, perché praticamente tutte le attivitá sono sospese, anche quelle pastorali e liturgiche: ad eccezione della visita ai carcerati, che io avevo dimenticato ma una telefonata della Benonia mi ha fatto ricordare. Oggi tutte le attivitá pastorali e liturgiche sono sospese. Siccome io non voto, sfrutto il pomeriggio per sfogare i miei umori buoni e cattivi su questo blog, trattando prima delle cose eterne (Il Regno di Dio non é qui), e poi del contingente (le votazioni).
Non siamo ancora in novembre, ma talvolta il pensiero della morte arriva di sorpresa e in anticipo sulle date ufficiali. L´immagine della "Straniera" come la chiama un famoso poeta; di colei che ha in mano la lista con gli indirizzi di ognuno di noi; mi é rimasta impressa nella mente dopo che, sabato scorso, mi sono trovato a celebrare la messa nella casa per anziani. Alcuni di loro sono piú giovani di me. Per una coincidenza molto opportuna, la prima lettura di quel giorno era un brano del libro di Cohelet che descrive il declino della vita sulla terra: "Quando gli uomini si alzeranno al canto degli uccelli, taceranno le voci delle canzoni, cominceremo ad avere paura delle altezze e soprassalti nel cammino, mentre il mandorlo fiorisce, la cavalletta si trascina e il cappero perde il suo gusto, perché l´uomo si incammina verso l´abitazione eterna e i piangitori giá fanno la ronda in strada....(...) vanitá delle vanitá, tutto é vanitá". (Ecclesiaste, 11, 9-12). Sicuramente per noi é meglio alimentare la fede in Cristo come Paolo apostolo: "per me vivere é Cristo" e "considero tutto una perdita, di fronte al bene superiore che é la conoscenza del nui Signore Gesú Cristo" (Filippesi, 2, 21 e 3, 8). Tuttavia Cohelet é affascinante nella sua umanitá. La fede é un dono di Dio che puó salvarci dallo sconforto, ma per camminare coi piedi per terra serve anche questo libro che descrive l´evidenza: la morte si avvicina, e Dio non interverrá personalmente per fermare questo inevitabile declino, sempre amaro e spesso assai doloroso.
La festa delle Cebs (Comunitá Ecclesiali di Base) a Itaberaí é stata molto simpatica e fraterna, ma la partecipazione é stata poco numerosa. Una settantina di persone, circa. Segno dei tempi? Un poco sí, ma é anche perché abbiamo scelto un periodo in cui quasi ogni comunitá ha le sue feste locali, e in quelle c´é una partecipazione molto numerosa e gioiosa. Le feste locali sono tradizione e cultura popolare, invece chi pianta per le Cebs pianta per il futuro e i frutti non sono immediati. Peró ormai é convinzione generale che le Cebs sono l´unica alternativa per l´evangelizzazione di questo Brasile moderno e urbanizzato.
Fra Marco Sassatelli, domenicano di Goiania, ha pubblicato sul sito Adital il 27 settembre scorso un approfondimento su questo tema. Non é che riveli grandi novitá. Esprime le perplessitá di tutti noi, con un particolare: mentre per la maggioranza bisogna che vinca il PT per evitare il peggio anche se l´attuale "sinistra" non é il meglio (credo che la nostra diocesi sia solidamente schierata su questa posizione anche al di fuori del contesto delle elezioni), Frei Marcos é piú favorevole a sostenere candidati piú alternativi e radicali (Marina, per esempio - che alle presidenziali avrá solo il 14%, ma come deputata otterrá un sacco di voti). Dobbiamo accontentarci? Per quanto riguarda le elezioni é impossibile aspettarsi di meglio, ma guai se ci fermassimo quí. Marcos é un nostro "compaesano", di Monchio in provincia di Reggio. Ha giá passato una vita quí in Brasile, nella Capitale. Frate domenicano, dottore il filosofia e teologia morale, professore di mestrato in Diritti Umani (Commissione domenicana di Giustizia e Pace del Brasile nell´Universitá Cattolica di Goiania - GO) e Vicario Episcopale del Vicariato Ovest dell´Arcidiocesi di Goiania, amministratore parrocchiale della Parrocchia di Nostra Signora della terra.
"Viviamo nel sistema capitalista neoliberale, che é un "sistema economico iniquo" (Documento di Aparecida, DA 385), o un "sistema nefasto" perché considera "il lucro come il motivo essenziale del progresso economico, la concorrenza come legge suprema dell´economia, la proprietá privata dei beni di produzione come un diritto assoluto, senza limiti né obblighi corrispondenti" (Populorum Progressio - PP, 26).
In altre parole, il capitalismo é "il male maggiore, il peccato accumulato, la radice marcia, l´albero che produce questi frutti che conosciamo: la povertá, la fame, la malattia, la morte della grande maggioranza" (Bispos do Centro-Oeste. Marginalização de um Povo, 1973).
"La speranza non muore mai" (D. Pedro Casaldáliga). Il 16° Grido degli Esclusi di quest´anno 2010 - segno concreto di speranza - ha come tema "La vita al primo posto" e come motto "Dove sono i nostri diritti? Scendiamo nelle strade per costruire un progetto popolare".
Le elezioni sono un momento impari per l´esercizio della cittadinanza. Quali sono i criteri per orientarci nella scelta dei candidati o candidate?
A mio avviso, dobbiamo guardare non solo la storia di vita dei candidati e candidate, ma anche, e soprattutto, il progetto politico che essi/esse e i loro partiti rappresentano attualmente. Dico "attualmente", perché esistono partiti e candidati che si sono alleati al sistema economico dominante e hanno rinnegato - se non con le parole almeno nei fatti - tutta la loro storia di lotta al fianco del popolo povero, oppresso ed escluso.
Abbiamo pure candidati che si dicono "cristiani" e fanno questione di difendere alcuni valori importanti nel campo della bio-etica, ma le loro posizioni si "situano molte volte in contraddizione con le scelte e gli impegni che riguardano i diritti umani, l´economia, la vita sociale e politica e, in modo speciale, le necessitá dei poveri".
"La difesa di alcuni valori importanti puó essere fatta da questi candidati per illudere e nascondere impegni e pratiche che, in effetti, sono invece a servizio di una cultura di morte. La difesa della cultura della vita esige che i valori della bio-etica non siano separati dai valori dell´etica sociale" (CNBB. Eleições 2010: o chão e o horizonte. Brasília-DF, maio/2010).
Oggi, "in realtá, il governo cerca di spezzare la combattivitá dei movimenti, dividerli, smobilitarli, e mantenerli appena come massa di appoggio per quando ne ha bisogno". É riuscito, in buona parte, nel suo intento di mettere come limite massimo all´utopia i cambiamenti dentro al quadro del neo-liberalismo. Molti, nei movimenti, si accontentano con le piccole conquiste ottenute.
C´é insoddisfazione, senza dubbio: un´altra parte dei movimenti ha un atteggiamento piú critico. Questa divisione, questa confusione, quest´apparenza di governo del popolo, mentre é di preferenza governo dei banchieri, rende difficile una presa di posizione dei movimenti sociali.
(…) Esiste una mobilitazione autonoma, peró, in diversi settori e in diversi movimenti: per dare un esempio, nell´Assemblea Popolare, che é un´articolazione di diversi movimenti, pastorali ed entitá della societá civile. É stata l´unica articolazione a produrre un progetto di societá distinto da quello vigente, critico verso il modello neo-lberale ("O Brasil que queremos"). Questo tipo di articolazione puó crescere, perché viene incontro alle aspirazioni di molti che sono insoddisfatti" (Intervista al sociologo Ivo Lesbaupin, concessa per e-mail, ad IHU On Line, aprile 2010).
Delfim Netto, uomo forte dell´economia durante il regime militare e, attualmente (per quanto sembri incredibile) uno dei principali consiglieri dell´attuale governo, afferma che il governo é stato il primo a capire che "il capitalismo deve ai suoi programmi di distribuzione di reddito la sua sopravvivenza nel paese" e che il governo "ha cambiato il paese in modo importante, riuscendo cosí a salvare il capitalismo" (Intervista di Aguinaldo Novo. Nel giornale O Globo, 20/09/09).
Purtroppo la maggioranza dei nostri candidati e candidate (anche quando si dicono cristiani), siano essi della situazione o dell´opposizione, sono riformisti. Non vogliono cambiare le strutture del "sistema economico iniquo" vigente; vogliono semplicemente "truccarlo", mettendo pezze nuove in un vestito vecchio.
Le differenze e le liti tra loro si riferiscono unicamente alle riforme e non ai cambiamenti strutturali. Per questi politici i cosiddetti "programmi sociali di distribuzione dei redditi" (che in situazioni di emergenza sono necessari, ma che non risolvono il problema) sono come caramelle che si é soliti dare ai bimbi perché non piangano, e servono a legittimare il "sistema economico iniquo" vigente (talvolta anche con argomenti religiosi, usano il nome di Dio invano, e per mantenere il popolo povero, oppresso ed escluso in una situazione di dipendenza dai potenti e dal governo, evitando cosí le possibili ribellioni.
Oggi - come disse il sociologo Ivo Lesbaupin - la maggioranza dei movimenti popolari sono cooptati dal governo, ritardando piú di 30 anni, forse, di organizzazione popolare. Basta, ad esempio, ricordare la festa del primo maggio, ridotta ad uno show per i lavoratori.
Dobbiamo invertire questa situazione iniqua e votare in politici che siano d´accordo col progetto "il Brasile che vogliano", "progetto popolare", alternativo, giusto, umano, fraterno e strutturalmente diverso. Anche se molti di loro non vinceranno le elezioni, segnano una presenza, fanno avanzare il processo democratico e aprono nuovi percorsi affinché il "progetto popolare" accada.
Elettori ed elettrici, apriamo gli occhi, riflettiamo e prendiamo le nostre decisioni. Il vostro voto é molto importante e fa la differenza. "Sono venuto affinché tutti abbiano la vita e l´abbiano in abbondanza" (Jo, 10, 10).
Goiânia, 26 de setembro de 2010.
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