Foto: 1) Il missionario laico Paolo Finardi (PC), e la sua futura sposa; 2) La brutta faccia dei coordinatori dei Ministri Straordinari dell´Eucaristia (la terza sta scattando la foto); 3) Un gruppo di agricoltori in riunione con la CPT di Itaberaí.
Oggi un post diverso, anche perché sono allibito per ció che sta accadendo in Italia (non é da oggi, ma il processo sembra in stato sempre piú avanzato anziché fermarsi), e non so cosa dire. Commenteró solo con queste parole di uno scrittore russo: "Ciascuno porta una strada nella sua coscienza, chi verso il potere, chi verso la libertá. A ognuno la scelta". (Evgenij Evtusenko). Quale strada stanno scegliendo gli italiani?
Vi espongo alcuni dati sulla societá brasiliana raccolti da un articolo di Frei Beto pubblicato su Adital, e sulla realtá economica della nostra regione di Goiás che mi ha passato il coordinatore diocesano della Commissione Pastorale della Terra (CPT). Li ho messi insieme per esporli sabato prossimo (piú estesamente) nella riunione del coordinamento diocesano. Dev´essere un pó noioso, ma é un´occasione per conoscere meglio com´é il Brasile oggi. Tuttavia non voglio privarvi della lettura di una lettera di un giovane laico italiano che é arrivato da poco in Brasile, e ha spedito ai suoi amici italiani della regione una lettera in cui condivide il suo entusiasmo e i suoi progetti. É bello scoprire la stessa gioia antica della missione, nel diverso modo di essere missionari delle nuove leve.
Frei Beto: "La popolazione brasiliana é, oggi, di 190 milioni di persone divise in classi in base al potere acquisitivo. Appartengono alla classe A e B quelle che hanno un reddito superiore a 4.807,00 reali - i ricchi del Brasile. Un salario di 4.807, 00 reali non offre tranquillitá finanziaria a nessuno. L´affitto di un appartamento di due stanze nella capitale paolista ne consuma la metá. Ma, tra i ricchi, molti ricevono remunerazioni astronomiche, oltre a possedere un patrimonio invidiabile. Nelle grandi imprese di San Paolo lo stipendio mensile di un direttore varia da 40 mila a 60 mila reali. Un´analisi recente della Fundação Getúlio Vargas diffusa nel febbraio scorso, rivela che questo settore privilegiato é composto appena dal 10,42% della popolazione, ossia, 19,4 milioni di persone. Esse concentrano nelle loro mani il 44% del reddito nazionale. Molta ricchezza per poca gente".
"La classe C, conosciuta come classe media, possiede un reddito mensile tra i 1.115,00 reali e i 4.807,00 reali. É cresciuta negli ultimi anni grazie alla politica economica del governo Lula. Nel 2003 comprendeva il 37,56% della popolazione, con un totale di 64,1 milioni di brasiliani. Oggi ne include 91 milioni - quasi la metá della popolazione del paese (49,22%)- che detiene il 46% del reddito nazionale. Nella classe D - i poveri - ci sono 43 milioni di persone, con reddito mensile tra i 768,00 e o 1.115,00 reali, obbligate a dividersi appena l´8% della ricchezza nazionale. E nella classe E - i miserabili - con reddito fino a 768,00 reali al mese - ci sono 29,9 milioni di brasiliani (16,02% della popolazione), condannati a dividersi tra loro solo il 2% del reddito nazionale".
"Secondo la Fundação Getúlio Vargas, il governo Lula ha tolto dalla povertá 19,3 milioni di brasiliani e ne ha spinto altri 32 milioni a gradi superiori nella scala sociale, inserendoli nelle classi A, B e C. Dal 2003, sono stati creati 8,5 milioni di nuovi posti di lavoro formali. È vero che, nella maggior parte, sono di bassa remunerazione".
"Oggi c´é piú consumo nel paese, e questo gli economisti lo chiamano "forte domanda di beni e servizi". Tale processo, tuttavia, é minacciato dall´instabilitá del posto di lavoro e dall´aumento dell´insolvenza - la classe media tende a spendere piú di quanto guadagna, fortemente attratta dall´acquisto di prodotti superflui che simbolizzano ascensione sociale. La classe media ascendente aspira a lavorare in proprio. Peró, l´imprenditoria in Brasile e bloccata dalla mancanza di credito, conoscenze tecniche e capacitá di gestione. E ci sono troppe esigenze legali e normative sul lavoro, sommate ad un pesante carico fiscale, che moltiplicano i fallimenti di piccole e medie imprese e dilatano il mercato nero del lavoro. Nonostante che la classe media abbia in mano un potente capitale politico, essa ha difficoltá ad organizzarsi e creare reti sociali, stabilire legami di solidarietá. E rivela avversione verso la politica, soprattutto a causa della corruzione. Incredula quanto alla capacitá del governo e della Giustizia di combattere la criminalitá e la corruzione, la classe media diventa vulnerabile nei confronti dei "salvatori della patria" - figure di caudillos che promettono azione energica e punizioni impietose. Fu questo il brodo culturale capace di fomentare l´ascensione di Hitler e Mussolini".
Dati sulla nostra diocesi: la Diocesi di Goiás si trova su un territorio di economia rurale strutturata intorno a piccole cittá che sono centri commerciali e di servizi. Il territorio é di 23 mila Kmq. con una popolazione di 230 mila abitanti (10 per kmq). Come popolazione, é un nulla rispetto al resto del paese. Il comune piú grande é Itaberaí, ufficialmente con 32 mila abitanti (in realtá pare che siano diecimila di piú). Il piú piccolo é São Patrício, con 2051. Alcuni comuni grandi (Ceres - Goiás - Itapuranga) risentono, da qualche anno, di un calo di popolazione. Perché una cosa é certa: che c´é un calo dovuto alla riduzione delle nascite, ma c´é anche un esodo rurale che continua ad approfondirsi nonostante le nostre campagne appaiano giá svuotate. Il fenomeno sociale piú grosso é la migrazione: dalla campagna, alla cittá sede del municipio, da questa alla capitale dello Stato o verso altre capitali, quando non all´estero. E c´é pure una migrazione di ritorno: dal nordest e dal Maranhão, per esempio, di lavoratori che vengono da noi a tagliare canna o raccogliere pomodori.
La Diocesi é divisa in 23 parrocchie (corrispondenti ai comuni), aggruppate in 4 regioni (i vostri vicariati), con caratteristiche ben distinte. La regione Rio Vermelho (6 comuni, piú di 5 mila kmq.), é principalmente regione di latifondo che praticano l´allevamento bovino da carne. I mezzadri e piccoli agricoltori migrano verso la periferia di Jussara, la cittá centrale della regione, che in una ventina d´anni si é gonfiata passando da poco piú che un villaggio ad una cittá di 30 mila abitanti.
La regione Serra Dourada (4 comuni, 4 mila kmq.) ha due realtá agrarie diverse: ária. I tre comuni piú piccoli, Buriti - Sanclerlândia - Mossâmedes, possiedono terra di buona qualitá. In essi predomina la piccola proprietá, che pratica agricoltura e allevamento di mucche da latte. Il comune di Goiás, invece, piú grande e con terra poco buona e sassosa (3 mil Kmq), é zona di latifondo. Peró é lí che si é concentrato il maggior numero di pezzi di terra ottenuti con la Riforma Agraria (assentamentos). Vi sono state sistemate circa 830 famiglie, che sfruttando fazzoletti di terra buona hanno ripopolato le campagne della regione e ridato vita al commercio locale e ai servizi della cittá di Goiás.
La regione Urú 7 comuni), soprattutto nei comuni di Itaberai ed Heitoraí, é la regione delle grandi, medie e piccole monoculture, oltre che di allevamento di bestiame da carne (che é in calo). Vi si producono canna da zucchero, soia, granoturco, legname (eucaliptus) che é il grande affare del momento. Nella produzione di pomodori, Itaberaí é giá considerato il centro piú importante del Brasile> cosí come nell´allevamento dei polli. Tutto questo caratterizza un´economia rurale indirizzata all´esportazione. L´allevamento e abbattimento dei polli é concentrato in una unica impresa, la Superfrango di Itaberaí, che spedisce 200 mila polli al giorno pronti per i supermercati. L´altra parte della regione (Itapuranga, Itaguarú, Itaguari e Taquaral), si sostiene con l´economia di sussistenza e alcune coltivazioni specializzate e abbastanza redditizie come banane, ananas, verdure, cocomere, papaia, maracuja (la passiflora). Anche in questa regione la Riforma Agraria ha lasciato il segno, addolcendo almeno un poco l´impatto dell´economia di mercato con un aumento di residenti in campagna e una produzione agricola che alimenta i mercati dei paesi durante la settimana.
La regione São Patrício (6 comuni) é di terra buona, con predominio della piccola proprietá, ma anche con zone del tutto invase dalla canna da zucchero, gestito da imprese che hanno le distillerie nel territorio o nelle adiacenze.
Altri dati della Diocesi: - circa 50 insediamenti di Riforma Agraria, e 15 accampamenti in attesa di insediamento. - 4 distillerie di canna da zucchero: CRV – Carmo do Rio Verde - Vale Verde – Itapuranga. - 4 frigoriferi con macello: Goiás - Santa Fé - Itaberaí con la superfrango, per i polli. - 10 universitá: - Campus UFG – Cidade de Goiás; UEG - Cidade de Goiás; UEG - Sanclerlândia; - UEG Itapuranga; UEG - Jussara; Unifaj - Jussara; - UEG - Itaberai; Aliança - Itaberai; UEG - Ceres; UNI Evangélica- Ceres. Le sigle UEG e UFG sono, rispettivamente, Universitá Statale e Universitá Federale.
BRASILE – Goias - Senador Canedo,
25 febbraio 2010
Carissimi,
in questo periodo è successo un po’ di tutto. Ho lasciato passare diverse settimane e alcune cose inevitabilmente si perdono e diventa arduo ricordarle e raccontarle. Ma credo sia giusto così. In fin dei conti quello che “resta” sono gli avvenimenti e le situazioni che ci hanno colpito di più. Credo che in un qualche modo sia il cuore a fare questa selezione. A volte ci ricordiamo di stupidate o cose da poco... ma spesso sono momenti che per un qualche motivo ci hanno colpito, ci hanno fatto sorridere... ci hanno in un qualche modo toccato. E l’interessante è che tutto questo avviene senza volontà apparente. La “selezione dei ricordi” non chiede il permesso a nessuno. Avviene e basta!
Ieri, uscendo di casa per la consueta visita ai meninos de rua del centro città, incontro seduta sul marciapiede la Kelly, mamma della Natacha e di Natanael. Conosco bene mamma e bimbi perchè per più di due anni sono stati nel progetto di Adozione a Distanza (Caritas Children di Parma). Chi si ricorda della favelina sulla montagnola del Residencial Rio Araguaia? I ragazzi del gruppo Mission che sono passati da noi in questi anni non potranno scordarla!! Bene, la Kelly era la proprietaria della casa (in realtà una baracca di 3x3 fatta di tavole di legno e teli di plastica) che era andata a fuoco. Avevano lasciato il morro e si erano rifugiati a casa di parenti di lui. Poi il crack che prende il sopravvento, i litigi, la mancanza di riferimenti, i problemi economici... Natacha lascia la mamma e comincia a vivere dalla nonna. Dopo alcuni mesi, peggiorando la situazione, anche il piccolo Natanael raggiunge la sorella. Mi ricordo di una chiacchierata, ormai un anno fa, in cui proponevo alla Kelly la comunità terapeutica per uscire dalle droghe. Una lunga chiacchierata in cui, finalmente, aveva ammesso l’uso della droga. Tra le lacrime aveva detto che non ce la faceva più, che il crack (qui lo chiamano anche pedra) le stava portando via tutto e che se non ne usciva alla svelta le avrebbe portato via la vita. Era cosciente, sapeva quello che diceva. Era poi sparita per diversi mesi, fino a ieri. Mi ha sorpreso incontrarla ma mi ha rattristato molto vederla in quello stato. Alla mia domanda “come va” la risposta e secca e chiara: “solo droga”. Lo dice con amarezza e sconforto, ma con una sincerità non comune. E’ magrissima, zigomi sporgenti, clavicole scavate, il busto difficile da descrivere... magro, alto, testo... ma è come se fosse magra di fuori e “gonfia” di dentro. Ho approfittato dell’incontro inaspettato per invitarla di nuovo alle riunioni, che tutti (i suoi bimbi, sua mamma, io... Dio!!) vogliamo vederla diversa. Abbassa il volto e comincia a piangere. “Potrei smettere ma non ce la farò, non ho più forza di volontà”. Preghiamo tanto per questa ragazza, che lo Spirito di Dio possa riempirle il cuore e darle nuovo coraggio.
Sapete che in queste lettere non parlo molto di me, quanto piuttosto delle persone che incontriamo qui. Credo che faccia parte del missionario, consacrato o laico che sia, il cercare di dare voce a chi non ha voce, a chi nella storia non ha peso. Ma oggi voglio rompere un po’ questa “regola” e parlarvi un po’ di me.
Non nascondo a tutti voi, amici lettori di queste piccole lettere dal Brasile, un poco di emozione. Chi mi conosce bene non resterà sorpreso per quanto sto per scrivervi. Qualcuno mi ha detto che non avrei potuto nascondervi una gioia così grande, che voi lettori fate in un qualche modo parte della nostra missione e quindi della nostra stessa vita.
La mia camminata fino ad oggi è stata colorata e movimentata. Diciamo che è successo un po’ di tutto ma che alla fine la missione ha vinto. La svolta più importante mi ha portato qui nel settembre 2007. Ho scelto di venire in Brasile con la consapevolezza dell'importanza della svolta che stavo dando alla mia vita. Non era l’ennesima esperienza “a tempo determinato” ma una scelta di vita. Da anni nel cuore il sogno, oltre che della missione, di una famiglia. Anni fa l’intuizione chiara che la scommessa di una società umanizzata si basa sulla famiglia, e nel petto questa vocazione. Ho incontrato qui una ragazza, Leide, che mi ha toccato il cuore. Col tempo ci siamo conosciuti e abbiamo maturato insieme sogni e speranze. E crediamo che sia giunta l’ora di fare un passo concreto molto importate. E’ l'apertura a una nuova strada nella strada che sto già percorrendo. Perchè la missione è parte della mia vita e sarà parte intrinseca della nostra famiglia. Le nozze saranno, se Deus quiser (se Dio vorrà, come usa pensare qui), in agosto! Non tarderanno ad arrivare gli inviti!!!!!!!
Vi abbraccio davvero fortissimo.
Paolo
Ps: non posso non allegarvi una nostra foto!!!
"Ho abbandonato l'idea del Dio onnipotente, della mia fede sicura, per ritrovare il Dio che condivide la passione dell'umanità, in seno alla quale rimane il Vivente, colui nel quale ripongo la mia fiducia. E' la mia vita inserire vita la dove si trova la morte" (Bernard Rey, teologo francese, in "Dio, dove sei?")
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