21 marzo 2010

CARO DIARIO 3

Foto: 1 - Il volantino della Romaria dos martires, corretto; 2) Una estrelizia, sul cancello di casa mia: fiore tipico dell´Amazzonia. Sviluppato da un pezzetto di rizoma che ho preso a Manaus nel mio viaggio di due anni fa. 3) Un fioraio ha dato in affitto dei vasi di questo fiore per un matrimonio. Io, dopo la celebrazione, ho staccato un rametto e l´ho piantato a casa mia. Dopo un paio di mesi, ecco il risultato. Se qualcuno mi sa dire il nome di questa bellezza gli pago un ghiacciolo. Basta che lo venga a prendere.

Mercoledí 17 - É uscito, fresco di stampa, il Diretorio Diocesano, un libretto riassuntivo ad uso interno della diocesi. Contiene: a) una sintesi della storia della Diocesi dalle sue origini ad oggi. b) Un´introduzione che presenta, in breve, il volto della diocesi: ció che é o tenta di essere (l´ecclesiologia, in gergo teologico) in continuitá con il Vaticano II e il percorso delle Conferenze Ecclesiali Latino-Americane. c) La sua struttura, sottolineando particolarmente le Comunitá Ecclesiali di Base, le parrocchie e le equipes di pastorale. d) Le norme pratiche diocesane. Ho collaborato alla sua stesura specialmente nella prima e seconda parte, e ho redatto la sintesi delle 18 assemblee diocesane realizzate dal 1968 ad oggi. Sono abbastanza soddisfatto del risultato. Non si lavora per ottenere gloria e riconoscimenti, ma fa piacere essere utili. Qualche brano forse sarebbe interessante anche per i lettori del blog, ci faró un pensiero. É uscito pure il librettino con la storia di Nativo da Natividade, il sindacalista-martire di cui stiamo preparando il giubileo con una Romaria dos Mártires. Anche questo merita di essere tradotto e pubblicato nel blog. Forse lo faró, non subito. É stato scritto da Padre Wuellington Paes, coordinatore diocesano della pastorale della gioventú e parroco di Carmo do Rio Verde, la patria di Nativo: che é anche il promotore, entusiasta ed entusiasmante, della Romaria.

Giovedí 18 - È una serata particolarmente fresca. Si é alzato un venticello che spazza la strada quí di fronte e fa rotolare rumorosamente bottiglioni di plastica e altri rifiuti abbandonati lí, alla meglio, dai cittadini "piú educati". Ho appena terminato l´incontro di preghiera quaresimale nel quartiere Lago Primavera, in casa di una signora che, tra le altre cose, mi ha fatto bere una tazzona di caffé. Con quello, piú questo vento quasi freddo che odora di pioggia e i tuoni che di tanto in tanto rimbombano in lontananza, il sonno mi é andato via.

Lago Primavera é un quartiere ancora in formazione, ci sono case sparse quá e lá e molti terreni ancora da costruire. Il sindaco se lo dimentica, le vie sono poco piú che delle carreggiate buie e sconnesse, erose dalle piogge e assediate dalla sterpaglia, in una zona paesaggisticamente bella ma desolata. La comunitá é incipiente, piccola ma volonterosa e simpatica. A mala pena sanno leggere. I libretti della Campagna della Fraternitá, preparati a livello nazionale su commissione degli organizzatori, usano parole come "macro-economia", macro-ecologico, neoliberismo, positivismo, dicotomia, metanoia, oichia, eccetera. Le donne stasera leggevano "magroeconomia". Credo che si siano fatte l´idea che ai trattasse di una lista di farmaci per dimagrire. É straordinario come i cervelloni pagati dalla Conferenza dei Vescovi per scrivere questi sussidi siano indifferenti o ignorino la situazione della gente delle comunitá di periferia, che dovranno usarli. Loro scrivono per quelli che hanno la laurea. O chissá che non lo facciano apposta? Il tema della preghiera e lettura biblica di oggi, peró, era molto buono e di grande interesse per tutti. "Economia e rispetto ambientale": un obiettivo urgente. I rifiuti per strada ne sono la prova, ma non solo quelli.

Per fortuna io, oggi, avevo fatto pulizia nel quintal, che sarebbe poi il pezzo di terra che ho dietro casa. Cosí mi sono sentito con la coscienza a posto. Non é una notizia cosí interessante da meritare di essere scritta, ma viene al caso nostro: é lotta contro l´inquinamento ambientale. In questa stagione delle piogge, ovunque si ferma un pó d´acqua, si riproduce la zanzara. Abbiamo una epidemia di dengue! In paese c´é un mucchio di ammalati. Di solito mi limito a tagliare l´erba, strappare qualche erbaccia e annaffiare le piantine bisognose. Stavolta ho chiamato uno specialista che maneggia bene gli attrezzi e svolge i lavori manuali con destrezza, e sa cosa bisogna fare per mettere a tappeto l´insettino a striscie bianche e nere che fa andare a letto la gente. Io ho fatto la parte dell´aiutante. Abbiamo tagliato una pianta fuori posto, potato altre, sgombrato il terreno da mucchi di rami, resti di mattoni ed erbacce gettate lí a marcire, raccolto le lumache nascoste, avvelenati i formicai, zappato le aiuole, e via dicendo. Ora é davvero un giardino (quasi). Dopo che il professore di giardinaggio é andato via, ho pure piantato un´intera aiuola di lavanda. Non mi serve a nulla, ma é bella e profumata e mi ricorda l´Italia.

Secondo la comunitá di Lago Primavera, é ben poco quello che possiamo fare noi per salvare l´ambiente. Oltre a raccogliere i rifiuti e tenere in ordine intorno a casa, non comprare piú del necessario. Rispettare l´acqua, evitando di lasciare rubinetti aperti senza necessitá. Spegnere le luci nelle stanze in cui non c´é nessuno. Comprare di preferenza dai piccoli produttori locali. Per chi ha, dietro casa, un pezzo di terra sufficiente e tempo libero a disposizione, coltivare qualche ortaggio o piante da frutta. Un uomo osserva: "Noi abbiamo un clima benedetto, qualsiasi cosa che si pianta diventa addirittura invasiva, e c´é solo la briga di zapparla intorno. Perché dobbiamo comprare l´insalata e i pomodori?" (Ma é anche vero che nelle piante ci sono parecchie malattie, non é cosí facile). Progettare e premere sulle autoritá perché si faccia la raccolta selettiva. Perché il creato é meravigliosa opera di Dio da cui dipende la nostra vita, e la sua cura é stata affidata a noi". Questo ed altro hanno detto nella riflessione, dopo la lettura di un brano del salmo 104. Ma la gente ha ricordato anche le aberrazioni di un tipo di agricoltura fatta da persone che investono denaro ma non amano la terra: il loro unico scopo é fare soldi. Spargono veleni in quantitá. Disboscano a tappeto, senza nessun criterio. Fanno seccare i fiumi e le sorgenti. Mettono in crisi l´agricoltura familiare. E la gente che distrugge la fascia di foresta in riva ai nostri migliori fiumi per farci la villa, e passa i fine-settimana lá a mangiare churrasco e bere birra, gettando poi nel fiume, come se fosse un letamaio, le lattine e i resti del banchetto.

Il salmo 104 é una lode a Dio Creatore per tutto ció che ci ha dato. In questo momento credo che faccia bene anche a voi rileggerlo, in vista dei tempi di tenebre e del pessimismo che state vivendo! Ecco il brano (nella traduzione di Turoldo) che abbiamo letto noi nella riunione: "Anima mia, dá lode al Signore: - quanto sei grande, Signore mio Dio - tue vesti sono magnificenza e splendore - Egli come di un manto si avvolge di luce - egli come una tenda dispiega i cieli. - Egli sulle acque innalza le sue dimore - egli fa delle nubi il suo cocchio regale - egli sulle ali del vento avanza. - Egli i venti scatena come suoi messaggeri - suoi ministri il fuoco e la fiamma. - Egli ha fissato le basi alla terra - perché non vacilli in eterno, per sempre." -

Di economia e agroeconomia avevo giá pubblicato alcuni dati nel post della settimana scorsa. É stato uno dei temi del nostro incontro diocesano di coordinamento, che ha affrontato il tema della Campagna della Fraternitá, "Economia e vita" - "Non potete servire a Dio e al denaro". Un argomento sicuramente ostico, ma che sta sensibilizzando piú di quanto mi aspettassi. Mi é arrivato ora questo comunicato della Commissione Pastorale della Terra (CPT) di Goiás: "Il 17 marzo scorso i vescovi del Regionale Centro-Ovest della Conferenza Nazionale dei Vescovi Brasiliani (CNBB) hanno divulgato una lettera aperta in cui si dicono "preoccupati con l´avanzata dell´"agro-business" "in questa regione del paese, dove le monoculture della canna da zucchero per la produzione di etanolo, e della soia ed eucaliptus, oltre ad altre colture, "invade poco alla volta la terra degli agricoltori destinata a produrre alimenti che vanno sulla tavola dei brasiliani", oltre a provocare la distruzione del cerrado, promuovere la concentrazione della terra e il lavoro schiavo. I vescovi riaffermano la posizione favorevole alla Riforma Agraria e il sostegno ai movimenti di lotta per la terra, e deplorano che "la Riforma Agraria, purtroppo, non é piú una prioritá dei Governi federale e statale". Il Regionale Centro Ovest comprende gli Stati di Góiás, Tocantins, Distretto Federale di Brasilia - la lettera é firmata da 14 vescovi". Dunque il tema della campagna é riuscito ad amalgamare i Vescovi del Regionale. Direte che é poco, é solo una lettera aperta. Sí ma credetemi, ottenere le 14 firme non dev´essere stata un´impresa facile.

Moltissimi itaberini, a quest´ora, sono in preghiera. Dalla mia stanza odo le grida di una chiesa evangelica prossima che sta curando qualche paralitico: "Levanta, levanta, levanta....", urlano da una ventina di minuti. Quasi in ogni via cittadina c´é almeno una chiesa in piena azione: ascoltano predicazione biblica, fanno sessioni di cura ed espulsione di diavoli (passa via, satanasso!) e parlano in lingue "sotto l´azione dello Spirito" - abradabarababatolimo - eccetera. Il folto gruppo dei nostri carismatici sta facendo sette giorni completi e ininterrotti di adorazione Eucaristica. Che si chiama, in gergo pentecostale, "Assedio di Gerico", ricordando il famoso episodio biblico della conquista di Gerico, narrato nel sesto capitolo del libro di Giosué. É una delle tante pratiche che i carismatici cattolici hanno copiato di sana pianta da chiese evangeliche pentecostali. Per fare la differenza, ci hanno messo l´ostensorio e l´adorazione al Santissimo. Il tutto condito con grida, esclamazioni e agitare di mani in un rito di massa molto simile a quello degli stadi o degli spettacoli rock. La tensione di questi incontri di preghiera é talmente alta che se uno, pensando al altro e distrattamente, si accosta al gruppo, rischia di prendere una scossa elettrica di alto potenziale.

Sappiamo bene che in queste forme di preghiera ci sono tanti pro e contro. Ognuno é fatto a modo suo, sente e vede alla sua maniera, ed é meglio accettarsi a vicenda che sparare giudizi morali a priori. É una questione di modi di essere e culture con radici lontane e profonde, percorsi tortuosi e incrociati che non conosciamo. Un giovanotto appena uscito da uno di questi incontri ad alta temperatura e pressione, mi ha commentato: "Se quei ragazzi che si sono accoltellati in un bar fossero stati quí con noi a pregare, non sarebbero finiti cosí tragicamente". A modo suo ha ragione, ma non si chiede perché quei giovani erano al bar e non nel gruppo di preghiera? Un motivo ci sará, e forse é anche il modo in cui si prega. "La fede cerca la ragione" - dicevano gli antichi, e in questi incontri sembra che ci sia spesso piú esaltazione e proiezione di un Dio che risolve "i miei problemi", che una ricerca del vero volto di Dio per farsi suoi seguaci e collaboratori. Peró consideriamo anche che ogni persona e ogni societá ha le sue fasi. É un processo in andamento. A me fa venire in mente il seminario minore, quelle giornate in cui recitavamo 50 rosari in un giorno, restavamo ore davanti al Santissimo, camminavamo in ginocchio o coi sassolini nelle scarpe, pregando, per i sentieri della montagna verso gli oratori e le maestá della Madonna. Avevamo poco piú di dieci anni. C´era qualche superiore che sapeva infiammarci. Forse che quelle esplosioni di fede hanno prodotto frutti buoni e duraturi? A me non risulta, ma chissá!

Venerdí 19 - stamattina é venuto il Vescovo per parlare con tutta l´equipe di Itaberaí: tre preti e cinque suore, di due congregazioni. Ha esordito chiedendo di lavorare insieme: la Chiesa é comunitá e l´evangelizzazione deve portare a una vita in comunitá. (Impeccabile: tuttavia, e le comunitá di preti hanno sempre incontrato molti ostacoli, sia interni che esterni. Nonostante se ne parli molto, non c´é ancora un consenso per realizzarla al meglio). Ha insistito sulla fedeltá alle prioritá diocesane: i poveri, le comunitá ecclesiali di base, le pastorali sociali, la liturgia e la catechesi. Poi ha posto domande, e si é fatto raccontare le attivitá, il loro organigramma e come vanno. Ore ed ore. Mi ha fatto venire una fame che non vi dico. Don Eligio é stato sempre zitto: quando si dice un uomo saggio. Peró sono emerse riflessioni interessanti. Per esempio: sul piano sociale, ha detto il vescovo Eugenio, non é necessario che noi fondiamo e gestiamo direttamente associazioni per fare ció che il governo, ora, vuole fare e in parte fa: per esempio asili, doposcuola, organizzazioni per preparare al lavoro e trovare posto di lavoro. Da qualche anno a questa parte sono state aperte molte possibilitá, e non é nella tradizione brasiliana organizzare opere sociali e sportive in alternativa al settore pubblico. Ha detto! Io sono pienamente d´accordo da sempre e ci faccio due nuvolette di fumo con la pipa in segno di assenso.

Sabato 20 - Stamattina, con la piccola equipe di pastorale missionaria, abbiamo visitato una ventina di famiglie del Lago Primavera. É un pó difficile uscire di casa e presentarsi di porta in porta ma, una volta che si é rotto il ghiaccio, diventa molto gratificante. Ho incontrato tutte famiglie molto giovani. Sono povere, ma di una povertá assai diversa da quella che si incontrava anni fa o che forse si incontra ancora in certi baraccamenti. Guadagnano poco ma hanno frequentato scuole, seguono le notizie e sono informati, almeno superficialmente, sulle attualitá. Hanno lasciato la campagna ma ce l´hanno ancora nel cuore e si circondano di piantine e pesciolini esattamente come me. Mi sono reso conto di quanto siamo simili anche nei gusti. Tutti ci hanno accolti molto bene. Abbiamo parlato dei problemi che ciascuno affronta, e del piccolo gruppo di lettura del Vangelo e preghiera che sta nascendo nel quartiere e che vorremmo allargare. Una signora mi ha spiegato come dobbiamo fare: "Costruite subito almeno un piccolo locale dove trovarci: poi, pian piano, lo aumenteremo!" É esattamente questo che abbiamo intenzione di fare, ed io ho giá pronto il progetto firmato dall´architetto. Da notare che siamo andati in una zona in cui le case hanno ancora la porta direttamente sulla strada, e appena un piccolo recinto davanti. Quando si va dove le case sono chiuse da un muro alto e un portone di zinco, l´umore e la disponibiltá ad accogliete é completamente diversa. Non ho capito se sia il muro che fa diventare sospettose le persone, o se costruiscono il muro perché sono giá predisposte a difendere la propria privacy. Ma cambiando l´ordine dei fattori, cambia il risultato?

Termino segnalandovi, sul sito Adital.com.br, un articolo pepato di Frei Beto sul presidente Obama. Avrei voluto tradurvelo quí, ma Beto ha un procuratore che non consente la riproduzione dei suoi scritti senza un permesso. E poi non é nel mio stile, anche se lo apprezzo. In compenso, vi traduco brani della sesta puntata di Jung Mo Sung. La quinta, che era sulla divisione del lavoro e le classi sociali, l´ho saltata per non fare un posto troppo lungo. Per alcuni sará noiosa, ma a chi piace la legga, ne vale la pena.

"Ho finito l´articolo precedente chiedendo come avviene, nel nostro mondo globalizzato, il processo di decisione su cosa, quanto, come e per chi produrre. Cioé come si sviluppa il processo di coordinamento della divisione sociale del lavoro (DST) nell´economia globalizzata, e quali sono le istanze e gli operatori di tale decisione? Per tentare di rispondere a questi interrogativi, abbiamo bisogno di continuare la riflessione sulla divisione sociale del lavoro. Quando ho cominciato queste serie di articoli su "Economia e vita" come contributo alle discussioni intorno alla Campanha da Fraternidade, mi sono impegnato a seguire una regolaritá in termini di tempo, cioé, avevo intenzione di pubblicare un articolo ogni settimana. Purtroppo, peró, non ho potuto mantenere questo impegno la settimana scorsa per mancanza di tempo.

A dire il vero, io avevo, come sempre, le stesse 24 ore al giorno. Ció che é accaduto é che mi sono capitati molti lavori e mi é mancato il tempo per scrivere questo articolo per Adital. Quí abbiamo un esempio che ci puó aiutare a capire un pó meglio il nostro tema. Ho dovuto fare una scelta tra usare il tempo per scrivere l´articolo o realizzare altri lavori "urgenti". In quale senso gli altri lavori erano piú urgenti del mio impegno personale di scrivere per Adital? La semplice risposta che quelli facevano parte del mio impiego e scrivere per Adital é lavoro volontario, non spiega tutto. Poiché ci sono lavori che fanno parte del nostro impiego che non sono tanto urgenti; e io ho scritto questi articoli senza abbandonare il mio lavoro professionale. L´urgenza dei miei lavori professionali era dovuta al fatto che c´era una scadenza entro la quale dovevano essere fatti. E queste scadenze sono determinate dall´andamento del processo nel quale é inserito il mio lavoro. Se io non osservo le scadenze, il resto del lavoro di altre persone o istituzioni ne soffre un danno. Com questo il danno puó estendersi a livelli maggiori. Il fattore tempo é una delle componenti fondamentali di un sistema di produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi necessari alla vita delle persone e della societá. Soluzioni "perfette" che impiegheranno molto tempo per essere concretizzate non sono soluzioni reali se vengono fuori dal tempo necessario.
É sopravvenuto un conflitto tra il compimento della scadenza delle mie attivitá riguardanti la mia funzione nell´universitá in cui lavoro, e quello di Adital. Avrei potuto scegliere di compiere la scadenza di questo articolo, ma questo avrebbe significato collocare il Programma di Post-graduazione in Scienze della Religione dell´Universitá Metodista, nella quale sono coordinatore, in una situazione difficile (senza parlare della mia situazione professionale). Io ho fatto una scelta, per questo l´articolo ha ritardato. Tanto nella vita, come nell´economia, stiamo facendo sempre questo tipo di scelte. Poiché il tempo é uno dei fattori scarsi della vita e del sistema economico.

Oltre al compimento della scadenza, é necessario che il risultato del mio lavor arrivi fino al passaggio seguente. Se per caso io finisco il mio lavoro, ma non c´é la connessione in internet (o altri mezzi) per mandarlo al destinatario (per esempio, il modo in cui il mio articolo scritto a São Paulo arriva alla sede di Adital a Fortaleza), il processo rimane troncato. Perció, la manutenzione della rete di internet e dei server (che io non so chi la fa né come la fa) é cruciale per il processo di lavoro nel quale mi trovo. Questo vale anche per l´elettricitá, per il fornitore dei computers, il panino che mangio nell´intervallo, il trasporto da casa al lavoro, eccetera. Immaginate cosa significa congiungere tutti i processi di lavoro e di consumo di tutte le persone del mondo intero in modo che il sistema nel suo insieme funzioni in maniera minimamente efficiente per produrre i beni materiali e i servizi necessari alla vita di tutta la popolazione. Non abbiamo bene l´idea di come tutto ció funziona.

Non basta gridare al mondo che, in nome della nostra fede cristiana o dei valori umani, siamo a favore della vita e contro il mercato che sfrutta i lavoratori, esclude i poveri e concentra la ricchezza nelle mani di pochi. Questo é necessario, ma é necessario anche presentare alternative per sostituire il mercato come centro e come principale meccanismo di coordinamento della divisione sociale del lavoro. Il neoliberalismo é caratterizzato non dallo sfruttamento o dall´esclusione sociale, ma dalla proposta di fare del mercato l´unico coordinatore della Divisione Sociale del Lavor (DST), lasciando allo Stato semplicemente il ruolo di agente di sicurezza e di garanzia dell´adempimento dei contratti. Se ogni cosa é decisa in base solo ai criteri del mercato, i problemi e le necessitá di chi non ha soldi per consumare la "soluzione" (i non-consumatori) não saranno soddisfatti né presi in considerazione nell´economia e nella societá.

Criticare il neoliberalismo o il sistema di mercato capitalista globale vigente oggi non puó significare semplicemente la negazione e l´aspettativa che dopo la caduta del capitalismo non sará piú necessario coordinare la Divisione Sociale del Lavoro, o che non dovremo fare scelte in casi conflittivi. Quali sono le alternative di coordinamento della Divisione Sociale del Lavoro per un´altra societá? (Continua nel prossimo articolo).

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