18 aprile 2009

PIETRA ANGOLARE


In Italia avete una bella primavera, come dimostra questa fotografia scattata ai Bertocchi, in comune di Montese. Ma che settimana di passione, con il terremoto in Abruzzo! E che pasquetta con quello che è accaduto in seguito! La natura, ogni tanto, gioca scherzi terribili. Ho letto da qualche parte che quando si abita in zone sismiche, accanto al letto bisogna avere una borsetta sempre pronta con la torcia elettrica, le chiavi della porta di casa e della macchina, il cellulare ed altre cose utili per una fuga improvvisa di notte. Non ci avevo mai pensato. Noi abbiamo fatto l'unica cosa che potevamo fare per i terremotati: li abbiamo ricordati nelle preghiere. Abbiamo avuto problemi anche in Brasile. Disastri ambientali con le inondazioni di alcune zone, ma parecchio lontano da qui. In diocesi di Goiàs tutto tranquillo, con le consuete messe ogni sera nelle comunità, visite ad ammalati e a persone bisognose di aiuto, e qualche incontro di formazione. Le settimane prossime (dal 22 aprile al primo maggio) si svolgerà la 47a Assemblea Generale dei 270 vescovi della Conferenza Nazionale dei vescovi brasiliani, ad Itaici. Il tema principale, quest'anno, sarà la "formazione del clero". Non so se arriveranno novità. L'argomento mi fa pensare che l'attenzione sarà rivolta più a"dentro" che "fuori", verso la crisi e tutti i problemi che assillano la società brasiliana. Di fatto, anche questo è necessario.

Qui non ci troviamo in un mondo secolarizzato come in Europa, anzi....di religioni e religiosità ce n'è d'avanzo. Secondo un buon teologo-analista che è Padre J. B. Libanio, l'epoca attuale è sui generis: la secolarizzazione procede di pari passo con l'espansione della religiosità. Un fenomeno nuovo. La ricerca di religione e spiritualità è in aumento, le nuove chiese guadagnano adepti e si moltiplicano, e pure i centri di spiritismo nelle loro diverse forme. Si espandono le religioni asiatiche e quella nuova religione molto vaga che è nata in America ed è chiamata "Nuova Era". Nel cattolicesimo prende sempre più piede il Rinnovamento Carismatico, che rivendica una assoluta ortodossia nella dottrina e nella disciplina ecclesiastica e si presenta con le credenziali di movimento conservatore, tuttavia investe ogni sua energia nell'offrire appagamento emozionale e autorealizzazione individuale. Lo fa in nome e con la forza dello Spirito Santo, ma lo stile è prettamente in linea con la mentalità post-moderna dell'enfatizzare la soggettività e l'autosoddisfazione. Libanio invita a dare un'occhiata alle nostro strade di periferia che sono disseminate di chiese e incontri di preghiera, e commenta: assomiglia alla diffusione dei supermercati. Ognuno sceglie secondo l'impulso del momento, entra, prende quello che gli serve, e se ne va senza nessun impegno di tornarci. D'altra parte, l'economia liberista e la politica che la sostiene guadagnano sempre più il campo procedendo senza nessun Dio, e provocando tutti i problemi che sappiamo. Religioni e sistema non si danno fastidio.

Ma noi siamo molto esigenti. Vogliamo vivere e diffondere un cristianesimo ben piantato sulle radici profonde del Vangelo e di Gesù Cristo. Siamo fermamente decisi ad essere discepoli del Gesù storico, morto in croce e risorto. Ma non in una Chiesa arroccata in sè stessa, nel clericalismo e contro il mondo: bensì aperta ad alcuni valori cristiani ben visibili anche nella società post-moderna. Inoltre vogliamo il dialogo con le altre chiese e religioni, la cittadinanza nei paesi democratici, la partecipazione responsabile a tutte le lotte di liberazione da ogni oppressione e per un mondo più giusto, fraterno e umano. Sono compiti difficili. In mezzo a questo marasma religioso e in questa economia che sembra saper superare le crisi solo accelerando i consumi e correndo ancora più in fretta verso l'abisso, bisogna che il clero si prepari molto bene spiritualmente e intellettualmente per aiutare i laici ad aprire gli occhi e ad esercitare bene il loro ministero specifico, di cui (spesso senza saperlo) si sono fatti carico con il battesimo. D'altra parte io sono invecchiato e non tengo più dietro a tutti questi piani di pastorale. Troppe cose. Il mio compito sarà sempre di più visitare ammalati e anziani, che a volte sono anche un fortificante per la fede. Come la signora Alcides, che ora è immobilizzata in un letto per l'età e l'ictus che ha sofferto, e la vedo piangere di gioia per la comunione. Mi dice, coi lacrimoni: "Padre, che bel regalo mi ha portato!"

Dicevo che la società brasiliana è ancora molto religiosa, ed è vero: ma c'è anche molto ateismo pratico. Esso non significa sempre assenza o rifiuto della fede. Spesso è indifferenza e antipatia verso un cristianesimo pieno di precetti e osservanze e che vanta una pretesa spiritualità, ma volta le spalle alla vita reale e si nega ad assumere le proprie responsabilità civili e sociali. E dire che noi avremmo il fermento giusto per aiutare l'umanità a superare le sue molte crisi. Il filosofo nihilista Nietzsche scriveva quasi due secoli fa: "I cristiani non hanno l'apparenza di redenti". Abbiamo un bello da prendercela con gli atei, ma spesso l'ateismo comincia dalla scoperta che i cristiani e le loro chiese non credono che il progetto di Dio, di redimere il mondo, riguardi questa realtà in cui viviamo. Molti accettano, anzi si adattano e partecipano all'ingiustizia. Mettono il mondo come perduto, e rivolgono le loro speranze altrove o al di là.... E gli atei rispondono pressapoco come un famoso personaggio di Dostoiewsky: se il prezzo del biglietto per la vita eterna è rassegnarsi all'oppressione e all'ingiustizia, grazie tante, ne facciamo a meno. Che dire poi dell'ipocrisia? Secondo il rapporto del governo italiano che così spesso posa da difensore della morale cristiana, le transazioni bancarie per la vendita di armi sono aumentate da 1,3 miliardi nel 2007 a 4,5 nel 2008. I paesi ricchi combattono la crisi facendo e vendendo più armi, e nessuno ha gridato allo scandalo. Trafficanti di armi che si vestono da chierichetti non sono, automaticamente, missionari dell'ateismo?

In questi giorni ho letto un bel libro dello spagnolo Andrés T. Queiroga: "Recuperar a salvaçao", nella traduzione portoghese. Scrive che Cristo è stato martire della cattiveria umana. "Gesù morì perchè l'essere umano è cattivo e non sopporta la difesa del povero, nè lo smascheramento dell'ipocrisia, nè la denuncia dell'ingiustizia, nè la rottura delle convenzioni e privilegi sociali o religiosi. Gesù morì perchè era buono e non venne a patti nè si stancò, ma si mise, definitivamente, dalla parte degli oppressi, senza tirarsi indietro di fronte alle conseguenze"; "perchè fu fedele alla sua missione, donandosi senza riserve, senza tenere nulla per sè, nemmeno la cosa di maggior valore: la sua stessa vita, la sua illusione di vedere il coronamento della sua opera". La sua risurrezione, opera del Padre, è la dimostrazione che così si costruisce l'uomo nuovo, la "nuova creatura" che condivide la ricchezza e il sapere e costruisce una società di fratelli. Lui è la pietra angolare e il cammino in mezzo al marasma di una religiosità diffusa che, spesso, "non si sa se abbiamo un carnevale religioso o una religione carnevalesca... Come scriveva San Paolo: "Ho deciso di non sapere nulla tra voi, altro che Gesù Cristo, e questo crocefisso" (1 corinti, 2, 2)". (Da J.B. Libanio, Tendencias religiosas do mundo contemporaneo, Vida Pastoral n. 266, Paulus). Per questo non ci saremo mai preparati abbastanza.

--- PS: chi desidera vedere alcune foto recenti dell'asilo San Francisco apra il vecchio blog www.bartimeo.nafoto.net

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