5 novembre 2008

UNA FAMIGLIA DI CONTADINI ALL'ANTICA

Cliccate sulla foto, per favore: che ve ne pare? Sabato scorso, secondo il nostro calendario parrocchiale, dovevo celebrare la messa nell'assentamento "Fundao", sulle montagne, a una trentina di chilometri da Itaberaì. Sono partito alle 19, accompagnato da Edson, un autentico missionario laico che segue da anni quella comunità. (E' il secondo da sinistra, nella foto). Quando abbiamo lasciato l'asfalto era ancora giorno. La strada, via via, si faceva sempre più stretta e accidentata. Attraversa boschi, ruscelli, valli coperte di pascoli, e si arrampica sui fianchi di colline scoscese. Ci siamo fermati alcune volte a raccogliere frutta selvatica. Arrivati a casa di Nazareno (che nel ritratto è quello scamiciato), sorpresa: lui, che quella sera doveva accogliere la celebrazione eucaristica, si era dimenticato. Le altre famiglie della comunità, pure. Imprudenza non avere chiesto una conferma. Infatti era la vigilia dei morti. Alcune famiglie erano andate in visita presso parenti lontani, altre avevano visite di parenti in casa. Fissare una messa in una sera di quel genere e in un posto così isolato, è una cosa da non fare.

Nazareno era dispiaciuto. La moglie gli bisbigliava: "Te l'avevo detto, io, che stasera c'era la messa!" E lui, abbastanza confuso: "Siamo poveri, facciamo una vita dura! La nostra fiducia è riposta in Dio. Ci teniamo alla messa". Il barbuto che vedete a sinistra nella fotografia brontolava: "Padre, bisogna fissare un'altra data subito". Prima che si facesse buio pesto, Nazareno mi ha portato a vedere gli alberi da frutta, già in produzione, che è riuscito a coltivare da quando ha ottenuto la terra. Mi ha presentato una mucca ribelle (vorrei farvi vedere la foto, ma era nera ed eravamo al crepuscolo, è venuta troppo scura e gli occhi sembrano due fari...sembra una bestia apocalittica). Mi ha raccontato la storia di quella vacca: ha partorito il giorno prima, poi al mattino è andata al pascolo e ha nascosto il vitellino nel bosco che copre le zone più alte della montagna. Ora lui la teneva legata fino al mattino, per poi ritrovare il vitellino seguendola passo a passo da lontano. Sapevate che ci sono anche delle vacche ribelli? Fanno la lotta di liberazione a favore della loro prole!

Poi ci siamo riuniti in casa, a mangiare biscotti salati fatti con manioca, uova e formaggio. In mezzo alla tavola troneggiava il "pote", un vaso di terracotta per l'acqua da bere, tradizionale fino a 40 anni fa. (La conserva fresca, tuttavia è la strada più breve per ammalarsi di verminosi e amebiasi). Di messa nemmeno parlarne, non erano preparati. Seduto accanto al pote c'è il cognato di Nazareno, di pelle nera. Davanti c'è uno dei due bimbi della famiglia: tutti e due di pelle chiarissima. Alla faccia del razzismo e in omaggio a Barack Obama, il primo negro presidente degli USA. Le donne stavano in cucina e noi altri sparsi in giro per la sala. Abbiamo fatto una allegra chiacchierata. La comunità di Fundao ha conquistato e diviso in parti uguali la terra di un latifondo, tramite la Riforma Agraria. Questo tipo di comunità si chiama "assentamento". Sono poveri e vivono all'antica, ma sulla porta di casa hanno una macchina (un catorcio, si direbbe a Modena - qui si dice "um ferro velho"). E possiedono pure un'antenna per il cellulare: miracolo della tecnologia fai da te, è un'antennina fissata su una lunga pertica. Una donna mi ha spiegato che si fanno ore di ricerca per trovare il punto in cui il segnale è più forte, e lì si fissa il palo. La comunicazione col mondo è assicurata.

Al ritorno, mentre mi destreggiavo guidando tra sassi, buche e ruscelli, ho fatto questa pensata bella e profonda che vi trasmetto: quando si accettano le altre persone e le circostanze, lasciando in secondo piano i nostri programmi, si fa comunione anche se non si riesce a celebrarne il sacramento. E si passano ore felici. Noi però facciamo fatica ad adattarci agli altri. Anche Edson era un pò nervoso. Mi raccontava i lunghi giri a piedi che aveva fatto diverse volte per visitare tutte le famiglie della comunità. E io gli suggerivo: "Chi ha detto che non è servito a niente? Questa gente ti ricorderà come un segno dell'amore di Dio".

E basta. Tutto lì. Come potete notare, non mi sono sforzato molto. Se la mia trovata non vi è piaciuta, rassegnatevi, perchè non ho altro per oggi. Siamo contenti per Obama? Sì, ma come volete che passi a scrivere su Obama dopo aver parlato di famiglie di montanari che vivono ancora all'antica, praticando l'agricoltura di sussistenza con un orticello, un campicello e un pò di bestie al pascolo? Al massimo possiamo pregare Dio che lo consigli bene, e sperare che il Presidente degli Stati Uniti non si monti troppo la testa, e lo ascolti. E che aiuti anche noi a cambiare modo di vivere, perchè siamo anche noi che roviniamo ogni cosa sprecando acqua, terra e aria, e facendo ogni tipo di violenza contro l'ambiente. Quante storie fresche avrei da raccontarvi a questo proposito!

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