20 novembre 2008

GIORNATA DELLA COSCIENZA NEGRA

Le immagini ritrattano una "galinhada" dell'asilo San Francesco. Tutta l'equipe dell'asilo, più diversi volontari, si è impegnata a fare un pranzo beneficente per sostenere le spese dei lavori di ampliamento. Hanno venduto i biglietti d'ingresso e preparato il cibo. Un piatto tipico: riso, carne di pollo, pequì e fagioli, con insalata di pomodori. Del pequì vi ho già parlato in pagine precedenti: è un frutto del cerrado che dona al riso un sapore molto speciale, come i funghi nel risotto alla milanese. Una delizia! Prezzo a testa: 3 reali, cioè un euro circa. Sfido io, hanno avuto la "materia prima" tutta gratis! Abbiamo avuto più di 400 presenze. Oltre allo scopo beneficente, il grande valore di queste iniziative è offrire alla gente un'occasione per incontrarsi e confraternizzare in un ambiente sereno e solidale. La maggior parte, tuttavia, si è portata a casa la sua parte col pentolino, perchè lì dentro non c'era più posto. Io, ad esempio, ho mangiato in piedi con il piatto in una mano e la forchetta nell'altra: solo dopo un bel pezzo ho trovato una sedia libera.

Sono giorni sereni. La pioggia ha portato sollievo al grande caldo, il clima è ameno e si lavora bene. L'attività però è intensa, perchè siamo prossimi alle vacanze estive e ci sono molti preparativi da fare: prime comunioni e cresime, la liturgia dell'Avvento e la Novena di Natale nelle comunità di base. Anche le sfide pastorali sono molte e assai complicate. Sabato avremo una Assemblea di tutta la parrocchia (animatori di comunità ed equipes di pastorale) e dovremo mettere a punto una verifica dell'anno trascorso e il programma del prossimo. Quando si dice che essere cristiani consiste solo nel farsi discepoli di Gesù in tutto e per tutto, sembra semplice: ma organizzare tutto questo nella struttura di una parrocchia di quasi 40 mila abitanti sparsi in un territorio di 1500 chilometri quadrati, a volte diventa un rompicapo. E c'è anche il fatto che lo Spirito Santo si diverte a driblare tutti i nostri schemi e programmi....e far andare le cose a modo suo.

Riflettiamo un poco, però, sulla data di oggi, che è molto speciale. In Brasile è il giorno della Coscienza Negra, un movimento diffusissimo, ormai, con cui i negri stanno prendendo sempre più coscienza della propria dignità come popolo. Consapevoli della forza, fisica e soprattutto culturale, con cui hanno dato il massimo contributo a formare il volto di questo paese nonostante vi siano stati mantenuti in schiavitù per 300 anni e spesso trattati peggio degli animali, sentono la parola "negro" come un titolo d'onore. Non "abbronzati", come li chiama qualcuno, e nemmeno neri: ma negri. Impariamo, una buona volta, che "Abbronzatissima" è una canzone per i nostri vacanzieri di ritorno dal mare!

La giornata del movimento coincide con l'anniversario della morte di Zumbi, l'eroe della lotta contro la schiavitù, giustiziato il 20 novembre 1695. La storia di questo personaggio è assai interessante. Vi riporto alcune informazioni di Wikipedia, per rinfrescare la memoria: "Zumbi fu l'ultimo dei capi del Quilombo dos Palmares, nell'odierno stato dell'Alagoas. I quilombo erano comunità di schiavi fuggiti dalle "fazenda" e altri luoghi di prigionia del Brasile. Nel 1694, dopo 67 anni di resistenza contro i coloni portoghesi ed olandesi, la colonia venne distrutta dalle truppe di Domingos Jorge Velho. Zumbi sopravvisse alla battaglia e spese quasi due anni nella macchia fino al 20 novembre 1695, quando venne ucciso in un'imboscata (pugnalato e poi giustiziato assieme a 20 compagni).

Il quilombo di Palmares (nella regione brasiliana di União dos Palmares, Alagoas) era una comunità autonoma, (un regno (o repubblica secondo alcuni) formata da ex schiavi. Occupava un'area grande quasi come il Portogallo nella zona ad ovest dell'attuale città di Salvador de Bahia, oggi lo stato dell'Alagoas. La sua popolazione raggiungeva circa 30.000 persone. Zumbi nacque libero a Palmares il 1655, ma fu catturato e successivamente ceduto ad un missionario portoghese all'età di sei anni. Battezzato "Francisco", Zumbi ricevette i sacramenti, apprese il portoghese e il latino, aiutando ogni giorno a celebrare la messa. Nonostante i tentativi di "civilizzazione", Zumbi fuggì nel 1670 e, a 15 anni, tornò nel suo luogo di origine. Zumbi si fece notare subito per la sua destrezza e la sua astuzia nella lotta e all'età di vent'anni era già uno stratega militare rispettato.

Nel 1678, il governatore della Capitania de Pernambuco, stanco del lungo conflitto col quilombo de Palmares, si riappacificò col leader di Palmares, Ganga Zumba. Fu offerta la libertà a tutti gli schiavi fuggitivi a condizione che il quilombo si sottomettesse all'autorità della corona Portoghese; la proposta venne accettata. Ma Zumbi guardava ai portoghesi con sospetto. Rifiutò l'offerta di libertà per le persone del quilombo poiché gli altri neri del Brasile erano ancora sotto il giogo della schiavitù, e spodestò la leadership di Ganga Zumba. Divenne così il nuovo leader del Quilombo di Palmares.

Nel 1695, appunto, il governo mandò l'esercito contro il quilombo. Zumbi, caduto in un'imboscata, fu pugnalato e poi giustiziato pubblicamente insieme ad altri 20 guerrieri. La sua testa venne tagliata ed il suo pene inserito nella bocca dal governatore Melo e Castro. A Recife, la testa fu esposta in una piazza pubblica (praça do Carmo) per impaurire gli schiavi e smentire la leggenda secondo cui Zumbi fosse immortale. Il 14 marzo del 1696 il governatore di Pernambuco Caetano de Melo e Castro scrisse infatti al re del Portogallo: "Ho chiesto che fosse esposta la sua testa nel posto più in vista di questa piazza per impaurire i neri che per superstizione ritenevano Zumbi immortale."

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