6 febbraio 2015
DEL PIÚ E DEL MENO
Foto:la cena di saluto della parrocchia.
Francesco Panigadi: lunedí scorso sono andato a riceverlo a Goiania con la macchina. È il direttore del Centro Diocesano di animazione missionaria. È venuto in Brasile il 24, per partecipare all´incontro dei missionari Fidei Donum dell´America Latina, che si è svolto ad Aparecida do Norte (SP), presso il santuario nazionale del Brasile. Io non ci sono andato, e nessuno si è lamentato…. Francesco ha poi fatto una visita ai missionari modenesi in Brasile, preti e suore soprattutto, ed è rimasto 2 giorni con me. Ha visto qualcosa della nostra attivitá e gli ho fatto pure visitare la cittá di Goiás, patrimonio storico Unesco. Ieri lo è venuto a prendere don Maurizio in Goiás, e con lui concluderá il suo viaggio in Brasile.
Ferie: Gennaio è tempo di ferie estive. Pure i preti vanno quasi tutti in ferie. Lasciano le parrocchie e vanno a passare qualche giorno con le famiglie, oppure a fare turismo. Itaberaí fa eccezione perché c´è la novena di San Sebastiano. Peró dopo la festa anche noi abbiamo cancellato quasi tutti gli impegni in agenda: in piú avevamo anche i preparativi dei miei due colleghi per cambiare parrocchia. Padre Luís, dopo aver preparato le valigie, è andato a Goiás a un Corso Biblico. Padre Severino ha ricevuto fratelli e nipoti in visita ed è andato in giro a mostrare le bellezze di Goiás. Poi si sono uniti a lui alcuni preti (tra cui anche il nostro don Maurizio) e sono andati a Caldas Novas, una rinomata stazione termale di acque calde. Io sono rimasto a casa. Le mie ferie le ho fatte in agosto in Italia A parte la benedizione ai defunti e i battesimi, perché la gente non smette di nascere e morire, e alcune messe e confessioni, ho avuto tempo per leggere e meditare.
San Martino: negli ultimi giorni del mese ci siamo trovati di nuovo tutti insieme, appena il tempo necessario perché i miei due colleghi di equipe facessero le valigie. I parrocchiani si sono prodigati nei saluti e manifestazioni di affetto: cenetta di confraternizzazione con piú di 500 persone, visite, regali, e molti inviti a pranzo. Sono stato coinvolto pure io, che non sono ancora in partenza e avrei voluto andarmene alla chetichella. Gli incontri di addio mi mettono in imbarazzo. Giovedí 29 abbiamo pranzato insieme e poi loro due sono partiti per Ceres con tutto. Adesso, in febbraio, stanno arrivando i nuovi preti (il piú giovane è giá qui) e riprenderemo la routine normale, mentre io preparo la mia partenza per marzo.
Discorsi: la gente saluta con calore, manifesta il suo affetto, e questo fa piacere e solletica la nostra vanitá. Sappiamo che molte persone sono sincere, altre no.
Acqua: Si parla molto di acqua tra la gente. È stato un anno caldissimo e molto scarso di pioggia. I goiani in chiesa lodano continuamente Dio per la bella natura che ci ha donato e chiedono pioggia. A San Paolo la situazione è drammatica, migliaia di persone sono senz´acqua e in parlamento si discute sull´opportunitá di razionarla. Tuttavia tutti quelli che possono installano l´aria condizionata in casa e in ufficio: il clima naturale non piace, preferiscono aria artificiale. È arrivato il benessere! In cittá stanno abbattendo decine di alberi antichi per sostituirli con palme imperiali che non fanno ombra e richiedono grandi quantitá d´acqua, perché provengono da paludi. Dicono che sono piú belle! Si lavano ogni giorno marciapiedi e pavimenti con la gomma. Si disboscano le foreste e perfino i margini dei torrenti e si distruggono le sorgenti. Si fanno mucchi di rifiuti ovunque, nei fiumi e nelle campagne e nei boschi. Si tolgono gli alberi e l´erba attorno a casa e si pavimenta con cemento per poter camminare senza imbrattare le scarpe. E non parliamo dell´agricoltura intensiva che utilizza quantitá enormi di acqua per l´irrigazione seccando il lenzuolo freatico. È cosí evidente che ci stiamo rovinando da soli, che non escluderei una prospettiva ottimista: poco alla volta la gente, almeno per il proprio interesse, finirá per mettere giudizio!
Presidente: finalmente una buona notizia dall´Italia. L´elezione di Sergio Mattarella fa sperare bene. Proietta l´immagine di una Italia onesta, e credo che si possa dire che rispecchia la realtá della maggior parte del popolo italiano, che è fatto di gente onesta. È passato poco tempo da quando si supponeva che avrebbero eletto Silvio, immagine dell´altra Italia.
Regno di Dio: molte miserie umane che anni addietro erano solo bisbigliate ora appaiono sulle prime pagine dei giornali. Non esistono solo gli orrori dei fondamentalismi e il cinismo assassino delle guerre e dell´economia, ma anche il marcio quotidiano della societá, della politica e perfino dentro alla Chiesa e alle Chiese. Scopro cose che non sapevo, non capisco e spesso mi spaventano. Ma non posso, per questo, buttare via tutto, perché conosco moltissime persone sincere e oneste che si sforzano ogni giorno e ogni momento di seguire la strada del Regno di Dio. Comprendo meglio perché si dice “in mezzo alle tenebre e ombre di morte comparve una luce” (Isaia).
PS: adesso che é caduta pioggia abbondante per ore di seguito, é salito un coro di lodi a Dio!
18 gennaio 2015
TUTTO FINISCE E RICOMINCIA
Ho ricevuto ieri sera la notizia che l´Arcivescovo è stato ricoverato per gravi complicazioni. Sono in comunione con la preghiera.
Foto: alcune immagini della festa di São Sebastião a Itaberaí.
Anno nuovo vita nuova. Noi abbiamo preso questo proverbio alla lettera: a Itaberaí cambia tutto. Ci prepariamo a lasciare il nostro posto e ricominciare da capo altrove. Padre Severino e Padre Luís hanno giá messo i libri e le loro cose negli scatoloni, e li hanno portati a Ceres. Il 29 gennaio faremo un bel pranzo insieme e nel pomeriggio essi partiranno definitivamente con le loro valigie. Ormai la parrocchia di Ceres è l´argomento delle loro conversazioni. Mi fa un pó tristezza vedere le stanze che si vuotano e sentire la separazione che si avvicina, ma è una tristezza mescolata alla gioia del rinnovamento, di cominciare qualcosa di nuovo. Siamo missionari: tutto è transitorio e lo siamo anche noi. Pure io faró le valigie per tornare a Modena. Mi propongo di passare la mia terza giovinezza dove e con chi ho vissuto la prima. Spero che mi facciano fare qualcosa di buono al servizio del Vangelo e proporzionato alla fragilitá della mia etá! Chissá cosa ci riserva il futuro! Io ho aperto gli occhi in mezzo a una guerra, spero di non chiuderli in mezzo ad un´altra! Per il Brasile conserveró sempre un sentimento di immensa gratitudine per ció che mi ha dato e insegnato: tantissimo, anche in questi ultimi otto anni cosí ricchi di soddisfazioni! Queste comunitá sono perle preziose. La midia mondiale ci ha riempito la settimana con quell´orribile strage al giornale Charlie di Parigi. In Brasile tutti condividono in pieno l´esecrazione degli omicidi a sangue freddo e sentono pietá per le vittime. Nulla giustifica il massacro. Ma pochi condividono che Charlie sia la bandiera della libertá di espressione e di stampa o della laicitá dello Stato. Molti hanno annunciato: “Io non sono Charlie”. Non ho mai letto quel giornale, quindi non ho una opinione approfondita: superficialmente sono d´accordo con loro. La satira è molto divertente quando colpisce gli altri. Mi dicono: “Pensi un pó, se noi cominciassimo a sfottere gli indios, i neri, i culti candomblé e macumba, gli spiritisti. Oppure se ognuna delle centinaia di Chiese pubblicasse battute offensive contro le altre. Sarebbe una guerra, un inferno”! La legge brasiliana prevede il carcere per chi offende e diffonde pubblicamente pregiudizi di razza, cultura e religione. Alcuni anni fa un pastore prese a calci, in TV, una statua della Madonna e ne seguí una polemica nazionale. Forse, peró, dietro l´attentato di Parigi ci sono trame ben piú losche che mirano a rafforzare gli estremismi e giustificare le armi e le guerre. Mentre l´Europa agnostica si riaggregava attorno a Charlie, in Africa facevano un massacro di migliaia di cristiani di ogni confessione. Che mondo! Intanto celebriamo la novena e la sagra del patrono San Sebastiano. È cominciata il 9 e si concluderá questa sera 18 con la processione. Nelle messe trattiamo i temi della Campagna della Fraternitá di quest´anno. Titolo: Chiesa, societá e fraternitá. Motto: “Sono venuto per servire” (dal Vangelo). Come prima lettura, ogni sera, invece della Bibbia c´é un brano della “Evangelii Gaudium” di Francesco, il vescovo di Roma. Sono argomenti forti. La partecipazione è una marea di gente: moltissimi giovani. Si avvicendano a celebrare i preti della diocesi, ogni sera è uno diverso. Io ho presieduto domenica scorsa. Ho visto davanti a me tutti i banchi pieni e fino a metá chiesa persone in piedi: si puó calcolare duemila persone, perché solo i posti a sedere sono 970. Il meglio della festa è che tra equipes di liturgia, cantori, ministri della comunione, incaricati delle collette e decime, negli stand gastronomici e leilão, ci sono almeno 500 persone in piena attivitá per tutti i dieci giorni consecutivi. È la Chiesa popolo-di-Dio che cresce: non perfetta certo, ma molto felice di servire. La nuova chiesa di San Sebastiano (è soltanto ristrutturata ma praticamente rifatta), in questa occasione si è rivelata davvero bellissima. Ha funzionato pure l´impianto sonoro! Padre Severino ha fatto il miracolo e rimarrá nella storia di Itaberaí. Hanno scelto materiali di prima qualitá, le vetrate con la via crucis a colori, decorazioni molto eleganti. I dipinti (in affresco) sono ispirati all´Apocalisse: segno dei tempi? L´Apocalisse mi fa pensare a veritá criptate, che non si possono dichiarare apertamente raccontando i fatti a cui si riferiscono. Infatti non c´è nulla della storia recente di Itaberaí: le lotte dei lavoratori, le comunitá ecclesiali di base, l´impegno sociale e politico, le manifestazioni, le violenze e i martiri. È tutto criptato in un dipinto sull´abside, che rappresenta 24 persone vestite di bianco che camminano verso l´Agnello. “Hanno lavato le loro vesti nel sangue dell´Agnello” racconta il sognatore dell´Apocalisse: inventando uno strano contrasto con la realtá, perché di solito il sangue non imbianca ma tinge. A proposito, la Commissione Episcopale brasiliana che ha preparato il materiale della Campagna della Fraternitá, quest´anno ha fatto un bellissimo lavoro. Ci ha mandato 7 video molto belli, uno per ogni domenica di quaresima, sulle sfide e gli obiettivi della Campagna. Io li ho visti, perché devo prepararne la presentazione nella prossima assemblea parrocchiale, in febbraio. Mi hanno emozionato. Si sente una Chiesa che vuole aiutare a costruire una societá giusta e fraterna. Sembra, tuttavia, un´impresa impossibile: le potenze di questo mondo non vogliono una societá cosí, e hanno i mezzi (denaro, armi, potere, midia) per impedirla. Sanno anche su che cosa fare leva: sull´egoismo che è ancora dentro di noi. Non siamo abbastanza decisi. Siamo incoerenti. Pensando a questo, io mi ripeto spesso: “Se tu fossi stato coerente con ció che credi e vuoi, non saresti arrivato a questa etá vivo e senza lesioni fisiche”. Di fatto c´è tanta gente che va dietro a Gesú proprio per non avvilirsi in un mondo che segue per una brutta strada. Papa Francesco ripete: “Tornare all´essenziale del Vangelo”. L´essenziale del Vangelo è il Regno di Dio. Le prime parole di Gesú furono: “Il Regno di Dio è vicino, è qui in mezzo a voi, tra di voi”. E poi spiegó: “Se vi dicono che il Regno dei cieli è quí o lá, non credete loro”. Il Regno non è un luogo. È un modo di sentire e di vivere, è un modo di comportarci tra di noi. È l´amore, la fraternitá. A Itaberaí non è mai stato annunciato il Vangelo con tanta forza come in questi ultimi anni, e non avevo mai visto tanta gente capirlo bene come ora. Tuttavia c´è ancora tanta strada da fare. “Ci sono molte religioni, molte chiese, molta religione e culto, ma poca fede” – afferma un mio collega. “Il Regno di Dio è giá tra noi quando marito e moglie, genitori e figli, ricchi e poveri, gente istruita e persone prive di istruzione, bianchi e neri, autoritá e cittadini, Chiesa e Chiese, religioni diverse, clero e fedeli….eccetera, riescono a parlarsi con amore abbattendo i muri di egoismo e pregiudizio che li separano. ”.
3 gennaio 2015
CON GLI AUGURI DI BUON ANNO
L´inizio di un nuovo anno ispira e provoca ogni volta sensazioni diverse: per esempio, l´immagine del tempo che scorre come l´acqua di un fiume, e non ritorna mai piú. La vita presente è effimera. Avvenimenti lieti e gioie che durano alcuni istanti e fuggono, talvolta diventando ricordi indimenticabili. Dolori, delusioni, difficoltá che ci lasciano la soddisfazione di averli superati, di essere ancora in piedi e piú forti di prima, oppure di avere imparato qualcosa. Il futuro, per noi, è inesistente: ma è anche un progetto, una utopia che volentieri portiamo con noi, perché dá senso alla nostra vita. Noi siamo piccolissimi se ci confrontiamo con il fenomeno dell´esistenza: siamo arrivati, dicono, dopo 14 miliardi e mezzo di anni dallo spuntare dell´Universo creato, come microbi quasi impercettibili nell´immensitá dello spazio e prigionieri del tempo. Ogni volta che mi soffermo e prendo le distanze per pensare come dall´esterno a questo fenomeno nel suo insieme, rimango confuso e sbalordito che dentro di noi ci sia una coscienza e un progetto al quale possiamo cooperare. Ma cosí é. Anche quest´anno, poco prima di entrare in un nuovo ciclo dei 365 giorni del sole, la liturgia cristiana ci ha ricordato che la Luce si è fatta carne ed è venuta ad abitare tra noi.
Il Giusto è piovuto dal cielo, per condurci a riscattare la dignitá di ogni essere umano Figlio di Dio, a fare regnare Dio in questo mondo; a soccorrerci e farci soccorrere gli smarriti nelle tenebre. I primi ad arrivare accanto a Gesú Bambino furono i piú umili, i pastori. È appena un suggerimento, ma chiaro e lampante, incontestabile: ci dice che non usciremo dalle tragiche crisi economiche e morali della nostra storia anche attuale seguendo i criteri e i percorsi del mondo. Per questa via i disastri sono inevitabili. Le letture del primo gennaio ci hanno detto: “Siate una benedizione per tutti coloro che incontrate sul vostro cammino”. Abbiamo un progetto che è una utopia, un grande poema per l´anno 2015. L´anno scorso solo la guerra di Siria ha ucciso 70 mila persone. La pace del Brasile ha ucciso 40 mila persone con armi da fuoco, e compiuto 70 mila stupri. Molte migliaia di persone sono morte nelle file degli ospedali per mancanza di cure e i deputati si sono aumentati lo stipendio. Miliardi di dollari sono stati guadagnati dall´esportazione di commodities: ma ampliando l´aggressione ambientale con l´agrobusiness, e di questo lucro accumulato molto poco sará distribuito per migliorare la qualitá di vita dei cittadini. Di buio, e di giustizia e pace da costruire ce n´è ancora tanta. Tuttavia in questo cielo grigio c´è sempre qualche squarcio di azzurro e qualche fascio di luce.
Anche papa Francesco scrive che nessuna interpretazione ecclesiale o ecclesiastica si puó permettere di indebolire o relativizzare il messaggio chiaro, diretto, semplice ed eloquente del Vangelo. Evangelii Gaudium, 191 e 192: “In ogni luogo e circostanza i cristiani, incoraggiati dai loro Pastori, sono chiamati ad ascoltare il grido dei poveri, come hanno affermato così bene i Vescovi del Brasile: « Desideriamo assumere, ogni giorno, le gioie e le speranze, le angosce e le tristezze del popolo brasiliano, specialmente delle popolazioni delle periferie urbane e delle zone rurali – senza terra, senza tetto, senza pane, senza salute – violate nei loro diritti. Vedendo le loro miserie, ascoltando le loro grida e conoscendo la loro sofferenza, ci scandalizza il fatto di sapere che esiste cibo sufficiente per tutti e che la fame si deve alla cattiva distribuzione dei beni e del reddito. Il problema si aggrava con la pratica generalizzata dello spreco ». “Desideriamo però ancora di più, il nostro sogno vola più alto. Non parliamo solamente di assicurare a tutti il cibo, o un « decoroso sostentamento », ma che possano avere « prosperità nei suoi molteplici aspetti ». “Questo implica educazione, accesso all’assistenza sanitaria, e specialmente lavoro, perché nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita. Il giusto salario permette l’accesso adeguato agli altri beni che sono destinati all’uso comune”.
Alcuni criticano il papa perché, dicono, non sembra un papa. Di fatto l´argentino ha un altro stile. Di solito i papi erano criticati per assomigliare troppo poco a Gesú e ai primi apostoli. Con Francesco accade il contrario, quindi la critica puó anche essere intesa come un elogio.
Sono tornato dopo tanti anni a Rio ad accompagnare una coppia di miei ex-parrocchiani di montagna. A Un taxista di Rio di Janeiro mi ha insegnato, mentre affrontava il traffico caotico di Rio a fine anno, e tra una risata e l´altra, come fare per non lasciarci mai stressare: “Bisogna che cambiamo la nostra mente: invece di pensare per conto nostro, dobbiamo pensare come Dio, amare ció che Dio ama e non dare valore alle cose a cui Dio non dá valore. Quando perdiamo o non riusciamo ad ottenere una cosa che per Dio non vale niente, dobbiamo fare una bella risata, non arrabbiarci. Perfino del dolore possiamo ridere, sapendo che stiamo con Lui e Lui sta vicino a noi”. In effetti, molto di ció per cui lottiamo e ci affanniamo nel vita non ha nessun valore: il valore è nella vita in sé. Nell´amare ed essere amati. Nel camminare verso il Regno di Dio e lavorare perché Dio regni nel mondo.
18 dicembre 2014
NOVENA DI NATALE
Un intervento ai denti mi ha costretto in casa tutto il giorno. Colgo l´occasione per mandare gli auguri come si fa sempre: dobbiamo farceli! Metto alcune foto della nostra ultima riunione diocesana dei presbiteri col vescovo, nel verde di Fazenda Nova.
In Goiás la novena di Natale ricompatta le comunitá. Si riuniscono a cantare e pregare nelle case, di sera o di pomeriggio. Seguono il libretto preparato dalla diocesi, La partecipazione è sempre numerosa. Sono soliti unire la solidarietá alla preghiera: per ciascun giorno di novena, ogni partecipante porta con sé qualche genere alimentare che mettono insieme per formare una “cesta basica” da offrire in aiuto a qualche famiglia molto povera. È la forma piú elementare e facile di aiuto fraterno, ma almeno mantiene viva un pó di attenzione ai poveri, che è il segno piú forte dello spirito del Natale.
La liturgia cristiana ha sempre collegato questo periodo ai testi dei profeti dell´Antico o Primo Testamento, specialmente a quelli di Isaia, che annunciano un Messia protettore dei poveri, speranza dei poveri, restituzione della dignitá umana a quanti sono stati calpestati e disprezzati. In questi giorni, ad esempio, abbiamo letto parole del profeta Sofonia che prometteva un Salvatore che “fará germogliare la giustizia sulla terra”. Penso che dovremmo prendere sul serio questi testi, per capire bene la festa della nascita di Gesú. La fede in Gesú deve trasformarci in costruttori di giustizia e pace. Un cristianesimo che non produce impegno concreto per i diritti e la dignitá dell´uomo, che non ci mette in allarme per il male che facciamo alla terra o che non difende i diritti dei piú deboli, diventa un culto religioso come tanti altri. Talvolta è forse un bla bla bla inconsistente che ha solo lo scopo di giustificare i panettoni e il consumismo. Quando penso a queste cose mi vengono in mente personaggi come Nelson Mandela, che ha sofferto decine di anni di carcere nella sua lotta contro l´apartheid e ha cambiato la mentalitá e la storia del Sudafrica e del mondo. Non è detto che possiamo essere tutti dei Nelson Mandela, ma una fede vera in Gesú dovrebbe provocarci a prendere coscienza e cambiare pensieri, azioni e stili di vita.
Le cose possono cambiare. Un mondo diverso è possibile. Cito da un mio amico una notizia che marca come storica la data di oggi: é uscita su tutti i giornali! Oggi, alle ore 15 di Brasilia, ore 12 di Washington, ore 13 di Havana e ore 18 italiane, é finito il periodo di guerra fredda che ha isolato Cuba durante 50 anni ed ha creato tanti problemi. In questo giorno il presidente degli USA e quello di Cuba hanno firmato un accordo per ristabilire le relazioni diplomatiche e mettere fine al blocco di Cuba. Per quanto riguarda il blocco economico solo il Congresso americano puó toglierlo, e il Congresso é dominato dai conservatori, quindi non sappiamo se lo fará, ma in ogni caso io faccio festa perché gli Stati Uniti hanno liberato i tre cubani prigionieri da tanti anni come spie, mentre invece stavano solo difendendo Cuba dal terrorismo dei gruppi radicali che usano Miami come base. Anche Cuba ha liberato due prigionieri americani. É un grande passo verso l´integrazione dei nostri paesi. Un segno che il Natale della pace é possibile e tocca a noi raggiungerlo. (Marcelo Barros).
30 novembre 2014
CI SVEGLIEREMO?
Alcune immagini della Chiesa Parrocchiale ristrutturata, che sará re-inaugurata domenica prossima.
Che bel mese di novembre abbiamo avuto in Goiás! Le piogge frequenti hanno mitigato il clima, dopo due mesi terribili sfiorando i 40 gradi. Le nostre belle campagne facevano paura di tanto riarse che erano diventate, dopo 6 mesi di secca: ed ora si sono rivestite di un verde fresco e rigoglioso. Si sta riprendendo perfino la metropoli di San Paolo che era rimasta senz´acqua. Il razionamento dell´acqua nelle cittá grandi è presagio di un futuro squallido, se i governi non corrono ai ripari con misure drastiche. Ci sono giá alcune ditte che hanno messo in vendita, per i condomini, rubinetti e bagni a tempo: si schiaccia un bottone e scende l´acqua per un minuto. Si puó schiacciarlo al massimo tre volte: una per bagnarsi, la seconda per insaponarsi, la terza per sciacquarsi! Il tempo in cui si lavavano con la gomma le macchine, i pavimenti delle case e i marciapiedi, come è ancora pratica comune a Itaberaí, nelle cittá grandi è un ricordo del passato.
L´agenda delle prossime settimane è piena di festeggiamenti. Festa (con novena) di Nossa Senhora das Graças, nel settore Fernanda Park. Memoria del decimo anniversario dell´asilo San Francesco. Riconsacrazione della chiesa parrocchiale ristrutturata – il 7 dicembre, in coincidenza con la festa dell´Immacolata. Festa di Santa Lucia nell´omonima cappella. Diverse prime comunioni e cresime. Novena di Natale. Festa di Nossa Senhora da Boa Esperança, nel quartiere omonimo. Eccetera. Poi Natale, cosí finiamo in gloria. La venuta di Gesú ha cambiato il mondo. Ce n´è per tutti i gusti. Ma la parte piú importante sono le domeniche di avvento. Cominciano oggi, con il Vangelo di Marco.
Commento di José Antonio Pagola: “Le prime generazioni cristiane erano ossessionate dal rapido ritorno di Gesú. Erano talmente attratti da lui che volevano incontrarlo il piú presto possibile. I problemi iniziarono quando videro che passava il tempo e la venuta del Signore tardava. Presto si resero conto che questo ritardo era un pericolo mortale. Il primo ardore poteva spegnersi. Con il passare del tempo, quelle piccole comunitá potevano cadere poco a poco nell´indifferenza e dimenticanza. Erano preoccupate di una cosa: «Che Cristo, quando arriva, ci trovi addormentati”. La vigilanza divenne la parola chiave. I Vangeli la ripetono costantemente: “Vegliate”, “state pronti”, “rimanete svegli”. Secondo Marco, l´ordine di Gesú non é solo per i discepoli che lo ascoltano. “Ció che vi dico lo dico a tutti: vegliate”. Sono passati 20 secoli di cristianesimo. Che ne é stato di questo comando di Gesú? Continuiamo svegli? La nostra fede si conserva, o si é spenta man mano nell´indifferenza e nella mediocritá? Non vediamo che la Chiesa ha bisogno di un cuore nuovo? Non sentiamo la necessitá di scuotere l´apatia e l´auto-inganno? Non ci mettiamo a risvegliare il meglio che c´é nella Chiesa? Come possiamo continuare a parlare, scrivere e discutere tanto su Cristo, senza che la sua persona ci appassioni e trasformi un pó di piú? Non ci accorgiamo che una Chiesa addormentata che Gesú non seduce e a cui non tocca il cuore, é una Chiesa senza futuro?”
Negli articoli degli analisti che analizzano tutto, si dice che la crisi dell´acqua è una conseguenza della privatizzazione. Nei decenni scorsi c´è stata un´onda crescente di proteste contro il servizio pubblico che rincarava i prezzi e funzionava male. Gli amministratori e i governi, un pó ovunque, hanno privatizzato l´erogazione dell´acqua. Si sa che le imprese private tendono a distribuire i danni e incassare i guadagni. L´impresa che ha comprato il servizio dell´acqua a San Paolo, in seguito è stata comprata da banche. Ora chiedono 3 miliardi e mezzo (di reali) al governo per ristrutturare tutto il servizio, per salvare i guadagni degli azionisti: una somma ingente. Ma tutti quei bar e ristoranti che hanno avuto danni (qualcuno, addirittura, è stato costretto a chiudere) perché riceveva acqua solo a singhiozzo, non saranno rimborsate. E nemmeno i cittadini, che hanno pagato caro per un servizio che c´è solo ogni tanto. Allora, esiste una soluzione? Credo di sí: sarebbe la gestione pubblica, con i dovuti controlli per evitare la corruzione, e con il concorso dei cittadini che dovrebbero sentirsi corresponsabili, vigilare ma anche collaborare al risparmio. Ci vuole una educazione alla responsabilitá per il bene comune. Ma non c´é. Si spreca, si arraffa il piú possibile, e si reclama. Per esempio noi in Goiás abbiamo acqua in abbondanza, peró in cittá comincia giá a scarseggiare. Alcuni fazendeiros si fanno i loro laghetti, monopolizzano fiumi e ruscelli, li avvelenano con i difensivi chimici immessi nell´impianto di irrigazione. Quando si rompe una diga, qualcuno paga i danni? Nemmeno per sogno. Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato.
La Chiesa ha dichiarato il 2015 come “anno della vita consacrata”. Un invito a riflettere sulla vocazione religiosa. Ma dovremmo dichiararlo anche “anno dei diritti umani e della Madre Terra”, vista la gravitá e l´urgenza del problema ecologico. I diritti della terra sono anche i nostri diritti! Si calcola che in Brasile ogni cittadino mangia, ogni anno, circa 5 litri di veleno contenuto negli alimenti prodotti dalla nostra terra. Produzione finanziata dallo Stato e dalle Banche soprattutto per esportare commodities e importare valuta.
15 novembre 2014
PENSIERI DEL MOMENTO
1) Oggi è festa nazionale in Brasile. È la festa della Repubblica. Ci facciamo gli auguri. Sono anche giorni di gioia per la gente, perché ha cominciato a piovere con frequenza. I goiani ringraziano Dio in continuazione. La pioggia è una benedizione. In Italia pare che quest´anno non lo sia affatto. Siete vittime di alluvioni e frane? Ci sono anche quí, specialmente nelle grandi cittá. Peró bisognerebbe anche agire di conseguenza. Si costruisce spesso ignorando la forza della natura, pensando solo ai nostri interessi. La natura è la prima vittima. Non direi che sia vendicativa. É che ha le sue leggi, e se non le rispettiamo è un disastro.
2) Ormai è ufficiale. Il vescovo ha trasferito i miei colleghi di parrocchia, Padre Severino e Padre Luís. Il primo febbraio faranno l´ingresso nella parrocchia di Ceres. A me è stato concesso di rimanere qui in vista del mio prossimo rientro in diocesi di Modena. Sapevamo che doveva accadere prima o poi. Sono tempi di saluti, di omaggi e di qualche lamentela. Il distacco è quasi sempre un pó doloroso per il cuore e i sentimenti. Tuttavia questi cambiamenti fanno bene alle parrocchie. In Brasile sono frequenti: non esiste quasi piú la figura del parroco inamovibile. Le comunitá si rinnovano, prendono nuovo impulso, escono dall´abitudinario. La parabola del Vangelo di questa domenica calza a pennello con la disponibilitá ad affrontare questi scossoni. C´è un servo che ha ricevuto un talento e, preoccupandosi solo di evitare problemi e fare una vita tranquilla, lo va a seppellire per restituire poi il talento quando il padrone ritorna. Ma il padrone non è soddisfatto: voleva che il servo facesse produrre frutti a quel talento. La missione della Chiesa non è appena di conservare usanze, precetti e abitudini, ma di portare la testimonianza del Vangelo nelle situazioni sempre nuove, senza paura della provvisorietá. Alla fine non conterá se abbiamo conservato bene i doni di Dio, ma se li abbiamo fatti fruttare.
3) Sono entrato in una chiesa ed ho ascoltato l´omelia di un giovane prete brasiliano, che ha fatto un viaggio di due settimane in Italia. Per inciso, ha accennato alle impressioni del suo viaggio. Ha detto che in Europa le chiese sono deserte, hanno perso la fede: e il cristianesimo ora fiorisce qui. Le impressioni superficiali di un turista non è da prendere troppo sul serio, tuttavia questo tipo di opinioni si sta diffondendo. Secondo me sono corbellerie, ma diventano opinione pubblica. È vero: c´è un calo notevole di praticanti, le statistiche lo confermano ed è un dato visibile. Non c´è piú tanta gente a messa come un tempo. Peró non vi ho mai visto una chiesa deserta. Io sono convinto che oggi la fede sia piú forte che in tempi passati. Soprattutto piú sincera. Vanno a messa quelli che hanno fatto una scelta, e seguire Gesú è diventato il loro programma di vita. Quelli che andavano a messa per altre ragioni hanno scelto di impiegare la domenica diversamente. Inoltre, il non andare a messa non significa sempre un abbandono della fede. Molti hanno perduto la fiducia nella Chiesa, seguono il Vangelo per conto loro. Possiamo dire senz´altro che è una decisione rischiosa e incorretta, ma possono avere anche alcune buone ragioni. Nel caso che siano persone oneste, Io indicherei di giudicarli secondo il suggerimento di Gesú riportato dai Vangeli: “Chi non è contro di noi, è con noi”. Esiste pure la la situazione opposta: in questo brasile che pullula di chiese cattoliche ed evangeliche sempre zeppe di fedeli, risulta che avvengono ogni anno piú di 140 mila stupri. Una media di uno stupro ogni dieci minuti. Tanto per fare un esempio. La parabola evangelica della zizzania ci avverte che il bene e il male, in questo mondo, saranno sempre mescolati. Le persone devono fare una scelta interiore e rinnovarla ogni volta. Questo dimostra quanto è importante promuovere una adesione piú vera e sincera a Gesú Cristo.
1 novembre 2014
UN CUORE NUOVO
Foto: stagione del mango, una frutta di produzione abbondante senza potature e protezioni chimiche.
Oggi è la festa di tutti i santi. Qui in Brasile non è di precetto. Li metteremo tutti insieme, domani, nella giornata dedicata ai defunti. Quasi tutti i giorno Francesco, il papa, ci rinnova l´appello a tornare al Vangelo. Vale la pena leggere e rileggere almeno qualche brano dell´esortazione “Evangelii gaudium” (Allegria del Vangelo), da lui pubblicata un anno fa. Commento di José Antonio Pagola, in un suo nuovo libro in lingua spagnola, dal titolo “Volver a Jesus”: “Il papa non pensa appena ad un “aggiornamento¨ della Chiesa al tempo di oggi. Meno ancora si limita al ricupero dell´orizzonte, dello spirito e delle linee di forza del Vaticano II. Francesco ci chiama ad una conversione piú radicale: “Tornare alla fonte e recuperare la freschezza originale del Vangelo” e tornare a Gesú Cristo, che “puó rompere gli schemi noiosi nei quali pretendiamo rinchiuderlo e ci sorprende con la sua costante creativitá” (E.G. 11). Inoltre indica con molta fermezza la “opzione preferenziale per i poveri” come “una categoria teologica, piú che culturale, sociologica, politica o filosofica”. (EG. 197). E incita ad “ascoltare il clamore dei poveri come impegno essenziale di chi si fa discepolo di Gesú e vuol seguire la via del Vangelo. Scrive: “È un messaggio cosí chiaro, cosí diretto ed eloquente, che nessuna ermeneutica ecclesiale ha il diritto di relativizzarla” (E.G. 194). “Ogni cristiano e ogni comunitá sono chiamati ad essere strumenti di Dio per la liberazione dei poveri, affinché essi possano integrarsi pienamente nella societá” (E.G. 187). È un testo vibrante, scitto con il cuore di apostolo. Mi piace leggere queste parole che ora sono pronunciate dal papa. Questa è la strada che la Seconda Assemblea delle Chiese Latino-Americane (Medellin, 1968) indicarono, e che mi entusiasmó in gioventú, negli anni 70, quando, assieme al vescovo e all´Assemblea Diocesana, ci dedicammo all´ascolto del clamore dei poveri e iniziammo la “caminhada” dei Gruppi di Vangelo. Bisogna ricordare che Gesú, che ha aperto questa strada, fu crocifisso dai sacerdoti del Tempio, dai dottori della Legge e dalle autoritá romane. Come ai tempi di Gesú, anche per noi ci furono incomprensioni e sofferenze, e ce ne saranno anche per il papa. Oggi gli antichi Gruppi di Vangelo si chiamano Comunitá Ecclesiali di Base: tradotto in Cebs, una sigla incomprensibile per la maggior parte della gente. Oltre a questo nome tecnico e dottrinale, hanno ricevuto dall´alto piani pastorali farraginosi e complicati, in cui si impone molta organizzazione e si tende a dimenticare l´essenziale, che è avere un cuore nuovo trasformato dal Vangelo. Cosí le parrocchie diventano reti di comunitá ecclesiali di base esecutrici dei programmi elaborati dagli "specialisti" della Conferenza Episcopale Nazionale e continuano a dipendere dagli umori del parroco come galoppini. La gente dei quartieri ha bisogno di confrontarsi alla luce del Vangelo con le questioni della propria vita quotidiana per fare le proprie scelte. Per essere vere comunitá ecclesiali devono si agire insieme al parroco e lasciarsi coordinare, ma sentirsi Chiesa per scelta personale. Le parrocchie, anche in Brasile, complessivamente non parlano quasi piú di “scelta preferenziale per i poveri”, o ne parlano ma non la praticano. Come diceva un prete recentemente, “sono cose di altri tempi”. Tuttavia alcune comunitá si sforzano di vivere lo spirito del Vangelo, e solo grazie ad esso camminano ancora. Se no diventano gruppi di devoti individualisti oppure associazioni di filantropia. Scrive José Antonio Pagola: “Abbiamo bisogno che nelle nostre parrocchie e comunitá si possa vivere una esperienza nuova di Gesú. Si tratta, concretamente, di camminare nei prossimi anni verso un livello nuovo di vita evangelica: passare a una nuova fase di cristianesimo piú ispirato e motivato da Gesú, meglio strutturato per annunciare la sua Buona Notizia, e collaborare con lui nell´aprire strade al Regno di Dio. La cosa decisiva è non rassegnarci a un cristianesimo senza conversione. Non importa la nostra etá, il luogo o la nostra responsabilitá all´interno della comunitá ecclesiale. Possiamo fare in modo che la Chiesa sia piú di Gesú e che abbia un volto piú simile al suo. Niente è piú forte di lui per trasformarci.” (J.A. Pagola, Volver a Jesus, 2014).
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