29 maggio 2016

FESTE PAESANE

Per rendere questo post piú vivace useró le foto della campagna nei dintorni, molto bello. A fine primavera ci sono ancora rose canine in fiore, i fieni sono stati falciati e il grano comincia a imbiondire.
Il mio problema per fare questo blog, è che non riesco ad avere fotografie disponibili. Per esempio sabato scorso, ultimo sabato di maggio, a Varana abbiamo festeggiato solennemente la Madonna delle Grazie, a cui è dedicata la nostra chiesa-santuario. Secondo me è stata una cosa dell´altro mondo. Immaginate una cittadina di 400 abitanti in massima parte contadini e operai, in mezzo alle montagne, che riunisce circa 200 persone in una chiesa per la messa solenne. In un giorno feriale, con le scuole e le fabbriche aperte. Nella stagione dei fieni, in una giornata di sole in cui i contadini non possono certo tralasciare i lavori dei campi! E queste 200 persone finanziano una bellissima banda locale, quella di Riccó, che accompagna una processione. Accompagnano l´immagine della Madonna da un capo all´altro del paese. Cosa c´è di piú bello di una banda che attraversa il paese suonando inni di due secoli fa? Una signora commenta: “La banda è gioia pura, si spande tra questi monti, illumina il vialone ed entra nelle case”.
Don Federico Pigoni, rettore del Seminario di Modena, ha presieduto la Santa Messa. Quasi nessuno, qui, lo conosceva, ed ora tutti sono entusiasti di lui. Ha trasmesso la passione per l´Eucaristia, marcando ogni parola delle preghiere con la sua voce forte, chiara e gioiosa. Ha rivelato con chiarezza, in dialogo coi bambini e con la gente, lo spírito della esortazione Gioia del Vangelo (Evangelii gaudium) del papa Francesco, e gli orientamenti pastorali dell´arcivescovo Erio per una Chiesa missionaria e “in uscita”. Poi abbiamo pranzato all´aperto tutti insieme, in lunghe tavolate. Come ho detto, io non ho fatto fotografie. Ero impegnato in confessionale e poi ad aiutare nella celebrazione. La stessa cosa è accaduta ieri, domenica, festa del Corpus Domini. Nella S. Messa abbiamo inserito la presentazione dei catechisti e dei ragazzi, celebrando la conclusione dell´anno catechistico. C´erano tutti, con le loro famiglie. La Santa Messa, ci hanno detto le letture, non è uno spettacolo da guardare e ascoltare, ma un “memoriale” da cui lasciarsi coinvolgere e da vivere.
In questi paesi di mezza montagna la poca gente rimasta cerca di conservare il meglio delle tradizioni. Familiari, parenti e amici che sono andati ad abitare altrove tornano, perché quel passato è una radice della loro vita. Gioiscono nel ritrovarlo. Altri passanti casuali si fermano ad ammirare. Siamo una eccezione all´economia di mercato che ha livellato ogni cosa. Non è che si voglia ritornare al passato! Lo sanno tutti che non è possibile. Ma si vuole rivivere quello spirito del passato che ha aiutato a sopportare tante sofferenze e vincere. Si sa che il futuro prossimo non promette bene, ed è meglio aiutare i giovani a trovare qualcosa che li aiuti ad affrontare il male e costruire un futuro migliore.
Alla tivú vediamo lo scempio della dignitá umana: barconi di migranti che si rovesciano nel mare, bimbi che sbarcano e non trovano piú in genitori, sperduti nel mediterraneo. Persone sfracellate dalle bombe dei terroristi. Sono i poveri cristi che continuano a versare il sangue, a perdere la vita. Quí invece, nelle sparute comunitá di borgata,si apprezza un pizzico di gratuitá e di condivisione. Le piccole cose della vita: il gusto di incontrarsi, parlarsi, perdere tempo e mangiare insieme. E questo è probabilmente lo spirito col quale ci si puó avvalere e sviluppare la comprensione del grande dono di Gesú: tutta la sua vita donata a noi, che riviviamo nel segno dell´Eucaristia. Dove le persone si riuniscono in suo nome, Gesú si fa presente, e fa nascere pensieri e gesti di condivisione e solidarietá anche verso i fratelli naufragati nella sofferenza.

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