11 aprile 2013

FATTI QUOTIDIANI

Brutta notizia: da alcune settimane Itaberaí é di nuovo infestata dalla dengue. Ieri mattina ho fatto le esequie di una signora giovane uccisa da questa malattia. In questo caso si tratta della forma di dengue piú pericolosa: la dengue emorragica. Un paio di anni fa io fui colpito dalla forma piú comune. Impiegai piú di un mese per rimettermi in sesto. La aedes aegipti é una zanzarina micidiale, bisogna stare attenti. Le autoritá hanno la loro parte di responsabilitá, ma é indispensabile usare gli accorgimenti di prevenzione che sono alla portata di tutti: non tenere acqua ferma e scoperta in casa o intorno a casa. Io ho trovato che si bagna uno straccio con acqua mescolata a olio di citronella e si passa su tutto il pavimento ogni due o tre giorni. Funziona. Non é del tutto cristiano, perché le zanzare vanno a casa dei vicini....
Ieri mi sono preso una stancata di quelle, ma ho avuto anche la soddisfazione di rivivere tempi di pioneirismo, ormai dimenticati. Una messa in campagna di notte a Bananal, con 35 chilometri di strada terribile. Ho impiegato piú di ora e mezza per andare e altrettanto per tornare. Quarant´anni fa le visite alle comunitá erano quasi tutte cosí, e allora non c´erano nemmeno l´energia elettrica, il cellulare, l´acqua fresca, i bagni che ci sono oggi. Il vantaggio erano i 40 anni di meno! É una comunitá di contadini molto uniti, celebrare con loro é molto bello. Per questi gruppi, in modo particolare, la messa non é solo un rito in piú: é una iniezione di autostima e di coraggio per affrontare le difficoltá continue della vita. Tra parentesi diciamo che i loro bambini fanno questo viaggio tutti i giorni su un rottame di corrierina per venire a scuola in cittá. All´inizio della messa una bimba di due anni é caduta da un muretto e si é fratturata un braccio. Hanno dovuto portarla subito al pronto soccorso. Oggi ho saputo che il braccio si é solo incrinato, guarirá presto.
Siamo in un tempo favorevole, ma la povertá in Brasile é ancora tanta. Dicono che la Dilma nei sondaggi ha il 75% del favore popolare. I politologi la criticano perché non é abile nell´articolazione politica. Secondo loro, quando terminerá il suo mandato, il PT sará privo di personaggi di rilievo da proporre. E fa bella figura amministrando tutto ció che Lula ha iniziato, gestendo i progetti governativi come una brava impresaria e facendo lavorare i funzionari senza perdere un minuto. I comuni sono diventati, con lei, applicatori dei progetti (e dei rispettivi finanziamenti) federali che essa ha preso da Lula e ampliato ulteriormente, usufruendo dei lauti incassi del fisco. In effetti si vedono molti risultati sul piano dell´assistenza sociale: le fasce piú deboli usufruiscono di sussidi per la casa, la scuola, l´agricoltura familiare, l´energia elettrica, il gas, i telefoni, la sanitá, le dipendenze chimiche, l´accoglienza ai migranti e la tutela dei minorenni. Non tutela quasi niente, invece, gli indios e la foresta. E pare che non riesca a controllare la moneta, che perde valore nei confronti del dollaro e dell´euro, al contrario di ció che avvenne ai tempi di Lula. Ma puó darsi che in questo ci sia l´effetto della crisi economica mondiale. E non parliamo della violenza urbana e del traffico di droga, che ormai per le famiglie é diventato una guerra silenziosa ma quotidiana.
Non posso omettere. tra gli avvenimenti felici, la settimana santa. Ho celebrato la domenica delle palme con due comunitá tra le piú umili della parrocchia: Boa Esperança e Lobeira, un quartiere di periferia e una borgata di campagna assai isolata. Poi ho celebrato la messa del martedí, in centro, coi, malati, e il Triduo Sacro con la comunitá di São Benedito, un paese vicino in piena campagna. I riti della settimana santa rievocano il paradosso della morte umiliante di Gesú e della sua risurrezione. Viverli intensamente é un antidoto contro il negativismo che oggi si respira nell´aria: soprattutto in Europa. Molti si sono convinti che la nostra vita é frutto del caso e non ha uno scopo. Mi é piaciuto un libro di Susanna Tamaro, - l´Isola che c´é – che sostiene che il male del nostro mondo non é l´agnosticismo, come sostengono alcuni. L´agnostico vero é una brava persona, che davanti ai misteri della vita riconosce: “Non so”. Gli appassionati della storia di Gesú sono “agnostici” che assumono il proprio “non sapere”, ma intuiscono che la vita deve avere un senso. “Il caso, si dice. Ma l´esperienza della nostra vita ordinaria ci dice che il caso non é in grado di generare autonomamente un ordine” . (Susanna Tamaro, L´Isola che c´é).
É stata pure una settimana di pioggie continue e abbondanti, ma non hanno dato fastidio. In Goiás si accoglie sempre la pioggia con gioia. É considerata una benedizione. Ed ora continua a piovere. L´acqua dal cielo ha scarseggiato in dicembre-gennaio, e adesso si rifá. Soltanto la processione di Cristo morto, la sera del venerdí santo, ne ha sofferto un pó le conseguenze. E ben gli sta, perché Cristo vive. É venuto giú un acquazzone di quelli proprio a metá del percorso. Hanno custodito le immagini del Cristo morto e dell´Addolorata trafitta da sette pugnali nella casa piú vicina e se la sono squagliata. Ma la Pasqua va fino all´Ascensione. Anzi, la Pasqua é sempre. La nostra fede é pasquale. Intanto un gruppo di preti ha fatto una pasquetta prolungata, di tre giorni, alle acque termali di Caldas Novas. Il vescovo é andato con loro. L´hanno chiamato riposo: 313 chilometri in mezzo al traffico intenso e con un fondo stradale pericoloso per andare e altrettanto per tornare. Due giorni scarsi di permanenza in un hotel con piscina. Noi di Itaberaí siamo rimasti a casa e li abbiamo accolti al ritorno, stanchi morti (loro, non noi). Io mi sono riposato coi miei pesciolini. Ho scoperto che quando piove vanno sotto le pietre, al coperto. Se li copro con l´ombrello vengono su e mi sorridono....
In questo post ho omesso i fatti importanti, che passeranno alla storia. Quelli che fanno piacere, come le scarpe del papa, di cui parlano tutti i giornali. Ha scelto un paio di scarpe comuni, adatte a camminare fuori dai pavimenti di marmo e dai tappeti. Ma Francesco é un nome molto impegnativo. Se vorrá imitare il santo vivendo in Vaticano, qualcuno gli dará del filo da torcere. E quelli che fanno paura. Purtroppo, in contrasto con questa bella novitá storica di un papa che cambia lo stile e l´apparato dei sacri palazzi, c´é lo spettro della guerra in Medio Oriente e Africa, gli orrori della Siria, la minaccia atomica che si affaccia all´orizzonte. L´opinione pubblica non sembra molto scossa, o é assuefatta. Pare che nessuno creda che ci sará uno cosí pazzo da lanciare la bomba. O forse é perché la Corea é molto lontana. Negli anni sessanta eravamo tutti terrorizzati dal pensiero di una guerra nucleare, e ci si arrivó molto vicino. Immaginate l´inferno in cui potremmo trovarci! E la politica italiana? Piú che la politica, predomina il teatro. Noi italiani pare che abbiamo la vocazione per il teatro.

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