19 marzo 2013
LA MISERICORDIA SALVA IL MONDO
Per quanto il nuovo papa abbia sottolineato con forza “sono il vescovo di Roma” – e cosí dev´essere: infatti é questo che gli conferisce il ministero di successore di Pietro – non si puó evitare che la midia lo proietti come quasi vescovo del mondo intero. É il potere dell´immagine. Per i giornali e le TV l´elezione di un papa, soprattutto nelle attuali circostanze, é un piatto pronto e succulento. Hanno visto che alla gente é piaciuta la sua presentazione, e che ha destato molte speranze e attese, perció sfruttano la circostanza fino in fondo. Spetterá poi a lui la responsabilitá di utilizzare questa gigantesca proiezione in modo tale da favorire la crescita delle singole Chiese Particolari e non soffocarla. Stamattina lo ha precisato lui stesso, nella messa solenne: il potere, nello spirito del Vangelo, é servizio e non dominio. Nel frattempo, in questo modo, la figura di papa Francesco, mio omonimo, si arricchisce ogni giorno di nuovi dettagli, magari, in qualche caso, lavorando di fantasia a ruota libera.
Frei Beto, ad esempio, sostiene che il nome lo ha preso da due santi, e non da un solo. Il primo, che lui stesso ha ricordato, é Francesco di Assisi (1182- 1226) con cui si richiama alla povertá e semplicitá evangeliche. L´altro sarebbe Francesco Xavier, (1506-1552), gesuita come lui e partito come missionario in India intorno al 1540. Inoltre, sempre Frei Beto, attribuisce a dom Cláudio Hummes, cardinale brasiliano, la proposta e il sostegno della sua elezione. In effetti Dom Claudio é apparso di fianco a lui nel momento della presentazione in Piazza San Pietro, invitato dallo stesso cardinale Bergoglio. Dom Cláudio, dice Beto, era seduto accanto a lui durante il conclave. Sarebbe stato, dunque, il cardinale Claudio Hummes, francescano, ex arcivescovo di San Paulo, a suggerire il nome al papa. Dom Claudio é ricordato come colui che, nella decada di 80, difese gli operai metalmeccanici di San Paulo negli scioperi organizzati da Lula. Io non so come facciano a sapere queste cose, dal momento che il conclave si svolge sotto giuramento di assoluto segreto. Ci dev´essere qualcuno molto arrabbiato per queste rivelazioni!
Il nome del papa sembra contenere un programma, dice ancora Frei Beto. E lo spiega a modo suo. Noi lo indoviniamo per nostro conto: Francesco si spoglió davanti a una numerosa folla in segno di rifiuto del mondo ingiusto che emarginava i poveri e li abbandonava nella miseria. Abbracciava e baciava i lebbrosi per significare che tutti gli esseri umani hanno pari dignitá. Francesco é pure il patrono dell´ecologia, perché era amico degli animali e cantó il famoso inno al sole, alla luna, all´acqua e a tutte le creature. Il potente e ricchissimo papa Innocenzo III sognó Francesco nell´atto di sostenere la Chiesa che stava per cadere, e grazie a questo sogno fece richiamare il santo frate che aveva scacciato, e approvó il suo nuovo Ordine religioso. Lo sanno tutti.
Per me, tuttavia, é giá un ottimo programma di vita, non solo per il vescovo di Roma ma per tutti, la frase che ha pronunciato dal balcone domenica scorsa: “La misericordia salva il mondo”. É apparsa su tutti i giornali. Noi qualche volta siamo misericordiosi, altre volte siamo spietati. Il vangelo di quel giorno raccontava come di solito le persone diventano spietate: usando la legge. I farisei e i maestri della legge portarono una adultera davanti a Gesú che stava parlando con la folla. Legge alla mano, erano sicuri di trovare un pretesto per mettere Gesú in cattiva luce davanti alla gente e giustificare la condanna a morte che giá avevano deciso in cuor loro. La legge giustifica l´arroganza del potere. Credo che anche noi, ciascuno di noi, se ci guardiamo indietro, ci accorgiamo di essere stati qualche volta senza pietá. E in quei momenti anche noi abbiamo usato la legge come copertura. Quando siamo stati vittime, altri hanno usato la legge contro di noi. I farisei forse non si erano nemmeno chiesti chi era l´uomo che aveva commesso adulterio con quella donna. E nemmeno perché la legge condannava la donna alla lapidazione e non condannava l´uomo. Gli uomini inducevano la donna all´adulterio e facevano la legge a proprio favore, distruggendola per cancellare anche le prove.
Gesú non prese in considerazione la legge, né la mise in discussione. Lui non era contro la legge. Semplicemente guardó la donna e il suo peccato da un altro punto di vista. “Chi di voi é senza peccato scagli la prima pietra”. Cosí mostró con chiarezza che il diritto di applicare la legge non spetta a chi la calpesta. Se ascoltiamo la nostra coscienza, diventiamo misericordiosi. La coscienza ci dice: “Chi sei tu per condannare il tuo prossimo? Sei perfetto?” Quei maestri della legge se ne andarono uno ad uno. Speriamo davvero che il nuovo vescovo di Roma e la Chiesa (tutti noi) impariamo ad annunciare il Vangelo praticando la misericordia. “Sono venuto per salvare tutti, non per condannare”, ha detto Gesú. Sarebbe un bel passo avanti. Se ci fate caso, é la misericordia che commuove la gente. La chiamano “umanitá”. I ragazzi studiano la storia e rimangono impressionati dai racconti delle crociate, delle torture dell´Inquisizione, di eretici e streghe bruciati vivi sul rogo, della connivenza con la brutalitá e aviditá del colonialismo, della veritá imposta a suon di scomuniche e divieti. Tutto in nome di Dio. Molti ce lo perdonano perché “sono cose di altri tempi”, ma rimane l´orrore, l´amaro in bocca e il dubbio. Bisogna diventare umani, imparare a non avere sempre ragione, spogliarsi della sete di potere, stare in mezzo agli altri senza arie di superioritá e senza arroganza, per trasmettere lo spirito giusto del Gesú Cristo che proponiamo come maestro “affinché tutti abbiano la vita in pienezza”. Ci riusciremo a fare questo passo avanti?
Papa Francesco ha conosciuto da vicino la povertá e manifesta l´intenzione di essere vicino ai poveri. É um bel pensiero, ma non mi aspetto che possa vivere modestamente come vorrebbe. Povertá é un termine ambiguo perché ha vari livelli sia materiali che di spirito. Continuerá a fare dei gesti significativi, ma non gli permetteranno di abitare in un appartamento di periferia. Non fará la fila dal medico. Non gli sará permesso fare i suoi viaggi apostolici in corriera o in treno e senza seguito, come i comuni cittadini. Se va bene, e lo spero, potrá renderli piú economici. Anch´io, che vivo costantemente tra i poveri e sono semplice prete, ho dimenticato com´é la povertá che da giovane sperimentavo di persona. Sono molto sobrio perché mi piace. A noi preti non manca piú niente di essenziale. La gente regala una camicia nuova a noi, piuttosto che a un vero povero. Al papa regalano oggetti d´oro che non gli servono. Li dá ai poveri o finiscono nei musei vaticani. Dom Helder Camara, famoso vescovo brasiliano dei poveri, diceva: “Quando dó qualcosa ai poveri, tutti mi battono le mani. Quando chiedo perché sono rimasti o diventati poveri, mi ingiuriano accusandomi di essere comunista”. Non credo, dunque, che riuscirá a vivere da povero. Preparano questa manifestazione a Rio, il suo incontro coi giovani, che costa un occhio. Nel mio paese girano ormai molti soldi ma abbiamo ancora bambini denutriti, e l´asilo del mio quartiere ha 80 bimbi in attesa che si liberi un posto e facciamo fatica perfino a pagare lo svuotamento della fossa igienica. La disuguaglianza sociale continua e , di questi tempi, non commuove piú l´opinione pubblica.
Se riuscirá a mettere in pratica la misericordia, che é il carisma dei poveri, saremo giá contenti. E speriamo che cammini in comunione coi vescovi di tutte le Chiese Particolari. Promuova davvero una grande fraternitá di discepoli di Cristo. Non si faccia annebbiare la vista dalle folle che lo applaudono. Un amico, giorni fa, mi ha scritto queste parole: “I piú entusiasti di questo papa sono gli stessi che erano entusiasti di Benedetto XVI”. Questo sará vero in Italia, quí in Brasile mi pare il contrario. Ma se in parte cosí fosse, non mi meraviglierei. Infatti c´é un tipo di folla che ama il papa, non questo o quel papa. Con l´applauso delle folle, a capo di una Istituzione secolare che conta piú di un miliardo di adepti, con in mano le leggi canoniche, puó parlare in nome di Dio e scegliere: se calpestare la dignitá e i diritti degli altri, oppure agire come agiva Gesú. Francesco, io ci tengo molto ad appartenere a una Chiesa misericordiosa come quel Padre che accettó il figlio nonostante fosse caduto in basso per la sua stupiditá, come la societá di oggi.
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Commento dell´autore: la societá di oggi caduta molto in basso, ma la Chiesa fa parte di questa societá ed é caduta insieme ad essa. Perció non ci sediamo in trono come se fossimo immacolati.
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